Morti sui luoghi di lavoro di tutte le province italiane(escluso itinere), con l'indenza sulla popolazione, ci sono anche i morti non assicurati a INAIL e in nero. Sono i morti dall'inizio dell'anno al 7 settembre. Dalle peggiori in nero
Il mese di settembre si conclude con il povero rider Aly Jamat di 31 anni investito giorni prima di notte mentre faceva consegne (muoiono tutti nell’ultima consegna, così come la povera Enrica Filippi morta alla guida di un furgone 3 giorni fa), mentre moriva nasceva ad Aly una bimba, il suo secondo figlio. Aly è il 77esimo morto di settembre, il 778 esimo sui luoghi di lavoro nel 2024, ma con itinere diventa il 1018 esimo. Sempre le stesse categorie, con le stesse percentuali in questi 17 anni di monitoraggio, con l’aggravante che con leggi come il Job act, che ha precarizzato il lavoro di tutti i nuovi assunti del comparto privato, con un indiscriminato aumento dell’età della pensione, senza fare distinzione di chi svolge un lavoro pericoloso (per sé e per gli altri) da chi non corre nessun pericolo, ha provocato un forte aumento dei morti sui luoghi di lavoro. Vi racconteranno che non è vero, soprattutto chi fa parte della lobby miliardaria e trasversale sulla Sicurezza. Ma noi non ci arrendiamo e la verità sta venendo a galla: gli italiani sanno, grazie all’Osservatorio che i morti sul lavoro sono molti di più di quelli che vengono diffusi, ma fanno come i giapponesi, resistono nel loro fortino assediato dal buon senso. Nel report i morti di tutte le regioni e province italiane, con grandi sempre se si contano tutti e in rapporto agli abitanti in età lavorativa senza fare distinzioni tra assicurati a INAIL e gli altri, anche in nero, che sono il 35/40% dei morti in più. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 nei primi 9 mesi del 2024 Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 778 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1018 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 151 totali 110 sui luoghi di lavoro Milano 12, Bergamo 7 Brescia 26 Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 7 Mantova 6 Monza Brianza 13 Pavia 12 Sondrio 5 Varese 4 CAMPANIA 101 totali 76 sui luoghi di lavoro Napoli 18 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 22 EMILIA ROMAGNA 75 totali 59 sui luoghi di lavoro Bologna 16 Rimini 1 Ferrara 5 Forlì Cesena 4 Modena 9 Parma 6 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 79 - 59 sui luoghi di lavoro Palermo 20 Agrigento 4 Caltanissetta 3 Catania 6 Enna Messina 9 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 7 TOSCANA 63 totali 49 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 4 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 13 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5 VENETO 75 totali 56 luoghi di lavoro Venezia 8 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 9 Verona 13 Vicenza 10 LAZIO 86 totali 46 sui luoghi di lavoro Roma 16 Viterbo 6 Frosinone 10 Latina 11 Rieti PIEMONTE 62 totali 45 sui luoghi di lavoro Torino 18 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 5 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1 PUGLIA 57 totali 44 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 5 Lecce 10 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Bolzano 14 Trento 19 ABRUZZO 37 totali 26 sui luoghi di lavoro L'Aquila 5 Chieti 10 Pescara Teramo 6 SARDEGNA 41 totali 30 sui luoghi di Cagliari 7 Sud Sardegna 2 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 10 MARCHE 39 totali 26 sui luoghi di lavoro Ancona 5 Macerata 9 Fermo 1 Pesaro-Urbino 5 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 29 totali 20 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 3 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 22 totali 14 sui luoghi di lavoro Pordenone 5 Triste 1 Udine 6 Gorizia 2 LIGURIA 21 totali 15 sui luoghi di lavoro Genova 3 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 15 totali 10 sui luoghi di lavoro Perugia 9 Terni 2 BASILICATA 15 totali 11 sui luoghi di lavoro Potenza 8 Matera 3 Molise 9 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 113 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 103gli autotrasportatori 90 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 74 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 19 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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giovedì 31 maggio 2018

Report morti sul lavoro nei primi 5 mesi del 2018. 296 morti dall'inizio dell'anno e 71 nel mese di maggio


Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

Report morti sul lavoro nei primi 5 mesi del 2018. 296 i morti sui luoghi di lavoro
Un maggio da dimenticare con i suoi 71 morti per infortuni. Per alcuni giorni (di vacanza) l’Osservatorio nei primi 4 giorno di giugno sarà aggiornato parzialmente.
296 morti sui luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno. Con 71 morti solo nel mese di maggio. Aumento del 7,8% rispetto ai primi cinque mesi del 2017, aumento del 21,5% rispetto al 31 maggio del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio. È sempre il veneto in testa a questa triste classifica, seguito dalla Lombarda, dalla Campania e dall’Emilia Romagna. Le province con più morti sui LUOGHI DI LAVORO sono quelle di Torino con 12 morti, Treviso con 10, Milano e Salerno con 9, Verona 8 e Napoli 8. Già 52 i morti provocati dal ribaltamento del trattore. Attenzione   sono i morti sui LUOGHI DI LAVORO, se si aggiungono quelli morti sulle strade, questa triste classifica sarebbe diversa molto diversa, per la forte mobilità che c’è per raggiungere e tornare dal posto di lavoro. Ma noi riteniamo sia giusto separare le casistiche, che richiedono interventi diversi altrimenti si fa solo confusione.
Con le morti sulle strade e in itinere che a nostro parere richiedono interventi diversi e specifici si arriva a superare già i 500 morti complessivi
Non possono esserci differenze tra i morti sul lavoro, noi monitoriamo tutti quelli che muoiono lavorando, qualsiasi lavoro svolgono, e non ci interessa se dispongono di assicurazioni diverse da quelle dell’INAIL, che non ne hanno nessuno o se sono schiacciati dal trattore dai 18 agli 85 anni.
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Ricordo ancora una volta che ce ne sono almeno altrettanti che muoiono sulle strade e in itinere nelle province. Non sono conteggiati nelle province e regioni i morti sulle autostrade
VENETO 34 Venezia (6), Belluno (2), Padova‎ (2), Rovigo (1), Treviso (10), Verona (8), Vicenza (5). LOMBARDIA 32 Milano (9), Bergamo (2), Brescia (3), Como (2), Cremona (2), Lecco (), Lodi (1), Mantova (5), Monza Brianza (2), Pavia (2), Sondrio (4), Varese () CAMPANIA 25 Napoli (8), Avellino (2), Benevento (), Caserta (6), Salerno (9).  EMILIA ROMAGNA 24 Bologna (4), Rimini (1). Ferrara (5) Forlì Cesena (2) Modena (5) Parma (3) Ravenna (2) Reggio Emilia (1) Piacenza (2)  PIEMONTE 22 Torino (12), Alessandria (1), Asti (2), Biella (), Cuneo (4), Novara (1), Verbano-Cusio-Ossola (2) Vercelli () TOSCANA 20 Firenze (2), Arezzo (1), Grosseto (2), Livorno (2), Lucca (2), Massa Carrara (4), Pisa‎ (2), Pistoia (1), Siena (4) Prato (). SICILIA 16 Palermo (2), Agrigento (2), Caltanissetta (1), Catania (5), Enna (3), Messina (2), Ragusa (), Siracusa (1), Trapani‎ (). CALABRIA 15 Catanzaro (2), Cosenza (5), Crotone (4), Reggio Calabria (2) Vibo Valentia (2)  ABRUZZO 11 L'Aquila (4), Chieti (2), Pescara (1) Teramo (3) LAZIO 10 Roma (4), Viterbo (1) Frosinone (1) Latina (3) Rieti (1). (1) SARDEGNA 7 Cagliari (1), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (1), Ogliastra (), Olbia-Tempio (2), Oristano (), Sassari (3). Sulcis inglesiente () LIGURIA 8  Genova (3), Imperia (), La Spezia (4), Savona (1) )   MARCHE 7 Ancona (2), Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (), Ascoli Piceno (4). FRIULI VENEZIA GIULIA 5 Trieste (), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (4).  BASILICATA 5 Potenza (4) Matera (1)  UMBRIA 4 Perugia (1) Terni (3). PUGLIA 7 Bari (2), BAT (1), Brindisi (1), Foggia (), Lecce (1) Taranto (2) Molise 2 Campobasso (2), Isernia () TRENTINO ALTO ADIGE 1 Trento (1), Bolzano ().VALLE D’AOSTA()
Report morti sul lavoro nell’intero 2017
Nel 2017 dall’inizio dell’anno al 31 dicembre i morti sui luoghi di lavoro sono stati 634, oltre 1350 con le morti per infortunio con i mezzi di trasporto.
Il 1° gennaio 2018 l’Osservatorio Indipendente morti sul lavoro ha compiuto 10 anni, da quell’anno i morti per infortunio sul lavoro sono costanti, in molti anni addirittura aumentati. E’ nato poche settimane dopo la strage alla Thyssenkrupp di Torino ed è dedicato a quei 7 lavoratori morti in modo disumano.
Oltre 1.500.000 di persone hanno visitato l’Osservatorio in questi dieci anni. Vi ringraziamo per la vostra sensibilità.
Report morti sul lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017
Dall’inizio dell’anno al 31 dicembre sono morti sui luoghi di lavoro 634 lavoratori: con i morti sulle strade e in itinere con il mezzo di trasporto, si superano i 1400 morti complessivi. Gli agricoltori schiacciati dal trattore sono come tutti gli anni il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. L’agricoltura, come tutti gli anni, supera abbondantemente il 30% di tutti i morti sul lavoro. Il 25% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno più di 60 anni. Gli edili superano il 20% di tutti i morti sul lavoro. La maggioranza di queste vittime cadono dall’alto; dai tetti e dalle impalcature. Nelle aziende dove è presente il sindacato le morti sono quasi inesistenti: le poche vittime nelle fabbriche che superano i 15 dipendenti sono per la stragrande maggioranza lavoratori che lavorano in aziende appaltatrici nell’azienda stessa: spesso manutentori degli impianti. La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni. Anche il Jobs act per la possibilità di essere licenziati, senza appello, ma solo con un po’ di denaro, rende i lavoratori licenziabili se si oppongono a svolgere un lavoro pericoloso. Gli stranieri morti per infortunio, sono oltre il 10% dall’inizio dell’anno, è così tutti gli anni. Il 30% dei morti sul lavoro spariscono ogni anno dalle statistiche. Tra l’altro e in ogni caso i morti sui luoghi di lavoro monitorati dall’Osservatorio sono sempre molti di più di quelli monitorati dell’INAIL. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
Aperto il 1° gennaio 2008 in memoria dei sette operai della Thyssenkrupp di Torino morti poche settimane prima
Le morti verdi provocate dal trattore
Strage verde sui campi
Con l’ultimo morto in provincia di Savona sono già 52 gli agricoltori schiacciati dal trattore nel 2018. Nel 2017 sono morti schiacciati dal trattore 139 agricoltori, ma occorre aggiungerne tanti altri che sono morti per essere stati trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Oltre 600 sono morti nell’ultima legislatura e oltre 1400 da quando dieci anni fa è stato aperto l’Osservatorio. Anche quest’anno più del 20% dei morti per infortuni su di tutte le categorie sono provocate da questo mezzo che. Assurdo che il Parlamento a primavera 2017 ha rinviato per l’ennesima volta la legge europea che obbliga chi giuda questo sterminatore di agricoltori a sottoporsi a un esame che ne verifichi l’idoneità alla guida. Una legge del 2002. Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni senza nessun risultato) che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori. Speriamo nel nuovo
Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove nelle fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di terremoti possono muoversi dall’appoggio e crollare.
Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.


mercoledì 30 maggio 2018

Sono 4 i lavoratori morti sui luoghi di lavoro il 29 maggio. Andrea Serrotti muore a trent'anni per un'esplosione dopo 4 giorni di agonia

Che dire? Le parole sono anni che non bastano più, è inutile continuare a denunciare tanto non serve a niente, e guardate,  non è perchè non c'è il governo, era uguale anche prima coi governi he si sono succeduti: tutti hanno manifestato la loro indifferenze per la vita di chi lavora. hanno fatto addirittura leggi per alleggerirla la Sicurezza. Siamo allo spaventoso numero di 289 morti sui luoghi di lavoro e se ci aggiungiamo i morti sulle strade superiamo i 500 morti. A perdere la vita ieri 4 lavoratori di questi il povero giovane Andrea Serrotti operaio in una ditta di piscine, è rimasto coinvolto da un'esplosione mentre eseguiva saldature (foto di AndreA IN QUESTO POST).  un agricoltore schicciato dal trattore (già 51 dall'inzio dell'anno), un operaio a Eboli nel salernitano e un altro agricoltore nella provincia di Massa Carrara.




MA NON DIMENTICHIAMOCI DEI GRAVISSIMI INFORTUNI COME QUELLO DI mATTEO mONDINI, PROPRIO IERI UN ALTRO LAVORATORI DI 47 ANNI è STATO COLPITO DA UNA SCARICA ELETTRICA DI 20000 WAT, NON HA MAI PERSO CONOSCENZA, MA IL SUO BRACCIO è STATO BRUCIATO LE SUE URLA DISPERATE HANNO SCONVOLOTO GLI ALTRI LAVORATORI. ANCHE LUI LAVORAVA IN UNA DITTA IN APPALTO. SONO I FIGLI DI UN DIO MINORE

martedì 29 maggio 2018

Video di Matteo Mondini, un eroe del nostro tempo, lui si lo è per davvero, dopo quello che ha subito con un infortunio, si impegna per sensibilizzare contro queste tragedie, che anche se non mortali sono gravissime per lui, per la sua famiglia e per i suoi bambini. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

Anche oggi due morti sul lavoro, in Toscana e in Campania, ma voglio dedicare questo post a Matteo Mondini, un esempio di vita

Altri due lavoratori morti il 28 maggio. Sono giorni apparentemente immuni da tragedie sul lavoro, ma non è così. Si muore sempre

Altri due lavoratori hanno perso la vita lavorando: un autotrasportatore è morto alle porte di Milano sulla tangenziale est. A Piacenza un falegname ha perso la vita cadendo da un soppalco. Nulla di nuovo, la vita per tutti quelli che non subiscono queste tragedie continua a scorrere normalmente. ma l'immane sofferenza di chi le subisce non è neppure possibile descriverle. Carlo Soricelli

Veloce poesia sulle morti sul lavoro
Si muore sul lavoro al lunedì
Si muore sul lavoro al martedì
Si muore sul lavoro al mercoledì
Si muore sul lavoro al giovedì
Si muore sul lavoro al venerdì
Al sabato e alla domenica si dovrebbe riposare
Ma si muore anche il sabato
e pure alla domenica
Muore il muratore,
muore il metalmeccanico
muore l’edile
muore il carabiniere
muore il poliziotto
muore l’agricoltore
muore il giardiniere
muore l’impiegata sulle strade e pure sui tetti
muore il commerciante
muore il camionista
qui mi fermo ma l'elenco può essere infinito
Ma muore lavorando solo chi lavora
Muore pure la democrazia
se chi lavora conta meno di una macchina

sabato 26 maggio 2018

Muore avvelenato scambiando le bombole. Muore schiacciato dal trattore a 44 anni. Sembrava un giorno da ricordare nella storia il 25 maggio 2018. Fino alle ore 20,30 non avevo notizie di morti sui luoghi di lavoro, poi........la solita strage.

Due morti sui LUOGHI DI LAVORO anche il 25 maggio, sembrava un giorno speciale, senza morti sul lavoro, che di questi tempi è un avvenimento incredibile. Poi apprendiamo della morte per avvelenamento di Andrea Goliotto, di soli 36 anni che sembra sia rimasto avvelenato scambiando il collegamento della mascherina a una bombola di azoto, invece che di ossigeno. Ma è mai possibile che gas così diversi, tra cui quello mortale come l'azoto abbia gli stessi attacchi di una bombola di ossigeno? Sono sconvolto, se è vero siamo davvero alla mancanza di qualsiasi attenzione per la vita di chi lavora. Ma questa volta non per colpa dell'azienda, e neppure dell'operaio; ci sono giorni che un "umano" va a lavorare, ma non è in perfetto stato psicofisico. E ci dovrebbero essere condizioni preventive per questo. No, non ci posso credere che un lavoratore possa scambiare per sbaglio bombole di gas diversi.
ma ha perso la vita un 44enne nel cosentino (provincia di Arezzo schiacciato dal trattore, anche questa vittima provocata dal trattore dimostra i ritardi e le indifferenze dei governi che si sono succeduti per queste tragedie, ricordo ancora una volta che un morto su cinque ogni anno è provocato dal trattore. Siamo già all'incredibile numero di 50 morti provocati dal rovesciamento di questo mezzo dall'inizio dell'anno. Una strage che avevo annunciato: annunciata ogni anno e direttamente ai ministeri e ai Primi Ministri che si sono succeduti. Mai hanno alzato un dito per cercare di fermare questa strage seppur avvertiti. Strage che si potrebbe dimezzare con poco. Ma come si è visto in questi anno la vita di chi lavora per chi ci ha governati fino a ora  non conta un cazzo. Vediamo questi se hanno più sensibilità. Lo spero davvero e non mi farò condizionare neppure dalle mie convinzioni politiche personali. Guarderò i fatti.

giovedì 24 maggio 2018

Cinque morti sul lavoro anche il 23 maggio. Io volontario, un corpo estraneo che ha più credibilità di te "Pensaperte" opera del 1985

Davvero per anni e anni, nonostante il blog fosse visitato da centinaia di visitatori al giorno, diventati migliaia in quest'ultimo periodo, mi tolgo la soddisfazione e i macigni che avevo nelle scarpe. facevano convegni, parlavano di morti sul lavoro, spendevano soldi della collettività in "riunioni" balorde, che nulla avevano a che fare con queste tragedie, se non per proporre inutili dichiarazioni d'intenti. Mai una volta invitato, io, un corpo estraneo al potere; di chi avrebbe avuto il dovere di occuparsene, di sentire chi senza percepire neppure un euro: e c'è chi può testimoniare che ho "dirottato" soldi che volevano mettere a disposizione dell'Osservatorio verso altri. Si ho speso soldi di tasca mia: mai avrei permesso a qualcuno di potermi fare pressioni su queste tragedie, che sentivo come mie, che sentivo come laceranti per i lavoratori, che subivano ogni tipo di violenza: nei diritti, sulla Sicurezza, sui salari, sulla dignità che a un lavoratore non può  essere tolta sulla soglia del luogo di lavoro. Calo delle morti inesistente: denunciato per anni e anni, ma ora gli italiani s'informano in rete: sanno il reale numero di morti sul lavoro. Si sono orgoglioso, non mi sono fermato davanti a niente e a nessuno. Un potere cieco e sordo, che seppur avvertito con migliaia di mail mai si è interessato a queste tragedie che sono il frutto dell'abbandono dei lavoratori. Ma io sono ancora qui, più forte e credibile come non mai. Grazie a tutti voi visitatori del blog, che mai mi avete fatto sentire solo, mai hanno neppure tentato di intimidirmi, tanto non contavo niente per "loro". Nel 1985 feci questo dipinto, mai esposto perché incomprensibile allora, l'opera "Il pensaperte" rappresenta il potere: fu in quel periodo che i lavoratori, e gli italiani hanno cominciato a delegare tutto alla politica e a tutte le organizzazioni di ogni tipo. ora ci troviamo con questo "capoccione" che pretende di fare tutto contro gli interessi della maggioranza dei cittadini. ma ora c'è il risveglio
.

mercoledì 23 maggio 2018

Aiutoooooo la strage di lavoratori continua: due anche oggi e 14 negli ultimi sei. Ancora un morto in Veneto, dopo quello di Treviso. Già 33 in questa Regione sui Luoghi di Lavoro dall'inzio dell'anno

23 maggio 2018 la strage continua. Apprendiamo della morte di altri due lavoratori, della terza vittima aspettiamo conferme. Flavio Isidoro è morto morendo annegato in un canale mentre stava leggendo dei contatori. Davvero una morte assurda pure questa. il giorno 21 mentre Zaia, il Presidente della Regione stava affrontando  il problema dei tanti morti sul lavoro in Veneto moriva cadendo in una trituratrice l'agricoltore Ennio Molese di 56 anni. E' morto oggi  dopo dieci giorni di sofferenza Ezio Bagalini di 61 anni in piccoli imprenditore che era caduto da un'impalcatura. Ha lottato dieci giorni tra la vita e la morte, ma purtroppo non ce l'ha fatta. Insomma niente di nuovo, la strage continua inesorabile. Siamo già a 277 morti sui luoghi di lavoro e almeno altrettanti sono morti sulle strade. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

Un'altra morte assurda quella di Daniele Tognini a Pietrasanta

Lucca 23 maggio E' morto  il meccanico Tognini dopo che il "frullino" gli è scappato do mano, o che è stato ostacolato da qualcosa. di fatto gli è sfuggito di mano e gli ha reciso l'arteria femorle facendolo morire dissanguato. Sono oggetti pericolosossimi che vanno a oltre 1000 giri al minuto e probabilmente aveva montato un disco in acciaio o di altro materiale che smeriglia: probabilmente di è "impuntato" e sfuggito di mano cadendo sulla gamba e recidendo l'arteria femorale. La morte è stata quasi immediata. E' morto dissanguato.

martedì 22 maggio 2018

Quando le morti sul lavoro sono orribili e disumane com'è successo il 21 maggio

Orribili e disumane, sono queste le parole che si devono utilizzare per commentare le morti sul lavoro di Ennio Molese e Cosimo Del Vicario. L'agricoltore Enzio Molese, di Bolzano Vicentino è caduto in una macchina trituratrice, non è neppure immaginabile pensare a come è stato ridotto da questa macchina. Le sicurezze? Stessa tremenda sorte per Cosimo Del Vicario che era stato coinvolto insieme ad un collega in un grave infortunio nella provincia di Bari, in una fabbrica di Fuochi Artificiali. La sua sofferenza, dopo aver subito diverse operazioni alle gambe è finita il 21 maggio. ma non dimentichiamoci anche dell'autrasportatore che ha perso la vita sull'A4. ieri l'Ordine dei Gionalisti della Toscana mi ha invitato come curatore dell'osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sul tema delle morti sul lavoro. Nella foto Beppe Giulietti e Valeria parrini Toffolutti. Una grande passione quella di Giulietti che ha ricordato anche Santo della Volpe e il suo impegno su queste tragedie. E' un onore sapere che segue sempre l'Osservatorio. sarebbe bello che la proposta che ha fatto all'Ordine dei giornalisti della Toscana di chiamare tutti i soggetti interessati per sensibilizzare su queste tragedie si allargasse anche all'Emilia Romagna e perchè no all'intera Italia. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

Docenti:
Giuseppe Giulietti – Presidente FNSI 
Avvocato Lorenzo Calvani – cofondatore dell’associazione Toffolutti e a lungo vicepresidente. Legale dell’ordine dei giornalisti della Toscana.
Valeria Parrini Toffolutti – Presidente onorario ass. Toffolutti, giornalista
Carlo Soricelli – fondatore Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro
"Il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Il ruolo degli organi di informazione e il lavoro svolto dalle associazioni territoriali. Le statistiche del fenomeno"

sabato 19 maggio 2018

18 maggio Muore fulminato a 25 anni in un allevamento di bufale a Capua di Caserta

Tre morti anche il 18 maggio, una cadenza giornaliera è quella dei morti sui LUOGHI DI LAVORO, ma altrettanti muoiono sulle strade. questo povero giovane era rumeno, dell'agricoltore schiacciato a 42 anni nella provincia di Treviso abbiamo  già parlato ieri, la terza vittima un autotrasportatore che è morto nella tangenziale di Pavia. Insomma la "classe operaia non va in paradiso" ma muore lavorando. Ma oggi muoiono in tutte le categorie, anche le più impensate. Carlo Soricelli

venerdì 18 maggio 2018

Uno ieri, uno oggi, speriamo nessuno domani i morti schiacciati dal trattore

Dopo alcuni giorni di apparente calma sono morti altri due agricoltori schiacciati dal trattore. aveva solo 42 anni Andrea Bortolin, morto schiacciato dal trattore in provincia di Treviso, mentre aveva 72 anni il guidatore di questo mezzo morto ieri in provincia di Forlì Cesena. Dall'inizio dell'anno sono 49, come avevo scritto entro la  fine dell'anno se non si farà una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo supereremo i 150 morti travolti da questo mezzo: in più quelli che incautamente trasportano persone e bambini a bordo del me
zzo, o per le strade provocando incidenti.

Da Il Sole 24 ore

Lisa Picozzi, simbolo delle donne moderne

La battaglia di mamma Marianna per la sua Lisa, morta mentre era al lavoro

 scritto da  il 17 Maggio 2018


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Lisa Picozzi
Il suo sorriso immenso e luminoso è in quel selfie che è diventato un simbolo. Lisa indossa con orgoglio il caschetto giallo da ingegnera perché i suoi sogni di bimba erano divenuti realtà. Lavorava in cantiere ed era felice, di quella felicità piena di speranza e gioia. Invece Lisa è proprio lì, nel suo luogo di lavoro, che non ha trovato scampo. «Quando parlo di quello che è successo a mia figlia non dico più che è stata una morte bianca. È stato omicidio, omicidio sul lavoro» le parole di Marianna Viscardi sono accorate, impietriscono. La tragedia che l’ha sommersa è enorme e devastante. Lisa Picozzi, sua figlia, non c’è più. Quasi otto anni fa, il 29 settembre del 2010, è morta cadendo dal tetto di un capannone che stava visionando. Perché il lavoro che dà libertà e dignità, può anche privare del bene più prezioso: la vita.
Gli ultimi dati diffusi dall’Inail parlano di una strage senza fine. Nei primi tre mesi del 2018 le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 212, ben 22 in più rispetto alle 190 dello stesso periodo del 2017 (+11,6%). Un aumento, precisa l’Istituto, legato agli incidenti avvenuti nel tragitto di andata e ritorno tra casa e posto di lavoro. I numeri dell’Osservatorio Indipendente Morti per infortuni sul lavoro sono ancora più cupi. “Dal 1° gennaio ad oggi le persone che hanno perso la vita sono state 255, con i decessi sulle strade e in itinere si arriva a una cifra ancora più alta. Oltre 450 vittime” si legge in una nota pubblicata nel loro sito web.
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Mamma di Lisa
Lisa, trentun anni, ingegnera edile esperta di centrali e impianti fotovoltaici era nata a Milano e abitava con la mamma e il papà a Rodano, a pochi chilometri dalla metropoli meneghina. Bambina prodigio, aveva saltato la prima elementare iniziando subito con la seconda classe. Dopo il liceo scientifico non aveva avuto incertezze. Si era iscritta al Politecnico di Milano in ingegneria edile. «Sin da quando era piccola diceva che da grande avrebbe costruito le casette» ricorda la mamma. Una passione grande quella legata al mondo delle costruzioni ereditata dal papà ingegnere che si affiancava a un’altra grandissima passione: quella per la pallavolo. Sportiva agonista, palleggiatrice e stoffa da leader, Lisa era capitana della squadra Cs Alba che militava in Serie B2. E proprio questi due grandi amori hanno accompagnato gli ultimi istanti della sua giovane vita spezzata all’improvviso. «Il giorno prima di morire – racconta Marianna – era tornata a casa a mezzanotte dopo l’ultimo allenamento. Aveva puntato la sveglia alle 4.37 del mattino perché doveva andare in Salento per controllare l’avanzamento dei lavori di alcune centrali fotovoltaiche che aveva progettato in provincia di Lecce. Nel pomeriggio mi arriva una telefonata. Era l’amministratore delegato della SunSystem srl., l’azienda in cui mia figlia lavorava. Lisa aveva avuto un incidente». Una chiamata che gela Marianna anche se non le viene spiegato cosa è successo, non conosce ancora la sorte della figlia. Con il cuore colmo di angoscia papà e mamma prendono un aereo, non sanno che Lisa non ce l’ha fatta. Dopo tre ore dall’incidente il suo cuore si era arreso e aveva smesso di battere.
Lisa si trovava a Tricase per effettuare un sopralluogo sulla superficie di un edificio della Selcom, una società del Gruppo Adelchi. Era salita su una scala di alluminio e poi su una scaletta in legno per passare dalla copertura dei blocchi servizi alla copertura del capannone. Aveva preso appunti, compiuto i rilievi tecnici e fotografici, poi, mentre stava per scendere, è precipitata da un’altezza di 7 metri sfondando una lastra in fibrocemento che ricopriva la superficie del capannone e occultava un lucernario non a norma e non segnalato in nessun modo. Una trappola mortale così l’ha definita il giudice che ha condannato in primo grado proprietario e legale rappresentante dell’azienda. Una vittoria a metà, perché il processo continua e ora ci sarà l’appello. La prima udienza si sarebbe dovuta tenere il 5 febbraio di quest’anno. È stata rimandata ad ottobre. «Dopo quasi quattro anni c’è stato questo nuovo slittamento. Mi sono infuriata. Ho presentato un’istanza alla corte d’appello perché venga anticipata l’udienza. Sono disposta a iniziare lo sciopero della fame. Farò tutto il possibile perché si accertino definitivamente le responsabilità della morte di mia figlia. Il processo non mi darà indietro mia figlia, ma per me è importante che il valore della vita di Lisa sia riconosciuto. Le morti sul lavoro sono una piaga terribile. Accadono a causa dell’incuria dello Stato che non veglia sull’applicazione corretta delle leggi sulla sicurezza. Ci sono, ma spesso vengono violate. Non c’è abbastanza controllo. Mia figlia si è scontrata con tutto questo. Con la disonestà della logica del profitto, dello Stato che non vigila. L’edificio dal quale lei è precipitata non aveva mai avuto l’agibilità. Il lucernario maledetto in cui è caduta non compariva sui disegni che lei aveva visionato, non era segnalato, era impossibile capire che lì c’era un pericolo mortale. Come ha detto il giudice questa morte poteva e doveva essere evitata, nessuno l’ha impedita» afferma questa mamma il cui dolore è infinito. Un abisso senza fondo. Marianna e la figlia vivevano in simbiosi, un amore immenso che si nutriva di abbracci pieni di affetto, quelli che Marianna non potrà avere più. «Sono morta anche io quel 29 settembre. Mia figlia era tutto per me. Era la mia fonte di ispirazione, la mia forza. Quegli occhi color del cielo, limpidi e splendenti erano capaci di entrare nel cuore di tutte le persone che incontrava. Continuano ad arrivarmi messaggi, lettere e chiamate che mi confermano quanto fosse meravigliosa».
Tenace, umile, generosa, bella con un cuore grande. Creativa, eclettica, si dedicava ai collage e al découpage, disegnava, suonava il piano e amava anche sciare e nuotare.
Lisa era però prima di tutto una professionista piena di talento, punto di riferimento della sua azienda come ha ammesso anche il suo datore di lavoro. Marianna non riesce a darsi pace. Si è persa in un dolore atroce, ma sa che deve continuare a lottare. «Ci sono alcune persone che mi dicono che mi devo rassegnare. Rassegnarmi a cosa? Chi mi ha tolto mia figlia mi ha portato via occhi, cuore, anima; ha scardinato le porte e i muri della mia esistenza, ha scavato un solco così profondo dentro il mio essere che, ogni giorno, mi chiedo perché vivo. Ma io non mi posso arrendere. Lo faccio per l’amore che provo per Lisa» ribadisce Marianna che ora dedica tutte le energie che le sono rimaste a diffondere la storia della figlia perché non cali l’attenzione sul grande problema delle morti sul lavoro. Una realtà terribile che ogni giorno miete vittime e porta dolore e sconforto in tante famiglie. «Bisogna creare una consapevolezza, ci vuole una coscienza civile. Dobbiamo ricostruirla. È questa la mia missione» dice infine Marianna.
Lisa sta diventando un emblema. A lei è dedicata un albero di magnolia nel parco vicino a casa, ma non solo. È commemorata e ricordata sui campi di pallavolo, con concorsi letterari dedicati a lei, con tante iniziative che parlano di quello che le è accaduto. Lei prima ingegnera in Italia a morire sul posto di lavoro.

giovedì 17 maggio 2018

Povero Angelo, di nome e di fatto. Riposa in pace, noi non vi mertiamo. La fote del giovane di 28 anni morto questa mattina all'ILVA di Taranto. Ma sono già tre anche oggi 17 maggio i lavoratori morti sul lavoro: gli altri due morti nelle province di Torino e Forlì Cesena. Angelo lascia die bimbi piccoli



Angelo, il giovane morto questa mattina all’Ilva di Taranto. da dieci anni ho urlato nel deserto dei valori rappresentato da politica, sindacati, imprenditori, società civile. Mi sembrava di essere un ufo, di parlare di cose irreali, di fantascienza, quando denunciavo il numero impressionante di morti sul lavoro. nessuno che si degnava di rispondere, nessuno che rispondeva neppure, guardi non crediamo a quello che scrive: il suo numero di morti è fantasioso, è montato ad arte. Invece le critiche a governi che si succedevano, a politici, a sindacati, a imprenditori erano dettate dalla rabbia, si proprio da quella: un cittadino normale, senza nessun interesse, che faceva un lavoro di volontariato, lo faceva per chissà quale scopo: perché era un avversario politico (mai fatta politica attiva), un "fascista" perché criticava i sindacati, un rivoluzionario che voleva distruggere il sistema. Ipocriti il mio, come quella di tanti, è solo impegno civile: è voler credere che si può dare una mano anche senza occupare posti e prendere prebende. Adesso che le mie denunce trovano tantissimi italiani che si sono resi conto dell'enormità della strage di lavoratori, adesso si svegliano. ma oltre 14000 lavoratori sono morti, morti che si potevano evitare con politiche attente alla vita di chi lavora. Si siete voi che ci avete governato, che non avete fatto niente, i responsabili di larga parte di queste tragedie. Io alla sera faccio fatica ad addormentarmi, non per la coscienza sporca, ma per non essere riuscito a fare di più. In un'intervista radiofonica a Radio Popolare con Vittorio Agnoletto che mi intervistava parlavamo proprio di questo. di chi erano i morti nelle grandi aziende. Avevo appena detto, ma lo ripeto da anni che nelle gradni aziende a morire sono i lavoratori "figli di nessuno", non i dipendenti diretti ma dei lavoratori aziende che lavorano in appalto nelle aziende stesse. Quanti morti si sarebbero potuti evitare se il "potere" nel suo insieme non avesse avuto un atteggiamento che definire arrogante è limitativo. ‎La foto postata su F. da Corrado Gianluca Morelli‎ a Commissione Lavoro 5 Stelle Mantova
A Angelo dedico una mia vecchia poesia recitata magistralmente in apertura del blog da Flavio Insinna
Morti bianche

Chiamatele pure morti bianche.
Ma non è il bianco dell’innocenza
non è il bianco della purezza
non è il bianco candido di una nevicata in montagna
E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli
che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto
occhi spalancati dal terrore
dalla consapevolezza che la vita sta scappando via.
Un attimo eterno che toglie ogni speranza
l’attimo di una caduta da diversi metri
dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni
del trattore senza protezioni che sta schiacciando
dell’impatto sulla strada verso il lavoro
del frastuono dell’esplosione che lacera la carne
di una scarica elettrica che secca il cervello.
E’ un bianco che copre le nostre coscienze
e il corpo martoriato di un lavoratore
E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso
di una vita che si spegne lontana dagli affetti
di lacrime e disperazione per chi rimane.
Anche quest’anno oltre mille morti
vite coperte da un lenzuolo bianco.
Bianco ipocrita che copre sangue rosso
e il nero sporco di una democrazia per pochi.
Vite perse per pochi euro al mese
da chi è spesso solo moderno schiavo.
Carlo Soricelli


mercoledì 16 maggio 2018

Martedì 15 maggio, un'ordinaria giornata di strage di lavoratori: ne sono morti tre sui luoghi di lavoro e almeno altrettanti sulle strade

15 maggio 2018 Si, è così purtroppo, anche il giorno 15 maggio ci sono stati tre morti sui luoghi di lavoro e almeno altrettanti sono morti in itinere. i tre morti sui luoghi di lavoro nella provincia di Avellino morto dopo 15 giorni di agonia, di Latina un edile caduto dall'alto e un autotrasportatre sull'A14. Ma questi lavoratori essendo morti in luoghi diversi, non hanno "l'onore" della cronaca e per loro non c'è il coro degli scandalizzati.  Carlo Soricelli

martedì 15 maggio 2018

I morti sul lavoro che camminano del subappalto in giro per l'Italia

I lavoratori del subappalto muoiono numerosissimi in giro per l'Italia. Anche il croato Zekic Dragan, 56 anni, residentee in provincia di Treviso, è morto schiacciato in un cantiere di  La Spezia, lontano dagli affetti. Anche tra i feriti gravi all'acciaieria di Padova c'erano lavoratori che non erano dipendenti dell'azienda stessa. nelle grandi aziende sono per la stragrande maggioranza lavoratori del subappalto a morire numerosissimi.I meridionali che muoiono al nord, pur essendo residenti in Sicilia, Campania e e altre Regioni del sud  sono numerosissimi. Una strage nella strage: tra l'altro in tanti muoiono anche sulle strade spostandosi verso e di ritorno dal centro nord. Il subappalto è figlio della precarizzazione e delle politiche liberiste portate avanti da tutti i governi che si sono succeduti in questi anni. Occorre cominciare a rivedere le normative del subappalto: questi lavoratori, per la maggior parte meridionali e stranieri non posso essere la carne da macello del sistema liberista. Tre purtroppo i morti anche ieri. Oltre a Zekic Dragon è morto Stefano Fontana un operatore ecologico travolto da un autobus ad Abano terme e un maresciallo dell'aeronautica a Gioia del Colle nella base militare, travolto da un mezzo quando è sceso dal mezzo. 

lunedì 14 maggio 2018

Landini, Landini Quoque tu, Brute, fili mi.

Landini, Landini Quoque tu, Brute, fili mi. Questo mi viene in mente leggendo l'intervista di Maurizio Landini su Repubblica questa mattina. Ma come, il già segretario FIOM CGIL cita tutti i morti monitorati dall'Osservatorio, il numero di morti diffuso dall'Osservatorio, l'età delle vittime che è molto alta, che a morire nelle grandi fabbriche sono lavoratori per la maggioranza in appalto, queste cose le scrivo da anni. Ma citare la fonte no????Io sono un metalmeccanico in Pensione, sono stato delegato della FIOM, Landini mi ha anche inaugurato la mostra che feci nel 2010 con la FIOM stessa. Grande stima e rispetto per lui, ha fatto, e sta facendo tutto il possibile per i lavoratori. ma perché dice che i morti sono aumentati solo ora "la ripresa delle morti coincide con la ripresa dell'economia". Cazzo Landini se citi tutti i numeri dell'Osservatorio che sono in prima pagina, e quindi vuol dire che li ritieni attendibili, ma perché almeno tu non continui a leggere più in basso. Ti accorgeresti che scrivo che i morti sui LUOGHI DI LAVORO non sono mai calati e che sono in costante aumento da quando il 1° gennaio 2008 ho aperto l'Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro, Guarda più giù, solo un po’ più giù, c'è un grafico dove si vede l'andamento delle morti dal 2008, sono in costante aumento: oggi siamo a oltre il 20% rispetto a quell'anno. Sai Landini, anche la CGIL dovrebbe fare un bagno di umiltà: che accetti critiche su questo fronte e non togliere l'amicizia su Facebook a chi come me e Marco Bazzoni, un operaio delegato FIOM molto impegnato su questo fronte, che ce la toglie se critichiamo il modo in cui sono state trattate queste tragedie. La CGIL, la legittimazione deve cercarla tra i suoi iscritti e tra i lavoratori, e non dalla controparte: l'amicizia mi è stata tolta quando ho criticata l'atteggiamento che avevo visto in una trasmissione televisiva tra rappresentanti della controparte e rappresentanti della Sicurezza CGIL. le critiche occorre saperle accettare: stiamo parlando della vita di chi lavora. Non si può prendere per buoni cali sul lavoro ben sapendo che non era così, o che c'era chi contestava, come me, questi cali e che registrava i morti sul lavoro uno per uno, e non distinguendo chi aveva un'assicurazione INAIL, oppure che non ne disponeva di nessuna o di un'altra. È questo che ha fatto arrabbiare, togliendomi addirittura l'amicizia dal rappresentante della CGIL. Toglire l'amicizia invece di dire che c'è chi questi cali scrive che sono inesistenti, tra l'altro amico di Facebook e che i morti li monitorava già da molti anni? Anche tu caro Maurizio, hai preso per buoni questi cali inesistenti in questi anni, Cali che non ci sono mai stati, e questo vuol dire che si sono solo trasferiti. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it

domenica 13 maggio 2018

Son diventati 257 i morti sui luoghi di lavoro

Grazie all'ANSA per aver ripreso i morti monitorati dall'Osservatorio, purtroppo sono diventati sui luoghi di lavoro 257. Speriamo che ameno si salvino i 3 operai che sono in condizioni drammatiche per essere stati questa DOMENICA mattina da tubi che sono esplosi contenenti acciaio liquido. Undici anni fa la stessa drammatica sequenza dei lavoratori della ThyssenKrupp di Torino. Sperimo in u governo che sia operativo ce che manifesti interesse verso queste tragedie. Chi lavora ne ha bisogno.Non mi interessa di sapere di che colore è il gatto: se è rosso, giallo, verde o nero, basta che se ne occupi. Io giudicherò il nuovo governo da quello che faranno praticamente su queste tragedie. Sono stanco di chi fa solo chiacchiere. Il mondo del lavoro è stato massacrato nei diritti e sulla Sicurezza.

450 con incidenti in itinere,dati dell'osservatorio indipendente (ANSA)
ANSA.IT


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?