Morti sui luoghi di lavoro di tutte le province italiane(escluso itinere), con l'indenza sulla popolazione, ci sono anche i morti non assicurati a INAIL e in nero. Sono i morti dall'inizio dell'anno al 7 settembre. Dalle peggiori in nero
Il mese di settembre si conclude con il povero rider Aly Jamat di 31 anni investito giorni prima di notte mentre faceva consegne (muoiono tutti nell’ultima consegna, così come la povera Enrica Filippi morta alla guida di un furgone 3 giorni fa), mentre moriva nasceva ad Aly una bimba, il suo secondo figlio. Aly è il 77esimo morto di settembre, il 778 esimo sui luoghi di lavoro nel 2024, ma con itinere diventa il 1018 esimo. Sempre le stesse categorie, con le stesse percentuali in questi 17 anni di monitoraggio, con l’aggravante che con leggi come il Job act, che ha precarizzato il lavoro di tutti i nuovi assunti del comparto privato, con un indiscriminato aumento dell’età della pensione, senza fare distinzione di chi svolge un lavoro pericoloso (per sé e per gli altri) da chi non corre nessun pericolo, ha provocato un forte aumento dei morti sui luoghi di lavoro. Vi racconteranno che non è vero, soprattutto chi fa parte della lobby miliardaria e trasversale sulla Sicurezza. Ma noi non ci arrendiamo e la verità sta venendo a galla: gli italiani sanno, grazie all’Osservatorio che i morti sul lavoro sono molti di più di quelli che vengono diffusi, ma fanno come i giapponesi, resistono nel loro fortino assediato dal buon senso. Nel report i morti di tutte le regioni e province italiane, con grandi sempre se si contano tutti e in rapporto agli abitanti in età lavorativa senza fare distinzioni tra assicurati a INAIL e gli altri, anche in nero, che sono il 35/40% dei morti in più. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 nei primi 9 mesi del 2024 Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 778 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1018 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 151 totali 110 sui luoghi di lavoro Milano 12, Bergamo 7 Brescia 26 Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 7 Mantova 6 Monza Brianza 13 Pavia 12 Sondrio 5 Varese 4 CAMPANIA 101 totali 76 sui luoghi di lavoro Napoli 18 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 22 EMILIA ROMAGNA 75 totali 59 sui luoghi di lavoro Bologna 16 Rimini 1 Ferrara 5 Forlì Cesena 4 Modena 9 Parma 6 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 79 - 59 sui luoghi di lavoro Palermo 20 Agrigento 4 Caltanissetta 3 Catania 6 Enna Messina 9 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 7 TOSCANA 63 totali 49 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 4 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 13 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5 VENETO 75 totali 56 luoghi di lavoro Venezia 8 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 9 Verona 13 Vicenza 10 LAZIO 86 totali 46 sui luoghi di lavoro Roma 16 Viterbo 6 Frosinone 10 Latina 11 Rieti PIEMONTE 62 totali 45 sui luoghi di lavoro Torino 18 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 5 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1 PUGLIA 57 totali 44 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 5 Lecce 10 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Bolzano 14 Trento 19 ABRUZZO 37 totali 26 sui luoghi di lavoro L'Aquila 5 Chieti 10 Pescara Teramo 6 SARDEGNA 41 totali 30 sui luoghi di Cagliari 7 Sud Sardegna 2 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 10 MARCHE 39 totali 26 sui luoghi di lavoro Ancona 5 Macerata 9 Fermo 1 Pesaro-Urbino 5 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 29 totali 20 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 3 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 22 totali 14 sui luoghi di lavoro Pordenone 5 Triste 1 Udine 6 Gorizia 2 LIGURIA 21 totali 15 sui luoghi di lavoro Genova 3 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 15 totali 10 sui luoghi di lavoro Perugia 9 Terni 2 BASILICATA 15 totali 11 sui luoghi di lavoro Potenza 8 Matera 3 Molise 9 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 113 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 103gli autotrasportatori 90 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 74 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 19 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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venerdì 31 ottobre 2014

E' morto Vincenzo Silvestri cadendo dal tetto di un capannone

Napoli 31 ottobre 2014 E' morto Vincenzo Silvestri di 56 anni cadendo dal tetto di un capannone che stava ristrutturando a Afragola. Silvestri operaio di Casavatore, dipendente della ditta Biagio Giugliano Snc del corso Meridionale di Afragola che commercia in legname. Secondo quando accertato dagli uomini del locale commissariato Silvestri era intento a riparare la copertura del deposito di legni quando uno dei pannelli di plastica del tetto ha ceduto facendolo precipitare da un altezza di circa otto metri. Silvestri è stato soccorso dai compagni di lavoro che hanno chiamato il 118. L'ambulanza lo ha trasportato all'ospedale san Giovanni Bosco di Napoli dove però è morto due ore dopo il ricovero.

giovedì 30 ottobre 2014

E' morto in provincia di Udine Ghita Herman un giovane romeno di 35 anni

Udine 30 ottobre 2014 E' morto dopo 9 giorni d'agonia Ghita Herman, un edile romeno di 35 anni. Ghita è morto cadendo in una vasca in cemento in costruzione. Le sue condizioni erano subito sembrate gravi, ma a cercato di resistere per 9 giorni. i romeni pagano un prezzo altissimo di sangue nel nostro paese tutti gli anni e hanno sempre il maggior numero di morti tra gli stranieri.

martedì 28 ottobre 2014

Ancora un morto sul lavoro in Emilia Romagna

Modena 28 ottobre 2014 E' morto Alessandro Valentini di 39 anni. La tragedia di Valentini si è consumata a Concordia questa mattina, mentre si trovava a bordo del proprio mezzo, impiegato nello sfalcio e nella manutenzione dell'argine del fiume Secchia per cause d'accertamento al vaglio degli inquirenti - il mezzo si è ribaltato e il lavoratore è rimasto schiacciato tra le lamiere. Sul luogo dell'incidente si è portata immediatamente un'ambulanza del 118, ma per Valentini non vi è stato nulla da fare. Vano anche l'intervento dell'elisoccorso, allertato per precauzione. I Carabinieri di Concordia hanno aperto un fascicolo come di prassi. Sono già 47 i morti sui luoghi di lavoro in Emilia Romagna che ogni anno è una delle regioni con più morti sui luoghi di lavoro. In questo momento è seconda dietro al Veneto in rapporto al numero di abitanti tra le grandi regioni. Speriamo che dopo le prossime amministrative regionali di novembre ci sia un'amministrazione regionale più attenta a qeste tragedie

giovedì 23 ottobre 2014

ITM UNMONDODITALIANI Morti bianche, Guariniello a Renzi: basta stragi, dov'è la sicurezza sul lavoro?

Morti bianche, Guariniello a Renzi: basta stragi, dov'è la sicurezza sul lavoro? di Dalna Gualtieri - Morti sul lavoro: l’appello del procuratore Guariniello perché Renzi ed i Ministri facciano assolutamente in modo di inserire nella Riforma del Lavoro un capitolo per la sicurezza. E si sofferma sulla Thyssen Krupp: “Perché la condanna definitiva per la Thyssen Krupp - dice Guariniello - non è solo una condanna per le persone fisiche, per gli amministratori, ma è anche una condanna per la stessa società." (ITM – UNMONDODITALIANI) Sembra impossibile, ma in un'Italia in cui la crisi occupazione sta raggiungendo livelli impressionanti, c'è anche chi muore per lavoro. Quella delle morti bianche è una casistica importante, sulla quale è intervenuto di recente il procuratore Guariniello, in un appello chiaro e forte al Governo, in particolare al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ai Ministri del Lavoro, della Giustizia e della Salute affinché intervengano efficacemente per fermare l’emergenza morti sul lavoro. Il Dottor Guariniello chiede che la Riforma del Lavoro preveda assolutamente un capitolo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Spiega anche come nell’ambito della sicurezza delle aziende i controlli degli Organi di Vigilanza non siano così penetranti e diffusi come dovrebbero. Ed è critico anche nei confronti della Magistratura perché non sempre interviene adeguatamente. E le ragioni sono semplici, continua Guariniello: “da un lato ci sono le Procure della Repubblica nel nostro Paese - che pure hanno ottimi magistrati – ma che sono troppo piccole per specializzarsi in una materia complessa come la sicurezza sul lavoro. Dall’altro ci sono i processi che vanno troppo a rilento. E per tale ragione finiscono spesso in prescrizione. Questo accade in Italia dopo tre gradi di giudizio. E ciò potrebbe far pensare che le regole ci sono ma che possano essere violate”. Il procuratore Raffaele Guariniello si è poi soffermato su Thyssen Krupp. Un caso che ha molto da insegnare alle aziende e all’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro. “Perché la condanna definitiva per la Thyssen Krupp - dice Guariniello - non è solo una condanna per le persone fisiche, per gli amministratori, ma è anche una condanna per la stessa società. Questo ha detto la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con una serie di insegnamenti ed affermazioni che dovrebbero indurre tutte le società a riflettere sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”. ________________________________

Ancora due morti in edilizia

Potenza 22 ottobre 2014. Abbiamo appreso di un'altra morte in provincia di potenza a Forenza, dove due lavoratori sono caduti da un tetto. Uno è morto infilzato da trafile di ferro e l'altro è rimasto gravemente ferito. Un elicottero del 118, ha portato l'operaio feriro in codice rosso all'ospedale San Carlo di Potenza, dove è ora ricoverato nel reparto di rianimazione. Sull'episodio indagano i carabinieri, che hanno iniziato subito ad ascoltare le altre persone presenti nel cantiere al momento dell'incidente. Secondo quanto si è appreso, i due operai sono caduti da un'altezza di circa sei o sette metri per motivi ancora da accertare. Purtroppo abbiamo appreso che anche l'altro lavoratore coinvolto dal crollo è morto all'opsedale. Le vittime di questa nuova tragedia multipla sul lavoro sono Lorenzo Scalese di 45 anni e del giovane Paolo Lopez morto a soli 24 anni.

mercoledì 22 ottobre 2014

Ancora 3 morti sui luoghi di lavoro

Purtroppo la catena di morti anche questo mese è inarrestabile, registriamo altri 3 morti sui luoghi di lavoro, In provincia di Mantova, di Brescia e di Pesaro Urbino. Per approfondimenti sulle vittime mandare una mail a carlo.soricelli@gmail.com

lunedì 20 ottobre 2014

20 ottobre Anche oggi 5 morti sui luoghi di lavoro. In provincia di Rimini la terribile morte di Federico Magnani, sepolto vivo da una montagna di terra

Anche oggi ci troviamo costretti a registrare 4 lavoratori morti sui luoghi di lavoro: Un addetto ad un'industria del marmo è morto nel veronese schiacciato dalla gru che si è ribaltata. Nella provincia di Macerata un autotrasportatore albanese è caduto con la betoniera in un dirupo. nel cremonese è morto in un cantiere un operaio di 59; ancora sconosciute le cause dell'infortunio mortale. Terribile morte di Federico Magnani edile di 68 anni morto sepolto vivo sotto un metro e mezzo di terra Il 68enne stava svolgendo alcuni lavori in un cantiere di Montefiore.MA AGGIUNGO E' MAI POSSIBILE CHE UNA PERSONA DI QUELL'ETA' SIA SVOLGA ANCORA LAVORI COSI' PERICOLOSI, E' UNA VITTIMA DELLA LEGGE FORNERO? La gru aveva appena terminato di scavare una buca. Magnani ci è sceso dentro per iniziare le piantare alcuni paletti QUANDO AD un tratto, però, la parete di terra soprastante ha ceduto seppellendolo.i compagni di lavoro che erano lì con lui in quel momento, in tutto quattro persone, hanno tentato di soccorrerlo, ma non c’è stato nulla da fare. Ad estrarlo dalla montagna di terra, circa un’ora dopo, è stata una squadra dei vigili del fuoco assieme ai carabinieri della stazione di Montefiore. Apprendiamo di un altro lavoratore morto in Sicilia, si tratta di Giorgio Sgarlatta di 45 anni caduto dall'alto mentre montava in un capannone un sistema d'allarme.

sabato 18 ottobre 2014

Muore bruciato meccanico di biciclette

Treviso 17 ottobre 2014. E' morto avvolto dalle fiamme in un'officina di biciclette a Oderzo. Il meccanico è morto dopo essere stato avvolto dalle fiamme divampate nel retro della sua officina di riparazione di biciclette. Secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, l'incendio sarebbe stato innescato dalla stessa vittima, intenta ad adoperare una fiamma ossidrica. L Ai carabinieri il compito di ricostruire l'esatta dinamica di quanto avvenuto.

venerdì 17 ottobre 2014

Mandiamo Bonaccini e il PD all'opposizione alle elezioni di Novembre in Emilia Romagna

Come curatore dell’osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.com ieri ero in Piazza maggiore con altre 50.000 persone a difendere i diritti di chi lavora La regione Emilia Romagna sempre ai vertici della triste classifica nelle morti sui luoghi di lavoro da quando nel 2008 ho aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, diventato punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie. Ricordiamo che le morti sui luoghi di lavoro sono soprattutto dovuta a lavoro nero, precario e partite IVA Individuali. parlano sempre di cali favolosi ma le morti non sono mai state così tante dal 2008, oggi in Italia siamo a +11% rispetto al 2013 e a +3,9% rispetto al 2008. E questo rispetto al numero di abitanti unico parametro valida per valutare l’andamento di una regione. Dov’è presente il Sindacato con propri rappresentanti le morti sono quasi inesistenti. Ed è per questo che ieri sono andato in Piazza Maggiore da pensionato e da artista sensibile alle problematiche sociali e chi conosce le mie opere sa bene di cosa parlo. Ho partecipato allo sciopero della CGIL per difendere lo Statuto dei lavoratori e l’articolo 18, che protegge dai soprusi, dà dignità a chi lavora e protegge anche contro gli infortuni sul lavoro. La regione attraverso anche la Segreteria del Presidente Errani è sempre stata informata di questo andamento sulle morti sul lavoro, così quasi tutti gli assessorati. Hanno governato bene? Io non credo. Mai nessuno si è interessato per andare a verificare se quello che scrivevo era vero. E’ comodo prendere i dati INAIL che monitora solo i propri assicurati e tantissimi non lo sono, soprattutto tutte le nuove forme contrattuali, e dove i morti risultano in calo, e questo proprio per merito del Sindacato, la CGIL in specifico, che riesce ancora a dire la sua anche sulla Sicurezza sui luoghi di lavoro in questa regione. Quelli che stanno governando quella che fu una regione “rossa” sono solo dei burocrati attenti alle loro posizioni individuali che “parlano” solo tra loro. Ed è per questo che io come tanti i lavoratori e pensionati a novembre non voteremo il PD e le liste collegate, Il PD un partito lontano dai cittadini e che ha presentato come candidato presidente Bonaccini, un “renziano” dell’ultima ora scelto dall’apparato burocratico. Ormai hanno scelto di difendere le categorie più agiate e i poteri forti e di togliere i diritti a chi lavora e ai pensionati. I lavoratori non svendono i propri diritti e la loro dignità per 80 euro, che poi ti toglieranno con le nuove tasse come si è visto con la manovra presentata ieri e che ha visto le Regioni in rivolta perché questi “ottanta euro” saranno costretti a tagliare anche sulla Sanità. Guardate qui sotto l’andamento dal 2008 sulle morti sui luoghi di lavoro nella nostra regione. Con il terremoto stanno avendo lo stesso atteggiamento che ha avuto la “burocrazia” a Genova con le alluvioni. Morti sui luoghi di lavoro nella Regione Emilia Romagna dal 2008 al 2014 In questo momento del 2014 risulta terza con 45 morti dopo la Lombardia (che ricordiamo sempre ha il doppio degli abitanti di qualsiasi regione italiana) e il Veneto che ne ha 47. Nel 2013 sono morti sui luoghi di lavoro in Emilia Romagna 45 lavoratori. Terza in termini assoluti dopo Lombardia con 68 morti e Sicilia 48. Nel 2008 furono 48 Nel 2009 53 terza in termini assoluti dopo la Lombardia con 68 morti e il Veneto con 60 2010 sesta con 40 morti per numero di morti sui luoghi di lavoro dopo Lombardia 81 morti, Vento 53, Lazio 43, Puglia 45, Sicilia 48 2011 Seconda con 55 morti per numero si morti sui luoghi di lavoro dopo Lombardia con 78 morti 2012 seconda con 63 morti sul lavoro, Anno del terremoto dove morirono sotto capannoni industriali 12 lavorati e un parroco. Ci chiediamo se la regione ha fatto da quell’anno un monitoraggio del rischi sismico sulle altre fabbriche della regione e sui supermercati costruiti nello stesso periodo con la stesse caratteristiche. Io credo che la Regione non ha fatto niente. Spieghi ai cittadini emiliani e romagnoli se ha almeno fatto un monitoraggio sulle fabbriche a rischio. Mai ricevuto una risposta

giovedì 16 ottobre 2014

Strage continua e ci dicono che i morti calano ma siamo ad un aumento a due cifre rispetto al 2013

Ho avuto problemi col computer, ma anche in questi due giorni ci sono stati diversi morti sui luoghi di lavoro. Ci sono stati morti sui luoghi di lavoro nelle province di Sondrio, di Padova, di Udine e di Alessandria

L'OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO PARTECIPA ALLO SCIOPERO INDETTO DALLA CGIL DELL'EMILIA ROMAGNA CONTRO L'ABOLIZIONE DELL'ARTICOLO 18.

L'OSSERVATORIO INDIPENDENTE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO PARTECIPA ALLO SCIOPERO INDETTO DALLA CGIL DELL'EMILIA ROMAGNA CONTRO L'ABOLIZIONE DELL'ARTICOLO 18. SCIOPERIAMO PER AVER CONSTATATO DA ANNI CHE A MORIRE SUI LUOGHI DI LAVORO SONO SOPRATTUTTO LAVORATO CHE NON HANNO QUESTA PROTEZIONI. DOV'E' PRESENTE IL SINDACATO E UN RAPPRESENTANTE DELLA SICUREZZA LE MORTI SONO PRATICAMENTE INESISTENTI. NELLE FABBRICHE DOVE C'E' LO STATUTO DEI LAVORATI MUOIONO SOPRATTUTTO LAVORATORI TERZISTI DI AZIENDE APPALTATRICI CHE SPESSO NON SONO PROTETTI COME I DIPENDENTI. IO PERSONALMENTE SARO' IN PIAZZA MAGGIORE TUTTA LA MATTINATA. Carlo Soricelli

mercoledì 15 ottobre 2014

Più morti sul lavoro che omicidi

Infortuni: Censis, Morti sul lavoro superano gli omicidi Roma, 5 ago. (Adnkronos/Labitalia) - Si muore di più sul lavoro che non a causa della criminalità o di episodi violenti. I morti sul lavoro, infatti, sono quasi il doppio degli omicidi. A lanciare l'allarme è il Censis, secondo il quale, tuttavia, ''gran parte dell'attenzione pubblica si concentra sulla dimensione della sicurezza rispetto ai fenomeni di criminalitá''.

martedì 14 ottobre 2014

Io voglio bene a chi lavora tutto qui,

Da L'Avvenire.it Lorenzo si è infortunato nel più classico dei modi: precipitando. Mentre stava lavorando sul tetto di un capannone, la soletta ha ceduto e lui è “volato” per dodici metri cadendo in piedi. Così, a 34 anni, si è ritrovato paraplegico e su una carrozzina per il resto della vita. La storia di Lorenzo Degl’Innocenti, fiorentino 36enne, è abbastanza comune e, infatti, proprio ieri, allo stesso modo, è morto Giuseppe Milizia, 48 anni, caduto dal soffitto di un centro commerciale di Porto Empedocle (Agrigento). Secondo l’Ispesl, l’Istituto di ricerca sugli infortuni dell’Inail, la caduta dall’alto è all’origine del 47% degli incidenti in edilizia e provoca il 20% dei decessi nei cantieri. Sia Lorenzo che Giuseppe sono caduti perché mancava la linea guida, il cavo d’acciaio cui agganciarsi mentre si lavora. «In 19 anni una sola volta l’ho trovata: sul tetto di una caserma dei carabineri», racconta Lorenzo, ricordando che, all’estero, la linea guida è quasi sempre presente e, chi non la usa, viene licenziato in tronco. «Da noi questo non succede – aggiunge il lavoratore toscano – Anzi, se ti lamenti ti tolgono il lavoro per darlo a qualcun altro». Per accendere l’attenzione su questo e tanti altri problemi che ancora collocano l’Italia tra i Paesi industrializzati con il più alto tasso di infortuni, per oggi l’Anmil (l’Associazione che rappresenta gli infortunati e le loro famiglie), promuove la 64esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. In ogni capoluogo si svolgerà una manifestazione, mentre l’appuntamento nazionale è in programma a Firenze, con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. A lui e agli altri rappresentanti delle istituzioni, il presidente nazionale dell’Anmil, Franco Bettoni, ricorderà l’importanza di «difendere il nostro sistema di welfare, che sembra oggi sotto attacco, come fonte di una spesa pubblica non più sostenibile». La strada per risparmiare, però, non passa dal taglio delle prestazioni. Se, stando ai dati ufficiali dell’Inail, è vero che in Italia gli infortuni sono in calo da almeno un quinquennio (nel 2013 sono stati 50mila in meno rispetto all’anno prima, con 660 casi mortali, pari a -21% in dodici mesi), lo stesso Istituto di assistenza stima in oltre 50 miliardi di euro all’anno il costo sociale degli incidenti sul lavoro. Il primo investimento da fare, allora, è nella formazione dei lavoratori. Lo ricorda la vicenda di Filomena Rago, 45 anni di Solofra (Avellino), che, nel 1991, ha perso la mano destra nel rullo di una stiratrice da conceria. «Ero giovane e alla mia prima esperienza – racconta – e, soprattutto, nessuno mi aveva spiegato come si lavorava». Fortunatamente oggi non è più così e, per esempio, l’edilizia, settore con la più alta frequenza di infortuni gravi, malattie professionali e incidenti mortali, è corsa ai ripari introducendo, il 1° gennaio 2009, 16 ore di formazione obbligatoria per i neo assunti, da frequentare prima di mettere piede in cantiere. Risultato: tra il 2008 e il 2012, gli infortuni nel settore sono passati da 96.255 a 52.046, quasi dimezzandosi (-46%). È ancora dura e tutt’altro che vinta, invece, la guerra al lavoro nero che, secondo la Cgia di Mestre, riguarda più di 3 milioni di addetti, di tutti i settori, produce quasi 100 miliardi di Pil irregolare e provoca un’evasione fiscale di 42,7 miliardi di euro l’anno. Cifre enormi dietro cui si cela anche il dramma di tanti lavoratori in nero che si infortunano nel silenzio generale. Non si sa nemmeno quanti sono, visto che sul fenomeno non esistono dati attendibili. Tra le poche voci che in questi anni si sono levate per denunciare questa e altre ingiustizie legate agli infortuni, c’è quella di Carlo Soricelli, promotore dell’Osservatorio indipendente di Bologna. Ma anche questa voce rischia di spegnersi. «Il 31 dicembre chiudo per l’indifferenza della politica», dice con amarezza. Se lo farà davvero sarà una brutta giornata per i lavoratori. Non credo che quando chiuderà l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sarà una brutta giornata per i lavoratori come dice il giornalista di questo articolo. Ma io in questi anni ho combattuto una battaglia volontaria che mi ha impegnato ore e ore al giorno. E vedere che i morti invece di calare aumentano, che si sono delle omissioni e delle bugie gravissime da parte di tutte le istituzioni a partire dai vertici fino ad arrivare al comune dove abiti ti raggela. E tutti sono stati informati e tempestati di mail. Siamo a una società orwelliana. Pure la verità vien ignorata, ed è quella che i morti sul lavoro aumentano nonostante la crisi e che dove ci sono i sindacati le morti sono quasi inesistenti. Ma non serve a niente e ignorano perchè questa "casta" o "classe" che ci governa ha in mano tutto, il potere economico, mediatico e politico e mancanza di etica. E una vergognosa voglia di ridurre chi lavora ad un regime di semi schiavitù come lo sono i precari e i lavoratori in nero e partite iva. Ti senti impotente. Perchè ho fatto e sto facendo questo lavoro di volontariato? Non è ideologia,è solo la voglia di fare qualcosa per il prossimo. Io so quanta umanità c'è nel mondo del lavoro e io a queste persone voglio bene, anche se non le conosco. Tutto qui

Grazie al Fatto Quotidiano per questo articolo. Intanto un alltro giovane di 30 anni è morto schiacciato dal trattore in provincia di Viterbo

lunedì 13 ottobre 2014

Un'altra strage collettiva di lavoratori. Sono morti 3 operai che stavano lavorando nella corsia d'emergenza dell'autostrda catania-Siracusa

Autostrada Catania-Siracusa 13 ottobre 2014. Sono morti 3 operai che stavano eseguendo lavori di manutenzione nella corsia di emergenza per conto dell'Anas. i tre poveri operai sono stati travolti da un tir. La tragedia collettiva è avvenuta sull'autostrada Catania-Siracusa. Solo uno dei cinque operai è rimasto illeso: degli altri quattro tre sono morti sul colpo, il quarto, ferito in maniera grave è stato trasferito in elisoccorso all'ospedale Cannizzaro. Secondo una prima ricostruzione della polizia stradale di Siracusa, l'autotreno ha invaso la corsia di emergenza. Sul posto sono intervenuti l'elisoccorso del 118, le squadre di pronto intervento Anas e le forze dell'ordine per gli accertamenti del caso. Al momento il traffico veicolare in direzione Siracusa viene deviato allo svincolo di Lentini. In meno di un'ora i retroscena dell'incidente sono stati rivelati dal conducente del tir un autotrasportatore di 56 anni originario di Ragusa che ha ammesso le proprie responsabilità sostenendo di avere avuto un attimo di distrazione proprio quando l'autotreno che conduceva si trovava all'altezza del tratto di strada che gli operai della Covir stavano tenendo in manutenzione. I test sull'eventuale utilizzo di stupefacenti e quello alcolemico fatti all'autotrasportatore sono risultati negativi.

domenica 12 ottobre 2014

Oggi la 64esima giornata delle morti sul lavoro. Basta con la retorica di questa giornata, Siamo a 11,6% rispetto all'11 ottobre del 2013 e + 3,9 rispetto allo stesso giorno del 2008.

Come curatore dell'osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sono stanco d'assistere ogni anno a questo rito inconcludente che è la giornata delle morti sul lavoro. E' così tutti gli anni, si fa dei bei discorsi, ci s'indigna, ma poi non si fa mai niente di concreto per alleviare queste tragedie che non sono mai diminuite da quando è stato aperto l'osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro il 1° gennaio 2008. Se guardiamo il primo anno d'apertura dell'Osservatorio e andiamo a vedere quanti morti sui luoghi di lavoro c'erano l'11 ottobre di quell'anno, ci accorgiamo che si registra un aumento del 3,9%. Quel giorno del 2008 erano 501 sui luoghi di lavoro, sono oggi 11 ottobre 2014 521. Rispetto poi all'anno scorso siamo ad un aumento spaventoso dell'11,6%. E questo nell'indifferenza generale ed è incredibile che si parli sempre di cali favolosi. anche le televisioni e la stampa fa disinformazione, parla di cose che non conosce e prende per buone notizie false e incomplete. Basta occultare i dati veri. NON C'E' NESSUN CALO DELLE MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO. Quindi basta vantarsi di presunti cali che non esistono e questo nonostante si siano persi milioni di posti di lavoro. i morti da quell'anno si sono trasferiti in questi anni dagli assicurati INAIL a lavoratori precari, in nero, alle partite iva individuali (spesso false perchè nascondono un rapporto dipendente). E' ora che lo Stato si occupi concretamente di queste tragedie e che finalmente si accorga della vera entità del fenomeno che è molto più esteso. complessivamente se ci aggiungiamo ai morti sui luoghi di lavoro anche i morti sulle strade e in itinere si superano già abbondantemente i 1000 morti.
L’Aquila 11 ottobre 2014 E' morto schiacciato dal trattore a Carrito. Rodolfo Taglieri di anni 75. Carrito è morto questa sera mentre con il trattore lavorava in terreni di sua proprietà. Il trattore si è ribaltato ed è rimasto schiacciato, dal peso del mezzo,che lo ha ucciso. Accorsi tempestivamente sul luogo carabinieri, ambulanze e vigili del fuoco, ma per Rodolfo non c’è stato nulla da fare. Agrigento 11 ottobre 2014 E' morto a PORTO EMPEDOCLE Giuseppe Milizia di 48 anni al centro commerciale Le Rondini di Porto Empedocle. Secondo le prime ricostruzioni di polizia e procura, stava lavorando sul tetto per ripulire il tetto dagli escrementi di uccelli. Tetto e controsoffitto hanno però ceduto e Milizia è finito, dopo un volo di diversi metri, tra gli scaffali del supermercato, dove in quell'esatto momento c'erano dei clienti. Milizia è arrivato in codice rosso, in arresto cardiorespiratorio e con un politrauma, al pronto soccorso dell'ospedale «San Giovanni di Dio» di Agrigento, dove i medici hanno tentato, di rianimarlo senza riuscirci Poco dopo, il quarantottenne è deceduto. La Procura, con il sostituto Carlo Cinque, ha aperto un fascicolo. L'ispettorato del lavoro sta effettuando un sopralluogo nella zona del centro commerciale dove si è verificato l'incidente.

giovedì 9 ottobre 2014

E' morto a soli 23 anni schiacciato dal trattore Michele Santino Testa. Tante di queste morti si sarebbero potute evitare se il governo interveniva per tempo e se il parlamento avesse avuto a cuore la vita di chi lavora.

Campobasso 8 ottobre 2014 E' morto a soli 23 anni Michele Santino Testa, l’agricoltore che ha perso, nelle campagne di Gildone, schiacciato dal trattore con cui stava arando il terreno di famiglia. Il povero giovane stava arando un terreno con un mezzo gommato, che si è ribaltato e lo ha schiacciato. In serata parenti e conoscenti, non vedendo arrivare si sono allarmati e hanno raggiunto il campo e scoperto la disgrazia. Inutile l’intervento delle forze dell’ordine e e dei sanitari. Michele è la 126esima vittima del trattore e la 136esima dall'inizio dell'anno. Noi il 28 febbraio avevamo mandato una mail a Renzi, Martina e Poletti informandoli che entro pochi giorni sarebbe ricominciata la strage di agricoltori schiacciati dal trattore. Li pregavamo di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo e di fare una "leggina" in parlamento per far mettere in protezioni i trattori. Naturalmente non hanno fatto niente: il loro tempo prezioso lo stanno usando per togliere i diritti dei lavorati per rendere tutti "semi schiavi" come i precari e le partite IVA individuali. Parlano di un lavoro a tempo indeterminato che dura tre anni dove però si può essere licenziati ogni 4 mesi. Una vergogna che dovrebbe indignare tutte le persone di buon senso e che hanno a cuore la vita e il benessere psicofisico di chi lavora. Non è un caso sono in queste categorie poco protette, dove non ci si può rifiutare neppure di fare un lavoro pericoloso, pena il licenziamento che si verificano la maggioranza delle morti sul lavoro che ricordiamo sono molte di più di quelle che diffondo le statistiche ufficiali. Ed è per questo che l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, che ha monitorato i morti sul lavoro chiuderà il 31 dicembre 2014. chiuderà per "Indifferenza". Un Paese come il nostro diretto da questa classe dirigente egoista e priva di scrupoli non merita persone che volontariamente cercano di dare un contributo per migliorare la vita e la Sicurezza di chi lavora. ANCORA UNA VOLTA VERGOGNA.

Operaio morto, appello del papà «Aiutate la compagna e le figlie»

Operaio morto, appello del papà «Aiutate la compagna e le figlie» Giovanni Villacci denuncia: a due mesi dalla tragedia sul Passante, neppure un euro di risarcimento «Francesco e Lisa non erano sposati, lei non ha neanche la liquidazione. Le istituzioni si muovano» Email di Rubina Bon BREDA DI PIAVE. «Ci sentiamo abbandonati dallo Stato e stretti nelle morse della burocrazia dopo che il nostro Francesco è morto lavorando. Fino ad ora la moglie non ha percepito un centesimo e ha una famiglia da mandare avanti»: a parlare, non senza difficoltà visto che il dolore è ancora vivo e la ferita aperta più che mai, è Giovanni Villacci, il papà di Francesco, morto a 28 anni lo scorso 29 luglio nell’incidente lungo il Passante di Mestre, a Scaltenigo di Mirano. Nella stessa tragedia aveva perso la vita anche il collega Mauro Camerotto, 47enne di Varago di Maserada. I due operai della “De Zottis” di Saletto stavano lavorando ai bordi della carreggiata quando un Tir li aveva travolti. Francesco, nato e cresciuto in provincia di Benevento, nella Marca aveva trovato il lavoro e l’amore con Lisa, con cui conviveva a San Bartolomeo di Breda. Sei anni fa era nata Giada, a fine gennaio di quest’anno era arrivata Desirè. La tragedia lungo il Passante ha sconvolto la vita dei familiari di Francesco. Anzitutto di Lisa e delle piccole, rimaste all’improvviso senza il compagno e il papà. Un dolore lancinante e per contro la necessità di riorganizzare la vita con molte difficoltà: Francesco era l’unica fonte di reddito della famiglia e la sua improvvisa scomparsa ha certamente minato gli equilibri dei bilanci domestici. «Sono passati due mesi e mezzo dalla disgrazia, finora la moglie non ha percepito un centesimo, ma ci sono la casa da pagare, le spese per le bimbe. Dove deve prendere i soldi? Cosa deve aspettare?», denuncia il padre di Francesco, Giovanni Villacci, che si sfoga. «Francesco e Lisa non erano sposati, lei quindi non può prendere la liquidazione. Deve decidere tutto il giudice: ma quando? Questi sono lo Stato italiano e la burocrazia. Ci sentiamo abbandonati, oltre tutto non sappiamo più niente dell’incidente. Hanno fatto alcune perizie per capire come possa essere successo, non ci hanno fatto sapere nulla. Nemmeno il conducente del camion si è fatto sentire con noi. Ha ucciso due persone, andrà a finire che non gli succederà nulla». Nei giorni immediatamente successivi alla tragedia lungo il Passante, la comunità bredese si era stretta alla giovanissima vedova Lisa e alle bimbe, cercando di dare loro non solo affetto e vicinanza, ma anche un sostegno economico attraverso una raccolta di fondi in alcuni negozi del paese, oltre che grazie ad iniziative di gruppi spontanei. Anche il Comune di Breda si sta muovendo per la famiglia di Francesco. Ma lo sfogo di papà Giovanni vuole essere anzitutto un monito e una richiesta d’aiuto concreto: Lisa e le piccole non possono essere lasciate da sole anche dal punto di vista economico, per assicurare loro un futuro tutti devono fare la loro parte.

Muore amputandosi gli arti con un verricello

TRENTO, 8 OTT - Un lavoratore di cui non si conosce ancora l'identità è morto è morto stamani lavorando nei boschi in Trentino a Fivè, si è amputato entrambi gli arti con un verricello. A dare l'allarme, intorno alle 8, è stato un cercatore di funghi, che ha sentito lo schianto. Sul posto sono accorsi il 118 con ambulanza e elisoccorso, insieme ai vigili del fuoco, ma non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.

martedì 7 ottobre 2014

Anche oggi siamo purtroppo a registrare due morti sui luoghi di lavoro

Savona 7 ottobre 2014 E' morto un operaio di 40 anni di cui non si conosce ancora l'identità. La vittima è rimasta schiacciata da bancali in un'azienda di vado Ligure. Vibo Valentia. Un altro agricoltore è rimasto schiacciato dal trattore . L'anziano è la 125esima vittima morta in modo così atroce da quando abbiamo mandato una mail a Renzi, Poletti e Martina avvertendoli il 28 febbraio dell'imminente strage. Chiedevamo di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo e di far mettere in protezione le cabine dei vecchi trattori. Risposta 0. dall'inizio dell'anno ne sono morti così drammaticamente 135.

venerdì 3 ottobre 2014

Ancora due morti in Italia del nord

PADOVA 3 ottobre E' morto Fabio Betto di 48 anni. la tragedia mentre a Arre. Due operai stavano potando una siepe e inavvertitamente uno ha toccato un filo dell’alta tensione mentre si trovava sul cestello in alto. Insieme a Betto si trovava il collega F.O. 41 anni, di Arre, ricoverato al centro grandi ustioni di Padova. Betto, artigiano, lavorava in proprio, l’amico lo stava aiutando a potare i rami di un giardino privato. Il 41enne ferito è un vigile del fuoco in servizio a Piove di Sacco, che ogni tanto fa qualche lavoretto per arrotondare. Stando ai primi rilievi fatti da Spisal (Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli ambienti di lavoro) e carabinieri sembra che a toccare i fili del traliccio dell’alta tensione sia stato Betto, inavvertitamente, e per «conduzione» anche l’amico ha ricevuto una forte scossa. Fabio, vedovo da un anno, lascia un figlio di sedici anni, che stamane si trovava a scuola a Monselice. Sul posto anche i carabinieri della compagnia di Abano Terme oltre ai medici del Suem e i carabinieri della locale stazione. Anche questa tragedia lasci a bocca aperta, il compagno di lavoro era un vigile del fuoco e quindi vuole dire che lavorava in nero. Ma possibile che chi commissiona il lavoro non si rende conto in quali guai si va a cacciare in caso d'infortunio. Brescia 3 ottobre 2014 E' morto un operaio di 55 anni all’interno degli stabilimenti della Riva Acciaio di Cerveno, azienda della Vallecamonica di proprietà della famiglia Riva (che possiede anche l’Ilva di Taranto e tre stabilimenti in Valcamonica). L'operaio è rimasto schiacciato da un mezzo in manovra. I sanitari del 118 arrivati sul posto non hanno potuto che constatarne la morte.

e le morti sul lavoro non si fermano mai......

MANTOVA 2 ottobre 2014 . E' morto Calogero Vinciguerra operaio di 62 anni cadendo da una scala mentre dipingeva un cassone di un autoarticolato, cadendo con la schiena ha subito un infortunio mortale. L’operaio era salito su un piccolo ponteggio, intento a verniciare il cassone di un autoarticolato. Sono in corso gli accertamenti dei funzionari della medicina del lavoro dell’Asl, che trasmetteranno una relazione in Procura con la ricostruzione dell’infortunio. P Grosseto 2 ottobre 2014 E' morto schicciato dal trattore anche un nobile proprietario di una vasta tenuta a Capalbio. Si tratta del barone Giovanni Sant Just de Teulada, La tragedia questo pomeriggio La vittima di 61 anni, originario di Roma ma residente a Capalbio nella propria azienda agricola aveva finito di lavorare i campi e stava tornando a casa quando la ruota del trattore è finita in un dislivello del terreno ribaltandosi. Il mezzo non essendo cabinato, lo ha schiacciato sotto il trattore. Il barone Sant Just de Teulada è la 134esima vittima morta così atrocemente e la cento14esima da quando il 28 febbraio 2014 abbiamo mandato una mail a renzi , Poletti e Martina chiedendo loro di fare una campagna d'informazione contro la pericolosità del mezzo. O

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?