morti sul lavoro al 15 marzo 2024

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 15 marzo Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 211 per infortuni sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 273 se si aggiungono i morti in itinere L’unico osservatorio che monitora da 17 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL e i lavoratori in nero, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi. Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro Nel 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1485, 986 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, soprattutto in agricoltura e in edilizia Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 17 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2023, sono morti complessivamente 21050 lavoratori, di questi 10474 per infortuni sui luoghi di lavoro (tutti registrati in tabelle excel ). ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 30000. Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti che in diversi copiano. MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE ESCLUSO ITINERE. Aggiunti nella Regione i morti sulle autostrade regionali, tra parentesi i morti nelle Regioni compresivi di itinere. N.B i morti sono segnalati nelle province e regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 25 (37) Milano 4, Bergamo 1 Brescia 9 Como 1 Cremona 2 Lecco 1 Lodi Mantova 2 Monza Brianza 2 Pavia 2 Sondrio Varese 2 TOSCANA 19 (26) Firenze 7 Arezzo Grosseto Livorno, Lucca 1, Massa Carrara 1 Pisa‎ 4 Pistoia Siena 1 Prato 3 EMILIA ROMAGNA 18 (24) Bologna 5 Rimini Ferrara 3 Forlì Cesena 3 Modena 3 Parma 2 Ravenna Reggio Emilia 1 Piacenza SICILIA 16 (23) Palermo 6 Agrigento Caltanissetta Catania 2 Enna Messina 4 Ragusa Siracusa 1 Trapani‎ 2 CAMPANIA 19 (26) Napoli 7, Avellino 3 Benevento , Caserta 6 Salerno 3 VENETO 12 (16) Venezia 2 Belluno Padova‎ Rovigo Treviso 4 Verona 4 Vicenza 2 LAZIO 13 (18) Roma 5 Viterbo 2 Frosinone 4 Latina Rieti TRENTINO ALTO ADIGE 12 (15) Bolzano 6 Trento 5 PIEMONTE 9 (14) Torino 3 Alessandria (1 cantiere autostradale) Asti 1 Biella Cuneo 2 Novara 2 Verbano-Cusio-Ossola Vercelli PUGLIA 11 (15) Bari 3, BAT 1 Brindisi 2 Foggia 3 Lecce 2 Taranto SARDEGNA 9 (13) Cagliari 2 Sud Sardegna 1 Nuoro1 Oristano 1 Sassari 4 ABRUZZO 8 (12) L'Aquila 2 Chieti 3 Pescara Teramo 2 Ascoli Piceno 1 MARCHE 7 (9) Ancona 2 Macerata 3 Fermo 1 Pesaro-Urbino 1 FRIULI VENEZIA GIULIA 6 (8) Pordenone 3 Triste 1 Udine 1 Gorizia LIGURIA 5 (6) Genova 1 Imperia 2 La Spezia Savona 1 UMBRIA 4 (5) Perugia 4 Terni CALABRIA 4 Catanzaro 1 Cosenza 2 Crotone Reggio Calabria 1 Vibo Valentia BASILICATA 2 (3) Potenza 2 Matera Molise Campobasso Isernia VALLE D’AOSTA 1 I morti sulle strade. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza. Nelle province non sono segnati i morti in autostrada avvenuti nella Regione Curatore Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e artista sociale da oltre 50 anni Per contatti carlo.soricelli@gmail.com https://www.facebook.com/carlo.soricelli https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ https://www.instagram.com/pittorepranico/channel/?hl=it su Twitter @pittorecarlosor 18 gli schiacciati dal trattore 22 morti gli autotrasportatori, altrettanti morti tra gli automobilisti (molti lavorano sulle strade essendo agenti di Commercio) e i passeggeri (non inseriti tra i morti sul lavoro) che hanno la sventura di incrociarli o di essere a bordo, spesso gli incidenti sono provocati da stanchezza e malori alla guida 26 gli operai/e, morti di fatica impiegati/e, agricoltori/e, braccianti, autotrasportatori ecc. morti per fatica e malori sui luoghi di lavoro: nel 2023 a luglio e agosto una strage per il caldo e per le condizioni in cui lavoravano soprattutto nei cantieri e sui campi 26 i morti in infortuni domestici tra questi 3 bambini 11 i taglialegna morti travolti dall’albero che tagliavano Complessivi morti sui luoghi di lavoro dal 2019 3869 morti Attenzione se si contano tutti anche i morti in itinere e in altri ambiti lavorativi in questi ultimi 6 anni completi e sommati come fa INAIL si arriva a contarne 5285

grafico 15 anni

grafico 15 anni
Morti sul lavoro al 10 marzo del 2024 comparati con gli ultimi 5 anni e con l'anno di apertura dell'Osservatorio....e parlano di cali

Le province nel 2023

Le province nel 2023
guarda la situazione della tua provincia Morti sui luoghi di lavoro nelle province nel 2023 dalla più virtuale Livorno, a Rieti la peggiore

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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sabato 31 marzo 2018

Report morti sul lavoro nei primi tre mesi del 2018



Domani 1° aprile “Pasqua di Resurrezione” i 149 lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO dall’inizio dell’anno non resusciteranno. 
Report morti sui LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere) nei primi tre mesi del 2018. I morti sui luoghi di lavoro sono stati 149, rispetto ai 133 dello stesso periodo del 2017 registriamo un aumento del 10,7% rispetto ai primi tre mesi del 2017. I morti schiacciati dal trattore sono stai ben 15 e con l’arrivo del bel tempo i morti, causati da questo mezzo aumenteranno spaventosamente. Ci sono state già due morti multiple come per i Vigili del Fuoco di Catania e dei due lavoratori nel porto di Livorno. Ce ne saranno ancora: ogni anno sono dalle 4 alle sei le morti per infortuni che coinvolgono diversi lavoratori. Con 20 morti è il Veneto la Regione con più morti sul lavoro, e questa Regione che ci dicono sia guidata bene è sempre ai vertici di questa triste classifica, segue la Lombardia non 17, il Piemonte con 12, Campania e Toscana con 10. È Milano, con 8 morti la provincia con più morti sul lavoro, seguono due province venete, Treviso e Verona con 7 morti. Per approfondimenti Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it
La scultura "Cristo metalmeccanico" è del del 1987 
Agnello sacrificale del 2008 



Aiuto mio padre guida un trattore: le atroci sofferenze degli agricoltori schiacciati dal trattore che sono numerosissimi. Giuseppe Dardano e Mario Padovano sono morti dopo mesi di sofferenze orribili

Pochi giorni fa avevo lanciato l'allarme sulla prossima strage nella strage, quella degli agricoltori schiacciati dal trattore. Con l'arrivo del beltempo è ricominciata. Sono 5 i guidatori di questo mezzo  morti negli ultimi cinque giorni schiacciati dal trattore, Già 15 dall'inizio dell'anno, 139 nel 2017, 643 nell'ultima legislatura, oltre 1400 in questi dieci anni di monitoraggio. 

Una morte terribile quella provocata da questo mezzo. Le ultime due vittime Giuseppe Dardano di 54 anni e Mario Padovano di 68 sono morti dopo settimane di sofferenze indicibili. Ma la politica sporca non fa niente. La scorsa primavera è stata rinviata per l'ennesima volta una legge europea che obbligherebbe chi guida questo mezzo a sottoporsi a una visita per avere un patentino d'idoneità alla guida. ma le lobby che questo parlamento lo hanno controllato, sono riuscite a far rinviare la legge ancora una volta. parlamento di vergognosi; dove la vita di chi lavora viene messa in secondo piano rispetto agli interessi di caste e lobby. Speriamo che il prossimo se ne liberi. Qui in Italia come negli Stati Uniti con le lobby delle armi che pur provocando stragi non si riescono a cacciale dalle Istituzioni. Se hai un padre, un nonno, un marito, un fratello, un amico che guida questo mezzo digli che in questo periodo la sua vita è in pericolo: il terreno nasconde delle insidie pazzesche: sembra asciutto ma sotto è impregnato d'acqua e il peso del trattore in un terreno in pendenza è micidiale.

venerdì 30 marzo 2018

Mail al Presidente Mattarella con elenco dei 13 morti per infortuni negli ultimi tre giorni

Caro Presidente Mattarella, sono Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, con la morte del 52enne a San Gaduenzio del Mugello, sono 13 i lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO negli ultimi tre giorni, 147 dall'inizio dell'anno e con un aumento del 9,3% rispetto al 30 marzo del 2017. Una strage dovuta sopratutto all' indifferenze di chi ha governato il Paese fino ad oggi. In questi undici anni di monitoraggio dei morti sul lavoro, non c'è mai stato nessun calo, solo lievi scostamenti nel corso degli anni. Tra l'altro si sono fatte leggi contro la Sicurezza, con cali delle morti che ci sono solo nella fantasia di chi dovrebbe occuparsene. L'INAIL monitora solo i propri assicurati e tantissime categorie  non lo sono. Spariscono dalle statistiche tantissimi morti e non è giusto. I morti sul lavoro come carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco, ma anche agricoltori, ne sono morti già 13 dall'inizio dell'anno e la bella stagione è appena iniziata. Tre sono morti in modo così atroce negli ultimi giorni. Oltre 600 nell'ultima legislatura e oltre 1400 in questi anni. Oltre 14200 lavoratori hanno perso la vita in questi ultimi dieci anni. Questa primavera il Governo ha rinviato per l'ennesima volta una legge europea del 2003 che obbligherebbe chi guida un trattore a sottoporsi a un esame per un patentino. I primi giorni di aprile inizierà la consultazione per il nuovo governo del Paese, spero che dimostri sensibilità verso questa strage, che con un po' d'interessamento si potrebbe dimezzare. E' una disfatta culturale se chi lavora deve sperare ogni giorno di tornare a casa vivo. Con stima Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro. le vittime degli infortuni mortali negli ultimi 3 giorni
Eugenio Fata
Daniele magnani
Valter Perna
Sconosciuto
Mazzoni
Nunzio viola
Marco Luzi
Edurd Ruegg
Gabriele Romanelli
Carmine Cerullo
Giuseppe Triti
Mario Padovano
Nunzio Industriale

giovedì 29 marzo 2018

Sono 11 i lavoratori morti nelle ultime 48 ore. Apprendiamo della morte di altri tre lavoratori

Sono 11 i morti sui luoghi di lavoro negli ultimi due giorni, da Genova a Vibo valentia, Sull'A14 nei pressi di Bologna, a Potenza, a Livorno, a Livorno, Ascoli Piceno, Grossetto, Mantova, Bologna, Mantova, Agrigento. L'Italia è unita nel dolore e nell'indifferenza di una classe dirigente che ha sempre cercato di occultare le reali dimensioni del fenomeno. Il clamore di questi due giorni solo perchè ci sono stati i due morti du Livorno, se non c'erano, gli altri nove sarebbero morti senza che nessun sindacalista, nessun politici, nessuno Presidente di Regione, e se qualcuno pensa che ciò è dovuto alla mancanza di Governo, si sbaglia. Anche se c'era non avrebbe speso una sola parola di solidarietà e l'intenzione di occuparsene. Sono già 14 gli agricltori schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno e oltre 1400 in questi dieci anni. Occorre urgentemente rivedere gli appalti. Sono in quest'ambito che muoiono numerosissimi lavoratori figli di nessuno. nessuno che se ne occupa, nessuno che va a vedere e lavorano in sicurezza. Il morto di Bologna non è un dipendente diretto delle ferrovie, ma di una ditta appaltatrice, come lo sono i due lavoratori morti a Livorno.

Non solo Livorno, ieri sui LUOGHI DI LAVORO ne sono morti sei in diverse località del Paese.


I morti sul lavoro non ci sono oggi solo a Livorno, ma anche a Mantova, a Grosseto, a Ascoli Piceno e a Potenza, poi il giorno prima sull’A14 nei pressi di Bologna, a Vibo Valentia. ma un altro lavoratore è morto fulminato a Bologna

 Ma sono già 144 quest’anno solo sui luoghi di lavoro, se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano già i 300 morti complessivi. La tragedia di Livorno ha occupato le aperture dei TG e dei giornali di oggi, ma ogni giorno è uno stillicidio continuo, Solo qualche domenica non registriamo morti sul lavoro. Ma la politica fino ad ora è vissuta in un mondo parallelo, dove queste tragedie non esistono e che in questi dieci anni non sono mai calate, nonostante ci vogliono imporre il contrario. L’Osservatorio può documentare le enormi bugie che si sono dette. Può documentare questo numero enorme attraverso le registrazioni delle vittime per identità e luogo della tragedia, oltre che della data.  Sono mistificazioni. Il “potere” attraverso tutte le sue articolazioni è indifferente e siccome è responsabile di questa carneficina, ignora questa autentica, di cui nessuno si occupa. La mia coscienza m’impone di continuare: prima o poi tutti si renderanno conto che la vita di chi lavora dev'essere la cosa più importante per un Paese civile. Il paragone è un po’ forzato: ma sembra la stessa indifferenza che la Storia ha ignorato come i “campi di sterminio”. Si un paragone forzato ma pertinente: ma come faccio a non indignarmi se in 11 anni di monitoraggio dei morti sul lavoro nessuno si è mai interessato. Nessuno che ha avuto, seppur avvertito l'umanità che sarebbe doverosa per un politico eletto dal popolo, e mi riferisco ai politici italiani più importanti, che sono ancora oggi sulla piazza. Ho tempestato di mail ogni mesi tantissimi dirigenti politici. Come non essere incavolato con Renzi, Poletti e Martina che hanno continuamento ignorato le mie mail dove dicevo loro che i morti sul lavoro erano molti di più? Ieri sono morti due agricoltori schiacciati dal trattore,già 13 dall’inizio dell’anno e la bella stagione è appena cominciata. Saranno centinaia anche quest’anno. Ne sono morti in modo così atroce oltre 600 nell'ultima legislatura, e mai ho sentito il Ministro, seppur avvertito anche pochi giorni dal suo insediamento parlare di queste tragedie che c’erano nel suo Ministero. Ma questo val anche per tantissimi altri politici di primo piano, anche loro tempestati di mail, praticamente ogni mese. Tantissime morti sul lavoro spariscono dalle statistiche, lo scrivo da dieci anni. Non essendo assicurate all’INAIL è come se non morissero. In base a cali inesistenti si sono fatte leggi contro la Sicurezza: questa primavera il Parlamento e il governo hanno rinviato per l’ennesima volta una legge europea del 2003 che obbligherebbe chi guida un mezzo mortale come il trattore a sottoporsi ad un esame per l’idoneità alla guida. Ma le lobby parlamentari, che ci sono in ogni partito sono riuscite, come accade negli Stati Uniti, con le lobby delle armi, a rinviare la legge per l’ennesima volta. Come non indignarsi se attraverso la registrazione delle morti si vede che i lavoratori anziani sono dal 20 al 25% di tutti i morti sui luoghi di lavoro ogni anno e che la Legge Fornero fa aumentare i morti sul lavoro in tarda età. Li avevo implorati con mail, l’ho scritto prima che entrasse in vigore, che erano già numerosissimi i morti per infortuni dai 60 anni in poi: come non avere un sussulto nella coscienza e pensare che si stava giocando con la vita dei lavoratori anziani, che non potevano svolgere pericolosi con acciacchi e riflessi poco pronti? Davvero disumano.  Come non indignarsi se fanno una legge come il Jobs act che togliendo l’articolo 18, mette in pericolo la vita di chi lavora, che può correre il rischio di essere licenziato se si rifiuta di svolgere un lavoro pericoloso? Il 95% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO (escluso itinere) sono in aziende che non hanno l’articolo 18 e neppure rappresentanza sindacale. Come non mettere almeno un paletto: che almeno per la Sicurezza del lavoratore l’articolo 18 si doveva tenere? Verso io mondo del lavoro è stata condotta una lotta di classe spietata e feroce che ha tolto dignità e sicurezza. E chi ha governato ha pagato anche per l'indifferenza manifestata verso queste tragedie. Sarebbero tanti gli altri aspetti da approfondire; parlano tanti di nuovi ministeri, ma uno sarebbe importantissimo, quello sulla Sicurezza di chi lavora.

mercoledì 28 marzo 2018

Morti due lavoratori a Livorno: Morti due lavoratori nell'esplosione. a perdere la vita Nunzio Viola, 52 anni, e Lorenzo Mazzoni, 25 anni.. Ma sono cinque i morti sul lavoro oggi

28 marzo 2018. Cinque morti sul lavoro, ma  un'altra morte collettiva a breve. Lo sapevo, ma purtroppo non è ancora possibile riuscire a individuare dove capita e in che ambito, ma queste si verificano quasi sempre per esplosioni o per intossicazioni. Dalle statistiche elaborate in questi dieci anni guardando  le registrazione delle morti ,posso affermare che ce ne sono almeno tre o quattro ogni anno. Ci pensavo proprio questa mattina. In questo decennio e posso documentarlo ci sono sempre state mediamente dai 10 ai 15 lavoratori che hanno perso la vita in morti multiple causate da infortuni.  In questo caso è stata un'esplosione così forte da essere udito in varie parti della città di Livorno. E subito dopo le sirene delle ambulanze e quelle dei vigili del fuoco che vanno verso il porto industriale. E' lì che intorno alle 14 si è verificata un'esplosione in un grande serbatoio della zona in cui sono stoccati oli combustibili. Due gli operai rimasti uccisi nell'esplosione:  I due operai sono dipendenti della Labromare, una ditta specializzata nelle bonifiche: Mazzoni di solo 25 anni lavorava da poco tempo per questa ditta. Probabilmente la tragedia provocata dall'acetilene. Ma purtroppo registriamo anche altri tre morti sui luoghi di lavoro anche oggi. Sono due gli agricoltori che hanno perso la vita schiacciati dal trattore, in provincia di Potenza e in provincia di Grosseto. ma ha perso la vita anche un operaio in provincia di Ascoli Piceno. E' stato travolto nella discarica di San Biagio. Aveva 63 anni. In pensione no????? Chi ha votato la Legge Fornero è responsabile della morte di tanti lavoratori ultra sessantenni, forse era un po' sordo e non ha sentito il camion in manovra? Lavoratori non rassegnatevi e non credeteci se vi dicono che il Paese salta se andate in pensione in un'età decente e soprattutto se svolgete lavori pericolosi. Già 142 i morti sui luoghi di lavoro e oltre 300 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere con un mezzo di trsporto. sono otto in questi ultimi due giorni i lavoratori che hanno perso la vita. colpa della politica che se ne frega: hanno fatto leggi per "alleggerire" la sicurezza in questi anni

martedì 27 marzo 2018

E corre, corre, corre l'orologio che conteggia i morti sul lavoro nel 2018, già 137 dall'inizio dell'anno. Tre anche oggi 27 marzo sui luoghi di lavoro. Almeno altrettanti muoiono in itinere e sulle strade

Anche oggi tre lavoratori morti sul lavoro. Un autotrasportatore Eugenio Fata è stato investito da una motrice nel porto di Genova. I portuali hanno proclamato uno sciopero di 24 ore. un lavoratore dell'edilizia stradale è stato travolto da un'auto pirata mentre metteva la segnaletica stradale. i suoi colleghi data la distanza non hanno assistito all' investimento. E' morto invece in un poligono di tiro in una caserma dei carabinieri a Vibo valentia. la vittima Daniele Magnani di soli 40 anni si è reciso l'arteria femorale.

domenica 25 marzo 2018

Morire lavorando a 70 anni cadendo da una terrazza o schiacciato da trattore a 61 dopo un giorno di atroci sofferenze

Urge che il nuovo parlamento e chi ci governa, chiunque sia, prenda finalmente a mano queste tragedie che si potrebbero evitare in larga parte solo se ci fosse un po' d'attenzione. Non si può morire a 70 anni cadendo da una terrazza mentre si lavora. E' accaduto a Cirò Marina in provincia di Crotone. Non si può al giorno d'oggi morire schiacciati dal trattore, sono già 11 dall'inizio dell'anno. Pochi giorni fa avevo lanciato l'allarme, si affaccia il sole e la bella stagione. Avvertite chi guida questo mezzo mortale, che sia un padre, un nonno un figlio o una figlia che questo mezzo uccide,anche se il guidatore è molto attento, che il terreno inganna, sopratutto in collina, che cede, anche se la superficie sembra asciutta, se è molto duro e friabile. Inondate di mail il nuovo parlamento, comunque la pensiate. Dite ai vostri politici di riferimento di occuparsene, non si può assistere impotenti a questa strage, sia in agricoltura che in altri ambiti lavorativi. Già 133 i morti complessivi sui LUOGHI DI LAVORO quest'anno e teniamo conto che almeno altrettanti muoiono sulle strade e in itinere dove le donne muoiono numerosissimi e non vengono neppure riconosciute come morte sul lavoro per una normativa sull'itinere ingannevole e piena di trappole.

venerdì 23 marzo 2018

Ancora tre morti sui LUOGHI DI LAVORO anche oggi

La strage continua. Anche oggi tre lavoratori morti tra cui un carabiniere, che come per magia sparirà dal conteggio dei morti sul lavoro come i due vigili. Non sono assicurati all'INAIL, quindi sono morti sul lavoro che non esistono. Il carabiniere in pattuglia con altri tre suoi colleghi sono stati coinvolti in un incedente stradale in provincia di Cuneo. Le altre due vittime in edilizia, In provincia di Siena è morto un edile cadendo dal tetto di un capannone. R,C aveva 57 anni. Sull'A2 in un cantiere stradale è morto dopo un giorno d'agonia Giovanni Spanu travolto da un furgone. insomma niente di nuovo, tanto chi lavoro non conta niente adesso che non c'è il governo, ma era lo stesso quando c'era.

giovedì 22 marzo 2018

Dopo la tragedia di Catania, sono morti altri 4 lavoratori sui luoghi di lavoro e l'orologio della morte per inofrtuni corre all'impazzata. Le morti sul lavoro sono considerate come una cosa normale: dei poveri sfigati che hanno avuto la sfortuna di morire lavorando. NO, si potrebbero salvare quasi tutti se solo ci fosse un pò d'impegno e attenzione

Sono morti altri 4 lavoratori: nelle province di Cuneo, a Roma, Viterbo e Mantova. Ma le morti sembrano siano una normalità, dei poveri sfigati che hanno avuto una fatalità. Non non è cosi, la stragrande maggioranza delle morti per infortuni con un po' di attenzione da parte della politica e delle Istituzioni si potrebbro evitare. E' una disfatta culturale soprattutto. Speriamo nel prossimo governo e non come quello della legislatura appena finita che hanno considerato queste morti pari a zero.


mercoledì 21 marzo 2018

Due Vigili del Fuoco e un artigiano morti sul lavoro a Catania

 Due Vigili del Fuoco e un artigiano morti sul lavoro a CataniaL'esplosione, dovuta probabilmente ad una fuga di gas, si sarebbe verificata al piano terra di una palazzina in via Sacchero. Secondo le prime informazioni i vigili del Fuoco chiamati per una fuga di gas avrebbero tentato cercato di aprire una porta. In quel momento si sarebbe verificata l'esplosione, che avrebbe coinvolto tutta la squadra. La persone deceduta nell'abitazione sarebbe un sessantenne che lavorava come venditore e riparatore di biciclette. Sarebbe suo il corpo carbonizzato nell'esplosione. Nello stesso palazzo aveva casa e negozio.
Sono già 123, solo sui luoghi di lavoro (escluso itinere e morti sulle strade)In campagna elettorale nessuno ha parlato dei caduti sul lavoro in aumento. Occorre ricordare a tutti che i vigili del fuoco come tante altre categorie non sono considerati morti sul lavoro. Loro e tanti altri, come gli agricoltori, partite Iva non sono monitorati da nessuno, solo l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro  li conta tutti da dieci anni.  L'inail monitora solo i propri assicurati e non lo scrive mai chiaramente. I media e la politica considerano questo numero di morti diffuso dall'inail comprensivo di tutti i lavoratori morti e questo nonostante li ho tempestati di mail ogni mese per un decennio. Ma se ne fregano, mai hanno preso in considerazione un osservatorio indipendente, che, senza interesse di sorte diffondeva un numero molto maggiore di morti sui luoghi di lavoro. Questo doveva farli saltare dalle poltrone. Ma mai nessuno si è interessato. Dal 2008 i morti sui luoghi di lavoro non sono mai calati. In base a questi presunti cali sono state alleggerite le normative sulla Sicurezza, diminuiti gli ispettori e i controlli. Le lobby industriali e di categorie influenti hanno dominato i partiti e lavorato anche contro la sicurezza dei lavoratori. Lobby trasversali in ogni partito, mentre i lavoratori sono stati "massacrati" nei diritti.
Ogni anno noi dell'osservatorio diffondiamo un numero di morti ben più ampio, ma la politica in questo decennio ha lavorato solo contro diritti e salari di chi lavora. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio http://cadutisullavoro.blogspot.it

martedì 20 marzo 2018

Due morti anche oggi 20 marzo in Lombardia. Un postino e un camionista

Non c'è giorno in cui non registriamo morti sul lavoro. Oggi la Lombardia ha avuto due morti sui luoghi di lavoro. In provincia di Milano un postino di 40 anni M è morto in sella a uno scooter mentre svolgeva il suo lavoro. In provincia di Mantova in una nota azienda di mangimi ha perso la vita un camionista cadendo dal camion

sabato 17 marzo 2018

Con i 4 morti di cui abbiamo appreso la morte oggi siamo a 11 morti sui LUOGHI DI LAVORO in 3 giorni di questi ben 5 hanno più di 60 anni

Diffondete prego Sono morti 11 lavoratori negli ultimi tre giorni di questi 5 hanno più di 60 anni. per chi ha ancora dubbi sulla porcata fatta contro i lavoratori. Tutti gli anni sono intorno al 20% gli ultra sessantenni che muoiono sui luoghi di lavoro. Poi con degli artefici statistiche addolciscono tutto, questo perché non si fa una separazione netta tra chi muore sui LUOGHI DI LAVORO (come questi 11) e gli altri che muoiono sulle strade e in itinere che lo Stato considera a tutti gli effetti come morti sul lavoro. Ieri alla trasmissione l'Aria che Tira ho assistito a un dibattito tra Giorgio Cremaschi e un medico che voleva far passare a tutti i costi l'idea che tutti gli anziani sono uguali e hanno davanti una vecchiaia lunga. Il medico, di cui non ricordo neppure il nome, non lasciava parlare Cremaschi e voleva imporre le sue idee. Cremaschi incazzatissimo a un certo punto ha minacciato di andarsene se questo medico (che non sa neppure di cosa parla) continuava ad interromperlo. Ha detto una serie di cose e fatto degli esempi che tutti dovrebbero comprendere.  C'era anche la Fornero che stava a sentire parlava con la sua aria di professorina. Aveva voglia Cremaschi di dire che in Fabbrica gli operai sono considerati già anziani a 50 anni, che non si possono far lavorare dopo i sessant'anni pieni di acciacchi e salute malferma che a quell'età è naturale. Costringere a lavorare e soprattutto se svolgono lavori pericolosi a lavoratori anziani, sono, a mio parere, da considerare di veri e propri omicidi morali. Come mi sarebbe piaciuto essere lì, a esporre le statistiche (senza trucchi) sul reale numero di morti, che il 20% ha più di 60 anni. Avrei detto al medicone e alla Fornero che non sanno neppure di cosa parlano. Insomma è il sistema autoreferenziale e classista che  in questi ultimi vent'anni ha lavorato per una minoranza di ricconi, a scapito dei più deboli e dei lavoratori. ma questa volta dalle votazioni è arrivata loro una bella lezione di DEMOCRAZIA, quella vera, quella di una stragrande maggioranza che non ne poteva più di essere soggiogata e sfruttata dai ricconi e dalle lobby parlamentari che controllavano.

venerdì 16 marzo 2018

Aiuto i lavoratori continuano a morire numerosissimi, altri 4 anche ieri 15 marzo. Dateci un governo subito e che abbia a cuore la vita di chi lavora

Altri 4 morti sui luoghi di lavoro anche ieri 15 marzo. Urge un governo del paese che abbia a cuore la vita dei lavoratori, cosa che non è stata fatta in questi dieci anni di monitoraggio In questi dieci anni di monitoraggio mi sono reso conto di quanto è distante la politica da chi lavora: politica che non ha a cuore neppure l’incolumità dei lavoratori.ma come hanno fatto quelli che hanno governato le amministrazioni nazionali e locali ad avere questo atteggiamento. Oltre 14000 morti sul lavoro complessivi in questi dieci anni, di questi oltre 6500 sui luoghi di lavoro, Nessun calo, nonostante ci vogliono far credere il contrario per alleggerire le loro responsabilità. In questa ultima legislatura sono stati oltre 6000 i morti complessivi di questi oltre 3500 sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere. In questi giorni l’anniversario della tragedia di Elisabetta Montanari, una nave dove persero la vita 13 lavoratori, morti come topi in trappola. La stessa morte dei 4 lavoratori morti a Milano. Stessa sorte. Anche ieri sono morti due agricoltori a causa del trattore. Sono già nove dall’inizio dell’anno, Con Martina Ministro delle politiche agricole oltre 500 e abbondantemente oltre i 600 nell’ultima legislatura. Gli altri due morti di ieri: a Chiavari, dove ha perso la vita Dino Rocca di 48 anni, una morte orrenda, schiacciato da un cassone di un camion; per estrarlo da sotto il cassone ci sono voluti mezzi speciali dei Vigili del Fuoco. Anche in provincia dell’Aquila ce stato un altro lavoratore morto alla cartiera Burgo di Avezzano. Marco Di Donato aveva solo 43 anni Davvero speriamo nel prossimo governo, speriamo che ci siano primo ministro e ministri attenti alla vita di chi lavora. Grazie agli amici di Facebook e ai visitati del blog che sono stati molte migliaia anche in questi ultimi giorni,

giovedì 15 marzo 2018

Tommaso Donisi è morto per cinque euro all'ora portando le pizze a domicilio.


Altri figli di un dio minore. E' morto dopo cinque giorni di agonia, Tommaso Donisi, 28enne rimasto vittima di un incidente stradale l'8 marzo a Verona. Il povero giovane mentre era sullo scooter che utilizzava per consegnare le pizze, si era scontrato con un’auto e la caduta a terra gli è stata fatale. Portato d'urgenza all'ospedale è morto dopo otto giorni di agonia.
E' stata dichiarata la morte celebrale e sono iniziate le procedure per la donazione degli organi. Ma basta, il lavoro dev'essere dignitoso, basta con la schiavitù dei più forti contro i più deboli. Anche per voi continuiamo questo ingrato lavoro di volontariato. Ingrato perchè in dieci anni i governo che si sono succeduti hanno sempre ignorato queste tragedie dell'incivilità.



mercoledì 14 marzo 2018

Morire a 65 anni sul lavoro. Michelino Cassetta è morto così, senza potersi godere la pensione. Ha perso l'equilibrio ed è stato colpito da travi in ferro.

Una lotta di classe spietata è quella che è stata condotta contro i lavoratori, non si spiega che così l'assurdtà di far svolgere lavori pericolosi in tarda età, a mio parere si configurano come autentici attentati alla vita dei lavoratori, che all'età di Casetta dovrebbero essere già a riposo. Casetta era un artigiano, ma questo non cambia l'ingiustia che è stata fatta a tantisismi lavoratori. Ricordo per l'ennesima volta che un morti su conque sui LUOGHI DI LAVORO ha più di 60 anni.Mentre i nostri giovani emigrano all'estero, in Italia si è raggiunto il record europeo per l'età più avanzata dei lavoratori.
E poi si meravigliano di come sono andate le elezioni.

martedì 13 marzo 2018

Ancora due morti sui luoghi di lavoro anche oggi 13 marzo, ma non dimentichiamoci anche di almeno altrettanti lavoratori che muoiono sulle strada: due fratelli morti in itinere, mentre tornavano

 dal lavoro. Ma occorre tenere separate le tipologie delle vittime: sulla confusione ci marciano
Muore nel mantovano un edile rimasto sotto il crollo di una gru, si tratta di un lavoratori di 51 anni di cui non si conoscono ancora le generalità. Un autrasportare è morto bruciato vivo sull'A26 in un incidente pauroso che ha visto coinvolti numerosi mezzi

lunedì 12 marzo 2018

L'orologio che conta i lavoratori morti per infortunio, ogni tanto rallenta, poi recupera il tempo perduto. Tre morti sui luoghi di lavoro anche il 12 marzo. Si teme per la vita di un quarto di cui aspettiamo conferma

Se tre morti sui luoghi di lavoro vi sembrano pochi: hanno perso la vita un altro trevisano, si tratta di Roberto Romanò di 52 anni, che ha perso la vita schiacciato da un sacco di sassi caduti da un muletto. Perde la vita anche un altro lavoratore in provincia di Novara, cadendo da un tetto mentre cercava di cambiare la copertura danneggiata dal grandine M,M aveva 52 anni. Perde la vita anche un altro lavoratore D.Z travolto da una quercia in provincia di Chieti. Poi aspettiamo conferme da un quarto.
Ma l'orologio della morte si è rimesso a correre, già 105 dall'inizio dell'anno sui luoghi di lavoro e almeno altrettanti in itinere.

domenica 11 marzo 2018

Achtung,Achtung,Achtung,Achtung,Achtung,Achtung

Achtung, visitatori del blog e amici di Facebook, avvertiti i vostri cari, i parenti, gli amici. Tra pochi giorni, probabilmente già da domani ricomincerà la strage degli agricoltori schiacciati dal trattore. ne sono già morti ben 7 dall'inizio dell'anno, 132 nel 2017, oltre 650 nell'ultima legislatura e oltre 1400 da quando ho aperto l'Osservatorio. La politica mai si è interessata a questa carneficina dovuta soprattutto alla non consapevolezza che il trattore è una macchina mortale, che uccide a ogni età e che occorre fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. Non si sono mai interessati a queste tragedie, ricordo che un morto su cinque ogni anno sui LUOGHI DI LAVORO (in questo casa la terra) è provocata dal trattore. L'ho chiesto senza ottenere nessun risultato per anni al Ministro Martina, ma in questo momento attaccare il PD è come sparare sulla croce rossa. Il governo ha rimandato per l'ennesima volta la primavera scorsa la legge che obbligherebbe ai guidatori di trattori a sottoporsi a un esame per avere il patentino di guida. E' una legge europea del 2002 e viene rimandata in continuazione, per indifferenza e anche per non mettersi contro le lobby che in questi anni hanno dominato il parlamento. Pensateci voi, condividete per piacere, sensibilizzate chi guida questo mezzo. anche una sola vita salvata vale una condivisione. Grazie a tutti
 

giovedì 8 marzo 2018

Gli occhi pieni di lacrime miei e dei lavoratori di Ducati e Lamborghini sui morti sul lavoro.

Mi sono commosso parlare alle assemblee dei lavoratori della Ducati e della Lamborghini. Vedere poi i lavoratori che a loro volta avevano gli occhi lucidi quando è stato fatto vedere un video dell'Associazione Ruggero Toffolutti, un giovane metalmeccnico di trentadue anni morto sul lavoro, delle foto di tanti lavoratori in carne e ossa con foto di famiglia, con bambini, giovani donne e uomini appena affacciati alla vita, che sono morti sul lavoro, davvero il silenzio e la commozone di tutti i presenti ha raggiunto livelli incredibili. La mamma di Ruggero Valeria Toffolutti Parrini che sempre si commuove quando parla del figlio, ha poi fatto venire gli occhi lucidi anche a quelli che sembravano i più duri. Ha voluto rendere omaggio, oggi otto marzo un omaggio all'Ingegnera Lisa Picozzi morta sul lavoro (l'Osservatorio ha la sua foto in prima pagina Io ho raccontato loro l'attività dell'Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro. Dei 14000 morti in questi dieci anni di monitoraggio, quando ho esposto questo numero di morti ho sentito incredulità, dispiacere e rabbia. Ho detto che sono loro stessi a doversi prendere in mano il loro destino. Ho raccontato loro che la Legge Fornero uccide molti lavoratori anziani che potevano già essere in pensione, che far svolgere lavori pericolosi a lavoratori con più di 60 anni è stata la piu grande porcata fatta ai danni di chi lavora. Una porcata grande come il jobs act. Ho continuato dicendo loro che il jobs act che ha tolto l'articolo 18 a tutti i nuovi assunti. Che in realtà meno sindacalizzate e più piccole i lavoratori sono in pericolo: chi si rifiuterà più di svolgere un lavoro pericoloso se può essere licenziato con una scusa? Ho detto loro che in dieci anni di monitoraggio ho mandato il reale numero di morti sul lavoro, che sono molti di più, ai principali politici nazionali, e che mai nessuno ha mostrato interesse. Che sono loro stessi che devono riprendere in mano il loro destino di lavoratori e non delegare più a nessuno la loro rappresentanza politica. Behhh questo l'hanno già fatto in queste elezioni, nessuno può più vivere di rendita sfruttando parole come sinistra, solidarietà che non possono più essere solo parole vuote e retoriche, ma devono dimostare e meritarsi il voto dei lavoratori con i fatti. La lezione è servita o no? Quando mi sono lasciato nel pomeriggio ho salutato i delegati dicendo loro che andavo a casa a vedere quanti morti sul lavoro sono morti oggi. Solo 1 per fortuna. Poi posso dire che me le fanno girare. ho sollevato per primo in Italia che le morti sul lavoro sono molte di più, ci sono voluti anni per riuscire a far aver consapevolezza delle reali dimensioni di queste tragedie dimenticate. Ora, dopo anni finalmente anche la consapevolezza che le donne muoiono numerosissimi sul lavoro, soprattutto in itinere. Adesso sono costeretti ad occuparsene anche quelli che su queste tragedie ci speculano e che dovrebbero farlo gratuitamente come faccio io da dieci anni. ORGOGLIOSO.
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mercoledì 7 marzo 2018

L'orologio dei lavoratori morti sul lavoro si è rimesso a correre impazzito: 4 morti per infortunio il 6 marzo. Siamo a 100 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno. Grazie ai lavoratori della Ducati oggi e della Lamborghini (domani) che mi hanno invitato nelle loro assemblee a parlare di queste tragedie.

7 marzo 2018 Con i 4 morti di ieri siamo all'incredibile numero di 100 morti sui luoghi di lavoro. le vittime in Sardegna, nella provincia di Olbia  dove un gruista dii 37 anno Stefano Podda ha perso la vita rimanendo fulminato mentre spostava un bungalow. A perdere la vita altri due edili in Sicilia: Alfio Panebianco è morto dopo un giorno di agonia; era rimasto fulminato in un cantiere edile di Santa Venaria di Catania, anche in questo caso la morte sembra che sia stato causata da una gru. Mentre anche Fabio Alessi è morto dopo dieci giorni d'agonia cadendo da un tetto di un capannone a Caltanisetta. incredibile poi la morte di colf, di cui non conosciamo il nome, che è morta perché si trovava su un balcone che è crollato in un condominio di Asti. tra un'ora sarò alla Ducati Motor per parlare proprio di queste tragedie con i lavoratori della Ducati che assieme alla Lamborghini, dove sarò presente domani, per primi in Italia con i loro Consigli di Fabbrica si attiveranno direttamente con un Focus sulla Sicurezza e sulle morti sul lavoro.

martedì 6 marzo 2018

Da metalmeccanico in pensione sono orgoglioso che i rappresentanti dei lavoratori della Ducati mi abbiano chiamato come curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro nella loro assemblea sui morti sul lavoro


Intanto i morti sui luoghi di lavoro ad oggi 7 marzo 2018 sono diventati 98 dall'inizio dell'anno con le morti sulle strade e in itinere si arriva a superare i 200 morti complessivi. Ricordo a tutti che lo Stato considera a tutti gli effetti i lavoratori morti mentre vanno o tornano dal lavoro morti mentre esrcitano il loro lavoro

Assemblee con i lavoratori di Ducati e Lamborghini


Sono molto onorato che i lavoratori di Ducati e Lamborghini nelle rispettive sedi mi hanno chiamato l’otto marzo come curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it alla loro assemblea per parlare delle morti sul lavoro. Ricordiamoci quel giorno delle tantisisme donne che muoiono per infortuni sul lavoro. Come l'Ingegnere Lisa Picozzi a cui l'Osservatorio ha dedicato questo mese la copertina.
Racconterò loro un’altra realtà: che le morti sul lavoro sono molte di più di quelle che vengono diffuse nelle statistiche ufficiali. Che il grafico elaborato attraverso la raccolta dati dei morti sui LUOGHI DI LAVORO dimostra inequivocabilmente che le morti sul lavoro sono costanti e che tendenzialmente sono addirittura in rialzo. Si è appena conclusa la campagna elettorale, ma nessun partito ha messo come prioritaria la lotta agli infortuni sul lavoro. I governi che si sono succeduti nel corso di questi dieci anni non hanno mai mostrato il seppur minimo interesse verso queste tragedie che portano il lutto in oltre 1000 famiglie ogni anno. Speriamo che il prossimo, quello che gli italiani hanno democraticamente eletto se ne occupi concretamente e non come hanno fatto fino ad ora con una dichiarazione “basta morti sul lavoro” senza poi dimenticarsene il giorno dopo. Questo riguarda anche le Istituzioni locali. Ma se importanti fabbriche gioielli della tecnologia italiano cominciano ad occuparsene in prima persona, vuol dire che i lavoratori cominciano in prima persona a far sentire la propria voce. La Legge Fornero fa aumentare gli infortuni gravi tra i lavoratori anziani, anche mortali. Il jobs act priva tutti i nuovi assunti della possibilità di opporsi a svolgere un lavoro pericoloso, pena il licenziamento. Ricordo a tutti che il 95% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO escluso itinere, sono in luoghi di lavoro dove l’articolo 18 non esiste e solo questo dovrebbe far riflettere chi questa legge l’ha votata.  Nel 2018 sono già 96 i morti sui luoghi di lavoro, se si aaggiungono i morti sulle strade si arriva a superare già i 200 morti complesisvi. Grafico andamento morti sul lavoro negli ultimi dieci anni

lunedì 5 marzo 2018

Il nuovo governo fermi l'orologio della morte dei lavoratori che muoiono come non mai per infortuni sul lavoro anche nel 2018

Sono super contento che finalmente questo governo che mai si è interessato alle morti sul lavoro sia stato punito dall'elettorarato e sopratutto dai ceti popolari. Per dieci anni ho mandato mail praticamente ogni mese per smuovere le loro coscienze e non ci sono mai riuscito. Scrivevo a Renzi, a Poletti e a Martina, iun pessimo ministro delle Politiche Agricole, che le morti sul lavoro erano molte di più, che l'INAIl monitorava solo i propri assicurati. Ma niente. Ho avvertito con mail Renzi, Poletti e Martina (ma anche Bersani e tanti fuoriusciti dal PD) il 28 febbraio 2014, quando Renzi andò al governo dopo aver scippato la poltrona a Letta che il nuovo governo sarebbe stato giudicato dai fatti. Chiedevo loro di lanciare un allarme avvertendo che gli agricoltori sarebbero ricominciati a morire numerosissimi entro pochi giorni. Niente, neppure un twitter. Ne sono morti in modo così atroce quell'anno 156 e oltre 650 in questa ultima legislatura hanno perso la vita schiacciati da questo mezzo. Una carneficina. Una carneficina anche quest'anno, sono già 96 i morti sui LUOGHI DI LAVORO nel 2018, di questi già cinque nonostante il mal tempo gli agricoltori schiacciati dal trattore. Oltre 1000 famiglie ogni anno piangono i loro cari morti sul lavoro. Una sinistra che mai si è interessata a questa carneficina la dice lunga sull'interesse che hanno avuto per i lavoratori: erano interessati solo a finanzieri, banchieri e a fare arricchire ulteriormente i più ricchi. Lancio un appello a Cinque Stelle; vi ho dato la fiducia, fate qualcosa, fate il possibile per non far continuare a morire i lavoratori in tarda età su tetti, con un tir sulle strade pericoloso anche per tanti automobilisti, su macchine dove i riflessi devono essere perfetti. La Fornero contribuisce a uccidere i lavoratori più anziani: ricordo che oltre il 20% di tutti i morti sul lavoro ha più di 60 anni. Che il jobs act togliendo l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori per tutti i nuovi assunti farà aumentare ulteriormente i morti sul lavoro, ricordo che il 95% dei morti sui LUOGHI DI LAVORO sono in luoghi di lavoro dove non c'è l'articolo 18. Probabilmente il Presidente Mattarella vi darà la possibilità di formare un nuovo governo; assumetevi le responsabilità, anche con compromessi, occorre governare, che è più difficile che stare all'opposizione, ma il Paese vi chiede questo.. Ora siete voi che rappresentate larghi strati della popolazione. Io vi scrivo quello che ho ho scritto quando s'insediò il Governo Renzi
che sarete giudicati dalle vostre azioni e da quello che farete.
Mettiamo tutto il nostro impegno per  fermare l'orologio della morte. Sono già 96 i morti sui LUOGHI DI LAVORO e oltre 200 con i morti sulle strade e in itinere


sabato 3 marzo 2018

Antonio Di Nardo muore a 69 anni per infortunio sul lavoro. Non conosciamo la posizione assicurativa di questo lavoratore, ma comunque sui LUOGHI DI LAVORO un lavoratore su cinque che muore per infortunio ha più di 60 anni. Via la Legge Fornero

Apprendiamo della morte per infortunio sul lavoro di un 69enne. avete capito bene? A 69 anni ancora a lavorare in una cava. E' stata questa a sorte di Antonio Di Nardo a Lanciano di Pescara. Sembra che sia caduto per un malore e poi colpito al petto da un masso che gli ha procurato un'emorragia  interna.
L'orologio della morte segna già 96 morti sui LUOGHI DI LAVORO dall'inizio dell'anno. ma almeno altrettanti lavoratori sono morti sulle strade e in itinere

giovedì 1 marzo 2018

I lavoratori della Ducati e della Lamborghini si mobilitano contro le morti sul lavoro e sostengono un focus permanente sul tema

Ducati e Lamborghini sostengono un focus permanente sul tema.

Quando il 16 Gennaio persero la vita sul lavoro tre operai alla Lamina di Milano (più un quarto che morì due giorni dopo), FIM, FIOM e UILM proclamarono uno sciopero per il venerdì seguente, con corteo fino alla prefettura, per chiedere più sicurezza nei luoghi di lavoro. La mobilitazione fu estesa a tutta la Lombardia e alle RSU delle regioni limitrofe. Le adesioni furono numerose anche in Emilia.
Noi, come RSU Ducati Motor Holding, dopo esserci confrontati sul tema, abbiamo deciso che, pur considerando lo sciopero un’utile risposta, avremmo dovuto pensare a qualcosa di più costruttivo e lungimirante, qualcosa che andasse oltre la denuncia e la protesta verso le Istituzioni sorde di questo Paese. Ci siamo quindi incontrati con le RSU Lamborghini per proporre alle Lavoratrici e ai Lavoratori di entrambe le aziende la devoluzione di un contributo a sostegno di un’associazione nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Inoltre, abbiamo messo a punto un progetto per definire una serie di attività volte a migliorare la cultura della sicurezza sia tra i lavoratori che tra gli studenti.
27749874_10211219266173787_7066411581034573303_nCosì, il 9 Febbraio c’è stata in Ducati una riunione tra RSU ed RLS delle due aziende del gruppo Volkswagen. Hanno partecipato alla riunione anche il curatore dell’osservatorio indipendente morti sul lavoro ed alcuni membri dell’associazione nazionale “Ruggero Toffolutti”(operaio che perse la vita 20 anni fa a Piombino).
L’incontro allargato è stato veramente utile anche perchè il curatore volontario dell’Osservatorio, Carlo Soricelli, (il quale, tra l’altro, gestisce un blog visitato da persone di tutto il mondo con oltre 150.000 contatti l’anno)  ha messo a disposizione dati che inducono a riflettere. Primo tra tutti, il 95% delle morti sul lavoro avviene lì dove il sindacato non c’è e quando si parla di imprese medio-grandi spesso gli infortuni gravi avvengono perché all’interno delle stesse operano aziende appaltatrici che fanno lavorare il proprio personale in condizioni disumane. ritratto rotoletti con scritta Carlo Soricelli 1Ogni anno il 30% dei morti sul lavoro ha più di 61 anni e questo la dice lunga sugli effetti della legge Fornero. La stragrande maggioranza dei decessi avviene in imprese sotto i 15 dipendenti, dove l’articolo 18 della legge 300/70  non è mai esistito; ovviamente anche in quelle più grandi, dopo l’abolizione dello stesso per i neoassunti con il Jobs-act, il numero delle vittime non è certo diminuito.
Drammatico è poi il dato degli infortuni mortali in itinere, che ogni anno rappresenta circa il 50% del totale. Troppo spesso però non vengono registrati come tali per via della rigidità della normativa vigente. I settori dove si muore di più sono agricoltura ed edilizia, mentre nell’industria sono circa il 10% del totale.
L’Osservatorio è importante perché monitora tutti gli incidenti mortali e non solo gli assicurati, come fa l’INAIL. In 10 anni l’Osservatorio ha conteggiato 14.000 decessi, una vera strage di gente onesta che ogni giorno affronta l’attività quotidiana tra mille insidie nei luoghi di lavoro e per le strade.
targaParticolarmente toccante è stato il contributo di Valeria, madre di Ruggero Toffolutti e presidente onoraria dell’ associazione, che ci ha spiegato di aver appreso della morte di suo figlio in diretta, visto che di professione fa la giornalista. Valeria ci ha raccontato della ventennale attività di volontariato fatta dai membri di questa associazione, tutte persone che ogni giorno si impegnano per promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e nelle scuole e per denunciare le lacune culturali della nostra società su questo tema così importante.
Abbiamo quindi deciso di aiutare proprio l’Associazione Ruggiero Toffolutti a realizzare una serie di progetti attraverso il contributo generoso e solidale delle lavoratrici e dei lavoratori che vorranno condividere questo percorso innovativo; un percorso che porterà ad accrescere la cultura della sicurezza sia tra gli adulti che lavorano che tra i giovani studenti. Ci auguriamo che in tanti comprendano l’utilità dei progetti che verranno illustrati durante le assemblee alla presenza di Valeria e degli altri membri di questa splendida associazione che, pur essendo strutturata a livello nazionale, non può ancora contare sul lavoro militante di un numero adeguato di persone…
Vorremmo che, una volta tanto, partisse dai lavoratori una risposta concreta su questo tragico argomento. Non ci si può fermare ad un giusto ma tuttavia episodico momento di sciopero. Non c’è lotta che tenga senza solidarietà di classe. Ci auguriamo infine che iniziative simili a questa vengano riprodotte in altri contesti sindacalizzati. Il nostro è un piccolo gesto ma c’è bisogno di molto di più per ridurre il numero di morti sul lavoro. Questa, nei numeri, è una vera e propria guerra e per vincerla non basta la solidarietà di qualche migliaio di persone. Serve molto altro e non ce la caviamo neanche solo con la solidarietà. Il sindacato deve mettere in campo tutte le iniziative necessarie e deve essere in grado di incidere sulle scelte dei governi, anche se questi fino ad ora non sono stati particolarmente sensibili sull’argomento sicurezza nei luoghi di lavoro.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?