Morti sui luoghi di lavoro di tutte le province italiane(escluso itinere), con l'indenza sulla popolazione, ci sono anche i morti non assicurati a INAIL e in nero. Sono i morti dall'inizio dell'anno al 7 settembre. Dalle peggiori in nero
Il mese di settembre si conclude con il povero rider Aly Jamat di 31 anni investito giorni prima di notte mentre faceva consegne (muoiono tutti nell’ultima consegna, così come la povera Enrica Filippi morta alla guida di un furgone 3 giorni fa), mentre moriva nasceva ad Aly una bimba, il suo secondo figlio. Aly è il 77esimo morto di settembre, il 778 esimo sui luoghi di lavoro nel 2024, ma con itinere diventa il 1018 esimo. Sempre le stesse categorie, con le stesse percentuali in questi 17 anni di monitoraggio, con l’aggravante che con leggi come il Job act, che ha precarizzato il lavoro di tutti i nuovi assunti del comparto privato, con un indiscriminato aumento dell’età della pensione, senza fare distinzione di chi svolge un lavoro pericoloso (per sé e per gli altri) da chi non corre nessun pericolo, ha provocato un forte aumento dei morti sui luoghi di lavoro. Vi racconteranno che non è vero, soprattutto chi fa parte della lobby miliardaria e trasversale sulla Sicurezza. Ma noi non ci arrendiamo e la verità sta venendo a galla: gli italiani sanno, grazie all’Osservatorio che i morti sul lavoro sono molti di più di quelli che vengono diffusi, ma fanno come i giapponesi, resistono nel loro fortino assediato dal buon senso. Nel report i morti di tutte le regioni e province italiane, con grandi sempre se si contano tutti e in rapporto agli abitanti in età lavorativa senza fare distinzioni tra assicurati a INAIL e gli altri, anche in nero, che sono il 35/40% dei morti in più. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 nei primi 9 mesi del 2024 Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 778 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1018 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 151 totali 110 sui luoghi di lavoro Milano 12, Bergamo 7 Brescia 26 Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 7 Mantova 6 Monza Brianza 13 Pavia 12 Sondrio 5 Varese 4 CAMPANIA 101 totali 76 sui luoghi di lavoro Napoli 18 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 22 EMILIA ROMAGNA 75 totali 59 sui luoghi di lavoro Bologna 16 Rimini 1 Ferrara 5 Forlì Cesena 4 Modena 9 Parma 6 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 79 - 59 sui luoghi di lavoro Palermo 20 Agrigento 4 Caltanissetta 3 Catania 6 Enna Messina 9 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 7 TOSCANA 63 totali 49 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 4 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 13 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5 VENETO 75 totali 56 luoghi di lavoro Venezia 8 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 9 Verona 13 Vicenza 10 LAZIO 86 totali 46 sui luoghi di lavoro Roma 16 Viterbo 6 Frosinone 10 Latina 11 Rieti PIEMONTE 62 totali 45 sui luoghi di lavoro Torino 18 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 5 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1 PUGLIA 57 totali 44 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 5 Lecce 10 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Bolzano 14 Trento 19 ABRUZZO 37 totali 26 sui luoghi di lavoro L'Aquila 5 Chieti 10 Pescara Teramo 6 SARDEGNA 41 totali 30 sui luoghi di Cagliari 7 Sud Sardegna 2 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 10 MARCHE 39 totali 26 sui luoghi di lavoro Ancona 5 Macerata 9 Fermo 1 Pesaro-Urbino 5 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 29 totali 20 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 3 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 22 totali 14 sui luoghi di lavoro Pordenone 5 Triste 1 Udine 6 Gorizia 2 LIGURIA 21 totali 15 sui luoghi di lavoro Genova 3 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 15 totali 10 sui luoghi di lavoro Perugia 9 Terni 2 BASILICATA 15 totali 11 sui luoghi di lavoro Potenza 8 Matera 3 Molise 9 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 113 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 103gli autotrasportatori 90 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 74 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 19 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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venerdì 30 dicembre 2011

Un fine anno che si conclude con altre vittime: Il geometra Fabio Grassi nel senese e Alessandro Baldissera in provincia di Treviso

Siena E' morto Fabio Grassi geometra di 58 anni. Grassi è morto poco dopo l'arrivo in ospedale dopo una caduta di diversi metri da un tetto. Grassi nella tarda mattinata è salito sul tetto dello stabile di una ditta nel comune di Monteriggioni, per scattare alcune fotografie panoramiche del cantiere edile attiguo ma è caduto di sotto sfondando il lucernario. Quando è arrivato sul posto il 118 le sue condizioni sono apparse subito gravissime ed è morto poche ore dopo il ricovero all'ospedale si Siena. Su questo tragedia sul lavoro stanno indagando i carabinieri di Monteriggioni.

Treviso E' morto Alessandro Baldissera di 42 anni. la tragedia questa mattina poco prima delle 9 a Vidor. "Sandrino" Baldissera stava aiutando lo zio nei lavori dell'azienda agricola di famiglia. Stavano sistemando delle balle di fieno all'interno di un capannone ed è scivolato da una balla da circa due metri e battendo violentemente il capo sull'aratro e morendo sul colpo. Vani sono stati i tentativi di rianimarlo.

martedì 27 dicembre 2011

E' morto Michele Camporelli. Sono 138 gli agricoltori schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno

Novara 27 DIC –E' morto Michele Camporelli agricoltore di 72 anni. Camporelli è l'ennesima vittima del trattore killer: sono 138 gli agriocltori schiacciati dal trattore in Italia dal'inizio dell'anno.La tragedia a Oleggio, intorno alle 12 in un’azienda agricola Camporelli era alla guida di un trattore, quando, per cause in fase di ricostruzione, il mezzo agricolo si è ribaltato, schiacciandolo.
Immediati i soccorsi da parte anche dei figli, che hanno spostato il trattore con un altro mezzo e hanno quindi cercato di rianimare Camporelli. Purtroppo non c'è stato niente da fare:le ferite erano così gravi che poco dopo averlo liberato l'anziano agricoltore è morto. Sono 5 i morti sui luoghi di lavoro in provincia di Novara dall'inizio dell'anno e 51 in Piemonte che è terza per numero di morti dopo la Lombardia e l'Emilia Romagna.

lunedì 26 dicembre 2011

Lettera di Graziella Marota al ministro Fornero

Lettera aperta Al ministro Fornero

pubblicata da Graziella Marota il giorno domenica 25 dicembre 2011 alle ore 19.08

ILL.mo Ministro Fornero,

oggi è Natale e in questo giorno così gioioso per tutti ho deciso di scriverLe perché per me è un giorno di grande dolore. Mi presento: mi chiamo Graziella Marota, abito a Porto Sant’Elpidio (FM) e ho 58 anni. Il 6 Dicembre del 1982 ho dato alla luce un bambino bellissimo, Andrea e da quel giorno ho dedicato tutta la mia vita a mio figlio, come fanno tutte le mamme del mondo perché un figlio è il bene più prezioso per ogni donna. Andrea, con il passare degli anni, cresceva e con tutto il mio amore e la mia

protezione è diventato un bel ragazzo: il mio orgoglio ,la mia gioia, la mia felicità.

Ora vorrei che leggesse questa lettera poi Le spiegherò il motivo per cui Le scrivo:

Caro Andrea,

sono già passati più di 5 anni da quel giorno orribile, quel giorno che mi ha cambiato definitivamente la vita, privandomi di tutto.

Te l’avevo promesso e mi sono battuta affinché il tuo ricordo non svanisse nel giro di pochi mesi. Televisione, giornali, interviste… ho fatto più di quanto potessi immaginare, ma il dolore è stabile, anzi, più passa il tempo e più mi lacera il cuore. Il suono della chitarra, la tromba, le tue risate, i tuoi abbracci, i tuoi baci…tutto manca dentro casa; ora regna il silenzio più assoluto. Eri un figlio perfetto, Andrea, fin troppo buono, rispettoso, allegro, onesto e pieno di vitalità; amavi la vita più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma essa ti è stata strappata brutalmente in un giorno d’inizio d’estate ed io non riesco a capacitarmene, non sono in grado di capire perché tu, un ragazzo così dedito al lavoro, hai dovuto chiudere i tuoi splendidi occhi in una fabbrica. Non ha senso morire a ventitré anni, tanto più mentre si sta lavorando. Tutto ciò è capitato a te, figlio mio,io non mi darò mai pace e continuerò a tenere vivo il tuo ricordo, perché rimarrai sempre come tutti ti ricordiamo; ora sei un angelo, ma lo eri anche prima, un angelo che viveva aiutando gli altri, sempre pronto a dare una mano in qualsiasi situazione.

Nel corso della tua vita mi hai teso la mano infinite volte, al punto che tra noi c’era e c’è tuttora, un legame speciale, più forte di quello che si instaura, fin dalla nascita, fra mamma e figlio: il nostro era anche un rapporto d’amicizia che si era andato a creare superando i vari ostacoli che la vita ci ha messo di fronte. Insieme abbiamo affrontato gioie e dispiaceri, ma ora che tu non ci sei più, mi sembra di affogare in questo mare di dolore che la tua morte ha creato. Ora la nostra famiglia sembra vuota, tutti cerchiamo di farci forza l’un con lì’altro, ma il fatto è che ci manchi troppo, la tua era una figura essenziale, infatti, come un albero ha bisogno di svariati elementi per vivere, così a noi è stato tolto l’ossigeno, l’acqua e anche se la pianta è una quercia secolare, piano piano appassisce come un piccolo germoglio.

Sembrava che quel tanto atteso momento di serenità fosse arrivato, che finalmente avrei vissuto una vita tranquilla e felice, ma non potevo immaginare ciò che stavo per vivere: la perdita di un figlio, la cosa più orribile e straziante al mondo. Una volta accaduta la tragedia, non riuscivo a rendermi completamente conto di quello che stavo passando, ma, ora, a distanza di tempo, lo capisco eccome; ed è questa la cosa più brutta: realizzare quanto è accaduto.

Vorrei dirti molte altre cose, amore mio, ma non basterebbe tutta una vita per scriverle; mi limito a ripetere una cosa che tu, da lassù, avrai ascoltato ed ascolterai tantissime volte:

ti voglio un bene dell’anima, angelo mio.



Ora Ministro comprenderà la ragione di questo mio scritto.Ogni anno muoino circa 1200 lavoratori per la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro e ci sono circa un milione di infortuni più o meno gravi.E’ inconcepibile e inaccettabile che in un paese “civile” succedano ancora questi “omicidi” per risparmiare sulla sicurezza mettendo a repentaglio la vita dei lavoratori…i lavoratori ,Caro Ministro, sono esseri umani e non macchine di produzione, hanno la loro vita, i loro affetti e il sacrosanto diritto di uscire la mattina per andare a lavorare e avere la certezza di tornare la sera con le proprie gambe e non dentro una bara come è successo al mio Andrea che era appena sbocciato alla vita…aveva solo 23 anni ed è morto con il cranio schiacciato da una macchina tampografica priva di sistemi di sicurezza all’Asoplast di Ortezzano (FM) per 900 euro al mese come precario.

Faceva parte di quella grande schiera di italiani che oggi sono chiamati a fare numerosi sacrifici,non crede che sia giunto il momento di prendere seriamente in considerazione questa grande piaga del nostro paese?Cosa facciamo? Aspettiamo inesorabilmente che le statistiche fatte ogni anno si avverino? Ogni sette ore muore un lavoratore e Lei ,Ministro, cosa farà affinchè tutto ciò non avvenga più?

La ringrazio per l’attenzione che vorrà prestare a questo scritto e non dimentichi che chi Le scrive è una mamma rimasta orfana del proprio figlio e distrutta dal dolore sia nello spirito che nel fisico.

Faccia qualcosa altrimenti ogni giorno 4 famiglie continueranno ad essere distrutte !!

La saluto cordialmente e aspetto quanto prima una Sua risposta.

Graziella Marota

domenica 25 dicembre 2011

Continua la strage provocata dal killer chiamato trattore. E' morto Antonio Maffeis in provincia di Bergamo

BERGAMO 24 dicembre E' morto Antonio Maffeis un pensionato bergamasco di 62 anni. Maffeis e’ morto travolto dal trattore che guidava in Valle Seriana.
Maffeis stava guidando il mezzo quando, svoltando in una strada il trattore si e’ ribaltato schiacciandolo sotto a quella autentica bara in movimento che chiamiamo trattore. Inutili i soccorsi del personale del 118. Per ricostruire la dinamica dell’accaduto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Fiorano al Serio. Sono 11 i morti sui luoghi di lavoro in provincia di Bergamo dall'inizio dell'anno e 78 in Lombardia che è la regione con più vittime in assoluto anche quest'anno dall'inizio dell'anno. sono già 137 gli agricoltori schiacciati dal trattore in Italia dall'inizio dell'anno. Le vittime del trattore sono oltre il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro

Di Marco Bazzoni dal blog di Beppe Grillo

http://www.beppegrillo.it

Il giorno di Natale lo dedico ai lavoratori che hanno perso la vita nel 2011. Più di 1000 non sono tornati a casa dalle loro famiglie. E' una guerra senza tregua cha va avanti da decenni, ma sembra che non interessi a nessuno. Il profitto viene sempre prima della sicurezza dei lavoratori. La sicurezza costa, la morte di un dipendente costa meno, talvolta, grazie alle leggi italiane, quasi nulla. I parenti delle vittime di un'economia e di una società malate passeranno il primo Natale senza un padre, un figlio, un marito. A loro vanno il mio cordoglio e un abbraccio.

Caro Beppe,
oltre 1100 morti su lavoro nel 2011, il 15% di questi lavoratori erano "in nero" o già in pensione, sono i dati che fornisce l'Osservatorio Indipendente di Bologna di Carlo Soricelli, un operaio in pensione, che fa un lavoro enorme con il suo blog, aggiornando ogni giorno le morti sul lavoro in Italia. Voglio ricordare quello che aveva detto l'INAIL, che per l'anno 2010, le morti sul lavoro erano scese per la prima volta dal dopoguerra, sotto quota 1000, per l'esattezza 980. Evidentemente c'è qualcosa che non va nei dati INAIL, e viene da sé che sono dati fortemente sottostimati, perchè non tengono conto di tutti i lavoratori che muoiono "in nero". Sono ancora in troppi che prendono questi dati come "oro colato". I dati dell''Osservatorio dimostrano che moltissimo resta da fare sulla sicurezza sul lavoro. Siamo di fronte a un'ecatombe. Come si può definire civile un Paese con tutti questi morti sul lavoro quando l'art 1 della Costituzione dice che "l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro" e non sulle morti sul lavoro!!! Lo Stato, oltre a chiederci di lavorare fino alla vecchiaia, dovrebbe garantire di tornare a casa vivi la sera, dopo una dura giornata di lavoro. Mi rivolgo al Ministro dell'Istruzione Profumo: faccia un decreto, perchè la sicurezza sul lavoro sia inserita come materia di insegnamento dal prossimo anno scolastico, a partire dalle scuole elementari come in Francia. Mi rivolgo al Ministro Fornero: ripristini le norme per la sicurezza sul lavoro, volute dal Governo Prodi con il testo unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/08) e stravolte dall'ex Ministro del Lavoro Sacconi, con il Dlgs 106/09 (decreto correttivo), che tra le tante cose negative ha dimezzato le sanzioni ai datori di lavoro, ai dirigenti, ai preposti, in alcuni casi ha sostituito l'arresto con l'ammenda, ha introdotto la "salva-manager". Mi rivolgo al Ministro Cancellieri: aumenti le pene per i responsabili delle morti sul lavoro. Per il reato di omicidio colposo, la pena varia da 2 a 7 anni, ma spesso i datori di lavoro se la cavano con pene molto più basse o con la prescrizione.Un invito vorrei rivolgere alle associazioni, ai sindacati, ai partiti politici, alle Istituzioni e ai mezzi d'informazione: si smetta di chiamare queste morti, con il termine "morti bianche" e "tragiche fatalità". Queste morti non hanno nulla di bianco, e non sono fatalità, ma dovute al non rispetto delle minime norme di sicurezza sul lavoro ." Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Email: bazzoni_m@tin.it

venerdì 23 dicembre 2011

Due morti sul lavoro in Emilia Romagna e due in Campania

Con queste due vittime di Reggio Emilia e di Parma l'Emilia Romagna si conferma con 55 morti in questo tremendo 2011 la regione con più morti sui luoghi di lavoro, registrando + 37% dei morti sul lavoro dell'intero 2010. Risulta seconda in termini assoluti dietro alla Lombardia che però ha il doppio degli abitanti.

PARMA, 23 DIC -E' morto Marco Mattioli
un operaio di 46 anni mentre lavorava in una cabina elettrica di Iren a Parma.
La vittima e' stata colpita da una scarica elettrica di 15.000 volt ed e' morto poco dopo il ricovero in rianimazione all'ospedale. E' accaduto questa mattina e secondo le prime informazioni e' stato soccorso dal personale del 118, che lo ha stabilizzato e lo ha portato in gravissime condizioni all'ospedale Maggiore, dove poco dopo e' deceduto.

Reggio Emilia E' morto Vito Rusce, artigiano di 46 anni che ieri era caduto da un'altezza di 7 metri mentre lavorava all'interno di un'azienda agricola a Masone. Rosce giunto gravissimo all'ospedale Santa Maria ed stato operato d'urgenza, ma le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate nella nottata fino al decesso avvenuto stamane. Rusce stava prendendo delle misure sul tetto di un capannone di rotoballe e per cause ancora da chiarire ha perso l'equilibrio bucando la copertura e cadendo nel vuoto. Quello che è ancora da chiarire è se Rusce sia scivolato dalla piattaforma o se invece al momento dell'infortunio fosse già sul tetto che gli è quindi collassato sotto i piedi.

Con queste due vittime la Campania arriva a 41 morti sui luoghi di lavoro e mantiene un lieve miglioramento sull'intero 2010

CASERTA - E' morto Constantin Iftimie
un operaio romeno di 28 anni ieri a Falciano del Massico cadendo da un'impalcatura di capannone in costruzione da un'altezza di oltre 5 metri e battendo violentemente la testa a terra.
Il giovane romeno è morto per le ferite riportate cadendo da un'impalcatura. La tragedia alla mattinata, all'interno di un'azienda agricola in località Cappella Reale, alla periferia del paese. Sono cinque e sono tutti dipendenti di un'impresa edile di Padova, assunti con regolare contratto gli operai che stavano costruendo il capannone.L'operaio è stato subito trasportato al pronto soccorso della clinica Pinetagrande di Castelvolturno, dove i sanitari gli hanno riscontrato un violento trauna cranico. I medici hanno cercato in tutti i modi di rianimarlo e prestargli le cure del caso. Il suo cuore ha cessato però di battere un'ora e mezzo dopo l'arrivo in ospedale. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti i carabinieri della stazione di Falciano del Massico e della compagnia di Mondragone.
SONO 30 DALL'INIZIO DELL'ANNO I GIOVANI ROMENI MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO, QUASI TUTTI IN EDILIZIA E AGRICOLTURA, DA SOLI SONO OLTRE IL 40% DI TUTTI I MORTI SUL LAVORO TRA GLI STRANIERI

SALERNO - È morto annegato Remo Martuscelli, pescatore 51enne di San Marco di Castellabate. Martuscelli è stato travolto dalle onde del mare che era abituato a conoscere per lavoro La tragedia nel pomeriggio di oggi. Martuscelli è stato inghiottito dalle onde mentre con la propria imbarcazione a stava uscendo dall'imboccatura del porticciolo di San Marco di Castellabate. A provocare la tragedia, le pessime condizioni del mare.
A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo da parte degli uomini della Capitaneria di Porto, diretta dal tenente di vascello Vincenzo Zagarola, giunti dopo pochi minuti sul posto.

giovedì 22 dicembre 2011

Razzismo anche sui morti sul lavoro?

Razzismo anche sui morti sul lavoro?
Cari amici, ormai si è tracciata bene la situazione complessiva delle morti sui luoghi di lavoro del 2011 in Italia. Su questo fronte, in tutto il paese, partendo dal Trentino Alto Adige, fino alla punta estrema della Sicilia, c’è la stessa tragica situazione. Si può dire con amarezza che sulle morti sul lavoro l’Italia è un paese unito. Amministrazioni di centro-sinistra o di centro-destra, regionali e provinciali, al centro-nord come al sud hanno la stessa mancanza d’attenzione verso categorie che non hanno una forte organizzazione sindacale che esercita controlli sui luoghi di lavoro. Si muore per oltre il 60% in agricoltura e in edilizia (sub-appalto) e spesso in nero in eguali percentuali sia al centro-nord sia al sud, e per un altro 30% nelle altre categorie. L’industria, con oltre un milione di lavoratori con lo Statuto dei Lavoratori e Articolo 18, ha pochissimi morti sul lavoro. La Camusso e Landini, come del resto anche Bonanni e Angeletti hanno ben evidente che l’Articolo 18 ha un valore straordinario anche sotto questo aspetto: della tutela dell’integrità fisica e psicologica dei lavoratori, che senza il "18" i lavoratori diventerebbero solo una variabile del mercato, come la merce. Cosa che interessa poco a tantissimi parlamentari di sinistra che vogliono “modificarlo” e che sono stati eletti coi tanti voti di chi vogliono poi "fregare". Ma voglio parlare del rapporto nord- sud che si manifesta anche in questo campo. Il sud ha in edilizia e agricoltura e anche complessivamente, meno morti sul lavoro che nel resto del paese. anche se poi delle 20 regioni italiane ben 15 hanno già eguagliato o superato i morti sul lavoro dell’intero 2010, comprese molte del sud. Al sud solo la Puglia e la Campania hanno meno morti sui luoghi di lavoro dell’anno scorso, mentre al nord, il Veneto e il Trentino Alto Adige, che però hanno come termine di paragone un 2010 disastroso. Anche la Lombardia ha qualche vittima in meno, però c’è da dire che essendo molti morti sui luoghi di lavoro concentrati sopratutto in agricoltura, ed avendo questa regione la stessa estensione coltivata delle altre regioni, gli agricoltori sono percentualmente la metà rispetto al numero d’abitanti. La Lombardia ha il doppio degli abitanti di qualsiasi altra regione italiana. Ho voluto fare queste premesse per sfatare luoghi comuni: che il sud è arretrato in ogni campo, compreso anche quello delle morti sui luoghi di lavoro. Oggi, io e mia moglie, siamo andati a vedere una mostra con una coppia d’amici bolognesi di vecchia data e di sinistra. Con loro c’è un rapporto d’amicizia che risale addirittura all’infanzia. Ho parlato della situazione italiana delle morti sul lavoro e di quello che veniva fuori dal monitoraggio dell’Osservatorio Indipendente di Bologna, di cui sono orgogliosamente l’ideatore, spiegando loro che al sud in definitiva, si muore sul lavoro come al nord e addirittura di meno, e che essendo queste vittime concentrate nella stragrande maggioranza in agricoltura e in edilizia (sub appalto) e nei servizi, il livello d’industrializzazione e l’indice occupazionale di una regione o di una provincia non ha nessun valore statistico in questo campo. Non l’avessi mai detto: al sud i morti sul lavoro non vengono dichiarati, finiscono nei piloni di cemento, che quelli che muoiono in nero vengono fatti sparire o abbandonati per le strade, e altre amenità di questo genere. Hai voglia a dire che se leggi la cronaca ti accorgi che anche in Veneto, come in Lombardia, ci sono già diversi morti sul lavoro in nero, o che vengono regolarizzati mezz’ora dopo che sono morti. Che la provincia di Brescia a guida leghista degli "attenti al territorio" è da diversi anni prima in questo triste classifica. Hai voglia a spiegare che i blog e le testate on-line è impossibile occultare notizie così “forti” sotto il punto di vista mediatico anche nel profondo sud. E siamo qui a Bologna, in una regione civilissima, che è progressista da sempre, e che però ha il maggior numero di morti sui luoghi di lavoro in rapporto agli abitanti. La propaganda razzista è riuscita a penetrare anche in strati sociali da sempre di sinistra, ed è difficile far capire che almeno su questo fronte il sud non ha niente da invidiare al centro nord. E che anche il nord si dovrebbe vergognare di questa situazione, senza scaricare le responsabilità, anche in questi casi sul sud, che dev’essere per forza peggiore. Vent’anni di razzismo e di attacchi all’Unità del Paese tollerati anche dalle Istituzioni dello Stato hanno procurato macerie che saranno difficili da rimuovere.

mercoledì 21 dicembre 2011

E' morto Umberto Pietrobono schiacciato dal trattore killer in provincia di Frosinone

Frosinone 21 novembre E' morto Umberto Pietrobono, 80 anni, di Alatri. Pietrobono è l'ennesima vittima del trattore Killer, è morto oggi a seguito del ribaltamento del trattore che guidava, mentre scendeva da un costone. La tragedia a Monte San Gregorio, poco di stante a dove abitava.
Inutili i pronti soccorsi prestati dai sanitari del 118 di Alatri: il povero pensionato è morto poco dopo. Su posto, per tutti i rilievi del caso e accertare la dinamica dell'infortunio mortale sul lavoro i carabinieri di Alatri, che hanno anche posto sotto sequestro il trattore. Ora si attende il nulla osta del magistrato per i funerali del Pietrobono. Sono 13 i morti sul lavoro dall'inizio dell'anno in provincia di Frosinone che risulta una delle peggiori quest'anno rispetto al triste fenomeno delle morti sul lavoro. Con 43 morti sui luoghi di lavoro anche il Lazio ha purtroppo superato i morti dell'intero 2010.

lunedì 19 dicembre 2011

E' morto Francesco Malcore ucciso in una sparatoria a Taranto.Un pescatore tunisino morto e un altro della stessa nazionalità disperso sugli scogli di Termoli

Cosenza 19 dicembre. E' morto Aurel Galbau Romeno di 49 anni. Galbau è morto cadendo da un albero mentre raccoglieva le olive. Quando i carabinieri sono giunti sul posto insieme ai sanitari del 118 per Galbau non c'era piu' niente da fare. Il corpo e' stato portato nell'obitorio a disposizione della magistratura, che ha disposto l'autopsia.


CAMPOBASSO 19 DIC E' morto Mohammed Abwelhed un pescatore tunisino, e un altro della stessa nazionalità è disperso(alcune fonti danno due dispersi) nello schianto di un peschereccio contro gli scogli - Il mare molto mosso e l'urto del peschereccio contro gli scogli ha sbalzato fuori i due tunisini da anni residenti a Termoli.Taranto E' morto. Francesco Malcore, guardia giurata di 35 anni.Malcore è rimasto ucciso durante un conflitto a fuoco con due rapinatori che l'attendevano davanti ad una filiale Unicredit al quartiere Tamburi di Taranto, dov'era in corso il trasbordo di denaro dal furgone alla banca. L'agguato nel primo pomeriggio: il commando, pare formato da due uomini armati di pistola, ha atteso l'arrivo del portavalori per entrare in azione. Uno dei banditi si è avvicinato alla guardia giurata ordinandogli di consegnare il sacco di denaro. Di fronte a un accenno di reazione del vigilante non ha esitato a fare fuoco centrando Malcore alla testa. Il gruppo è poi fuggito portando con sé il sacco di denaro. Purtroppo le condizioni di Malcore sono apparse disperate, Quando l'ambulanza del 118 è arrivata sul posto, ha tentato qualche manovra per rianimarlo, ma ormai non c'era più nulla da fare. Sul posto sono ancora al lavoro le forze dell'ordine per trovare qualche indizio che possa portare al fermo dei responsabili della rapina. Posti di blocco sono stati organizzati in tutta la zona.

La provincia di Brescia a guida leghista si sta confermando anche quest'anno prima nel triste primato delle morti sui luoghi di lavoro

Brescia 19 dic. E' morto Roberto Cavalleri operaio di 47 anni. Tragedia sul lavoro a Adro, in provincia di Brescia. Cavalleri, rende noto l'Areu, e' deceduto in seguito ad un'esplosione in un forno di una fonderia. Sul posto il 118 di Brescia e le forze dell'ordine. Non si hanno ancora altre notizie. Purtroppo la provincia di Brescia si conferma anche quest'anno quella con più morti sui luoghi di lavoro già 21 come nell'intero 2010. Con Cavalleri sono 76 i morti sui luoghi di lavoro in Lombardia. Ma sulla provincia di Brescia c'è da fare una profonda riflessione. Come mai questa provincia ha sempre tantissime morti sul lavoro? Questo triste fenomeno è molto complesso e le cause sono da ricercarsi soprattutto della mancanza di vicinanza e di scarso controllo delle Istituzioni locali come la provincia e il comune. Le morti sui luoghi di lavoro in provincia di Brescia sono concentrate soprattutto in edilizia e in agricoltura 16 su 21 vittime e 2 nell'industria e le altre in diversi lavori. Ben otto di questi morti hanno più di 60 anni. La Lega che guida questa provincia e molti di dei comuni del bresciano, cosa fa su questo fronte??? Niente a vedere i risultati su questo fronte. La propaganda di questo partito dice che la Lega è "vicino al territorio", è solo per l'appunto propaganda. Adro, dove si è verificata la tragedia è poi è la cittadina del "Bianco Natale"....Questa bellissima città e provincia, alle quali sono legato per ragioni di parentele, merita una maggiore attenzione e sensibilità da chi la guida, soprattutto se si parla di "morti sul lavoro". Carlo soricelli.

sabato 17 dicembre 2011

E' morto Marco Claretto imprenditore di 55 anni cadendo da un edificio a Susa di Torino

Torino 16 dicembre E' morto Marco Claretto imprenditore edile di 55 anni. Claretto è morto nel pomeriggio cadendo da un ponteggio in un cantiere di Susa e rimanendo gravemente ferito. Claretto stava intonacando le pareti esterne di un edificio privato insieme a due operai, che vedendolo cadere hanno chiamato immediatamente i soccorsi. Sull'episodio indagano lo Spresal dell'Asl e i carabinieri. Sono 19 i morti sui luoghi di lavoro in provincia di Torino e 50 in Piemonte che risulta la terza regione per numero di morti e con un aumento del 75% rispetto all'anno scorso. Nella provincia e nella regione che ha avuto una tragedia collettiva così atroce come quella della Thyssenkrupp c'era d'aspettarsi un miglior andamento su questo fronte. Non sono servite neppure le dure condanne inflitte da giudici di Torino ai responsabili di quelle morti. Credo che all'eroe del nostro tempo Raffaele Guariniello che tanto si sta battendo contro le morti sul lavoro, questi dati raccolti dall'Osservatorio sulla provincia di Torino e nella regione Piemonte desteranno amarezza e preoccupazione. Carlo Soricelli

venerdì 16 dicembre 2011

In questi giorni assistiamo ad una strage di giovani morti sul lavoro

Varese E' morto un giovane di 27 anni schiacciato da una ruspa, a Venegono Superiore . Il giovane di cui non si conosce ancora l'identità era impegnato in alcuni lavori in un bosco vicino a casa. Il corpo è stato ritrovato la scorsa notte dai carabinieri e dai vigili del fuoco, dopo che i familiari e gli amici avevano lanciato l’allarme non vedendolo rincasare da diverse ore. La ruspa si sarebbe ribaltata, schiacciando il giovane, che è morto per le ferite riportate nell’incidente.

Il trattore killer uccide un altro bambino a Spoleto

Perugia 16 dicembre 2011 -E' morto un bambino di 3 anni schiacciato dal trattore guidato dal nonno. La tragedia questa mattina in località Rocchetta nel Comune di Cerreto di Spoleto. Il piccolo è stato subito trasportato all'ospedale, ma purtroppo non c'è stato nulla da fare e sarebbe morto durante il tragitto. Sono in corso accertamenti. Ma fino a quando non si prenderà coscienza da parte delle forze politiche, dal Parlamento e dei cittadini che il trattore è un killer micidiale che uccide al più piccolo errore, a volte senza neppure questo. Il territorio collinare italiano è pieno d'insidie per i guidatori di questa bara in movimento. anche guidatori esperti ci lasciano la vita se il terreno nasconde insidie dovute a tantissimi fattori. Questo povero bambino non si può inserire tra le vittime sul lavoro, ma anche lui come tante altre vittime indirette del trattore. dall'inizio dell'anno sono già 134 gli agricoltori uccisi dal trattore.

mercoledì 14 dicembre 2011

E' morto Andrea Giovanni Simonetto. E' morto Michele Dell'Orso mentre era intento alla potatura di alberi nel cimitero di Pescara

TORINO, 14 DIC E' morto Andrea Giovanni Simonetto, pensionato di 71 anni. Somonetto è la 134esima vittima del trattore killer dall'inizio dell'anno: l'anziano agricoltore e' morto in un incidente sul lavoro avvenuto in serata nelle campagne di Caravino. Secondo gli accertamenti dei Carabinieri Simonetto e' rimasto schiacciato dal trattore agricolo che stava guidando e del quale ha perso il controllo per cause in corso di accertamento. Il trattore è un "mostro" che non perdona il più piccole errore e in un territorio in pendenza come quello italiano è facilissimo sbagliare una manovra. moltopiù spesso per il cedimento del terreno intriso d'acqua o friabile per l'eccessiva siccità.. Da anni predico che basterebbe poco per dimezzare le vittime: basterebbe rinforzare le cabine per impedire che l'agricoltore sia sbalzato fuori e travolto. Ma queste povere vittime non interessano nessuno.

PESCARA, E' morto Michele Dell'Orso un operaio di 19 anni. Dell'Orso è morto nel pomeriggio all'interno dell' cimitero di Pescara Colli dove erano in corso lavori di potatura degli alberi. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, dell'Orso nel tentativo di togliere alcuni rami finiti sul tetto di una cappella, si sarebbe aggrappato a un ramo che non ha retto il peso e si e' spezzato, facendolo precipitare da diversi metri d'altezza. Purtroppo il povero giovane è morto sul colpo. Era dipendente di una ditta che stava effettuando lavori di potatura e pulitura per conto del Comune.

Maria Antonietta Farina Coscioni su Articolo 21

Morti sul lavoro, il nuovo governo volti radicalmente pagina


di Maria Antonietta Farina Coscioni*

Una strage. In che altro modo può essere definita la carneficina che si consuma giorno dopo giorno nel mondo del lavoro, e che con ipocrisia che da sola si qualifica vengono chiamate “morti bianche”? Dall’inizio dell’anno sono almeno 500 le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano; a queste morti occorre poi aggiungere altre cifre spaventose: duemila invalidi, e 846.877 infortuni. Ho parlato di 500 morti, ma Carlo Soricelli, che meritoriamente anima l’Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro, parla di 638, e arriva a 1110 se si sommano i lavoratori morti in itinere e sulle strade. La recente tragedia a Trieste, il gravissimo incidente che si è verificato al Pala-Trieste alla vigilia del concerto di Jovanotti, ha giustamente colpito l’opinione pubblica.

Abbiamo letto, in queste ore, su Facebook e su Twitter messaggi di dolore e di commozione di tanti artisti e dello stesso Jovanotti; ma tragedie come quelle di Trieste si consumano, spesso tra indifferenza e noncuranza, tutti i giorni. Per restare a Trieste e in Friuli: il 23 novembre Renato Del Fabbro, un cittadino sloveno di 59 anni e residente a Vogrsko, è morto schiacciato da un masso del peso di quattro tonnellate, cadutogli improvvisamente addosso da un’altezza di dieci metri; il giorno prima quattro operai sono rimasti gravemente feriti mentre stavano lavorando all’interno di una scuola di Monfalcone. Effettuavano lavori di ristrutturazione all’interno dell’istituto, quando il soffitto improvvisamente è crollato; ma si potrebbe parlare dell’operaio trentasettenne stritolato dagli ingranaggi di una gru in movimento, e potrei fare decine di altri casi.

Da un paio d’anni ho deciso di presentare un’interrogazione al ministro del Lavoro per ogni persona che muore sul lavoro. Ne chiedo conto al ministro, che – parlo di Maurizio Sacconi – spesso non ha risposto; e quando lo ha fatto, sarebbe forse stato meglio il silenzio, perché si tratta di una risposta fredda e burocratica, notarile: di chi non avverte la gravità della questione, e comunque ha deciso che non è affar suo, e ne viene tirato per i capelli. Insisto, caparbia, nel presentare interrogazioni perché voglio che in un atto parlamentare resti comunque una traccia di queste tragedie. Quando si parla di 500 morti sul lavoro nel solo 2011 ancora non terminato, non si richiama l’attenzione solo sull’enormità della cifra. Dietro quel numero ci sono storie di donne e uomini che ogni giorno facevano spesso lavori duri e pesanti per poche centinaia di euro; spesso sono extracomunitari clandestini impiegati in lavori che a noi italiani non garbano più, e sono pagati in nero e vittime di ogni tipo di ricatto…
La tragedia di Trieste, le tante tragedie come quella di Trieste che non fanno “notizia” e non commuovono se non le famiglie e gli amici delle vittime, ripropongono l’annosa questione della sicurezza nel mondo del lavoro. Mi guardo bene dall’anticipare giudizi e risultanze di inchieste della magistratura, ma ho il fondato sospetto che all’origine di tante di queste tragedie vi sia l’inosservanza delle norme sul lavoro. E’ una amara realtà che si sia più sensibili alle ragioni del risparmio e del guadagno da conseguire a ogni costo, che alla sicurezza dei lavoratori.
Mi chiedo, per esempio, quante ispezioni gli ispettori del lavoro riescono a realizzare nelle imprese, nei cantieri, nei luoghi di lavoro. Ispezioni, voglio dire, a sorpresa, senza preavviso; per quei 500 morti (o 638), per quei duemila invalidi, per quegli 846.877 infortuni, quanti sono stati chiamati a rispondere? E in che modo? Soricelli avverte che in quest’anno non ancora terminato, abbiamo comunque superato le morti degli anni precedenti. Voglio sperare e credere che il nuovo governo Monti e il nuovo ministro del Lavoro voglia, sappia voltare radicalmente pagina, si mostri più solerte e attivo; voglia e sappia raccogliere i richiami più volte lanciati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Quella delle cosiddette “morti bianche” è una strage che deve finire.

* Deputata radicale, segretario commissione Affari Sociali della Camera

Umbria Olii, "la sentenza dimostra che le che le morti sul lavoro non sono mai tragiche fatalita'" - di Paolo Pacifici (sindaco Campello sul Clitunno) / Palatrieste: "governo annunci provvedimenti straordinari" - di Redazione / Morti sul lavoro, superate anche le stime del 2008 - di Carlo Soricelli*

L'Italia intollerante e razzista

Uccisi Mor e Modou i due ambulanti senegalesi che vendevano la loro merce in un mercatino di Firenze. Si rimane allibiti e sconvolti per il livello di barbarie che ha raggiunto il nostro Paese. E' una storia triste che sconvolge: che male facevano questi poveri ragazzi che cercavano solo di vendere la loro povera merce per sopravvivere alla fame? L'odio razziale che ogni giorno viene spalmato a piene mani, anche da partiti fa presa su fanatici che si sentono legittimato a bruciare campi Rom a Torino (tra l'altro a causa di una bugia di un'adolescente) e sparare a dei poveri ambulanti che hanno la sola colpa di avere la pelle scura.

martedì 13 dicembre 2011

E' morto Matthias Passler di soli 17 anni. Con questo giovane di 17 anni sono 133 i morti causati dal trattore killer

BOLZANO 13 dicembre –E' morto Matthias Passler di soli 17 anni. Matthias e' morto la scorsa notte all'ospedale di Brunico, in Alto Adige, dopo avere avuto ferite gravissime dovute al ribaltamento del trattore che lo ha schiacciato. Purtroppo nell'opinione pubblica non c'è ancora la consapevolezza che il trattore è la macchina più pericolosa per l'uomo. E metterla nelle mani di un minorenne poi......Dall'inzio dell'anno ci sono già state 133 morti provocate da questa autentica bara in movimento. Il 20% di tutte le morti sul lavoro sono provocate dal trattore; anche questo povero giovane non verrà inserito nelle statistiche ufficiali tra le morti sul lavoro. Matthias Passler, stava liberano la via d'accesso dalla neve, quando il trattore si e' ribaltato, schiacciandolo. Matthias e' deceduto poco dopo il ricovero all'ospedale di Brunico.
Anche questo povero giovane rientra nella casistica di quelle morti sul lavoro difficili da classificare.

Come Francesco Pinna muoiono in Italia sul lavoro centinaia di giovani, jovannotti aiuti a far conoscere queste tragedie al Paese

Sta destando grande clamore mediatico la morti di Francesco Pinna morto a 20 anni a Trieste mentre montava il palco dove avrebbe dovuto cantare Jovannotti. Ma purtroppo è una tragedia assolutamente "normale" nella sua tragicità quotidiana: centinaia di giovani muoiono lavorando per pochi euro all'ora e con contratti precari. Jovannotti è un artista veramente sensibile, aiuti a far comprendere queste tragedie che uccidono centinaia di giovani lavoratori e più di mille morti sul lavoro all'anno. Queste Tragedie sono soprattutto nelle fasce più deboli della società: i giovani precari e gli anziani lavoratori con più di 60 anni. Chiediamo a Jovannotti che si documenti e che ci aiuto per far comprendere agli italiani l'entità di queste tragedie per poi trovare soluzioni adeguate Carlo Soricelli

lunedì 12 dicembre 2011

Superati anche i morti sul lavoro dell'intero 2008

COMUNICATO STAMPA del 12/12/2011

Superati anche i morti dell’intero 2008

Oggi 12 dicembre 2011 con 638 morti sui luoghi di lavoro e 1110 (stima minima) se si sommano i lavoratori morti in itinere e sulle strade, registriamo + 7,4% sull’intero 2010, alla fine dell’anno arriveremo ad un’aumento di oltre 10%, e su un dato certo, quello dei morti sui luoghi di lavoro rilevati e archiviati giornalmente dall’Osservatorio dall’1 gennaio 2008. Alla fine dell’anno si stimano complessivamente oltre 1160 morti contro i 1080 del 2010. Un andamento veramente sconsolante, anche rispetto al pessimo 2010 dove a fine anno registrammo +5,5 rispetto al 2009. Si torna così indietro di 4 anni in quest’autentica emergenza sociale: il 20 novembre sono stati superati i morti sui luoghi di lavoro dell’intero 2010, il 2 novembre quelli dell’intero 2009.
In questo momento 12 regioni hanno già eguagliato o superato, alcune con percentuali superiori al 100%, i morti sui luoghi di lavoro dell’intero 2010. Le altre regioni stanno avendo un calo molto contenuto rispetto ad un pessimo 2010. Su queste tragedie non è possibile nessuna distinzione tra amministrazioni di Centro-Destra o di Centro-Sinistra. Dai dati raccolti dall’Osservatorio emerge in modo molto evidente che il calo sulle morti sul lavoro che le statistiche ufficiali registrano (ma non l’Osservatorio) è dovuto soprattutto al calo delle morti nell’itinere e dei lavoratori che lavorano sulle strade e questo senza merito di alcuno ma solo ai mezzi di trasporto tecnologicamente più sicuri. Per fortuna anche i lavoratori acquistano automobili più sicure una volta rottamate le vecchie: quando le statistiche ufficiali parlano di calo occorre pensare soprattutto a quest’aspetto.
E questo cosa significa? Che nessuna Istituzione nazionale o locale si è occupata in modo continuativo e articolato delle morti sul lavoro che portano il lutto in tantissime famiglie. Solo la presenza del Sindacato in un luogo di lavoro sembra produrre effetti positivi sugli infortuni sul lavoro.
Il tanto vituperato sud ha complessivamente un andamento migliore del centro-nord. E non si parli di “indice occupazionale” per giustificare la differenza tra le regioni. “L’indice occupazionale” è una “balla” da spendere verso l’opinione pubblica per giustificare un cattivo andamento locale su questo fronte. Regioni del centro-nord considerate civilissime sotto molti altri aspetti, compresa quella dell’Osservatorio, con amministrazioni di destra o di sinistra, hanno un numero incredibile di morti sul lavoro, non nelle Fabbriche come si è portati a credere, ma in agricoltura, in edilizia e nei servizi alle imprese. Anche in una provincia altamente industrializzata come quella di Brescia, che guida da diversi anni la triste classifica delle morti sui luoghi di lavoro, gli infortuni mortali sono soprattutto tra edili e agricoltori. E edili e agricoltori ci sono in eguali misure in tutto il paese. “L”indice occupazionale” non ha neppure un valore statistico: a morire per oltre il 60% sono anziani agricoltori e edili che lavorano in nero o grigio. In agricoltura, che registra da sola il 33% di tutte le morti sul lavoro, tantissime vittime sono pensionati, schiacciati dal trattore che si ribalta e li travolge. Sono 131 in Italia dall’inizio dell’anno gli agricoltori uccisi dalla bara in movimento che è il trattore. Questi lavoratori non sono neppure considerati morti sul lavoro perchè già in pensione: spesso, lavorando sui campi, cercano solo di arrotondare le loro magre pensioni eche hanno il merito di coltivar tantissime aree del paese che altrimenti sarebbero abbandonate e in preda all’incuria e ai disastri ambientali. Ma la cosa che fa indignare di più è che basterebbe poco per salvare loro la vita con interventi mirati sulla cabina per evitare che siano sbalzati fuori dal trattore, nel caso di manovre sbagliate. In edilizia a morire sono giovani edili meridionali e stranieri anche nei cantieri del centro-nord: in aziende piccolissime, che lavorano spesso con commesse ottenute in sub appalto in nuove costruzioni, o in ristrutturazioni di case e appartamenti. Alcuni edili lavorano in nero e talvolta il “padrone” neppure esiste: ci sono pensionati o lavoratori che svolgono altre attività autonomamente, e senza responsabilità di terzi, mettendosi a fare lavori pericolosi in agricoltura, edilizia, giardineria, ecc. Molti s’improvvisano giardinieri e muoiono travolti dall’albero che segano o cadendo dall’albero che stanno potando. Altri s’improvvisano elettricisti, o muratori che vanno sui tetti senza impalcature a dare una mano ad un familiare, o all’amico e cadono al suolo sfracellandosi. Tutte queste tragedie non hanno nessuna copertura assicurativa. E si potrebbe continuare con una casistica molto corposa. La mancata esperienza e della dotazione di strumenti sicuri, in lavori rischiosi, provocano delle autentiche carneficine. E’ un aspetto controverso, ma è giusto denunciarlo se si vogliono salvare vite umane e far comprendere che ci sono lavori pericolosissimi che non si possono improvvisare, e che chi li fa, o li fa fare, si assume tutte le responsabilità del caso quali denunce penali e pagamento dei danni ai familiari delle vittime. Noi consideriamo anche queste vittime “morti sul lavoro”. Anche in questi casi l’INAIL, non essendo assicurati all’Istituto, non li annovera tra i propri “morti sul lavoro”: come del resto non lo sono gli anziani agricoltori e i militari e in tantissime altre situazioni che non stiamo ad elencare. Altra cosa sono i tantissimi “sfruttatori” che speculano su poveri immigrati e italiani bisognosi di lavorare, artigiani o piccole imprese che hanno lavoratori in nero, in grigio, o assunti regolarmente con contratti precari e stipendi da fame, ma che lavorano anche 10 o 12 ore al giorno mettendo così a rischio la propria vita. Lavorano col ricatto del licenziamento, mai esplicitato, ma che incombe sulle loro teste per tantissimi aspetti lavorativi, comprese le contestazioni sulla mancanza di “Sicurezza”. A volte sono proprio i proprietari della piccola impresa a morire per infortuni sul lavoro. Se si esclude l’agricoltura che ha aspetti particolari, si muore per la maggior parte nelle piccole e piccolissime aziende, nei servizi alle imprese e nei cantieri. Nelle aziende sindacalizzate, nonostante gli occupati siano milioni, le morti sui luoghi di lavoro sono pochissime, intorno al 2-3% sul totale. In questi giorni si parla di un aumento dell’età della pensione: vorrei ricordare che oltre il 25% di tutti i morti sui luoghi di lavoro ha oltre 60 anni: è disumano far continuare a lavorare persone in età avanzata che svolgono lavori faticosi e pericolosi. Vuol dire far aumentare in modo vertiginoso le morti sul lavoro. Anche i giovani lavoratori precari senza il diritto di contestare la mancata “Sicurezza” pena il licenziamento, pagano un prezzo elevatissimo di sangue. Poi ci sono le morti in itinere e sulle strade che ogni anno sono pecentualmente dal 50 al 55% di tutte le morti sul lavoro e anche in questo caso sono possibili interventi mirati per prevenirle.
Qui sotto l’andamento regionale e provinciale delle morti sui luoghi di lavoro.
Carlo Soricelli

Muore a Trieste Francesco Pinna di vent'anni mentre montava il palco dove avrebbe dovuto esibirsi Jovannotti

TRIESTE E' morto Francesco Pinna un operaio di 20 anni mentre veniva montato il palco dove avrebbe dovuto cantare Jovanotti, altri 20 operai sono rimasti feriti. La tragedia nel primo pomeriggio nel momento in cui una cinquantina di operai stavano montando il palco. Un altro operaio è gravissimo. Sembra che gli operaia stessero montando l'impianto luci e gli amplificatori quando è avvenuto il crollo. La struttura sportiva, situata nel rione di San Sabba, adiacente allo stadio "Nereo Rocco", è stata transennata e posta sotto sequestro. Le forze dell'ordine stanno tenendo a distanza giornalisti e operatori televisivi, in attesa dell'arrivo del magistrato di turno. Dagli ingressi del Palasport è visibile l'impalcatura, quasi completata e ripiegata in avanti. C'è da chiedersi com'è stato possibile una tragedia di queste dimensioni che ha coinvolti tantissimi lavoratori. Erano tutti in regola e con le strutture a norma? Sono domande che occorre fare e farsi, visto che concerti come questi muovono milioni di euro....

sabato 10 dicembre 2011

E' morto dopo un mese Tiziano Bonaldo, l'operaio rimasto gravemente ustionato. E' morto un agricoltore di 54 anni in provincia di Crotone.

Treviso 10 dicembre E' morto Tiziano Bonaldo operaio di 52 anni.Bonaldo era rimasto vittima di un grave infortunio nel quale era rimasto ustionato il 2 novembre. Sembrava che Bonaldo avesse superato l’infortunio nel quale era rimasto coinvolto oltre un mese fa nell'azienda azienda che produce macchine utensili. L’operaio, che stava lavorando nel reparto verniciatura, era stato investito da una fiammata rimanendo gravemente ustionato a braccia, mani e collo.
Subito soccorso dai sanitari del 118 era stato prima trasferito al pronto soccorso dell’ospedale di Castelfranco e poi trasferito al centro grandi ustionati di Verona. Le ustioni non sembravano così gravi e pochi giorni dopo i medici avevano sciolto la prognosi, vista l’evoluzione delle ferite che pareva positiva. Bonaldo era stato dimesso dall’ospedale ed era tornato a casa ma è morto improvvisamente.

Crotone, 10 dic. E' morto un agricoltore di 54 anni questa mattina, nel comune di Crucoli. L'agricoltore. Sono già 121 gli agricoltori morti dall'inzio dell'anno in Italia a causa del ribaltamento del trattore. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco del Comando di Crotone che hanno liberato il corpo ormai senza vita dello sfortunato agricoltore.

Caltanisetta 10 dic. E' morto Carmelo Falduzza operaio di 29 anni. Falduzza autista di un'azienda edile di Serradifalco. F e' morto folgorato nell'azienda in cui lavorava. Soccorso immediatamente dopo l'incidente e trasportato all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta, e' purtroppo deceduto. I carabinieri della Stazione di Serradifalco e la Compagnia di Caltanissetta stanno indagando per verificare la dinamica che ha provocato la tragedia.

venerdì 9 dicembre 2011

Ancora due giovani sotto i trent'anni muoiono sul lavoro. Franco Bandinu nel sassarese e un edile albanese nel viterbese

VITERBO, 9 DIC E' morto un giovane operaio albanese di 29 anni. Il giovane e' morto in un incidente sul lavoro avvenuto nel primo pomeriggio a Vitorchiano, in provincia di Viterbo. Secondo quanto accertato dai carabinieri e dagli ispettori del lavoro, il giovane stava lavorando per conto alla ristrutturazione di una palazzina, quando il solaio ha ceduto facendolo precipitare al piano sottostante, uccidendolo sul colpo. Il cantiere e' stato posto sotto sequestro

SASSARI, 8 DIC E' morto Franco Bandinu, elettricista di 24 anni. Il povero giovane e' morto folgorato a Siniscola, mentre stava installando l'impianto elettrico in una casa. L'allarme per l'intervento dell'eliambulanza e' stato dato alla centrale operativa del 118 di Sassari, ma ogni intervento si e' rivelato inutile: il giovane è morto sul colpo. Sul luogo della tragedia oltre al personale medico che ha constatato la morte di Bandinu, sono intervenuti i Carabinieri della Stazione di Siniscola che hanno cominciato gli accertamenti che hanno determinato la morte di Bandinu.

mercoledì 7 dicembre 2011

E' morto un operaio albanese in provincia di Milano. Un altro agricoltore ucciso dal trattore che si ribalta. E' morto Antonello Casula

6 dic Carbonia-Iglesias E' morto Antonello casula agricoltore di 43 anni. Casula è l'ennesima vittima del trattore killer che dall'inizio dell'anno ha ucciso altri 120 agricoltori in Italia. La tragedia ieri sera ma il corpo senza vita di Casula è stato trovato solo questa mattina. L'agricoltore era intento ad arare un campo quando a causa della pendenza del terreno il mezzo si è rovesciato su un lato travolgendolo. I familiari ieri sera non vedendolo rientrare hanno dato l'allarme,ma è stato notato solo il trattore ribaltato. Solo questa mattina con la luce è stato possibile individuare il suo corpo, che era coperto dalla vegetazione distante dal trattore.


Milano 6 dicembre E' morto un operaio albanese di 45 anni in un drammatico incidente sul lavoro avvenuto ieri a Bazzana Sant’Ilario, frazione di Assago, in provincia di Milano. Secondo la ricostruzione l'operaio albanese residente in provincia di Bergamo è precipitato da una decina di metri d’altezza mentre stava lavorando al secondo piano di una casa. La tragedia nel pomeriggio. Le condizioni sono apparse subito gravissime agli operatori del 118 che hanno cercato inutilmente di salvargli la vita.E' morto poco dopo per arresto cardiocircolatorio.

martedì 6 dicembre 2011

Un'altra vittima tra i romeni che stanno pagando un prezzo altissimo di sangue per il nostro benessere. E' morta Gabriela Iliescu

Treviso 5 dicembre E' morta Gabriela Iliescu, operaia di 44 anni. la tragedia a Campidui nel tardo pomeriggio. Gabriela iliescu è stata colpita alla testa dalla sponda mobile della macchina su cui stava lavorando. E' accaduto tutto in pochi istanti e nessuno è stato in grado di stabilire cosa sia successo. La Iliescu stava concludendo il turno del pomeriggio ed era scesa nella zona dove stampavano le bottiglie di plastica e la sponda mobile l'ha colpita violentemente sul volto uccidendola sul colpo. Dall'inizio dell'anno sono 6 i morti sui luoghi di lavoro in provincia di Treviso e 46 in Veneto che anche quest'anno si sta confermando una delle regioni con più vittime sui luoghi di lavoro. I cugini romeni sono oltre il 45% dei morti sui luoghi di lavoro tra gli stranieri.

lunedì 5 dicembre 2011

E' morto Bambino Zaccardi in provincia di Isernia

Isernia 4 dicembre E' morto Bambino Zaccardi di 61 anni. Zaccardi è caduto da un albero mentre intento a raccogliere le olive a Belmonte del Sannio. La tragedia in una zona agricola al confine tra i territori di Castiglione Messer Marino, in Abruzzo, e Belmonte, nei pressi del ponte sul Sente. Zaccardi stava raccogliendo le olive ed è caduto da un albero dopo che si è spezzato il ramo in cui era appoggiato. Nella caduta ha battuto violentemente la testa ed è morto sul colpo. Sul posto, oltre ai Carabinieri di Castiglione, anche una squadra di Vigili del fuoco di Agnone.

Giovanni Stinco IL FATTO QUOTIDIANO

Giovanni Stinco Il Fatto Quotidiano

Nato dal basso, senza pretese istituzionali ma con la sicurezza di potere contribuire alla prevenzione degli infortuni sul lavoro in Italia: "Non abbiamo le statistiche Inail, le morti noi le cerchiamo sui giornali e sui siti internet, ma proprio per questo i nostri dati sono sorprendenti, aggiornati in tempo quasi reale, e ci permettono di vedere cose che alle istituzioni sfuggono sistematicamente"

Un osservatorio sulle morti sul lavoro nato dal basso, senza pretese istituzionali ma con la sicurezza di potere contribuire alla prevenzione degli infortuni in Italia. A crearlo un metalmeccanico in pensione, Carlo Soricelli , che ogni giorno dedica almeno 4 o 5 ore alla ricerca e catalogazione delle morti sul lavoro in tutta la penisola. “Non abbiamo le statistiche Inail, le morti noi le cerchiamo sui giornali e sui siti internet, ma proprio per questo i nostri dati sono sorprendenti, aggiornati in tempo quasi reale, e ci permettono di vedere cose che alle istituzioni stanno sistematicamente sfuggendo”.

Ad esempio che quest’anno l’Emilia-Romagna è la prima regione in Italia in termini di morti sul lavoro rispetto alla popolazione (51 morti al 29 novembre 2011, contro i 40 del 2010) , o che le la situazione sta peggiorando, ed entro dicembre le morti bianche in Italia avranno superato quota mille. “Abbiamo presentato un’interrogazione usando i dati dell’Osservatorio di Bologna – spiega Giovanni Favia, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – e fino ad ora quei numeri non sono mai stati smentiti, ma solo sistematicamente ignorati. Forse perché sconfessano i dati presentati dalla Regione, tra l’altro vecchi di almeno 12 mesi?”

Soricelli, attraverso i suoi corrispondenti che ogni giorno gli segnalano decessi sul lavoro da tutte le province della penisola, è riuscito dal 2008 a mettere in piedi un sito (Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti per infortuni sul lavoro) che riporta alcuni dei risultati del proprio lavoro di ricerca. “Ormai – spiega – riusciamo a non farci sfuggire più nessuna morte bianca, e i nostri dati sono costantemente aggiornati”. A spingere l’anziano metalmeccanico a dedicarsi all’Osservatorio è stata la tragedia della Thyssen Krupp del dicembre 2007, che costò la vita a sette operai, arsi vivi dalle fiamme nate da un incidente di lavorazione nello stabilimento torinese del gruppo.

I dati raccolti dall’Osservatorio di Bologna ribaltano molti dei luoghi comuni in materia di morti sul lavoro, e si scontrano a volte con i dati ufficiali che negli ultimi 12 mesi hanno registrato una diminuzione dei decessi. “Non è così, da gennaio a fine novembre 2011 sono state 617 le persone morte sul lavoro, otto in più dell’anno scorso”. Numeri preoccupanti che per il 31 dicembre faranno abbondantemente superare quota mille.

Proprio quella che l’anno scorso non era stata raggiunta secondo i dati ufficiali Inail. “Spulciando tutte le notizie su carta e web siamo in grado di mettere in conto anche gli incidenti mortali nell’agricoltura, e vi posso dire che moltissime vittime sono pensionati che continuano a lavorare anche dopo i 60 anni. Incidenti mortali che l’Inail non sempre conteggia tra le morti bianche”. E’ quindi proprio il settore agricolo ad essere il più colpito, e non le fabbriche: “Se contiamo le morti nelle industrie con più di 15 dipendenti scopriremo che sono davvero marginali, merito sopratutto del sindacato”.

“Gli agricoltori – spiega il sito dell’osservatorio – muoiono per la maggioranza in tarda età, schiacciati da trattori killer, spesso senza protezioni, che si ribaltano. Dall’inizio dell’anno, solo sui campi, sono già 115 i morti provocati da questa autentica bara in movimento. Da soli gli agricoltori schiacciati dal trattore sono il 20% di tutti i morti sul lavoro”.

Dati degni di maggiore attenzione da parte delle Istituzioni – “fino ad oggi nessuno che ci abbia preso in considerazione” – e che indicano come “il 25% di tutti i morti sul lavoro ha più di 60 anni e le vittime in questa fascia d’età sono quasi tutte concentrate in agricoltura e in edilizia”. Proprio l’edilizia paga un pesante tributo in termini di morti bianche. “Gli edili che perdono la vita nei cantieri – continua Soricelli – sono per la maggioranza meridionali e stranieri, e muoiono principalmente cadendo dall’alto per mancanza di protezioni e impalcature a norma. Le vittime lavorano in piccoli e piccolissimi cantieri con pochi dipendenti, che operano in condizioni precarie anche 10/11 ore al giorno.”

Le conclusioni di Soricelli sono quindi controcorrente rispetto ai numeri ufficiali: “La situazione dal 2009 ad oggi sta in realtà peggiorando. A morire sono soprattutto precari e agricoltori con più di 60 anni. Senza contare i militari all’estero e i lavoratori in nero. Quella delle morti sul lavoro – conclude l’ex metalmeccanico – è una verità poco edificante per la classe dirigente italiana. I nostri dati sono qui, che qualcuno li venga ad analizzare e verificare”.

UNA STANGATA MICIDIALE DEL GOVERNO MONTI PER PENSIONATI E LAVORATORI: I MORTI SUL LAVORO AUMENTERANNO IN MODO ESPONENZIALE

UNA STANGATA MICIDIALE A LAVORATORI E PENSIONATI DEL GOVERNO MONTI. OLTRE AL MORTALE DANNO ECONOMICO CHE SUBISCONO I PENSIONATI CON LA MANCATA INDICIZZAZIONE DELLE PENSIONI CHE IN DIECI ANNI FARA' PERDERE ALMENO IL 40% DEL POTERE D'ACQUISTO, E CHE LI PORTERA'A SUPERARE LA SOGLIA DELLA POVERTA', VORREI ANCORA UNA VOLTA RICORDARE CHE PIU' DEL 25% DEI MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO HA OLTRE 60 ANNI. L'ALLUNGAMENTO DELL'ETA' DELLA PENSIONE PER I LAVORATORI CHE SVOLGONO LAVORI PERICOLOSI E' DEVASTANTE SUL FRONTE DELLA "SICUREZZA" SUL LAVORO, E I MORTI SUL LAVORO AUMENTERANNO IN MODO ESPONENZIALE.

domenica 4 dicembre 2011

E' morto Gianni Bertozzi agricoltore di 72 anni nel Reggiano

Reggio Emilia 3 dicembre. E' morto Gianni Bertozzi agricoltore di 72 anni. La tragedia venerdì mattina mattina: a ritrovarlo agonizzante il figlio nel cortile dell'azienda agricola a Massenzatico che ha dato immediatamente l'allarme chiedendo l'intervento del 118. Dopo i primi soccorsi, l'anziano agricoltore è stato trasportato all'Ospedale di reggio Emilia e ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione il passo è stato breve. Purtroppo nelle ore della notte le sue condizioni sono ulteriormente peggiorate ed è morto poco dopo. Sono già 10 i morti sui luoghi di lavoro nella provincia di Reggio Emilia: 4 morti in agricoltura, di cui 3 causate dal trattore,4 in edilizia e due in aziende artigianali. L'Emilia Romagna con 53 morti si sta confermando la regione con più vittime sui luoghi di lavoro in rapporto al numero di abitanti, e seconda in termini assoluti dopo la Lombardia che ha 71 morti ma il doppio degli abitanti

sabato 3 dicembre 2011

Un altro morto sul lavoro a Brescia che mantiene anche quest'anno il primato in Italia in questa triste classifica. E' morto Vincenzo Mari a Brescia.

Brescia è morto Vincenzo Mari, facchino di 63 anni. Mari era stato travolto da un carrello elevatore, giovedì mattina all’interno dell’Ortomercato di Brescia.
Mari aveva appena timbrato il cartellino e stava attraversando la strada all’interno del mercato, quando è stato investito da un muletto in retromarcia. Mari ha battuto violentemente la testa sul selciato riportando un vasto trauma interno.
Subito soccorso e trasferito alla Poliambulanza, è stato sottoposto ad un delicato intervento e poi ricoverato nel reparto di Terapia intensiva. Nella mattinata di venerdì è stato poi trasferito a Manerbio, dove è morto in serata.
La tragedia probabilmente è stata causata dalla scarsa illuminazione in quel punto.
Sono già 19 i morti sui luoghi di lavoro nella provincia di Brescia che si conferma anche quest'anno la provincia con più morti sui luoghi di lavoro. I morti sui luoghi di lavoro in Lombardia sono 71 dall'inizio dell'anno


Taranto 2 dicembre E' morto C. Brittannico agricoltore di 35 anni. Brittanico è morto a Grottaglie rimanendo fulminato folgorato mentre raccoglieva olive in campagna. Sembra che Brittanico alle sei del mattino, da Grottaglie si sarebbe per andare a lavorare in terreni di sua proprietà e dopo aver toccato i fili elettrici è stato colpito da una scossa rivelatasi fatale. A scoprire la tragedi ala madre che non vedendolo arrivare all'ora di pranzo è andata a cercarlo

venerdì 2 dicembre 2011

Forse lavorava in nero al momento della tragedia la giovane romeno morta il 5 dicembre a Cavalzere

Vi ricordate di Maria Monteanu la giovane romeno morta il 5 NOV travolta dal muletto? Sembra che la povera giovane sia stata regolarizzata mezz'ora dopo l'infortunio mortale. Questa realtà è venuta fuori nel corso degli accertamenti compiuti dalla Direzione Provinciale del Lavoro che li ha trasmessi all'autorità competente. Ma l'azienda nega queste conclusioni. Sono notizie che fanno gelare il sangue nelle vene tanto sono incredibili: ma ormai non ci si meraviglia più di niente. sembra che l'azienda neghi
Questo il fatto di cronaca
E' morta Maria Monteanu, romena di 22 anni. la povera ragazza è morta travolta da un muletto nell'azienda di ingrosso di ortofrutta in cui lavorava, a San Pietro di Cavarzere.La tragedia questa mattina. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Cavarzere, ad investire la donna, per cause in corso di accertamento, sarebbe stato il proprietario della ditta che guidava il muletto.

Ancora una vittima del trattore killer: muore un agricoltore di 47 anni nel perugino

Perugia, 2 dic. E' morto un agricoltore di 47 anni schiacciato dal trattore che stava manovrando per la raccolta delle olive. La tragedia a Bazzano di Spoleto. Il mezzo, per cause ancora in corso di accertamento, si e' ribaltato finendo in una scarpata e il 47enne e' rimasto incastrato tra il trattore e un grosso albero. Putroppo i sanitari del 118 non hanno potuto far altro che constatarne la morte. Sul posto carabinieri e vigili del fuoco. Sono già 118 i morti causati dal ribaltamento del trattore dall'inizio dell'anno.

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?