morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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mercoledì 30 settembre 2015

E' morto Giovanni Rocca a Settimo Torinese cadendo dall'alto

Torino 30 settembre 2015 E' morto Giovanni Racca di59 anni. Rocca è morto nella notte all’ospedale Cto dove era stato trasportato con l’elisoccorso nella mattinata di ieri dopo essere caduto dall'alto in un cantiere. sembra che rocca lavorasse da solo su un tetto a Settimo Torinese.

martedì 29 settembre 2015

Articolo di Michele Azzu

Nel 2015 record di morti sul lavoro: perché il governo non riconosce questo problema? Tre istituti diversi dicono che nel 2015 sono cresciuti infortuni e morti sul lavoro. I controlli Inail scoperchiano una situazione di irregolarità allarmante. E il governo non fa nulla: sono i cittadini a mobilitarsi. Politica ultime notizie 28 settembre 2015 09:55 di Michele Azzu Nel 2015 record di morti sul lavoro: perché il governo non riconosce questo problema? I dati di tre diversi istituti concordano su un fatto: nel 2015 crescono gli infortuni e i morti sul lavoro. Lo denuncia l’Osservatorio Indipendente di Bologna Morti sul Lavoro di Carlo Soricelli, lo riportano i numeri dell’Anmil (associazione nazionale mutilati ed invalidi sul lavoro), così come i dati dell’Osservatorio Vega Engineering di Mestre. “I morti per infortuni sui luoghi di lavoro non sono mai stati così tanti da quando nel gennaio 2008 è stato aperto l’osservatorio”, commenta Soricelli. Proprio Soricelli ha contestato più volte negli ultimi anni i numeri dell’Inail, che ogni anno riportano di un calo nelle morti – a differenza della crescita registrata dal suo osservatorio. Quest’anno non sembrano esserci dubbi: il 2015 è l’anno record per gli incidenti fatali. E forse non è un caso che questo accada proprio nel momento in cui le morti e gli infortuni sul lavoro sembrano essere completamente scomparsi dall’agenda politica. PER LA PRIMA VOLTA I NUMERI CONCORDANO. Al 26 settembre l’Osservatorio Indipendente di Bologna ha registrato 510 morti sul lavoro nel 2015, ma il numero diventa di 1.030 se si aggiungono anche i morti “in itinere” (ovvero chi muore durante uno spostamento, o un viaggio, dovuto al lavoro). Con una crescita del 4.6% rispetto all’anno scorso, e dell’8.6% rispetto al dato di settembre 2008 (al 15 settembre). Per l’Osservatorio Vega di Mestre – che rielabora i dati dell’Inail – i morti sul lavoro registrati fino a luglio sono stati 472, più 171 in itinere, per un totale di 643. Un incremento del 9.5% rispetto al dato di luglio del 2014. Per l’Anmil, invece, nei primi cinque mesi del 2015 ci sono stati 388 morti sul lavoro rispetto ai 358 del 2014: una crescita in questo caso dell’8.4%. Da maggio a settembre, insomma, nei dati di questi tre istituti diversi si registra una crescita importante rispetto all’anno scorso. “Vuol dire che se l’Inail ha avuto solo 662 morti nell’intero 2014 assistiamo a un aumento spaventoso”, spiega Soricelli. “I morti – continua il direttore dell’Osservatorio Indipendente – si sono solo trasferiti da categorie protette ad altre che non lo sono, o che hanno un’assicurazione diversa dall’Inail”. I CASI RECENTI. Eppure la cronaca non smette mai di richiamare la nostra attenzione sugli incidenti, ogni giorno, dal nord delle aziende al sud dei cantieri portuali. Solo in Veneto i morti – questa volta la cifra è dell’Inail – sono 64 dall’inizio dell’anno. A Brescia l’Anmil conta 24 morti in sette mesi, di cui un terzo schiacciati dai trattori nel lavoro agricolo. Significa una crescita del 19% degli incidenti fatali rispetto all’anno precedente. A avere il maggior numero di morti, secondo l’Osservatorio di Bologna, sono la Lombardia (68) e la Toscana (54). Ma in Sicilia a settembre è stata una vera e propria strage. Il 21 settembre il meccanico di 43 anni Antonino Lo Presti è morto a Lercara Friddi schiacciato da un’auto. Lo stesso giorno è morto anche Antonio Gangi, operaio del porto di 52 anni, caduto nel pozzo della stiva della piattaforma petrolifera Vega, a Pozzallo. Il 9 settembre nello stabilimento petrolchimico di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, sono morti due operai trentenni di un’azienda dell’indotto, cadendo in un pozzo. In questo petrolchimico già nel 2013 era morto un altro operaio della Isab Nord per una fuga di gas letale. GLI INCIDENTI FATALI SI RIPETONO IDENTICI. Il fatto che il petrolchimico siciliano avesse già visto due anni fa una morte sul lavoro non deve sorprendere. In realtà accade spesso che gli incidenti fatali si ripetano quasi identici sugli stessi luoghi di lavoro, a distanza di pochi anni. È successo nei cantieri della metro di Roma, dove si contano due operai morti entrambi per la caduta in un pozzo: Bruno Montalti nel 2011 e Luigi Ternano nel 2012. Incidenti fatali simili si sono ripetuti più volte negli stabilimenti ittici di Molfetta in Puglia, dove l’anno scorso sono morti due operai, padre e figlio, annegati tragicamente in una cisterna di liquami. Poco lontano da un’altra cisterna, quella della ditta Truck Center, in cui nel 2008 morirono cinque operai asfissiati dalle esalazioni tossiche. Incidenti simili fra loro sono capitati anche all’Ilva di Taranto, dove negli ultimi 4 anni si contano tre morti: Claudio Marsella di 29 anni, caduto dalla motrice. Francesco Zaccaria, 29 anni, portato via dalla tromba d’aria. Ciro Moccia, 42 anni, precipitato da 10 metri. CONTROLLI E PROCEDURE D’INFRAZIONE. Viene da chiedersi perché. Perché gli incidenti fatali si ripetono uguali a distanza di anni nelle stesse aziende, e perché nel 2015 i morti sono così tanti. Sono le leggi a mancare, oppure è l’esecuzione dei controlli – in carico all’Inail – a non essere adeguata? Una nota stampa dell’Inail rilasciata lo scorso luglio riporta un dato preoccupante: “Nel 2014 i circa 350 ispettori Inail hanno controllato 23.260 aziende (il 72% del terziario, il 24% del settore industria), l’87,5% delle quali sono risultate irregolari. Le verifiche hanno portato anche alla regolarizzazione di 59.463 lavoratori, di cui 51.731 irregolari e 7.732 in nero”. La nota conclude: “confermata l’efficacia dei controlli”, ma non si può non rimanere colpiti da quanto alta sia la percentuale di irregolarità riscontrata dall’istituto, fra aziende e lavoratori controllati. Dal lato delle leggi, poi, c’è l’annosa questione delle procedure d’infrazione dell’Unione Europea, che ogni anno bacchetta l’Italia per il mancato adeguamento alle normative comunitarie sulla sicurezza. Il Decreto Fare del governo Letta, ad esempio, è stato corretto lo scorso luglio con la legge n.115 perché non risultava conforme alle norme di sicurezza dei cantieri mobili. La denuncia era arrivata alla Commissione Europea dall’attivista Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico di Firenze, che già nel 2009 aveva denunciato all’UE i rischi italiani sulla de-responsabilizzazione del datore di lavoro e sulle tempistiche per redarre il documento sulla valutazione dei rischi (DVR) di una nuova impresa. Anche allora era partita la procedura d’infrazione. È stato necessario che un privato cittadino, un attivista, si mobilitasse in proprio per segnalare queste irregolarità nelle leggi. Così come negli ultimi anni è stata l’attività volontaria di Carlo Soricelli e del suo osservatorio a scoperchiare il dato reale dei morti sul lavoro in Italia. Quest’anno, per la prima volta, i suoi dati combaciano con altri due istituti: morti ed infortuni sono in crescita. “Sono aumentati i morti in nero, in grigio, ma soprattutto nelle partite Iva individuali”, commenta Carlo Soricelli, che spiega sul suo sito come la crescita interessi particolarmente i lavoratori over 50, e come una gran parte sia dovuta agli incidenti coi trattori nel lavoro agricolo. Ma non basta: ci sono i controlli dell’Inail a rilevare una situazione allarmante di irregolarità nelle aziende. Eppure, ancora oggi ogni passo avanti nel riconoscimento di questa emergenza viene fatto da privati cittadini, che portano avanti la battaglia per la sicurezza sul lavoro in forma volontaria e con tante difficoltà. Cosa serve ancora perché il governo riconosca questo problema? continua su: http://www.fanpage.it/2015-record-di-morti-sul-lavoro-perche-il-governo-non-riconosce-questo-problema/ http://www.fanpage.it/

martedì 22 settembre 2015

Mamma mia queste tragedie dell'inciviltà non hanno mai fine. registriamo la morte sui luoghi di lavoro di altri sei lavoratori

Altri sei lavoratori sono morti sui luoghi di lavoro tra ieri e oggi. Due sono morti in Sicilia: un meccanico in provincia di Palermo è stato travolto dall'auto su cui stava lavorando, mentre in provincia di Ragusa è morto annegato un lavoratore che lavorava su una piattaforma. In Toscana un autotrasportare è stato travolto dal carico del suo tir, mentre un altro (che non segnaliamo a carico della Regione Toscana) è morto sull'A1 in questa regione. In provincia di Cosenza è morto un edile cadendo dal secondo piano di un'abitazione. Un altro edile è morto in provincia di Ascoli Piceno travolto dal terreno di uno scavo. Incredibile la sequenza di morti di quest'anno.

Strage continua, già 104 gli agricoltori schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno.

Cremona 20 settembre 2015 Un giovane in provincia di Cremona è morto fulminato dopo giorni d'agonia, mentre un agricoltore è morto schiacciato dal trattore in provincia di Vicenza. Sono già 47 i lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO a settembre e oltre 100 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere

sabato 19 settembre 2015

Siamo arrivati all'incredibile numero di 102 morti schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno

Superati i 100 moti schiacciati dal trattore con le ultime due vittime in provincia di Brescia e di Cuneo. Le due ultime vittime sono Tiziano Dragon della provincia di Cuneo e Tiziano Zanardelli della provincia di Brescia. In provincia di napoli è morto fulminato in in cantiere Gioacchino Verde di soli 24 anni.

mercoledì 16 settembre 2015

Trallallero trallalà qui in Italia tutto va

16 settembre 2015 Con i 9 morti sui luoghi di lavoro in questi ultimi due giorni stiamo ormai superando la bellissima cifra di 1000 morti sul lavoro dall'inizio dell'anno, di cui 488 sui luoghi di lavoro. Il Ministro Martina può sorridere ancora di più, con i due morti schiacciati dal trattore in questi due giorni, siamo a 99 morti travolti da questo mezzo dall'inizio dell'anno e 69 dal 1° maggio e inaugurazioone dell'EXPO che nutre il pianeta. A 100, e ci arriveremo prestissimo, festeggeremo con una bella bottiglia di vino rosso "sangue d'agricoltore schiacciato dal trattore" Annata 2014.Ma sembra che anche quest'anno l'annata sia ottima, tanto sangue da poter riempire migliaia di bottiglie. Grazie Martina, Renzi e Poletti che pur avvertiti dell'imminente strage da questo Osservatorio nel febbraio 2014 e 2015, nulla avete fatto per queste tragedie, neppure un selfie. Trallalero Trallallà in questo paese tutto va.

martedì 15 settembre 2015

Con la morte di Giampiero Montagnani La Toscana raggiunge lo spaventoso numero di 50 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno

15 settembre 2015. Dopo una settimana d'agonia è morto Giampiero Montagnani di 56 anni in una cava in provincia di Firenze. La causa probabilmente una caduta dall'alto o da una piattaforma di un mezzo di trsporto mentre caricavano o scaricavano materiale. Con questa vittima la Toscana raggiunge lo spaventoso umero di 50 morti sui luoghi di lavoro, se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere probabilmente i mprti in totale raddoppiano. Sui luoghi di lavoro è seconda per numero di morti solo alla Lombardia che però occorre ricordare che ha il doppio degli abitanti. l'indice occupazionale non ha nessun valore statistico, a morire sono sprattutto lavoratori in nero, che non dipsonfgono di un'assicurazione o che lavorano in agricoltura e sono anziani.

Vogliamo finalmente fare chiarezza sul reale numero di morti per infortunio sul lavoro?

Vogliamo finalmente fare chiarezza sul reale numero di morti per infortunio sul lavoro? Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http;//cadutisullavoro.blogspot.it 1) L’Osservatorio Indipendente di Bologna è l’unico in Italia a monitorare TUTTI i morti per infortuni sul lavoro, nessuno escluso e indipendentemente dal lavoro che svolge la vittima, o che disponga o meno di un’assicurazione. I morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO non sono mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro. Sono oggi dall’inizio dell’anno a oggi 15 settembre 478 sui LUOGHI DI LAVORO (oltre 1000 se si aggiungono tutti quelli che muoiono in altri contesti). Erano sui luoghi di lavoro 457 il 15 settembre del 2014 +4,6%, erano 437 lo stesso giorno del 2008 +8,6%. In questi anni nessun calo favoloso, ma aumenti, nonostante un numero enorme lavoratori ha perso il lavoro da quell’anno. I morti si sono solo trasferiti da categorie protette ad altre che non lo sono o che hanno un’assicurazione diversa dall’INAIL. A queste morti occorre sempre ricordare che si aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere i morti per lo meno raddoppiano. Ma queste vittime, se in regola sono riconosciute dallo Stato come morti sul lavoro (e tante non lo sono) e richiedono interventi diversi. Se si vuole fare prevenzione occorre tenere nettamente separate queste morti da quelli che muoiono sui luoghi di lavoro. La Lombardia ha già 62 morti sui luoghi di lavoro, ma se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 120 morti, ma occorre ricordare che la Lombardia ha più del doppio degli abitanti di qualsiasi regione italiana, e se si guarda il numero di abitanti è la Toscana che quest’anno, con 49 morti sui luoghi di lavoro che detiene questo triste primato. L’indice occupazionale non ha nessun valore statistico, a morire sono soprattutto lavoratori atipici, in nero, Partite IVA e agricoltori. 2) E’ l’agricoltura con il 32% di tutte le morti sul lavoro che rappresenta la vera emergenza del Paese. Segue l’edilizia col 21,2%, l’industria con il 10,04%, l’autotrasporto di tutte le categorie con il 7,3%. Gli altri morti nei servizi e in altre categorie che non stiamo a elencare. 3) Sono già 67, giorno dell’inaugurazione dell’EXPO i morti schiacciati dal trattore e 97 dall’inizio dell’anno, nel 2014 sono stati 152 e questo pur avvertendo nel febbraio 2014 e 2015 il Ministro Martina, il Ministro Poletti e il Primo Ministro Renzi delle imminenti stragi di agricoltori schiacciati dal trattore. Si chiedeva loro di fare almeno una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. 4) Il 22% di tutte le morti per infortuni sul lavoro ha più di 60 anni (quanto incide la legge Fornero?) 5) dai 50 ai 59 il 28%, Il 24% ha dai 40 ai 49 anni, 6) Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono il 14,4% sul totale di tutte le morti per infortuni 7) Occorre ricordare che l’INAIL monitora solo i propri assicurati e che l’anno scorso sono stati, compreso l’itinere 662 8) Un osservatorio che elabora gli infortuni mortali sul lavoro dell’INAIL scrive che le morti per infortuni sul lavoro sono stati nei primi sette mesi del 2015 ben 643, compreso l’itinere, questo vuol dire che se l’INAIL ha avuto “solo” 662 morti nell’intero 2014, assistiamo a un aumento spaventoso. 9) Sarebbe ora di fare finalmente chiarezza su queste tragedie e non giocare sui numeri e tirarli dalla parte che fa più comodo 10) Il Jobs act non protegge dal licenziamento neppure i lavoratori che si rifiutano di svolgere lavori pericolosi, con una scusa possono essere licenziati e questo farà aumentare ancora di più le morti sul lavoro. Carlo Soricelli

lunedì 14 settembre 2015

Terrificante morte di un operaio a Torino risucchiato dentro una sabbiatrice dopo essere rimasto incastrato da un ingranaggio

14 settembre 2014 E' morto in modo drammatico Alfio Randazzo. Randazzo è rimasto incastrato nella sabbiatrice a cui stava lavorando e un ingranaggio l'ha risucchiato nella sabbiatrice. La tragedia è avvenuta in una ditta di stampaggio i L’amministratore delegato dell’azienda, presente sul luogo dell’incidente, ha immediatamente cercato di sganciarlo, intervenendo con un muletto sul meccanismo che lo imprigionava, ma non c’è stato nulla da fare ed è risultato inutile ogni tentativo di salvarlo. Sono già 11 i morti sui LUOGHI DI LAVORO in provincia di Torino e se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si arriva a contare oltre 25 morti.

sabato 12 settembre 2015

Strage di operaii in Sicilia in questi ultimi giorni: una sequenza terribile che vede morire in 5 giorni ben sette lavoratori

12 settembre 2015 Sono morti per infortuni sui luoghi di lavoro ben sette lavoratori in Sicilia negli ultimi 5 giorni. A Lena è morto il 7 settembre l'antennista Antonio Lena,un altro antennista Filippo Di Salvo è morto in provincia di Palermo a Priolo nello stabilimento dell'ENI sono morti il 9 settembre Michele Assente e Salvatore Pizzollo. A Palermo è stato ucciso dal committente un edile che stava eseguendo lavori in una casa privata. In un altro stabilimento a Priolo di Siracusa è morto ieri Vincenzo Guerci di 61 anni schiacciato da un grande cancello, un altro giovane morto dopo molti giorni d'agonia a Palermo Silvano candela di 36 anni. La Sicilia con 35 morti sui LUOGHI DI LAVORO si conferma una delle regioni con più morti per infortuni sui luoghi di lavoro con 35 morti e risulta quinta per numero di morti sui luoghi di lavoro dopo Lombardia, Toscana, Veneto e Campania.

mercoledì 9 settembre 2015

Nove morti sui luoghi di lavoro in questi ultimi giorni

Nove morti sui luoghi di lavoro in questi ultimi giorni 9 settembre In questi due giorni sono morti 9 lavoratori in diverse regioni italiane. Ma è la Siclia con 5 morti a pagare un grande contributo di sangue. Tragedia collettiva questa mattina alle 11 nel polo petrolchimico di Priolo Gargallo (ENI) in provincia di Siracusa: Sono morti Michele Assente e Salvatore Pizzollo due operai dell'indotto poco più che trentenni. Stavano effettuando lavori di manutenzione quando sembra siano caduti in un pozzetto. Il magistrato ha già disposto il sequestro dell'area. Purtroppo proprio in questi giorni mi aspettavo delle morti collettive, le statistche mi dicevano questo, Queste morti multiple si verificano in un lasso di tempo abbastanza prevedibile se si analizzano i dati raccolti. Il problema è riuscire a individuare almeno la categoria, ma per ora è ancora impossibile, almeno per quanto riguarda la mia preparazione informatica che è molto scarsa. Poco tempo fa ci eravamo anche raccomandati per l'indotto nelle grandi aziende, che non verificano a sufficienza la preparazione e la professionalità dell'azienda a cui appaltano il lavoro. Anche il Sindacato non tiene conto a sufficienza di questa lacuna. A morire nelle grandi aziende sono soprattutto artigiani dell'indotto. L'ho scritto e riscritto e speriamo che prima o poi faccia breccia. Le altre morti sui luoghi di lavoro a Palermo, Campobasso, Messina e Perugia. Sull' A 4 due morti.

giovedì 3 settembre 2015

MINISTRO MARTINA SMETTA DI SORRIDERE IN TELEVISIONE E ALLE INAUGURAZIONI E APRA GLI OCCHI SU QUELLO CHE STA SUCCEDENDO NEL MINISTERO CHE DIRIGE. DA QUANDO E' MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE SONO MORTI SCHIACCIATI DAL TRATTORE OLTRE 230 AGRICOLTORI . L'ULTIMO DI 48 ANNI OGGI. NEL CUNESE MUORE FULMINATO IN UNA CAVA UN GIOVANE DI 20 ANNI.

4 settembre 2015 Tragedia nel Cosentino: muore schiacciato dal trattore Mario Turco a soli 48 anni. La tragedia questa mattina tra le campagne di Montalto Uffugo, in località Pozzonaro. Sono già 93 dall'inzio dell'anno i morti schiacciati dal trattore e 63 dall'inaugurazione dell'EXPO che "nutre il pianeta". E questo ministro non ha mosso un dito, neppure una campagna inofrmativa sulla pericolosità del mezzo, come è stato richiesto dall'Osservatorio a Febbraio 2014, anno in cui ne sono morti in modo così atroce 152 e anche a febbraio di quest'anno. ma ninete, pensano solo a fare passarelle, lui Poletti e Renzi (avvertiti pure loro) Cuneo 4 settembre. E' morto Manuele Salvai fulminato a 20 anni in una cava di pietre nel cunese, presso il magazzino di pietra di proprietà della "Maurino Pietre", che da trent’anni estrae da cave proprie e lavora la pregiata Pietra di Luserna, la varietà più conosciuta ed apprezzata di gneiss lamellare. Il corpo del povero giovane è stato attraversato e squassato da una forte scarica elettrica, sulle cui cause sono in corso gli accertamenti dei carabinieri e dei tecnici del Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’Asl Cn1, finalizzate a scoprire eventuali responsabilità di terzi.

Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?