morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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lunedì 31 ottobre 2022

Diffusi i rapportii UE (Unione Eurpoea) sui morti sul lavoro del 2020. Prima l'Italia per numero di morti. In realtà la situazione è ben più drammatioca se in questo numero, ci fossero tutti i morti sul lavoro e non i soli assucurati a INAIL, sono andato a vedere e a noi risultavano per il 2020 1172 morti complessivi, altro che 776!!!! con I morti non assicurati a questo Istituto, si arriva, depurando il numero di morti da Coronavirus allo spaventoso numero di 1172 morti per infortunio

 

Certo occorerebbe andare a vedere come sono monitorati i morti negli altri Paesi, certo che se fanno come in Italia, dove vengono presi come riferimento solo i morti in itinere, ma con certezza si può dire che i morti in Italia sono un numero enorme, se contati tutti. 

Con 776 vittime nel 2020, 285 in più rispetto all’anno precedente, l’Italia ha registrato l’aumento più elevato di morti sul lavoro tra i principali Paesi europei. Dietro all’Italia si sono piazzate la Spagna (+45 nel 2020 rispetto al 2019) e il Portogallo (+27). È quanto emerge da un’analisi dei dati Eurostat condotta dallo European Trade Union Institute e pubblicata oggi dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces). Complessivamente sono 12 gli Stati europei ad aver registrato nel 2020 un aumento dei decessi sul lavoro rispetto al 2019: oltre a Italia, Spagna e Portogallo, anche Repubblica Ceca, Cipro, Polonia, Malta, Bulgaria, Belgio, Croazia, Slovenia e Lituania.

domenica 30 ottobre 2022

L'orribile patteggiamento sul corpo sanguinante di Luana: le madri epiche che lottano per la giustizia per i loro figli morti sul lavoro come quella di Luana D'Orazio figlia di Emma Marazzo, di Lisa Picozzi figlia di Marianna Viscardi, di Andrea Gagliardoni figlio di Graziella Marota, di Ruggero Toffolutti figlio di Valeria Parrini Toffolutti, di Mattia Battistutti figlio di Monica Michielin, di Giuseppe Tusa figlio di Adele Chiello e di tanti altri

 L'orribile patteggiamento sul corpo di Luana: le madri epiche che lottano per la giustiza per i loro figli morti sul lavoro come quella di Luana D'Orazio figlia di Emma Marazzo, di Lisa Picozzi figlia di  Marianna Viscardi, di Andrea Gagliardoni figlio di Graziella Marota, di Ruggero Toffolutti figlio di Valeria  Parrini Toffolutti, di Mattia Battistutti figlio di Monica Michielin, di Giuseppe Tusa figlio di Adele Chiello e di tante altre: ieri ascoltando Marianna Viscardi che ha commosso tutti i partecipanti all'incontro col Cardinale Zuppi a Bologna, mi sono venute in mente queste madri coraggio, che combattano per avere giustizia per i loro figli morti sul lavoro, madri epiche come quelle che nella storia hanno protetto i propri figli fino alla fine della loro vita: li hanno protetti da vivi e anche da morti. A queste grandi madri va un mio GRANDE abbraccio. Intanto anche ieri piangono altre 4 famiglie per il loro caro morto sul lavoro. Carlo Soricelli

venerdì 28 ottobre 2022

Ieri una strage: cinque i morti. Importantissimo domani a Bologna, un'iniziativa "Per non morire lavorando" con il Cardinale e Presidente Cei Matteo Zuppi. Io aprirò i lavori con un video sulla reale situazione dei morti sul lavoro. Partcipate. In questo post i morti sul lavoro aggiornati a questa mattina,

 Una giornata di sangue ieri con 5 morti sui luoghi di lavoro. Due vigili del fuoco sono morti  caduti sull'Etna mentre cercavano di spegnere un incendio, si sono schiantati con il canader, venivano dalla Calabria. Un dipendente colombiano è stato accoltellato mentre lavorava in un supermercato a Milano. Un ufficiale dei carabinieri ucciso in caserma da un brigadiere nella Caserma di Asso nel comasco. Perde la vita Roberto Filippi schiacciato dal trattore caduto in un corso d'acqua. Ma diversi altri lavoratori sono morti ieri sulle strade e in itinere. Consiglio a tutti quelli che utilizzano un mezzo proprio di usare la massima prudenza, metà dei morti per incidenti sulle strade si spostano per lavoro.  

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO.

L’unico osservatorio che monitora i morti sul lavoro in Italia.

Aperto 15 anni fa il 1° gennaio 2008 chiuderà il 31 dicembre 2022

28 OTTOBRE

Il 29 ottobre incontro Con il Cardinale di Bologna e Presidente CEI Matteo Zuppi “Per non morire lavorando”

L’evento alla mattina nella Cappella Farnese di Bologna, qui sotto l’Informativa da mandare agli ospiti

Se si vuole che l’importante incontro del 29 ottobre a Bologna “Per non morire lavorando” non diventi il solito rituale che alla fine servirà a poco se non si analizzerà il triste fenomeno nella sua complessità e con proposte per farlo diventare solo un cattivo ricordo. Per comprenderlo nella sua interezza è opportuno conoscerlo bene, ma nessuno lo conosce meglio di me nelle sue reali dimensioni e nelle sue articolazioni. Monitoro i morti sul lavoro da 15 anni e credo di essere diventato un esperto in quanto i morti sul lavoro sono tutti registrati dal 1° gennaio 2008 in tabelle Excel per giorno, mese e anno della tragedia, con Provincia e Regione dove è capitato l’infortunio mortale, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sulla disgrazia. Occorre anche sapere che INAIL non fa un monitoraggio delle morti sul lavoro, ma raccoglie SOLO le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati. ANMIL e un altro osservatorio riprendono i morti di questo Istituto, ma sono parziali. Se si leggono attentamente i loro Report mensili parlano solo di denunce che gli arrivano dal territorio, così come è stato confermato dal Senatore Paolo Nerozzi che faceva parte della Commissione Lavoro del Senato, anche Silvino Candeloro dell’INCA conferma attraverso un’intervista che è così.  : il problema vero è che ci sono oltre 4 milioni di lavoratori che non hanno INAIL come assicurazione, molte categorie non lo sono, poi tanti che muoiono in nero non sono registrati da nessuno, se non da noi, occorre anche sapere che tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore sono anziani che per arrotondare le pensioni continuano (per fortuna dell’Italia) a coltivare i propri terreni, ne sono già morti 150 anche quest’anno, anche loro sfuggono a ogni statistica, da quando ho aperto l’Osservatorio ne sono morti oltre 2300 in questo modo atroce. È per questo che il numero di morti sul lavoro monitorati dall’Osservatorio è molto più alto di quello che diffonde INAIL, non sono numeri campati in aria, ma sono ricavati della registrazione dei morti ogni giorno. Occorre anche sapere che negli ultimi anni i morti in tarda età, se si escludono i morti sulle strade e in itinere, che INAIL mette insieme nei numeri che diffonde, che risulta scioccante che un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO ha più di 60 anni: non si può far svolgere lavori pericolosi a anziani che hanno riflessi poco pronti, calo di vista, sordità e altri acciacchi dovuti all’età e l’allungamento generalizzato dell’età per andare in pensione ha fatto aumentare i morti in tarda età; negli ultimi giorni sono morti tre edili che avevano 73, 77 e 79 anni, ovviamente in nero. Ora muoiono anche tanti giovani, alcuni addirittura in scuola/lavoro. Ma la libertà di licenziamento introdotta col Jobs Act e i lavori a tempo determinato, costringe tanti a svolgere lavori pericolosi, senza potersi opporre pena il licenziamento. Il 30% dei morti sui Luoghi di Lavoro sono in agricoltura, intorno al 20% i morti in edilizia, con le cadute dall’alto che uccidono per l’80% questi lavoratori. L’autotrasporto ha quest’anno il 14% dei morti: sono aumentati notevolmente in questi ultimi anni gli autotrasportatori morti per il fenomeno degli acquisti on line che sottopone questi lavoratori “falsi autonomi” a ritmi forsennati. Anche i rider muoiono numerosi, giovani donne e uomini. Nelle industrie di tutte le categorie, sui luoghi di lavoro sono morti quest’anno l’8% di lavoratori: dove ci sono rappresentanti dei lavoratori e imprenditori che dialogano sulla Sicurezza, i morti si contano sulle dita di una mano, nonostante milioni di addetti, quelli che muoiono in queste realtà sono esclusivamente lavoratori in appalto nell’azienda stessa, e questi non hanno nessuna tutela sindacale, lavoratori che non hanno gli stessi contratti dei dipendenti e che sono sottoposti a ogni tipo di ricatto. Cambia tutto nelle piccole e piccolissime aziende e tra gli artigiani che muoiono numerosissimi: in fabbrica su una macchina, anche donne alle quali sono stati modificate in modo criminale le macchine per aumentare la produzione, come Luana D’ Orazio a Prato o Laila El Harim a Reggio Emilia. Muoiono magazzinieri guidando i muletti, tornitori, elettricisti, installatori, manutentori, idraulici, ecc. tantissimi gli artigiani. Occorre aver chiaro che sulle strade ci sono altrettanti morti come per esempio il povero giovane di 19 anni al suo primo giorno di lavoro come Faier Benadini morto pochi giorni fa insieme a un suo collega: si sono scontrati con il loro camion con una betoniera. Ma tantissimi muoiono sui luoghi di lavoro o sulle strade in trasferta a centinaia di km da casa. Descrivere tutte le casistiche delle morti in poche righe è impossibile. Ma ricordiamoci anche del terribile contributo di sangue che pagano i lavoratori stranieri che rappresentano il 12% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (due su quattro a Bologna dall’inizio dell’anno). Ma i morti sul lavoro non sono una tragica fatalità causata da un destino avverso, nella Provincia di l’Aquila quest’anno non c’è stato nessun morto sui Luoghi di Lavoro, eppure l’Aquila ha un numero enorme di cantieri aperti nel post terremoto, qui lo Stato è efficiente, come tutte le Istituzioni, locali e nazionali; controllo sulle infiltrazioni mafiose sulle aziende che operano nel territorio, con i lavoratori che devono avere tutti i dipendenti in regola, con controlli diffusi e attrezzature adeguate; qui controllano anche il subappalto. Occorre esportare questo modello nel resto del Paese. Un’ultima annotazione: L’ultimo rapporto INAIL sugli infortuni in Italia è del 31 agosto, nei primi otto mesi del 2022 sono arrivate a questo Istituto 677 denunce di morti per infortuni, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere, il 29 ottobre i morti di questo Istituto si aggireranno sui 900 complessivi, i nostri supereranno i 1300, perché l’Osservatorio, con la collaborazione di tantissimi amici di Facebook, che segnalano i morti nella loro regione riesce ad avere una visione completa di queste tragedie. Se si confronta questo periodo con lo stesso del 2021, l’aumento dei morti è stato del 9%. Nessun calo quindi se si contano tutti i morti sul lavoro. Se poi andiamo a vedere lo stesso periodo, dal 1° gennaio al 15 ottobre del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio i morti sono aumentati di oltre il 20%.

I morti sui luoghi di lavoro a Bologna (esluso itinere) sono stati 4 morti, due di questi sono stranieri Vasyl Syrotiuk, un edile ucraino di 51 anni è precipitato da un solaio a Castelmaggiore, Choma Cuna è una filippina annegata per cercare di salvare un bambino in piscina sui colli bolognesi. Ma c’è anche Tiziana Gentilini una donna schiacciata dal trattore che si è ribaltato, lei era sul cassone che trasportava legna. La quarta vittima a Imola: è un operaio napoletano di cui conosciamo solo le iniziali C.P è morto schiacciato da un camion in retromarcia in una ditta di logistica. Ma ricordiamo anche il giovane di 22 anni Yafa Yaya morto all’interporto di Bologna nell’ottobre del 2021 che il Cardinale Zuppi ha voluto ricordare nella sua visita all’Interporto del 27 settembre di quest’anno. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro in Italia sono 76 e rappresentano il 12% di tutti morti sui luoghi di lavoro

 

     Carlo Soricelli curatore dell’osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro

Morti sul lavoro dall’inizio dell’anno al 28 ottobre

Dall’inizio dell’anno sono morti 1280 lavoratori complessivi, 656 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade, In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni e i tantissimi morti sulle strade e in itinere che non hanno nessuna  visibilità mediatica e sociale da parte di nessuno.

Aperto il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui luoghi di lavoro sono da 15 anni tutti registrati in apposite tabelle Excel con data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale.  Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni sui luoghi di lavoro, sulle strade e in itinere.

151 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2022.

Gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno sono 91

I lavoratori stranieri morti quest’anno sui luoghi di lavoro sono 76 e rappresentano il 12% sul totale, molti lavoravano in nero. Alcune di queste morti sono allucinanti, lavoravano in nero in grandi cantieri nei quali esercitavano diverse ditte, ma nessuno di queste ha detto che erano loro dipendenti, è già capitato più di una volta. Questa percentuale aumenterà progressivamente nei prossimi anni per la denatalità italiana, la loro conoscenza dei diritti/doveri e la conoscenza sulle Normative sulla Sicurezza diventeranno determinanti per porre argine a queste tragedie.    

Curatore Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione e artista sociale da 50 anni. per contatti carlo.soricelli@gmail.com

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Qui sotto i MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province (non ci sono i morti per covid). Non sono contati neppure i morti in itinere e sulle strade se non autotrasportatori: tenete presente che i morti in itinere e sulle strade sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui sotto nelle Regioni e Province. Ma noi preferiamo tenerli separati, perché richiedono altri interventi, che sono diversi da quelli delle morti sui Luoghi di Lavoro. Ma altri li conteggiano tutti insieme generando confusione tra chi vuole comprendere le reali dimensioni e qualità del fenomeno. NB nelle province e Regioni non ci sono i morti per infortuni provocati dal coronavirus. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza, non ci sono i morti in autostrada che non è giusto addebitarli alle province.

I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2022. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è per noi un morto sul lavoro.

LOMBARDIA 93 Milano (19), Bergamo (10), Brescia (24), Como (7), Cremona (6), Lecco (7), Lodi (1), Mantova (4), Monza Brianza (4), Pavia (5) Sondrio (3), Varese (3) VENETO  53 Venezia (9), Belluno (3), Padova‎ (7), Rovigo (3), Treviso (5), Verona (11), Vicenza (15) CAMPANIA 52  Napoli (11), Avellino (4), Benevento (3), Caserta (18), Salerno (16) PIEMONTE 45  Torino (21), Alessandria (7), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (1),Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (3)  LAZIO 42 Roma (17), Viterbo (6) Frosinone (10) Latina (3) Rieti (6)    SICILIA 38 Palermo (6), Agrigento (3), Caltanissetta (5), Catania (9), Enna (1), Messina (7), Ragusa (3), Siracusa (), Trapani‎ (4)  EMILIA ROMAGNA 33 Bologna (4), Rimini (4) Ferrara (3) Forlì Cesena (6) Modena (5) Parma () Ravenna (3) Reggio Emilia (5) Piacenza (3) CALABRIA   30 Catanzaro (10), Cosenza (8), Crotone (4) Reggio Calabria (5) Vibo Valentia (3) MARCHE 29 Ancona (12), Macerata (4), Fermo (3), Pesaro-Urbino (9), Ascoli Piceno (3)  TRENTINO ALTO ADIGE 27  Trento (19) Bolzano (8)  PUGLIA 27 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (7), Lecce (8) Taranto (7)  TOSCANA 23 Firenze (5), Arezzo (5), Grosseto (2), Livorno (1), Lucca (2), Massa Carrara (1), Pisa‎ (2), Pistoia (3), Siena () Prato (2) SARDEGNA 19 Cagliari (3) Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (2), Ogliastra (), Olbia-Tempio (2), Oristano (5), Sassari (8).Sulcis iglesiente  () ABRUZZO 15 L'Aquila (), Chieti (7), Pescara (5) Teramo (3) UMBRIA 9  Perugia (8) Terni (1) FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Pordenone (1) Trieste () Udine (5) Gorizia (1)  LIGURIA 8 Genova (2), Imperia (2) La Spezia (1), Savona (3) BASILICATA 6  Potenza (3) Matera (3)    VALLE D’AOSTA 3  (3) Molise 2 Campobasso (2) Isernia (). 

                     Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio. 

http://cadutisullavoro.blogspot.it



giovedì 27 ottobre 2022

Partecipiamo numerosi all'inziativa del Cardinale e Presidente CEI Matteo Zuppi sulle morti sul lavoro di sabato 29 ottobre alla Cappella Farnese di Bologna. In questo post la situazione dei morti sul lavoro in Italia aggiornata a questa mattina

 

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO.

L’unico osservatorio che monitora i morti sul lavoro in Italia.

Aperto 15 anni fa il 1° gennaio 2008 chiuderà il 31 dicembre 2022

27 OTTOBRE

Il 29 ottobre incontro Con il Cardinale di Bologna e Presidente CEI Matteo Zuppi “Per non morire lavorando”

L’evento alla mattina nella Cappella Farnese di Bologna, qui sotto l’Informativa da mandare agli ospiti

Se si vuole che l’importante incontro del 29 ottobre a Bologna “Per non morire lavorando” non diventi il solito rituale che alla fine servirà a poco se non si analizzerà il triste fenomeno nella sua complessità e con proposte per farlo diventare solo un cattivo ricordo. Per comprenderlo nella sua interezza è opportuno conoscerlo bene, ma nessuno lo conosce meglio di me nelle sue reali dimensioni e nelle sue articolazioni. Monitoro i morti sul lavoro da 15 anni e credo di essere diventato un esperto in quanto i morti sul lavoro sono tutti registrati dal 1° gennaio 2008 in tabelle Excel per giorno, mese e anno della tragedia, con Provincia e Regione dove è capitato l’infortunio mortale, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sulla disgrazia. Occorre anche sapere che INAIL non fa un monitoraggio delle morti sul lavoro, ma raccoglie SOLO le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati. ANMIL e un altro osservatorio riprendono i morti di questo Istituto, ma sono parziali. Se si leggono attentamente i loro Report mensili parlano solo di denunce che gli arrivano dal territorio, così come è stato confermato dal Senatore Paolo Nerozzi che faceva parte della Commissione Lavoro del Senato, anche Silvino Candeloro dell’INCA conferma attraverso un’intervista che è così.  : il problema vero è che ci sono oltre 4 milioni di lavoratori che non hanno INAIL come assicurazione, molte categorie non lo sono, poi tanti che muoiono in nero non sono registrati da nessuno, se non da noi, occorre anche sapere che tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore sono anziani che per arrotondare le pensioni continuano (per fortuna dell’Italia) a coltivare i propri terreni, ne sono già morti 150 anche quest’anno, anche loro sfuggono a ogni statistica, da quando ho aperto l’Osservatorio ne sono morti oltre 2300 in questo modo atroce. È per questo che il numero di morti sul lavoro monitorati dall’Osservatorio è molto più alto di quello che diffonde INAIL, non sono numeri campati in aria, ma sono ricavati della registrazione dei morti ogni giorno. Occorre anche sapere che negli ultimi anni i morti in tarda età, se si escludono i morti sulle strade e in itinere, che INAIL mette insieme nei numeri che diffonde, che risulta scioccante che un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO ha più di 60 anni: non si può far svolgere lavori pericolosi a anziani che hanno riflessi poco pronti, calo di vista, sordità e altri acciacchi dovuti all’età e l’allungamento generalizzato dell’età per andare in pensione ha fatto aumentare i morti in tarda età; negli ultimi giorni sono morti tre edili che avevano 73, 77 e 79 anni, ovviamente in nero. Ora muoiono anche tanti giovani, alcuni addirittura in scuola/lavoro. Ma la libertà di licenziamento introdotta col Jobs Act e i lavori a tempo determinato, costringe tanti a svolgere lavori pericolosi, senza potersi opporre pena il licenziamento. Il 30% dei morti sui Luoghi di Lavoro sono in agricoltura, intorno al 20% i morti in edilizia, con le cadute dall’alto che uccidono per l’80% questi lavoratori. L’autotrasporto ha quest’anno il 14% dei morti: sono aumentati notevolmente in questi ultimi anni gli autotrasportatori morti per il fenomeno degli acquisti on line che sottopone questi lavoratori “falsi autonomi” a ritmi forsennati. Anche i rider muoiono numerosi, giovani donne e uomini. Nelle industrie di tutte le categorie, sui luoghi di lavoro sono morti quest’anno l’8% di lavoratori: dove ci sono rappresentanti dei lavoratori e imprenditori che dialogano sulla Sicurezza, i morti si contano sulle dita di una mano, nonostante milioni di addetti, quelli che muoiono in queste realtà sono esclusivamente lavoratori in appalto nell’azienda stessa, e questi non hanno nessuna tutela sindacale, lavoratori che non hanno gli stessi contratti dei dipendenti e che sono sottoposti a ogni tipo di ricatto. Cambia tutto nelle piccole e piccolissime aziende e tra gli artigiani che muoiono numerosissimi: in fabbrica su una macchina, anche donne alle quali sono stati modificate in modo criminale le macchine per aumentare la produzione, come Luana D’ Orazio a Prato o Laila El Harim a Reggio Emilia. Muoiono magazzinieri guidando i muletti, tornitori, elettricisti, installatori, manutentori, idraulici, ecc. tantissimi gli artigiani. Occorre aver chiaro che sulle strade ci sono altrettanti morti come per esempio il povero giovane di 19 anni al suo primo giorno di lavoro come Faier Benadini morto pochi giorni fa insieme a un suo collega: si sono scontrati con il loro camion con una betoniera. Ma tantissimi muoiono sui luoghi di lavoro o sulle strade in trasferta a centinaia di km da casa. Descrivere tutte le casistiche delle morti in poche righe è impossibile. Ma ricordiamoci anche del terribile contributo di sangue che pagano i lavoratori stranieri che rappresentano il 12% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (due su quattro a Bologna dall’inizio dell’anno). Ma i morti sul lavoro non sono una tragica fatalità causata da un destino avverso, nella Provincia di l’Aquila quest’anno non c’è stato nessun morto sui Luoghi di Lavoro, eppure l’Aquila ha un numero enorme di cantieri aperti nel post terremoto, qui lo Stato è efficiente, come tutte le Istituzioni, locali e nazionali; controllo sulle infiltrazioni mafiose sulle aziende che operano nel territorio, con i lavoratori che devono avere tutti i dipendenti in regola, con controlli diffusi e attrezzature adeguate; qui controllano anche il subappalto. Occorre esportare questo modello nel resto del Paese. Un’ultima annotazione: L’ultimo rapporto INAIL sugli infortuni in Italia è del 31 agosto, nei primi otto mesi del 2022 sono arrivate a questo Istituto 677 denunce di morti per infortuni, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere, il 29 ottobre i morti di questo Istituto si aggireranno sui 900 complessivi, i nostri supereranno i 1300, perché l’Osservatorio, con la collaborazione di tantissimi amici di Facebook, che segnalano i morti nella loro regione riesce ad avere una visione completa di queste tragedie. Se si confronta questo periodo con lo stesso del 2021, l’aumento dei morti è stato del 9%. Nessun calo quindi se si contano tutti i morti sul lavoro. Se poi andiamo a vedere lo stesso periodo, dal 1° gennaio al 15 ottobre del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio i morti sono aumentati di oltre il 20%.

I morti sui luoghi di lavoro a Bologna (esluso itinere) sono stati 4 morti, due di questi sono stranieri Vasyl Syrotiuk, un edile ucraino di 51 anni è precipitato da un solaio a Castelmaggiore, Choma Cuna è una filippina annegata per cercare di salvare un bambino in piscina sui colli bolognesi. Ma c’è anche Tiziana Gentilini una donna schiacciata dal trattore che si è ribaltato, lei era sul cassone che trasportava legna. La quarta vittima a Imola: è un operaio napoletano di cui conosciamo solo le iniziali C.P è morto schiacciato da un camion in retromarcia in una ditta di logistica. Ma ricordiamo anche il giovane di 22 anni Yafa Yaya morto all’interporto di Bologna nell’ottobre del 2021 che il Cardinale Zuppi ha voluto ricordare nella sua visita all’Interporto del 27 settembre di quest’anno. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro in Italia sono 76 e rappresentano il 12% di tutti morti sui luoghi di lavoro

 

     Carlo Soricelli curatore dell’osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro

Morti sul lavoro dall’inizio dell’anno al 27 ottobre

Dall’inizio dell’anno sono morti 1270 lavoratori complessivi, 651 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade, In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni e i tantissimi morti sulle strade e in itinere che non hanno nessuna  visibilità mediatica e sociale da parte di nessuno.

Aperto il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui luoghi di lavoro sono da 15 anni tutti registrati in apposite tabelle Excel con data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale.  Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni sui luoghi di lavoro, sulle strade e in itinere.

150 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2022.

Gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno sono 91

I lavoratori stranieri morti quest’anno sui luoghi di lavoro sono 76 e rappresentano il 12% sul totale, molti lavoravano in nero. Alcune di queste morti sono allucinanti, lavoravano in nero in grandi cantieri nei quali esercitavano diverse ditte, ma nessuno di queste ha detto che erano loro dipendenti, è già capitato più di una volta. Questa percentuale aumenterà progressivamente nei prossimi anni per la denatalità italiana, la loro conoscenza dei diritti/doveri e la conoscenza sulle Normative sulla Sicurezza diventeranno determinanti per porre argine a queste tragedie.    

Curatore Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione e artista sociale da 50 anni. per contatti carlo.soricelli@gmail.com

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Qui sotto i MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province (non ci sono i morti per covid). Non sono contati neppure i morti in itinere e sulle strade se non autotrasportatori: tenete presente che i morti in itinere e sulle strade sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui sotto nelle Regioni e Province. Ma noi preferiamo tenerli separati, perché richiedono altri interventi, che sono diversi da quelli delle morti sui Luoghi di Lavoro. Ma altri li conteggiano tutti insieme generando confusione tra chi vuole comprendere le reali dimensioni e qualità del fenomeno. NB nelle province e Regioni non ci sono i morti per infortuni provocati dal coronavirus. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza, non ci sono i morti in autostrada che non è giusto addebitarli alle province.

I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2022. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è per noi un morto sul lavoro.

LOMBARDIA 90 Milano (19), Bergamo (10), Brescia (22), Como (6), Cremona (6), Lecco (7), Lodi (1), Mantova (4), Monza Brianza (4), Pavia (5) Sondrio (3), Varese (3) VENETO  53 Venezia (9), Belluno (3), Padova‎ (7), Rovigo (3), Treviso (5), Verona (11), Vicenza (15) CAMPANIA 52  Napoli (11), Avellino (4), Benevento (3), Caserta (18), Salerno (16) PIEMONTE 45  Torino (21), Alessandria (7), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (1),Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (3)  LAZIO 42 Roma (17), Viterbo (6) Frosinone (10) Latina (3) Rieti (6)    SICILIA 36 Palermo (6), Agrigento (3), Caltanissetta (5), Catania (7), Enna (1), Messina (7), Ragusa (3), Siracusa (), Trapani‎ (4)  EMILIA ROMAGNA 33 Bologna (4), Rimini (4) Ferrara (3) Forlì Cesena (6) Modena (5) Parma () Ravenna (3) Reggio Emilia (5) Piacenza (3) CALABRIA   30 Catanzaro (10), Cosenza (8), Crotone (4) Reggio Calabria (5) Vibo Valentia (3) MARCHE 29 Ancona (12), Macerata (4), Fermo (3), Pesaro-Urbino (9), Ascoli Piceno (3)  TRENTINO ALTO ADIGE 27  Trento (19) Bolzano (8)  PUGLIA 27 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (7), Lecce (8) Taranto (7)  TOSCANA 23 Firenze (5), Arezzo (5), Grosseto (2), Livorno (1), Lucca (2), Massa Carrara (1), Pisa‎ (2), Pistoia (3), Siena () Prato (2) SARDEGNA 19 Cagliari (3) Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (2), Ogliastra (), Olbia-Tempio (2), Oristano (5), Sassari (8).Sulcis iglesiente  () ABRUZZO 15 L'Aquila (), Chieti (7), Pescara (5) Teramo (3) UMBRIA 9  Perugia (8) Terni (1) FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Pordenone (1) Trieste () Udine (5) Gorizia (1)  LIGURIA 8 Genova (2), Imperia (2) La Spezia (1), Savona (3) BASILICATA 6  Potenza (3) Matera (3)    VALLE D’AOSTA 3  (3) Molise 2 Campobasso (2) Isernia (). 

                     Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio. 

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mercoledì 26 ottobre 2022

Io cittadino qualunque vi ho sconfitti. Ministri delle Politiche Agricole e del Lavoro, INAIL, politici tutti, e amministratori che vi siete succeduti in questi 15 anni, posso solo dirvi una parola sola VERGOGNATEVI, vi ho tempestato di mail, ma mai avete risposto, ora la verità viene a galla da diverse fonti, dal senatore Paolo Nerozzi, dal dirigente INCA CGIL Silvino Candeloro e altri, Io trattato come un ufo e una cassandra per 15 anni, ridicolarizzato in rete da chi con la Sicurezza e i morti sul lavoro "ci mangia" Ho finalmente fatto emergere la verità e sui morti sul lavoro delle reali dimensioni, oltre 8000 lavoratori sono spariti nel nulla, morti senza nessuna visibilità sociale. Solo io li ho onorati e denunciato questo genocidio sul lavoro. INAIL mai ha cercato un contatto, ma come mi diceva un giornalista di Avvenire: ero considerato il peggior nemico, perchè facevo quello che questo Istituto doveva fare e non faceva, anzi, ha causato gravi danni ai lavoratori italiani perchè non faceva emergere le vere dimensioni di queste tragedie

 Ministri delle Politiche Agricole e del Lavoro che vi siete succeduti in questi 15 anni, posso solo dirvi una parola VERGOGNATEVI, vi ho tempestato di mail, ma mai avete risposto, ora la verità viene a galla Io trattato come un ufo e una cassandra per 15 anni, ho finalmente fatto emergere la verità e sui morti sul lavoro delle reali dimensioni. Solo isolato da tutti: dai sindacati, dalla politica, dagli amministratori, da una classe dirigente che mai è voluta andare a vedere se quello che scrivevo era vero. o ancor peggio non interessava se migliaia di lavoratori morivono per infortuni sul lavoro senza lasciare nessuna traccia. Ora sono stati tutti costretti ad ammettere che quello che scrivevo era vero. Sentite, sentite: dopo 15 anni tutti si accorgono che quello che scrivevo era vero; che inail monitora solo i propri assicurati. Silvino Candeloro  della Direzione di INCA CGIL ammette che restano fuori dalla conta gli abusi e i sommersi. Ma se davano retta a me si potevano salvare tantissime vite, oltre 8000 morti sono spariti nel nulla in questi 15 anni. Si vergognino tutti quelli che dovevano occuparsene e non lo facevano; come per esempio i ministri del Lavoro e delle Politiche Agricole, che mi hanno trattato come un ufo che sparava coglionate, solo, isolata, ma lo eravate voi con la vostra indifferenza. Ma anche ieri ci sono stati morti

«L’Istituto – dice a Osservatorio Diritti Silvino Candeloro, della direzione nazionale di Inca Cgil – computa  le denunce di morte delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti coperti dalla propria assicurazione, dei soggetti assimilati (ad esempio i parasubordinati) e del personale  del “Conto Stato” (cioè di amministrazioni centrali, scuole e università statali). Restano fuori gli abusivi e i sommersi, in nero o clandestini, e gli operatori di categorie che non ricadono sotto l’ombrello Inail: forze di polizia e forze armate, vigili del fuoco, liberi professionisti indipendenti, consulenti del lavoro e periti industriali, commercianti titolari di imprese individuali, alcune partite iva, giornalisti, dirigenti e impiegati del settore agricolo, contadini per hobby, amministratori locali, sportivi dilettanti, parte del personale di volo, volontari della protezione civile e infermiere volontarie della Croce rossa.

In compenso nelle statistiche e nelle tutele dell’Istituto da poco rientrano i riders, i ciclofattorini delle imprese di consegna a domicilio, perlomeno quelli messi in regola. A breve – continua Candeloro – dovrebbero essere ricompresi anche i lavoratori autonomi dello spettacolo, inclusi, ad esempio elettricisti, falegnami, parrucchieri, ecc.».

Ma prima Silvino Candeloro non si accorgeva degli oltre 400/500 morti sul lavoro che nessuno contava, se non un semplice e ostinato metalmeccanico in pensione?

Ma anche questo martedì ci sono stati morti sul lavoro che nessuno monitora se non questo Ossevatorio

Carlo Soricelli

martedì 25 ottobre 2022

La maledizione dei tre morti sui luoghi di lavoro al giorno. Anche ieri tre morti sul lavoro. Partecipiamo numerosi sabato a Bologna all'iniziativa alla Sala Farnese col Cardinale e Presidente CEI Matteo Zuppi, Nel post la stuazione aggionata a questa mattina


 Continua la strage anche ieri tre morti sui luoghi di lavoro, come succede ormai con cadenza giornaliera, ma a volte sono anche quattro o cinque. Un agricoltore è morto ieri dopo otto mesi di agonia in Piemonte: era stato caricato da un toro, la seconda vittima ieri in Emilia Romagna causata dal trattore, già 148 a morire travolti da questo mezzo dall'inizio dell'anno. La terza vittima è un edile travolto da una ruspa in Provincia di Belluno. Venite in tanti sabato a Bologna, all'incontro con il cardinale Matteo Zuppi. Ci sarò anchio.OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO.

L’unico osservatorio che monitora i morti sul lavoro in Italia.

Aperto 15 anni fa il 1° gennaio 2008 chiuderà il 31 dicembre 2022

25 OTTOBRE

Il 29 ottobre incontro Con il Cardinale di Bologna e Presidente CEI Matteo Zuppi “Per non morire lavorando”

L’evento alla mattina nella Cappella Farnese di Bologna, qui sotto l’Informativa da mandare agli ospiti

Se si vuole che l’importante incontro del 29 ottobre a Bologna “Per non morire lavorando” non diventi il solito rituale che alla fine servirà a poco se non si analizzerà il triste fenomeno nella sua complessità e con proposte per farlo diventare solo un cattivo ricordo. Per comprenderlo nella sua interezza è opportuno conoscerlo bene, ma nessuno lo conosce meglio di me nelle sue reali dimensioni e nelle sue articolazioni. Monitoro i morti sul lavoro da 15 anni e credo di essere diventato un esperto in quanto i morti sul lavoro sono tutti registrati dal 1° gennaio 2008 in tabelle Excel per giorno, mese e anno della tragedia, con Provincia e Regione dove è capitato l’infortunio mortale, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sulla disgrazia. Occorre anche sapere che INAIL non fa un monitoraggio delle morti sul lavoro, ma raccoglie SOLO le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati. ANMIL e un altro osservatorio riprendono i morti di questo Istituto, ma sono parziali. Se si leggono attentamente i loro Report mensili parlano solo di denunce che gli arrivano dal territorio, com’è giusto che sia: il problema vero è che ci sono oltre 4 milioni di lavoratori che non hanno INAIL come assicurazione, molte categorie non lo sono, poi tanti che muoiono in nero non sono registrati da nessuno, se non da noi, occorre anche sapere che tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore sono anziani che per arrotondare le pensioni continuano (per fortuna dell’Italia) a coltivare i propri terreni, ne sono già morti 144 anche quest’anno, anche loro sfuggono a ogni statistica, da quando ho aperto l’Osservatorio ne sono morti oltre duemila in questo modo atroce. È per questo che il numero di morti sul lavoro monitorati dall’Osservatorio è molto più alto di quello che diffonde INAIL, non sono numeri campati in aria, ma sono ricavati della registrazione dei morti ogni giorno. Occorre anche sapere che negli ultimi anni i morti in tarda età, se si escludono i morti sulle strade e in itinere, che INAIL mette insieme nei numeri che diffonde, che risulta scioccante che un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO ha più di 60 anni: non si può far svolgere lavori pericolosi a anziani che hanno riflessi poco pronti, calo di vista, sordità e altri acciacchi dovuti all’età e l’allungamento generalizzato dell’età per andare in pensione ha fatto aumentare i morti in tarda età; negli ultimi giorni sono morti tre edili che avevano 73, 77 e 79 anni, ovviamente in nero. Ora muoiono anche tanti giovani, alcuni addirittura in scuola/lavoro. Ma la libertà di licenziamento introdotta col Jobs Act e i lavori a tempo determinato, costringe tanti a svolgere lavori pericolosi, senza potersi opporre pena il licenziamento. Il 30% dei morti sui Luoghi di Lavoro sono in agricoltura, intorno al 20% i morti in edilizia, con le cadute dall’alto che uccidono per l’80% questi lavoratori. L’autotrasporto ha quest’anno il 14% dei morti: sono aumentati notevolmente in questi ultimi anni gli autotrasportatori morti per il fenomeno degli acquisti on line che sottopone questi lavoratori “falsi autonomi” a ritmi forsennati. Anche i rider muoiono numerosi, giovani donne e uomini. Nelle industrie di tutte le categorie, sui luoghi di lavoro sono morti quest’anno l’8% di lavoratori: dove ci sono rappresentanti dei lavoratori e imprenditori che dialogano sulla Sicurezza, i morti si contano sulle dita di una mano, nonostante milioni di addetti, quelli che muoiono in queste realtà sono esclusivamente lavoratori in appalto nell’azienda stessa, e questi non hanno nessuna tutela sindacale, lavoratori che non hanno gli stessi contratti dei dipendenti e che sono sottoposti a ogni tipo di ricatto. Cambia tutto nelle piccole e piccolissime aziende e tra gli artigiani che muoiono numerosissimi: in fabbrica su una macchina, anche donne alle quali sono stati modificate in modo criminale le macchine per aumentare la produzione, come Luana D’ Orazio a Prato o Laila El Harim a Reggio Emilia. Muoiono magazzinieri guidando i muletti, tornitori, elettricisti, installatori, manutentori, idraulici, ecc. tantissimi gli artigiani. Occorre aver chiaro che sulle strade ci sono altrettanti morti come per esempio il povero giovane di 19 anni al suo primo giorno di lavoro come Faier Benadini morto pochi giorni fa insieme a un suo collega: si sono scontrati con il loro camion con una betoniera. Ma tantissimi muoiono sui luoghi di lavoro o sulle strade in trasferta a centinaia di km da casa. Descrivere tutte le casistiche delle morti in poche righe è impossibile. Ma ricordiamoci anche del terribile contributo di sangue che pagano i lavoratori stranieri che rappresentano il 12% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (due su quattro a Bologna dall’inizio dell’anno). Ma i morti sul lavoro non sono una tragica fatalità causata da un destino avverso, nella Provincia di l’Aquila quest’anno non c’è stato nessun morto sui Luoghi di Lavoro, eppure l’Aquila ha un numero enorme di cantieri aperti nel post terremoto, qui lo Stato è efficiente, come tutte le Istituzioni, locali e nazionali; controllo sulle infiltrazioni mafiose sulle aziende che operano nel territorio, con i lavoratori che devono avere tutti i dipendenti in regola, con controlli diffusi e attrezzature adeguate; qui controllano anche il subappalto. Occorre esportare questo modello nel resto del Paese. Un’ultima annotazione: L’ultimo rapporto INAIL sugli infortuni in Italia è del 31 agosto, nei primi otto mesi del 2022 sono arrivate a questo Istituto 677 denunce di morti per infortuni, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere, il 29 ottobre i morti di questo Istituto si aggireranno sui 900 complessivi, i nostri supereranno i 1300, perché l’Osservatorio, con la collaborazione di tantissimi amici di Facebook, che segnalano i morti nella loro regione riesce ad avere una visione completa di queste tragedie. Se si confronta questo periodo con lo stesso del 2021, l’aumento dei morti è stato del 9%. Nessun calo quindi se si contano tutti i morti sul lavoro. Se poi andiamo a vedere lo stesso periodo, dal 1° gennaio al 15 ottobre del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio i morti sono aumentati di oltre il 20%.

I morti sui luoghi di lavoro a Bologna (esluso itinere) sono stati 4 morti, due di questi sono stranieri Vasyl Syrotiuk, un edile ucraino di 51 anni è precipitato da un solaio a Castelmaggiore, Choma Cuna è una filippina annegata per cercare di salvare un bambino in piscina sui colli bolognesi. Ma c’è anche Tiziana Gentilini una donna schiacciata dal trattore che si è ribaltato, lei era sul cassone che trasportava legna. La quarta vittima a Imola: è un operaio napoletano di cui conosciamo solo le iniziali C.P è morto schiacciato da un camion in retromarcia in una ditta di logistica. Ma ricordiamo anche il giovane di 22 anni Yafa Yaya morto all’interporto di Bologna nell’ottobre del 2021 che il Cardinale Zuppi ha voluto ricordare nella sua visita all’Interporto del 27 settembre di quest’anno. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro in Italia sono 76 e rappresentano il 12% di tutti morti sui luoghi di lavoro

 

     Carlo Soricelli curatore dell’osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro

Morti sul lavoro  dall’inizio dell’anno al 24 ottobre

Dall’inizio dell’anno sono morti 1268 lavoratori complessivi, 649 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade, In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni e i tantissimi morti sulle strade e in itinere che non hanno nessuna  visibilità mediatica e sociale da parte di nessuno.

Aperto il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui luoghi di lavoro sono da 15 anni tutti registrati in apposite tabelle Excel con data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale.  Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni sui luoghi di lavoro, sulle strade e in itinere.

149 agricoltori schiacciati dal trattore nel 2022.

Gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno sono 91

I lavoratori stranieri morti quest’anno sui luoghi di lavoro sono 76 e rappresentano il 12% sul totale, molti lavoravano in nero. Alcune di queste morti sono allucinanti, lavoravano in nero in grandi cantieri nei quali esercitavano diverse ditte, ma nessuno di queste ha detto che erano loro dipendenti, è già capitato più di una volta. Questa percentuale aumenterà progressivamente nei prossimi anni per la denatalità italiana, la loro conoscenza dei diritti/doveri e la conoscenza sulle Normative sulla Sicurezza diventeranno determinanti per porre argine a queste tragedie.    

Curatore Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione e artista sociale da 50 anni. per contatti carlo.soricelli@gmail.com

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Qui sotto i MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province (non ci sono i morti per covid). Non sono contati neppure i morti in itinere e sulle strade se non autotrasportatori: tenete presente che i morti in itinere e sulle strade sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui sotto nelle Regioni e Province. Ma noi preferiamo tenerli separati, perché richiedono altri interventi, che sono diversi da quelli delle morti sui Luoghi di Lavoro. Ma altri li conteggiano tutti insieme generando confusione tra chi vuole comprendere le reali dimensioni e qualità del fenomeno. NB nelle province e Regioni non ci sono i morti per infortuni provocati dal coronavirus. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza, non ci sono i morti in autostrada che non è giusto addebitarli alle province.

I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2022. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è per noi un morto sul lavoro.

LOMBARDIA 90 Milano (19), Bergamo (10), Brescia (22), Como (6), Cremona (6), Lecco (7), Lodi (1), Mantova (4), Monza Brianza (4), Pavia (5) Sondrio (3), Varese (3) VENETO  52 Venezia (9), Belluno (3), Padova‎ (7), Rovigo (3), Treviso (5), Verona (11), Vicenza (14) CAMPANIA 52  Napoli (11), Avellino (4), Benevento (3), Caserta (18), Salerno (16) PIEMONTE 44  Torino (20), Alessandria (7), Asti (2), Biella (1), Cuneo (8), Novara (1),Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (3)  LAZIO 42 Roma (17), Viterbo (6) Frosinone (10) Latina (3) Rieti (6)    SICILIA 35 Palermo (6), Agrigento (3), Caltanissetta (5), Catania (7), Enna (1), Messina (7), Ragusa (2), Siracusa (), Trapani‎ (4)  EMILIA ROMAGNA 33 Bologna (4), Rimini (4) Ferrara (3) Forlì Cesena (6) Modena (5) Parma () Ravenna (3) Reggio Emilia (5) Piacenza (3) CALABRIA   30 Catanzaro (10), Cosenza (8), Crotone (4) Reggio Calabria (5) Vibo Valentia (3) MARCHE 29 Ancona (12), Macerata (4), Fermo (3), Pesaro-Urbino (9), Ascoli Piceno (3)  TRENTINO ALTO ADIGE 27  Trento (19) Bolzano (8)  PUGLIA 27 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (7), Lecce (8) Taranto (7)  TOSCANA 23 Firenze (5), Arezzo (5), Grosseto (2), Livorno (1), Lucca (2), Massa Carrara (1), Pisa‎ (2), Pistoia (3), Siena () Prato (2) SARDEGNA 19 Cagliari (3) Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (2), Ogliastra (), Olbia-Tempio (2), Oristano (5), Sassari (8).Sulcis iglesiente  () ABRUZZO 15 L'Aquila (), Chieti (7), Pescara (5) Teramo (3) UMBRIA 9  Perugia (8) Terni (1) FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Pordenone (1) Trieste () Udine (5) Gorizia (1)  LIGURIA 8 Genova (2), Imperia (2) La Spezia (1), Savona (3) BASILICATA 6  Potenza (3) Matera (3)    VALLE D’AOSTA 3  (3) Molise 2 Campobasso (2) Isernia (). 

                     Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio. 

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Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?