Morti sui luoghi di lavoro di tutte le province italiane(escluso itinere), con l'indenza sulla popolazione, ci sono anche i morti non assicurati a INAIL e in nero. Sono i morti dall'inizio dell'anno al 7 settembre. Dalle peggiori in nero
Il mese di settembre si conclude con il povero rider Aly Jamat di 31 anni investito giorni prima di notte mentre faceva consegne (muoiono tutti nell’ultima consegna, così come la povera Enrica Filippi morta alla guida di un furgone 3 giorni fa), mentre moriva nasceva ad Aly una bimba, il suo secondo figlio. Aly è il 77esimo morto di settembre, il 778 esimo sui luoghi di lavoro nel 2024, ma con itinere diventa il 1018 esimo. Sempre le stesse categorie, con le stesse percentuali in questi 17 anni di monitoraggio, con l’aggravante che con leggi come il Job act, che ha precarizzato il lavoro di tutti i nuovi assunti del comparto privato, con un indiscriminato aumento dell’età della pensione, senza fare distinzione di chi svolge un lavoro pericoloso (per sé e per gli altri) da chi non corre nessun pericolo, ha provocato un forte aumento dei morti sui luoghi di lavoro. Vi racconteranno che non è vero, soprattutto chi fa parte della lobby miliardaria e trasversale sulla Sicurezza. Ma noi non ci arrendiamo e la verità sta venendo a galla: gli italiani sanno, grazie all’Osservatorio che i morti sul lavoro sono molti di più di quelli che vengono diffusi, ma fanno come i giapponesi, resistono nel loro fortino assediato dal buon senso. Nel report i morti di tutte le regioni e province italiane, con grandi sempre se si contano tutti e in rapporto agli abitanti in età lavorativa senza fare distinzioni tra assicurati a INAIL e gli altri, anche in nero, che sono il 35/40% dei morti in più. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 nei primi 9 mesi del 2024 Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 778 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1018 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 151 totali 110 sui luoghi di lavoro Milano 12, Bergamo 7 Brescia 26 Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 7 Mantova 6 Monza Brianza 13 Pavia 12 Sondrio 5 Varese 4 CAMPANIA 101 totali 76 sui luoghi di lavoro Napoli 18 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 22 EMILIA ROMAGNA 75 totali 59 sui luoghi di lavoro Bologna 16 Rimini 1 Ferrara 5 Forlì Cesena 4 Modena 9 Parma 6 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 79 - 59 sui luoghi di lavoro Palermo 20 Agrigento 4 Caltanissetta 3 Catania 6 Enna Messina 9 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 7 TOSCANA 63 totali 49 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 4 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 13 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5 VENETO 75 totali 56 luoghi di lavoro Venezia 8 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 9 Verona 13 Vicenza 10 LAZIO 86 totali 46 sui luoghi di lavoro Roma 16 Viterbo 6 Frosinone 10 Latina 11 Rieti PIEMONTE 62 totali 45 sui luoghi di lavoro Torino 18 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 5 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1 PUGLIA 57 totali 44 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 5 Lecce 10 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Bolzano 14 Trento 19 ABRUZZO 37 totali 26 sui luoghi di lavoro L'Aquila 5 Chieti 10 Pescara Teramo 6 SARDEGNA 41 totali 30 sui luoghi di Cagliari 7 Sud Sardegna 2 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 10 MARCHE 39 totali 26 sui luoghi di lavoro Ancona 5 Macerata 9 Fermo 1 Pesaro-Urbino 5 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 29 totali 20 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 3 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 22 totali 14 sui luoghi di lavoro Pordenone 5 Triste 1 Udine 6 Gorizia 2 LIGURIA 21 totali 15 sui luoghi di lavoro Genova 3 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 15 totali 10 sui luoghi di lavoro Perugia 9 Terni 2 BASILICATA 15 totali 11 sui luoghi di lavoro Potenza 8 Matera 3 Molise 9 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 113 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 103gli autotrasportatori 90 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 74 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 19 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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martedì 29 novembre 2016

Terribile nel Porto di Messina.Tre operai morti intossicati dalle esalazioni sprigionati dalla cisterna della nave. Un altro agricoltore è morto schiacciato dal trattore anche oggi: la vittima in provincia di Sassari, arriviamo così allo spaventoso numero di 122 agricoltori morti in modo così atroce

Messina 29 nonvembre 2016 
Tre operai sono morti intossicati, mentre pulivano la cisterna della nave 'Sansovino' della 'Caronte&Tourist', ormeggiata al porto di Messina. Altro due compagni di lavoro sono molto gravi. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti i cinque operai stavano, eseguendo dei lavori di pulizia nei serbatoi del carburante, quando si sono sentiti male e sono caduti all'interno della cisterna    L'esatta dinamica dell'infortunio mortale non è ancora chiara. Sembra che i cinque operai siano rimasti intossicati, durante i lavori di manutenzione di una cisterna della nave. Uno dei marinai è morto subito, mentre gli altri due sono ricoverati in gravissime condizioni all'ospedale Papardo e al Policlinico di Messina. Tra i due feriti c'è anche l'ufficiale di coperta da cui dipendeva la squadra dell'equipaggio, coinvolta nell'infortunio. I lavoratori stavano eseguendo una saldatura dentro la cisterna. All'improvviso, forse per una scintilla, si sono sprigionati dei fumi tossici e gli operai sono svenuti per i fumi velenosi. La Procura di Messina ha aperto una inchiesta.

Muore un altro agricoltore schiacciato dal trattore in Emilia Romagna

Reggio Emilia 28 novembre 2016.  E' morto schiacciato dal trattore Ero Malagoli  di anni 81, la tragedia a Montecchio. L'anziano non è morto subito, ma all'ospedaledove era statro ricoverato per le gravisisme ferite riportate. Sono 121 dall'inzio dell'anno gli agricoltori morti schiacciati dal trattore. Sarebbe importante fare almeno una campagna informativa sulla pericolosità di questo mezzo che uccide al più piccole errore e non solo: spesso si muore per imprevisti o per particolari condizioni del terreno che nascondano insidie di ogni genere.

lunedì 28 novembre 2016

Ancora due morti sui luoghi di lavoro anche oggi 28 novembre 2016

28 novembre 2016 Anche oggi ci sono stati due morti sui luoghi di lavor. In provincia di Sassari è morto Antonio raimondo Farris un autotrasportatore travolto dal carico che stava scricando in un deposito di pale ioliche.
Nella provincia di Massa Carrara in una cava di marmo è morto travolto da tonnellate di materiale Mauro Giannetti di 46 anni. Giannetti è il quarto morto in provincia di Massa Carrara schiacciati dal marmo. in aprile sono morti Roberto Ricci e Federico Benedetti. il mese dopo è stato travolto dal marmo che stava lavorando un sessantunenne di cui non conosciamo l'identità.
Insomma per chi lavora ogni giorno è buono per morire.

I motivi del mio NO al Referendum



Come curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro e metalmeccanico in pensione volevo spiegare a chi mi conosce e apprezza il mio lavoro volontario dei motivi del mio No al Referendum.
Alcuni sono proprio sul referendum. Il primo motivo è la legge chiamata Italicum, che da un premio di maggioranza incredibile a chi prende più voti.
Se un partito prende anche solo il 25% dei voti ma è quello con più voti prende la maggioranza assoluta dei seggi. Immaginate il partito più lontano da voi, quello che tramate al pensiero che possa prendere il potere, e che questo con la sua maggioranza possa addirittura fare leggi per distruggere l’unità del Paese e che attraverso questa maggioranza elegge senatori, il Presidente della Repubblica, i membri della Corte Costituzionale ecc. Verrà modificato in casa del vittoria del Si? Io non posso non ricordarmi di “un stai sereno” riferito all’allora primo ministro Letta. Tantissimi italiani non verrebbero così rappresentati in Parlamento. Secondo motivo il Senato non viene abolito come in tanti auspicavano, ma viene tolta solo la possibilità che i senatori siano eletti dai cittadini, visto che i senatori verrebbero di fatto nominati dai partiti politici. Il Senato esiste già dai tempi dell’antica Roma e già 2000 anni fa le classi meno abbiente eleggevano direttamente i loro senatori. Tra l’altro il risparmio con questa riforma è irrisorio, visto che tutta la struttura burocratica del Senato rimane. Già questi motivi basterebbero per votare No.
Come curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro posso affermare, senza temere smentite che la maggioranza dei morti sul lavoro in questi nove anni di monitoraggio sono nelle piccole aziende, tra gli agricoltori, gli artigiani e le Partite Iva. Quasi inesistenti nelle aziende dove il Sindacato è presente. Il disinteresse del Governo Renzi verso queste tragedie è stato totale, se pur avvertiti con mail fin dall’insediamento della strage di agricoltori schiacciati dal trattore delle imminenti stragi che si verificano puntuali ogni anno, non è mai stata spesa una parola di Solidarietà e neppure di interventi mirati per far diminuire questa carneficina. Da quando si sono insediati il Primo Ministro Renzi, il Ministro del Lavoro Poletti e quello delle Politiche Agricole Martina i morti schiacciati dal trattore sono stati oltre 400, un numero pazzesco se pensiamo che sono vite umane perse di tutte le età. Twittano su tutto, ma mai sentito niente sui lavoratori che l’anno scorso sono morti numerosissimi, con un incremento anche rispetto al 2008, anno d’apertura dell’Osservatorio.
Ma quello che più mi ha inquietato di questo governo è stato il Jobs act. Nulla di più nefasto di questa legge per i lavoratori dipendenti che di fatto diventano tutti precari, sia i nuovi assunti che quelli che continuano a mantenere l’articolo 18. Ne spiego i motivi. Senza l’articolo 18, si limita di fatto la libera iscrizione a un sindacato che non sia al servizio delle aziende. E questo basta poco a capirlo, chi avrà il coraggio di iscriversi a un sindacato scomodo se con una scusa (ma anche senza) può essere licenziato? Crolleranno le iscrizioni al sindacato e con questo la possibilità per i lavoratori di dire la loro opinione sull’organizzazione aziendale, sulla Sicurezza, su un’ingiustizia subita, sui salari che crolleranno.  Insomma senza l’articolo 18 i lavoratori sono alla mercé di ogni tipo di angheria. Ci sono anche ottimi imprenditori e qui a Bologna ce ne sono tanti, ma ce ne sono almeno altrettanti che approfitteranno di questa libertà di “fare” per imporre tutto quello che vogliono. Io lavoravo prima dell’introduzione dello Statuto dei Lavoratori e potrei raccontarne tantissime su questo arbitrio che c’era sui luoghi di lavoro. Le prossime vittime del Jobs act saranno i lavoratori non indispensabili assunti a tempo indeterminato, in caso di crisi, vera o creata appositamente. Saranno loro a essere licenziati per poi essere rimpiazzati da lavoratori senza più l’articolo 18. Se poi io fossi un Dipendente Pubblico non dormirei sonni tranquilli su questo fronte. Con la vincita del Si questo governo si spingerà oltre e la possibilità d’introduzione del jobs act anche per questi lavoratori sarà nella logica delle cose.
Si, spero proprio che questo governo cada, che questo Parlamento dominato da lobby di ogni tipo vada a casa, che si vada finalmente alle elezioni sperando che i lavoratori dipendenti e pensionati si accorgano finalmente che in parlamento non hanno nessuno che li rappresenti e li tuteli, che in questi ultimi vent’anni hanno votato partiti e parlamentari che non hanno mai difeso i loro interessi, che decine di milioni di voti non hanno nessuna rappresentanza politica organizzata.
Carlo Soricelli Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it


venerdì 25 novembre 2016

Fanculo all'indifferenza della politica. Ancora quattro morti sui luoghi di lavoro anche oggi

26 novembre 2016. Dopo il 22enne morto ieri a Imola di Bologna, anche oggi registriamo altri tre morti sui luoghi di  lavoro. Un altro giovane di 22 anni è morto, si tratta di Stefano Colleoni che è stato schiacciato da un carico di pannelli in un'industria del legno in provincia di Trento. A morire invece nella provincia di Napoli, a Casoria Antonio Ferrara, Ferrara è rimasto schiacciato tra due autocompattatori di rifiuti. La terza vittima un albanese, di cui non si conoce ancora l'identità, in provincia di Cremona. E' morto per essere stato investito da un muletto in manovra in un cantiere di una fabbrica. La quarta vittima all'isola d'Elba dove a perdere la vita è stato un operaio colpito mortalmente dallo scoppio di una poma di calecestruzzo. feriti gravemente anche altri due suoi colleghi.

Terribile morte di Danilo Poggioli un giovane di 22 anni a Imola provincia di Bologna. Dieci anni fa la stessa terribile sorte a Andrea Gagliardoni




Bologna 24 novembre 2016. E' morto in modo atroce e dopo giorni di agonia Danilo Poggioli, aveva solo 22 anni. Non ce l'ha fatta il giovane operaio imolese rimasto vittima di un terribile incidente sul lavoro lunedì scorso mentre era impegnato nell'azienda cartaria Italmicro, a Borgo Tossignano . Il giovane è morto oggi all'ospedale Maggiore di Bologna dove era ricoverato in rianimazione.
Poggiali era rimasto schiacciato da un macchinario nell'azienda dove lavorava, una pressa a rulli che serve per incollare il cartone ondulato. Era rimastoincastrato con la testa. Soccorso, era stato trasportato d'urgenza in ambulanza al Maggiore di Bologna dopo che le pessime condizioni atmosferiche avevano impedito l'utilizzo dell'elisoccorso del 118, ma le sue condizioni erano apparse subito gravissime. In questi giorni si è tentato in vari modi di tenerlo in vita ma è stato tutto inutile.  La famiglia ha deciso l'espianto degli organi. Povero giovane, morire così a 22 anni. La stessa sorte è toccata anni fa nelle Marche a un altro giovane della sua età, Andrea Gagliardoni. Qui sotto la testimonanza della madre 
Andrea aveva solo 23 anni, amava la vita e il lavoro. Un ragazzo bello come il sole, calmo come il mare d’estate, d’indole fin troppo buona, aveva sempre un sorriso per tutti e cercava di aiutare i più deboli. Andrea lavorava nello stabilimento Asoplast di Ortezzano (A.P.), azienda dell’indotto Merloni con un centinaio di operai, florida e moderna come poche, specializzata nello stampaggio di materiali in propilene, PVC e tampografia. Peccato che Andrea in quello stabilimento così moderno è morto a soli 23 anni il 20-06-2006 mentre stava lavorando alla Mag 1000, una macchina tampografica che imprime icone colorate sui frontalini di elettrodomestici, la testa colpita da due tamponi capaci di spezzargli l’osso del collo nello schianto minimo di pochi secondi. L’hanno trovato così, sgomenti, gli altri operai, in una pozza di sangue che usciva copioso da un orecchio. Un lavoro da operaio semplice, un ragazzo senza troppi grilli per la testa, indomito suonatore di chitarra, leader del gruppo Nervous Breakdown. Un lavoro eseguito per un misero stipendio e la sicurezza un optional; quella macchina tampografica era una macchina killer, non aveva i giusti sistemi di sicurezza e l’unico presente era stato rimosso per velocizzare la produzione. Vengono definite “Morti Bianche” e non si capisce il perché. Queste morti hanno variegati colori: rosso, come il sangue che sgorga dalle ferite profonde,nerocome il buio e il dolore in cui piombano i familiari che restano e oro, come il denaro accumulato dagli imprenditori che giocano con la vita della classe più debole. Queste morti non sono mai incidenti, sono frutto dell’avidità di chi rifiuta di rispettare le norme sulla sicurezza e sono frutto del disprezzo per la vita, la vita degli operai naturalmente, la vita di chi è costretto a lavorare anche 10-12 ore al giorno su di una impalcatura senza protezione o di chi deve manovrare macchinari con sistemi di sicurezza disabilitati per aumentare la produzione. Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non la VITA UMANA in quanto un operaio è considerato solo un numero che può essere facilmente sostituibile. Mi hanno strappato un figlio nel fiore degli anni e per una mamma è il dolore più atroce che possa provare nella vita. In casa ora regnano il vuoto , un silenzio assordante e, ogni tanto, guardo la porta d’ingresso sperando che si apra e Andrea torni a casa come sempre. Ma la realtà è cruda e capisci che tutto ciò non sarà mai più possibile perché quel figlio che hai tanto amato e cresciuto, se ne è andato per sempre. Quando si prende coscienza di questo il cuore si lacera sempre di più! Spero vivamente che questa guerra termini perché la statistica dice che muore un operaio ogni sette ore. E’ inaccettabile che una persona parta al mattino per andare a lavorare e non faccia più ritorno a casa. L'Inail, come ogni anno, dirama il suo Rapporto Annuale sugli infortuni e le morti sul lavoro e ,per l'anno 2010 ci comunica, che per la prima volta le morti sul lavoro sono scese a 980, quindi sotto quota mille, con un calo del 6,9% rispetto alle 1053 del 2009:quindi i commenti da più parti sono positivi….ma nessuno si rende conto che i dati sono sottostimati perché molti infortuni non vengono denunciati perché lavorano in nero e quindi non sapremmo mai il nome di questi sconosciuti…..quindi per valutare i veri dati statistici bisogna far riferimento all’Osservatorio Indipendente di Bologna dove la situazione è completamente diversa da quella che ci prospetta l’Inail.Vorrei inoltre ricordare che i nostri cari non sono numeri ma persone con i loro affetti, la voglia di vivere e soprattutto hanno una famiglia che cade nella disperazione più profonda e nessuno si preoccupa di dare un sostegno…un aiuto…si cade nel baratro più profonda della disperazione!!! Per questi motivi, chiedo ai familiari di tutte le vittime sul lavoro di unirci e collaborare per poter dare voce ai nostri cari e per far sì che tutto questo sangue non scorra più! L’unione fa la forza quindi cerchiamo di formare questa rete on- line per poter ottenere anche dei piccoli risultati….insieme ce la possiamo fare. Tutto ciò è possibile grazie a Carlo Soricelli che gestisce con molta dedizione l’Osservatorio Indipendente di Bologna. Portiamo avanti questa battaglia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro affinchè tragedie come le nostre non si ripetano più!! Graziella Marota, mamma di Andrea Gagliardoni.

Terribile morte di Danilo Poggioli un giovane di 22 anni a Imola provincia di Bologna. Dieci anni fa la stessa terribile sorte a Andrea Gagliardoni



Bologna 24 novembre 2016. E' morto in modo atroce e dopo giorni di agonia Danilo Poggioli, aveva solo 22 anni. Non ce l'ha fatta il giovane operaio imolese rimasto vittima di un terribile incidente sul lavoro lunedì scorso mentre era impegnato nell'azienda cartaria Italmicro, a Borgo Tossignano . Il giovane è morto oggi all'ospedale Maggiore di Bologna dove era ricoverato in rianimazione.

Poggiali era rimasto schiacciato da un macchinario nell'azienda dove lavorava, una pressa a rulli che serve per incollare il cartone ondulato. Era rimastoincastrato con la testa. Soccorso, era stato trasportato d'urgenza in ambulanza al Maggiore di Bologna dopo che le pessime condizioni atmosferiche avevano impedito l'utilizzo dell'elisoccorso del 118, ma le sue condizioni erano apparse subito gravissime. In questi giorni si è tentato in vari modi di tenerlo in vita ma è stato tutto inutile.  La famiglia ha deciso l'espianto degli organi. Povero giovane, morire così a 22 anni. La stessa sorte è toccata anni fa nelle Marche a un altro giovane della sua età, Andrea Gagliardoni. Qui sotto la testimonanza della madre 

Andrea aveva solo 23 anni, amava la vita e il lavoro. Un ragazzo bello come il sole, calmo come il mare d’estate, d’indole fin troppo buona, aveva sempre un sorriso per tutti e cercava di aiutare i più deboli. Andrea lavorava nello stabilimento Asoplast di Ortezzano (A.P.), azienda dell’indotto Merloni con un centinaio di operai, florida e moderna come poche, specializzata nello stampaggio di materiali in propilene, PVC e tampografia. Peccato che Andrea in quello stabilimento così moderno è morto a soli 23 anni il 20-06-2006 mentre stava lavorando alla Mag 1000, una macchina tampografica che imprime icone colorate sui frontalini di elettrodomestici, la testa colpita da due tamponi capaci di spezzargli l’osso del collo nello schianto minimo di pochi secondi. L’hanno trovato così, sgomenti, gli altri operai, in una pozza di sangue che usciva copioso da un orecchio. Un lavoro da operaio semplice, un ragazzo senza troppi grilli per la testa, indomito suonatore di chitarra, leader del gruppo Nervous Breakdown. Un lavoro eseguito per un misero stipendio e la sicurezza un optional; quella macchina tampografica era una macchina killer, non aveva i giusti sistemi di sicurezza e l’unico presente era stato rimosso per velocizzare la produzione. Vengono definite “Morti Bianche” e non si capisce il perché. Queste morti hanno variegati colori: rosso, come il sangue che sgorga dalle ferite profonde,nerocome il buio e il dolore in cui piombano i familiari che restano e oro, come il denaro accumulato dagli imprenditori che giocano con la vita della classe più debole. Queste morti non sono mai incidenti, sono frutto dell’avidità di chi rifiuta di rispettare le norme sulla sicurezza e sono frutto del disprezzo per la vita, la vita degli operai naturalmente, la vita di chi è costretto a lavorare anche 10-12 ore al giorno su di una impalcatura senza protezione o di chi deve manovrare macchinari con sistemi di sicurezza disabilitati per aumentare la produzione. Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non la VITA UMANA in quanto un operaio è considerato solo un numero che può essere facilmente sostituibile. Mi hanno strappato un figlio nel fiore degli anni e per una mamma è il dolore più atroce che possa provare nella vita. In casa ora regnano il vuoto , un silenzio assordante e, ogni tanto, guardo la porta d’ingresso sperando che si apra e Andrea torni a casa come sempre. Ma la realtà è cruda e capisci che tutto ciò non sarà mai più possibile perché quel figlio che hai tanto amato e cresciuto, se ne è andato per sempre. Quando si prende coscienza di questo il cuore si lacera sempre di più! Spero vivamente che questa guerra termini perché la statistica dice che muore un operaio ogni sette ore. E’ inaccettabile che una persona parta al mattino per andare a lavorare e non faccia più ritorno a casa. L'Inail, come ogni anno, dirama il suo Rapporto Annuale sugli infortuni e le morti sul lavoro e ,per l'anno 2010 ci comunica, che per la prima volta le morti sul lavoro sono scese a 980, quindi sotto quota mille, con un calo del 6,9% rispetto alle 1053 del 2009:quindi i commenti da più parti sono positivi….ma nessuno si rende conto che i dati sono sottostimati perché molti infortuni non vengono denunciati perché lavorano in nero e quindi non sapremmo mai il nome di questi sconosciuti…..quindi per valutare i veri dati statistici bisogna far riferimento all’Osservatorio Indipendente di Bologna dove la situazione è completamente diversa da quella che ci prospetta l’Inail.Vorrei inoltre ricordare che i nostri cari non sono numeri ma persone con i loro affetti, la voglia di vivere e soprattutto hanno una famiglia che cade nella disperazione più profonda e nessuno si preoccupa di dare un sostegno…un aiuto…si cade nel baratro più profonda della disperazione!!! Per questi motivi, chiedo ai familiari di tutte le vittime sul lavoro di unirci e collaborare per poter dare voce ai nostri cari e per far sì che tutto questo sangue non scorra più! L’unione fa la forza quindi cerchiamo di formare questa rete on- line per poter ottenere anche dei piccoli risultati….insieme ce la possiamo fare. Tutto ciò è possibile grazie a Carlo Soricelli che gestisce con molta dedizione l’Osservatorio Indipendente di Bologna. Portiamo avanti questa battaglia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro affinchè tragedie come le nostre non si ripetano più!! Graziella Marota, mamma di Andrea Gagliardoni.


mercoledì 23 novembre 2016

Ancora due morti sui luoghi di lavoro



22 novembre 2016. Terribile tragedia nel Porto di Salerno. Un operaio di 34 anni è rimasto schiacciato nella cabina del carrello elevatore mentre era intento al normale trasporto di container.
Secondo primissime indiscrezioni emerse e ancora ed’accertarda verificare, la vittima era a bordo del suo carrello elevatore e stava scendendo dalla nave attraverso le rampe d’accesso, quando un probabile malfunzionamento dei freni ha portato allo schianto del mezzo.

Un autotrasportatore, probabilmente colpito da infarto mentre guidava ha travolto col suo mezzo una villetta ai bordi della strada in provincia di Frosinone. hanno dovuto estrarre il suo corpo dalle lamiere della cabina. le indagini verificheranno se la morte è stata provocata da un infarto o dall'incidente.


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?