morti sul lavoro al 15 marzo 2024

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 15 marzo Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 211 per infortuni sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 273 se si aggiungono i morti in itinere L’unico osservatorio che monitora da 17 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL e i lavoratori in nero, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi. Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro Nel 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1485, 986 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, soprattutto in agricoltura e in edilizia Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 17 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2023, sono morti complessivamente 21050 lavoratori, di questi 10474 per infortuni sui luoghi di lavoro (tutti registrati in tabelle excel ). ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 30000. Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti che in diversi copiano. MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE ESCLUSO ITINERE. Aggiunti nella Regione i morti sulle autostrade regionali, tra parentesi i morti nelle Regioni compresivi di itinere. N.B i morti sono segnalati nelle province e regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 25 (37) Milano 4, Bergamo 1 Brescia 9 Como 1 Cremona 2 Lecco 1 Lodi Mantova 2 Monza Brianza 2 Pavia 2 Sondrio Varese 2 TOSCANA 19 (26) Firenze 7 Arezzo Grosseto Livorno, Lucca 1, Massa Carrara 1 Pisa‎ 4 Pistoia Siena 1 Prato 3 EMILIA ROMAGNA 18 (24) Bologna 5 Rimini Ferrara 3 Forlì Cesena 3 Modena 3 Parma 2 Ravenna Reggio Emilia 1 Piacenza SICILIA 16 (23) Palermo 6 Agrigento Caltanissetta Catania 2 Enna Messina 4 Ragusa Siracusa 1 Trapani‎ 2 CAMPANIA 19 (26) Napoli 7, Avellino 3 Benevento , Caserta 6 Salerno 3 VENETO 12 (16) Venezia 2 Belluno Padova‎ Rovigo Treviso 4 Verona 4 Vicenza 2 LAZIO 13 (18) Roma 5 Viterbo 2 Frosinone 4 Latina Rieti TRENTINO ALTO ADIGE 12 (15) Bolzano 6 Trento 5 PIEMONTE 9 (14) Torino 3 Alessandria (1 cantiere autostradale) Asti 1 Biella Cuneo 2 Novara 2 Verbano-Cusio-Ossola Vercelli PUGLIA 11 (15) Bari 3, BAT 1 Brindisi 2 Foggia 3 Lecce 2 Taranto SARDEGNA 9 (13) Cagliari 2 Sud Sardegna 1 Nuoro1 Oristano 1 Sassari 4 ABRUZZO 8 (12) L'Aquila 2 Chieti 3 Pescara Teramo 2 Ascoli Piceno 1 MARCHE 7 (9) Ancona 2 Macerata 3 Fermo 1 Pesaro-Urbino 1 FRIULI VENEZIA GIULIA 6 (8) Pordenone 3 Triste 1 Udine 1 Gorizia LIGURIA 5 (6) Genova 1 Imperia 2 La Spezia Savona 1 UMBRIA 4 (5) Perugia 4 Terni CALABRIA 4 Catanzaro 1 Cosenza 2 Crotone Reggio Calabria 1 Vibo Valentia BASILICATA 2 (3) Potenza 2 Matera Molise Campobasso Isernia VALLE D’AOSTA 1 I morti sulle strade. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza. Nelle province non sono segnati i morti in autostrada avvenuti nella Regione Curatore Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e artista sociale da oltre 50 anni Per contatti carlo.soricelli@gmail.com https://www.facebook.com/carlo.soricelli https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ https://www.instagram.com/pittorepranico/channel/?hl=it su Twitter @pittorecarlosor 18 gli schiacciati dal trattore 22 morti gli autotrasportatori, altrettanti morti tra gli automobilisti (molti lavorano sulle strade essendo agenti di Commercio) e i passeggeri (non inseriti tra i morti sul lavoro) che hanno la sventura di incrociarli o di essere a bordo, spesso gli incidenti sono provocati da stanchezza e malori alla guida 26 gli operai/e, morti di fatica impiegati/e, agricoltori/e, braccianti, autotrasportatori ecc. morti per fatica e malori sui luoghi di lavoro: nel 2023 a luglio e agosto una strage per il caldo e per le condizioni in cui lavoravano soprattutto nei cantieri e sui campi 26 i morti in infortuni domestici tra questi 3 bambini 11 i taglialegna morti travolti dall’albero che tagliavano Complessivi morti sui luoghi di lavoro dal 2019 3869 morti Attenzione se si contano tutti anche i morti in itinere e in altri ambiti lavorativi in questi ultimi 6 anni completi e sommati come fa INAIL si arriva a contarne 5285

grafico 15 anni

grafico 15 anni
Morti sul lavoro al 10 marzo del 2024 comparati con gli ultimi 5 anni e con l'anno di apertura dell'Osservatorio....e parlano di cali

Le province nel 2023

Le province nel 2023
guarda la situazione della tua provincia Morti sui luoghi di lavoro nelle province nel 2023 dalla più virtuale Livorno, a Rieti la peggiore

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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giovedì 28 febbraio 2013

5 morti in due giorni

Modena 28 febbraio E' morto un giovane di 26 anni alle Officine Prompolini di Magreta di Formigine nel primo pomeriggio di oggi. La tragedia nel primo pomeriggio. Inutile ogni soccorso. Quando sono arrivati i sanitari del 118 il giovane era già morto. Sul posto anche i carabinieri. La Procura ha aperto una inchiesta. Palermo E' morto Antonino Castiglia un operaio di 52 anni. Castiglia ha perso la vita cadendo dall'impalcatura al suolo durante i lavori di rifacimento della facciata interna di un convento. La struttura, di proprietà dell'Università, era stata inaugurata da poco tempo dopo la radicale ristrutturazione che l'ha trasformata in laboratorio linguistico dell'Ateneo.

Basta politici interessatevi delle morti sul lavoro e dei problemi degli italiani

Nonostante l’accorato appello dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, mandato attraverso Articolo 1 e mail inviate ai partiti che hanno partecipato alle elezioni, affinché il nuovo parlamento prendesse finalmente e urgentemente a cuore la situazione delle morti sul lavoro che sembrano non interessare nessuno nonostante sia un problema gravissimo per un paese civile, nessuno si è degnato di una risposta, ma tutti a mantenere le proprie posizioni che alla fine non offrono un bello spettacolo per i cittadini che hanno votato per risolvere i gravissimi problemi del paese. L’appello è stato fatto due giorni e nel frattempo altri 3 lavoratori sono morti in diverse situazioni. All’ILVA di Taranto è Morto il terzo lavoratore in pochi mesi. Ciro Moccia è caduto da un’altezza di 15 metri assieme ad un collega rimanendo ucciso sul colpo mentre un suo collega è rimasto gravemente ferito. E questo in una fabbrica tra le più grandi d’Europa: sembra che erano appoggiati coi piedi e a quell’altezza ad una lamiera che ha ceduto. Ma vi rendete conto in uno stabilimento di 15 operai ci sono operai che lavorano a 15 metri d’altezza su di una lamiera e senza essere assicurati a cinture di sicurezza? A Senigallia è morto dopo due anni di coma Orfeo Piombetti di 45 anni, anche lui era caduto da diversi metri d’altezza senza protezioni. Immaginate le terribili sofferenze di questi lavoratore, e dei suoi familiari vedere un proprio caro per due anni in quelle condizioni. A Lugo di Grezzana un operaio di 41 anni è rimasto schiacciato da una lastra di marmo: quando sono arrivati i soccorsi era ancora in vita ma è deceduto poco dopo. E questo in neppure due giorni completi di lavoro. Siamo indignati, non vi abbiamo votato per fare “poesia” e dispetti ma per occuparvi finalmente dei problemi del paese e se non lo fate immediatamente la rabbia dei cittadini viventerà inarrestabile e vi travolgerà tutti. Anch’io come presidente e come italiano mi sono indignato sentire un socialdemocratico tedesco chiamare clown diversi politici italiani ma è questa l’immagine che stiamo dando fuori dall’Italia, Basta. Siete stati chiamati anche per risolvere problemi gravissimi come le morti sul lavoro. OCCUPATEVENE. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

Un altro morto sul lavoro all'ILVA di Taranto, si tratta di Ciro Motta. E' morto dopo due anni Orfeo Piombetti

Taranto 28 febbraio 2013 E' morto Ciro Moccia di 42 anni all'ILVA di Taranto e un suo compagno di lavoro è rimasto gravenmte ferito. La tragedia alla'alba di oggi alla batteria 9 delle cokerie. Gli operai sono precipitati da un'altezza di 15 metri. Purtroppo Moccia, non ce l'ha fatta e li suo collega Antonio Liti di 45 anni, è rimasto gravemente ferito. Erano stati chiamati per un pronto intervento alla colata. Pochi mesi fa era morto un giovane di 29 anni. Ancona E' morto dopo due anni di coma Orfeo Piombetti di 45 anni di Senigallia. Piombetti era precipitato all'interno di un cantiere. Le speranze di un risveglio per Orfeo Piombetti, 45 anni, titolare insieme alla moglie di due negozi di prodotti per capelli a Chiaravalle e Senigallia, si sono spente quando il quadro clinico è peggiorato improvvisamente. Piombetti era in coma da marzo del 2011 dopo essere caduto da un'impalcatura alta diversi metri a Falconara.

mercoledì 27 febbraio 2013

E' morto un operaio nel veronese

Verona 27 febbraio E' morto un operaio di 41 anni in un'incidente sul lavoro a Lugo di Grezzana. La vittima è rimasta schiacciata da una lastra di marmo all'interno dell'azienda dove stava lavorando rimanendo ferito gravemente. Quando sono arrivati i soccorsi era ancora in vita, ma è deceduto poco dopo l'arrivo in ospedale per le gravi ferite riportate. Sull'episodio indagano i carabinieri.

domenica 24 febbraio 2013

Gli operai Vinyls invitano al voto

Tre anni fa esatti: 24 febbraio 2010, gli operai Vinyls occupavano il carcere dell’Asinara, il giorno dopo noi aprivamo questo blog per aiutarli. Oggi Tino Tellini, che era uno di quegli operai, ci scrive una lettera appassionata sull’importanza del voto: “Abbiamo conosciuto la disperazione di un futuro incerto, la rabbia sorda che ce la faceva prendere con tutti. Ma non andare a votare è come morire, mentre noi dobbiamo vivere e partecipare anche quando tutto sembra perduto”. In questi anni difficili ho avuto la fortuna di conoscere tanti lavoratori, disoccupati, persone straordinariamente dignitose nelle loro povertà e nel coraggio di affrontare le avversità. Ho visto e vissuto momenti di meravigliosa solidarietà che mi hanno fatto avere più fiducia nel prossimo, e che mi hanno fatto pensare che nel momento del bisogno anche noi sardi, e noi italiani, non siamo inferiori a nessuno. Quanto possiamo essere generosi e altruisti se “depurati” dai nostri egoismi ed ossessioni. Siamo un grande popolo ma non sappiamo di esserlo. Sono uno degli operai che nel febbraio 2010 occuparono il carcere dell’Asinara per protestare contro la chiusura della Vinyls di Porto Torres. Ricorderò per sempre il giorno in cui gli operai dell’Alcoa varcarono le porte del carcere all’Asinara dove da mesi eravamo rinchiusi. Quegli operai straordinari, disperati come noi, si erano alzati alle quattro del mattino facendo 300 km e un’ora e mezzo di battello col mare in tempesta, per raggiungere l’isola. Facemmo un’assemblea con 300 persone, toccò proprio a me aprirla, io che ero quello più abituato a parlare in pubblico. Invece quel giorno non riuscii a proferire quasi parola: mi venne subito un groppo in gola e mi commossi come un bambino. Se ne accorse Massimo Cara, delegato sindacale Alcoa. Era al mio fianco, mi diede delle pacche sulle spalle e prese la parola, ma alla fine aveva gli occhi lucidi pure lui. Poi mangiammo e bevemmo tutti insieme, anche con i pastori che lavoravano sull’isola. Due mondi diversi, industria e pastorizia, allo stesso tavolo con un obbiettivo: il riscatto sociale del lavoro. Ci sentimmo davvero forti e uniti come non mai, quel giorno. Fu uno dei giorni più belli della mia vita. Diventammo molto amici con gli operai del Sulcis, e ancora ci sentiamo. Abbiamo conosciuto la disperazione di un futuro incerto, la rabbia sorda che ce la faceva prendere con tutti, l’orgoglio di averci almeno provato in un oceano di indifferenza. Noi della Vinyls la battaglia l’abbiamo persa, ed è una cosa che ancora il sottoscritto non ha digerito. Non era giusto, non ce lo meritavamo, sempre aggrappati ad una speranza ed è con la speranza che si rendono gli uomini schiavi. Questa maledetta parola l’hanno conosciuta bene gli operai e i minatori del Sulcis, le magnifiche donne della Omsa, Agile-Eutelia, gli operai Fiat, le occupanti della Tacconi, tutte quelle vertenze che in questi tre anni hanno fatto parte del blog L’Isola dei cassintegrati che nacque con la nostra protesta. Purtroppo quando si perde la speranza divampa spontaneo il più tragico degli errori: mettere tutti sullo stesso piano, partiti, politici ed Istituzioni, chiunque capiti a tiro senza distinzione. Aveva ragione chi ha detto: criticare tutti è come criticare nessuno. Si cade nella tentazione di astenersi da qualsiasi forma di partecipazione alla vita pubblica. Saranno in tanti i lavoratori di queste lotte che purtroppo, come tanti italiani, non andranno a votare. Comprendo bene la frustrazione che è anche la mia, ma reputo profondamente sbagliato il disimpegno da un dovere civico e pubblico. La politica naturalmente non ha capito nulla del nostro profondo disagio sociale, e anzi, sembra fare di tutto per alimentarlo. In questa campagna elettorale si è parlato di tutto meno che di lavoro. Ma dobbiamo essere più onesti di costoro. Andiamo a votare quindi, a votare per chi riteniamo il migliore fra i peggiori, è già un buon inizio. Vogliono la nostra rassegnazione, non la devono avere. Non andare a votare è come dormire, e dormire è come morire mentre noi dobbiamo vivere e partecipare, anche quando tutto sembra perduto. Non alziamo bandiera bianca, non ci arrendiamo. Anni di lotte, di delusioni, non devono passare invano, non devono disperdersi nel vento. Quel bellissimo spirito di quel giorno all’Asinara insieme agli operai Alcoa e ai pastori ci aveva fatto sentire forti e uniti, e sono sicuro che ogni lavoratore italiano in lotta, almeno una volta, ha provato lo stesso. Insieme siamo una potenza e non è vero che le cose non si possono cambiare. Nulla è per sempre, teniamolo sempre in mente. Si dice che quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Noi siamo duri e siamo in tanti. Contiamoci per contare. Non diamogliela vinta. Votare è un diritto, un dovere, un onore. (Tino Tellini).

sabato 23 febbraio 2013

Sono morti Fabrizio Verenose e Guglielmo Bellan nel ferrarese travolti dall'acqua mentre lavoravano su una paratia.

Ferrara 22 febbraio sono morti Fabrizio Veronese, 56 anni, di Rovigo e Guglielmo Bellan, 53 anni, di Loreo. La tragedia a san Giovanni di Ostellato: la paratia ha ceduto e i due poveri lavoratori sono stati sommersi dall'acqua e spinti in un cunicolo. Una morte terribile. I due manutentori di una ditta del Rodigino. I corpi dei due operai sono stati trovati dai sommozzatori questa mattina. L'allarme era stato dato dai familiari delle due vittime che non vedendoli rientrare dal lavoro e senza potersi mettere in contatto con loro hanno dato l'allarme. I carabinieri, arrivati sul posto, hanno trovato l'auto dei due in zona. Le immagini delle telecamere dell'impianto avevano confermato la dinamica della tragedia. Sono così stati attivati i sommozzatori per le ricerche, i corpi sono stati individuati solo questa mattina alle 10.45. I lavoratori continuano a morire in tanti anche in questo inizio del 2013 ma la politica ha altro da pensare: deve pensare a come sistemare i loro candidati parlamentari che a tutto pensano ma non ai morti sul lavoro. Nessuno partito si è espresso in modo netto su come cercare di alleviare queste tragedie che colpiscono oltre 1000 lavoratori e le loro famiglie ogni anno

venerdì 22 febbraio 2013

E' morto a Baronissi di Salerno Nicola Gaeta

Salerno 21 febbraio 2013 E' morto Nicola Gaeta colpito mortalmente da un tubo utilizzato per le fognature mentre lavorava. Gaeta è morto in un'azienda nei pressi della sopraelevata tra l'Ikea e l'hotel dei Principati a Baronissi. Sul posto, allertati dai titolari della ditta, sono prontamente giunti i soccorritori che, però, non hanno potuto che constatare il decesso del povero operaio. Sull'accaduto indagano i carabinieri della compagnia di Mercato San Severino: saranno loro a ricostruire con esattezza la dinamica della tragedia e ad accertare eventuali responsabilità.

giovedì 21 febbraio 2013

E' morto Antonio Curcio di 58 anni sull'A 7

20/21 febbraio 2013 Autostrada A7 all'altezza di Novi Ligure. E' morto Antonio Curcio di 58 anni. Curcio è morto sulla corsia sud dell'autostrada A7 Milano-Genova. Secondo la prima ricostruzione Curcio è stato schiacciato all'improvviso da un semovente a cingoli. Il lavoratore stava manovrando un mezzo che serve al ripristino delle barriere di protezione, quando è rimasto schiacciato tra il mezzo e il guard rail. Le autorità sono sul posto per i rilievi e gli accertamenti. Gli edili continuano a morire in tantissimi anche in un anno di profonda crisi come questo che stiamo affrontando.

Da Varesenew.it

Gli infortuni sul lavoro non accadono mai per fatalità. Anche se un masso si stacca dalla galleria in cui stai lavorando e ti schiaccia, il destino non c’entra nulla. Il 21 gennaio scorso, l’operaio Costanzo Palmo è morto in una galleria nel cantiere di Pedelombarda a Lozza perché in quel momento non doveva essere lì, in quanto non c’erano le condizioni per lavorare in sicurezza. Da che mondo e mondo piovono pietre sulle teste degli operai, ma la morte di Costanzo si poteva evitare. Il giorno prima, altri due lavoratori erano stati sfiorati da una masso in caduta. E il fatto che non siano morti e sì da considerare una fatalità. La Fillea-Cgil ha deciso di costituirsi parte civile al processo per la morte dell'operaio per evitare che la responsabilità ricada sull’ultima ruota del carro. È la seconda volta in 13 anni che accade in provincia di Varese. La prima costituzione di parte civile fu per la morte del rumeno Ion Cazacu, bruciato vivo dal suo datore di lavoro perché chiedeva migliori condizioni. La conta dei morti sul lavoro nell'ultimo anno dice che quattro vite sono state sacrificate sull'altare del mancato rispetto delle norme del testo unico sulla sicurezza del 2008. «I quattro morti – spiega Flavio Nossa, della Fillea Cgil – lavoravano per aziende che non avevano un rappresentante della sicurezza (rls ndr) previsto dalla legge. Troppo spesso mi sento dire dai lavoratori: “voi sindacalisti avete ragione, ma io rischio il posto di lavoro e tengo famiglia”. Se scatta questo meccanismo non ne usciamo più». Il sindacalista è furibondo. Per lui ogni morto è un arretramento secco nella trincea dei diritti: ciò che si è conquistato in tanti anni di lotte, presidi, picchetti e manifestazioni viene rimesso in discussione da una realtà desolante. «Per ben tre volte - racconta Nossa - abbiamo convocato le assemblee per l'elezione della rls nel cantiere della Pedelombarda dove è morto Costanzo e per tre volte sono andate deserte. È un brutto segnale. Abbiamo anche contestato all'impresa una finta elezione, che è poi una pratica quotidiana in molti cantieri». La consapevolezza dei lavoratori non c’entra nulla. Costanzo era un lavoratore esperto, era iscritto al sindacato e conosceva i suoi diritti. La Cgil però denuncia un clima diventato insopportabile in molti cantieri a causa della crisi che nell’edilizia è resa ancor più pesante dalle infiltrazioni della criminalità organizzata, ‘ndrangheta in testa. «Quando il sindacato nel 2008 - spiega Nossa - è stato costretto a firmare un protocollo in cui chiedeva che vi fosse oltre alla nostra presenza anche quella permanente della Guardia di Finanza la dice lunga sul contesto in cui si opera e il rischio che si corre, cioè un cantiere dove in passato sei aziende sono state allontanate e una non è nemmeno entrata». In questo clima i lavoratori sono sempre più fragili sul piano della rivendicazione dei diritti. Non servono molte parole o intimidazioni esplicite perché di questi tempi c'è una paura più subdola, la paura di perdere il posto di lavoro. Una paura così forte che sfida anche il timore di una pioggia mortale di pietre. Allora meglio stare zitti e lavorare. Quando si parla di infortuni sul lavoro è sempre l'edilizia a pagare il dazio più alto in termini di gravità: su 402 infortuni (denunciati dal 1 ottobre 2011 al 31 agosto 2012) nel 6,56% si tratta di lesioni gravi, contro una media del 3% del settore metalmeccanico. Una casistica degna di un film dell'orrore: si cade dall'alto, si muore schiacciati dai pesi, soffocati negli scavi o fulminati mentre si lavora su una betoniera con una messa a terra inesistente. Salvatore Minardi, responsabile del dipartimento sicurezza della Cgil, ha elaborato un grafico dove si evidenzia che, nonostante il calo degli addetti nell’edilizia, il rapporto tra le ore di infortunio e le ore lavorate rimane costante. Quindi il rischio infortunistico nel settore è rimasto molto alto. «Nei periodi di crisi – sottolinea l'avvocato Marzia Giovannini, che rappresenterà il sindacato in giudizio - c'è una minore attenzione dei datori di lavoro perché i presidi contro gli infortuni vengono percepiti come un costo. Ma la cosa che colpisce è l’assenza del rappresentante per la sicurezza, sintomo della mancanza di cultura contro gli infortuni». La Fillea chiede la presenza dell'asl nel cantiere e un tavolo di coordinamento con i tecnici e le parti sociali. Per Vincenzo Annesi che segue il cantiere di Lozza ce n’è bisogno come il pane. «Sappiamo - dice il sindacalista - che l’asl ha problemi di risorse, di organico, di tempi in un territorio con una densità aziendale molto marcata. Ma sono gli stessi operai che ci chiedono dov’è l’asl e soprattutto dove sono i controlli». La galleria dove è morto Costanzo è stata posta sotto sequestro dalla magistratura e l’impresa Europa92 ha già avviato la richiesta di cassa integrazione dal 28 gennaio al 28 aprile e se il cantiere non verra dissequestrato 30 lavoratori a termine, su un totale di 64, verranno licenziati, mentre gli altri lavoreranno per la messa in sicurezza dell’opera. I sindacati giovedì 21 gennaio incontreranno a Turate (dove c’è il cantiere principale) i vertici di Pedelombarda e Pedemontana per capire se ci sarà la copertura finanziaria per il proseguimento dei lavori. Nel frattempo i compagni di lavoro di Costanzo Palmo hanno organizzato una raccolta di fondi da destinare alla famiglia: chi vorrà, potrà devolvere l’importo di una giornata di lavoro, in attesa che arrivino anche i soldi dell’Inail. 20/02/2013 Michele Mancino @micmanciomichele.mancino@varesenews.it Condivido inpeino quello che c'è scritto. la carenze più gravi come scrive il sindacalista della FILLEA sono dovute alla mancanza di un rappresentante della Sicurezza nei cantieri. Dov'è presente ed è stato eletto democraticamente dai lavoratori i morti sul lavoro sono quasi inesistenti. Carlo Soricelli

mercoledì 20 febbraio 2013

Padova 19 febbraio 2013 E' morto Aldo Azzolari un autotrasportatore di 45.

Padova 19 febbraio 2013 E' morto Aldo Azzolari un autotrasportatore di 45. Azzolari è morto nel pomeriggio in un tragico incidente stradale alla periferia di Padova. .La tragedia si è consumata nel primo pomeriggio lungo la tangenziale nord, nella frazione di Pontevigodarzere, nei pressi di Limena. Azzolari per non tamponare un furgone in corsia d'emergenza è finito rovesciandosi in una scarpata colpendo prima il furgone in una fiancata. Secondo alcuni testimoni, un centinaio di metri prima della collisione il pesante automezzo ha cominciato a sbandare, e sull'asfalto sono rimaste le tracce evidenti di una lunga frenata.

martedì 19 febbraio 2013

E' morto Massimo D'Andrea di 33 anni nell'astigiano. E' morto cadendo da un'impalcatura un operaio di 43 anni nel frusinate

Frosinone 19 febbraio 2013 E' morto  Fabio Cingolani un operaio di 43 anni ad Anagni nel frusinate precipitando da un’impalcatura da circa venti metri altezza ed è morto sul colpo. Sulla tragedia all’interno delle distillerie Bonollo stanno indagando i carabinieri della compagnia di Anagni. Asti 19 febbraio E' morto Massimo D'Andrea di 3 anni. Ad uccidere il povero giovane potrebbero essere state le esalazioni di una vasca utilizzata per la fermentazione delle uve in una delle grandi case vinicole di Canelli. A Il suo corpo, ormai senza vita, è stato trovato da un collega, preoccupato di non sentire più rumori dall'interno della vasca in cui D'Andrea si era introdotto per lavarla.

lunedì 18 febbraio 2013

Questa politica vigliacca dica cosa intende fare per queste tragedie, per non leggere più drammi come questi

Lettera per un figlio che non c'è più - Anche Andrea si è perso tra i morti da stabilimento e da cantiere. Tragedie quotidianamente dimenticate da un paese ignavo e incurante. Fermare questa strage perché ogni essere umano ha diritto alla propria vita e non può perderla per 900 euro al mese. Andrea aveva 23 anni quando, il 20 giugno 2006, è rimasto con il cranio schiacciato da una macchina tampografica non a norma. Andrea voleva imparare a suonare la tromba, come se la chitarra da sola gli andasse stretta. Perché a quell'età la taglia dei desideri si allarga e non stai più nei tuoi panni dalla voglia di metterti alla prova, conoscere, guardare avanti. Da li a quattro giorni pure la metratura della sua vita sarebbe lievitata di colpo: dalla sua camera da ragazzo, in casa dei genitori,a un mini appartamento, acquistato dai suoi con un mutuo, a metà strada tra Porto Sant'Elpidio e la fabbrica Asoplast di Ortezzano, dove aveva trovato lavoro come precario per 900 euro al mese. Andrea voleva imparare a suonare la tromba, ma non ha fatto in tempo: una tromba che, rimasta la dov'era in camera sua, suona un silenzio assordante. E neppure l'appartamento è riuscito ad abitare: doveva entrare nella nuova casa sabato 24 giugno 2006, se ne è andato il 20 giugno di 4 anni fa. Oggi Andrea avrebbe 28 anni ma è morto in fabbrica alle sei e dieci dell'ultimo mattino di primavera. E suonerebbe ancora la chitarra con i Nervous Breakdwn e non darebbe il suo nome a una borsa di studio. Sarebbe la gioia di sua mamma Graziella e non la ragione della sua battaglia da neo cavaliere della Repubblica, per cultura sulla sicurezza. Una battaglia finita con una sconfitta dolorosa: nel nome del figlio e a nome dei tanti caduti sul lavoro, senza giustizia: Umbria-Olii, Molfetta, Thyssenkrupp, Mineo....Sono solo le stazioni più raccontate di una via Crucis quotidiana, che per un po' chiama a raccolta l'indignazione italiana, che poi guarda altrove. Le morti si fanno sentire, ma le sentenze molto meno, quando passano sotto silenzio anche per una sorta di disagio nell'accettarle e comunicarle. I responsabili di questa orrenda morte sono stati condannati a otto mesi di condizionale con la sospensione della pena, anche se il Procuratore generale del tribunale di Fermo aveva parlato «di un chiaro segnale perché questi reati vengano repressi con la massima severità». Andrea è stato ucciso per la seconda volta. La tragedia è finita nel dimenticatoio, con alcune frasi fatte e disfatte, tipo non deve più accadere, basta con queste stragi, lavoreremo per migliorare la sicurezza. Parole piene di buone intenzioni, che lo spillo della smemoratezza buca in un momento. Parole al vento! Alla fine anche Andrea si è perso tra i morti da stabilimento e da cantiere: martiri del lavoro che fanno notizia il tempo di commuovere, che non promuovono ronde per la sicurezza, spesso rimossi pure nei processi. Tragedie quotidianamente dimenticate da un Paese ignavo e incurante. Questo è quanto accade a tutti i morti sul lavoro; di loro restano solo dolore e angoscia dei familiari ma giustamente questo non fa notizia: una mamma che piange tutti i giorni, che guarda sempre la porta di casa aspettando che il suo Andrea rientri perché spera che tutta la sofferenza che sta vivendo sia solo un brutto sogno... Ma tutto ciò non importa a nessuno!!! Questa è la tragica realtà, di chi rimane e si rende conto di essere emarginato e dimenticato da tutti. Forse ciò che gli altri non conoscono è la realtà del “dopo” di queste tragedie…La vita per i familiari viene stravolta dal dolore e dalla mancanza della persona cara, ti ritrovi a lottare giorno per giorno per sopravvivere e se sei forte riesci in qualche modo a risollevare la testa da quel baratro di depressione in cui sei caduta, altrimenti sprofondi sempre di più!!! Ti accorgi che sei lasciato solo a te stesso….manca il sostegno psicologico, sono assenti tutte le istituzioni e nessuno è disposto ad ascoltare il tuo dolore perché il dolore fa paura a tutti!!! Speri nella giustizia ma questa si prende beffa di te perché otto mesi e sospensione della pena per chi ha ucciso tuo figlio mi sembra una vergogna per un paese che si definisce civile… Vogliamo parlare dell’Inail, questo ente che ogni anno incassa milioni di euro? Ebbene la morte di Andrea è stata calcolata 1.600 euro e cioè rimborso spese funerarie, allora mi chiedo ma la vita di mio figlio che è stato ucciso a soli 23 anni, per la società non valeva nulla? Eppure io quel figlio l’ho partorito, l’ho amato, curato e protetto per 23 anni, era il mio orgoglio e la mia felicità e quindi tutto diventa assurdo e inaccettabile!!! Nemmeno l’assicurazione vuole pagare il risarcimento e a distanza di 4 anni e mezzo dovrò subire ancora violenze psicologiche tornando di nuovo in tribunale e ripercorrere ancora una volta questa tragedia… descrivere come è morto Andrea, come lo hanno trovato i colleghi di lavoro, come ho vissuto dopo e come continuo a vivere oggi… Credetemi una pressione che non riesco a sopportare più. Per terminare, anche l’amministrazione comunale di Porto Sant’Elpidio si rifiuta di dare una definitiva sepoltura al mio angelo!!! Allora mi chiedo e lo chiedo a voi che state leggendo questa lettera: la vita di un operaio vale così poco? E’ un essere umano come tutti e se per i soldati morti in “missione di pace” si fanno funerali di Stato, per i 1300 operai che muoiono ogni anno per la mancanza di sicurezza, cosa viene fatto? Nulla perché non sappiamo nemmeno nome e cognome… sono solo numeri che fanno parte di una statistica. Termino questa lettera con un appello disperato: fermiamo questa strage che serve solo a far arricchire gli imprenditori e a distruggere le famiglie!!! Ogni essere umano ha diritto alla propria vita e non si può perderla per 900 euro al mese! di Graziella Marota, mamma di Andrea Gagliardoni

giovedì 14 febbraio 2013

E' morto un operaio sulla bretella della tangenziale di torino

TORINO 13 febbraio Un operaio addetto alla viabilità stradale di cui non si conosce ancora l'identità è morto questa mattina investito in pieno da un'auto mentre si trovava sulla bretella della tangenziale di Torino che porta all'autostrada. La vittima stava compiendo il suo lavoro di assistenza alla viabilità per un'auto in panne quando improvvisamente è stato investito da un'autovettura guidata da una donna che probabilmente, abbagliata dal sole non ha visto l'operaio.

mercoledì 13 febbraio 2013

E' morto Alexandru Marcel Hotnog boscaiolo di 24 anni

Lucca, 13 febbraio 2013 E' morto . La tragedia che ha colpito il giovane rumeno a San Pietro e Vico, la vittima è rimasta schiacciata sotto al pioppo che un collega stava segando. Hotnog con un collega della stessa ditta dovevano abbattere alcune piante per ricavarne legna da ardere e altri sottoprodotti per stufe a legna. Secondo una prima ricostruzione, l’altro operaio, rumeno di 33 anni stava utilizzando una motosega per tagliare una grossa pianta di pioppo. L’albero ha però deviato dalla traiettoria di caduta che entrambi avevano calcolato, probabilmente per alcuni rami che si sono impigliati in altre piante vicine, spostando di alcuni metri il punto di caduta. Così il pesante albero si è abbattuto schiacciando mortalmente il povero giovane.

martedì 12 febbraio 2013

Firenze, 12 febbraio 2013 Claudio Falteri venditore ambulante di 45 anni.

Firenze, 12 febbraio 2013 Claudio Falteri venditore ambulante di 45 anni. La tragedia questa mattina sulla Fi-Pi-Li: in seguito a un tamponamento, tra Lastra a Signa e Scandicci, in direzione del capoluogo toscano. Secondo una prima ricostruzione Falteri, era alla guida di un furgone che si è scontrato con mezzo pesante. Sul posto sono intervenuti i soccorsi sanitari, la polstrada e anche i vigili del fuoco che hanno provveduto a liberare il corpo dalle lamiere.

venerdì 8 febbraio 2013

E' morto nel ferrarese Claudi Camanzi

Ferrara 7 Febbraio 2012 E' morto Claudio Camanzi artigiano di 55 anni a Consandolo di Argenta. Camanzi stava saldando un rubinetto su un fusto di metallo, quando il contenitore è improvvisamente esploso, il contenitore era vuoto ma probabilmente era saturo di gas di un prodotto chimico A causa della violenta esplosione il contenitore di metallo si è frantumato e un frammento ha colpito mortalmente al capo l’artigiano. I dipendenti hanno dato subito l’allarme al 118 e sul posto sono arrivate le ambulanze dell’ospedale di Argenta e l’elimedica di Ravenna, ma tutti gli sforzi di medici e personale sanitario per rianimare Camanzi sono risultati vani. E' la terza vittima in Emilia Romagna dall'inizio dell'anno, le ultime due in pochi giorni

mercoledì 6 febbraio 2013

E' morto Mario cardile nell'agrigentino e Christian Sinopoli nel vicentino

Agrigento 6 febbraio E' morto Mario Cardile di 50 anni. cardile in una cava del comune di Villafranca Sicula. Secondo una prima rcstruzione dagli inquirenti, Cardile si trovava a bordo di un escavatore, quando una parte di una parete rocciosa si è staccata, investendo il mezzo sul quale si trovava. Cardile è stato travolto dal materiale rimanendo ucciso sul colpo. Vicenza 6 febbraio 2013 E' morto Christian Sinopoli, 37 anni di Modena. Sinopoli è morto nel pomeriggio in un incidente sul lavoro a Cavazzale di Monticello Conto Otto, in provincia di Vicenza. Tecnico specializzato della dittà System Logistic di Modena, stava lavorando insieme ad un collega al collaudo di un macchinario in un capannone dell'azienda Fral di Cavazzale. Per cause ancora in via d'accertamento, è rimasto impigliato con la testa sotto un macchinario di scorrimento schiacciandolo. Sono stati gli altri operai a chiamare i soccorsi. Sinopoli è morto sul colpo. Sono intervenuti i carabinieri di Dueville, i vigili del fuoco e i tecnici dello Spisal. Non è escluso che la magistratura possa affidare a un perito il compito di ricostruire la dinamica della tragedia e le eventuali responsabilità penali.

Politica giù le mani dai sindacati

Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.com Politici giù le mani dai sindacati dei lavoratori In questa campagna elettorale i partiti, quasi tutti, fanno a gara nel demonizzare e cercare di “eliminare” i sindacati, l’unica vera forza, pur tra mille contraddizioni e divisioni, che difende i lavoratori. La destra che ha governato il paese attraverso i vari Brunetta e Sacconi ha fatto di tutto per dividerli e diminuire il loro campo d’azione. Monti incolpa alla CGIL e a Landini di fermare il paese, di non permettere di fare le riforme (tutte a danno dei lavoratori) mentre sappiamo tutti benissimo chi sono i veri responsabili di questa situazione, di cui i lavoratori e pensionati pagano le conseguenze. Assistiamo alla vergognosa vicenda dei 19 lavoratori della FIOM reintegrati dalla magistratura a cui viene impedito l’ingresso in Fabbrica e che vengono pagati per non far niente. Lo stesso Grillo i sindacati vorrebbe eliminarli. Il PD ha una posizione ambigua e col Governo Monti ha contribuito all’allungamento dell’età della pensione anche per i lavoratori che svolgono lavori pericolosi e che muoiono numerosissimi dopo i 60 anni. Ha votato anche la legge Fornero sugli esodati: persone che hanno lavorato una vita e che si ritrovano dopo accordi firmati con le aziende in cui lavoravano senza pensioni e salari. Per non parlare delle modifiche sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. La politica ha distrutto il Paese ma scarica la responsabilità sui rappresentanti dei lavoratori. L’Osservatorio, da oltre 5 anni monitora i morti sui luoghi di lavoro e può affermare senza temere smentite che dov’è presente il sindacato le morti si contano sulle dita di una mano nonostante milioni di addetti. Mentre dove non sono presenti muoiono a centinaia. E solo questo dovrebbe bastare a tacitare questi partiti che vogliono demolire le organizzazioni dei lavoratori. Io che non sono iscritto a nessun partito, invito i lavoratori e pensionati a non votare quei partiti che utilizzano come capo espiatorio i sindacati, che hanno decine di milioni di iscritti, per coprire i loro fallimenti. Se i Sindacati non ci fossero, o se fossero nell’impossibilità di tutelare i lavoratori saremmo in una dittatura. E io non ci sto. Carlo Soricelli

lunedì 4 febbraio 2013

E' morto Pietro Sicuro a Castel Bolognese cadendo da un tetto di un capannone

Forlì-Cesena 4 febbraio 2013. E' morto Pietro Sicuro artigiano di 35 anni. Il giovane è morto poco dopo il ricovero in ospedale dopo essere caduto da un tetto questa mattina a Castel Bolognese. Pietro Sicuro, titolare di una ditta esterna, secondo la prima ricostruzione dei fatti sarebbe salito sul tetto di un capannone per verificarne le condizioni in vista di alcuni lavori di manutenzione. Il tetto ha però ceduto e l'artigiano è precipitato da diversi metri. Trasportato al Bufalini d Cesena dove è spirato attorno alle 11. Sul posto i carabinieri e la Medicina del Lavoro. Con il giovane al momento dell'incidente si trovava anche il padre della vittima.

domenica 3 febbraio 2013

E' morto Antonella Rico in provincia di Campobasso: la vittima era scivolato all'interno dell'azienda dove lavorava come operaia

Campobasso 2 febbraio 2013 E' morta Antonella Rico operaio di 53 anni. La Rico era scivolata nel corridoio dell’azienda, battendo la testa. Trasferita in ospedale dai medici del 118, inizialmente le sue condizioni non sembravano così preoccupanti e invece, improvvisamente, ha avuto un peggioramento ed è morto. Ora è stata disposta l’autopsia per accertare le cause della morte. Era stata ricoverata prima in pronto soccorso e in seguito nel reparto di Neurochirurgia dove è stata sottoposta a Tac, un esame che sembrava aver escluso complicazioni, le sue condizioni sembravano buone e si pensava di dimetterla, poi all'improvviso il peggioramento che l'ha portata alla morte. I

sabato 2 febbraio 2013

Lettera di un figlio distrutto dal dolore....GIUSEPPE MARCHESE

LETTERA APERTA A MIO PADRE, UCCISO SUL LAVORO A te, padre, morto per non farci mancare un pezzo di pane; a te, che hai preferito sin da fanciullo la strada del lavoro a quella del malaffare; a te, che hai costruito una famiglia ed hai permesso che noi fossimo; a te, che sei partito da casa stretto dal dovere, che hai svolto con onestà e dedizione totale il lavoro in cui credevi e sei tornato nella stessa... casa in una fredda bara; a te, dotato di una forza leonina nel servire alla buona causa della professione e ridotto a corpo esanime; a te, che non hai risparmiato sacrifici per la tua azienda anche nei giorni festivi; a te, vittima sacrificale dell'altare dell'insicurezza, di un sistema perverso che ha adorato il denaro; a te, che avrai digrignato i denti in una espressione di dolore estremo e così hai salutato la terra; a te, spesso maltrattato da coloro ai quali hai donato tutto e non gratificato per le tue fatiche; a te, vittima di colpevoli distrazioni e valutazioni superficiali; a te, caduto nella trappola della disonestà troppo giovane e reso schiavo di preoccupazioni per un tetto; a te, che piangevi perché non arrivavamo a fine mese; a te, padre che ha garantito la sua presenza a costo di viaggi defatiganti; a te, marito che ci ha dato l'esempio della fedeltà coniugale; a te, che hai rinunziato ad ogni divertimento per il necessario; a te, capace di salutare ogni piccola gioia come una grande sorpresa della vita; a te, che hai preferito alla piazza ed alle sue chiacchiere il lettone di casa e un po' di musica folk con i tuoi figli; a te che hai fatto coincidere la tua felicità con la realizzazione scolastica ed umana dei tuoi figli; a te, che hai condiviso con noi la tua insoddisfazione con lacrime di sincera amarezza; a te, che ci hai insegnato a superare le offese ricevute per riconciliarci con noi stessi; a te, capace di coltivare amicizie genuine e disinteressate; a te, vissuto nell'ombra della quotidianità e sconosciuto ai più; a te, esempio luminoso per i giovani di paternità, intessuta di gesti feriali; a te, che hai praticato la giustizia le cui ossa, forse, non otterranno mai una vera giustizia; a te, che quest'anno non hai potuto festeggiare con noi il tuo cinquantesimo compleanno: GRAZIE! Il nostro paese non può assistere impotente a queste tragedie e al tremendo stato di dolore in cui oltre 1000 famiglie ogni hanno si ritrovano a piangere un proprio caro. carlo soricelli

E' morto David darneri cadendo con l'escavatore in un dirupo

Bergamo 2 febbraio E' morto David Darneri, operaio 35enne di Petosino finito ieri pomeriggio in un dirupo con il suo escavatore a Casnigo. Darneri stava lavorando in una cava di Ponte del Costone di Casnigo quando il terreno sotto l’escavatore avrebbe ceduto, trascinando il mezzo e il giovane nel dirupo. Ancora non è chiaro se darneri stesse manovrando o se fosse semplicemente nelle vicinanze. In un primo momento l’operaio è stato soccorso dai suoi colleghi, i quali hanno dato l’allarme. I medici del 118, giunti sul posto,lo hanno portato al nuovo ospedale di Bergamo. Le sue condizioni sono state subito giudicate gravissime e purtroppo non è riuscito a passare la notte. E’ morto alle prime ore del mattino. I carabinieri di Ponte Nossa e i tecnici dell’Asl hanno avviato le indagini. Inizio 2013 drammatico per la Lombardia quasi un terzo dei morti sui luoghi di lavoro sono in questa regione. Con Darneri sono 8 i morti sui luoghi di lavoro nella regione.

venerdì 1 febbraio 2013

E' morto un antennista nel catanzarese. E' morto Marco Marangon in provincia di Rovigo

Catanzaro 1 febbraio 2013 E' morto un antennista di 48 anni cadendo da un'altezza di 12. La vittima stava sistemando un’antenna sul tetto di un palazzo quando, una parte del tetto in plexiglass. L’intervento di un’ambulanza del 118 e’ risultata vana purtroppo la caduta l'ha ucciso sul colpo. ROVIGO, 1 FEB E' morto Marco Marangon di 45 anni. Marangon titolare di un'officina meccanica, e' morto in un incidente sul lavoro a Taglio di Po. Da una prima ricostruzione dei fatti sembra che stesse sistemando la cabina un autoarticolato. Per effettuare questa operazione la cabina si trovava sollevata da terra e pare che, per cause in corso di accertamento,sia rimasto schiacciato dal mezzo che ha perso stabilità.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?