morti sul lavoro al 25 marzo 2024

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 28 marzo Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 246 per infortuni sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 313 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade L’unico osservatorio che monitora da 17 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL e i lavoratori in nero, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi. Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro Nel 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1485, 986 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, soprattutto in agricoltura e in edilizia Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 17 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2023, sono morti complessivamente 21050 lavoratori, di questi 10474 per infortuni sui luoghi di lavoro (tutti registrati in tabelle excel ). ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 30000. Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti che in diversi copiano. MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE ESCLUSO ITINERE. Aggiunti nella Regione i morti sulle autostrade regionali, tra parentesi i morti nelle Regioni compresivi di itinere. N.B i morti sono segnalati nelle province e regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 28 (42) Milano 4, Bergamo 2 Brescia 10 Como 1 Cremona 2 Lecco 1 Lodi Mantova 2 Monza Brianza 2 Pavia 2 Sondrio 1 Varese 2 CAMPANIA 22 (28) Napoli 8, Avellino 4 Benevento , Caserta 6 Salerno 3 TOSCANA 21 (28) Firenze 8Arezzo 1 Grosseto Livorno, Lucca 1, Massa Carrara 1 Pisa‎ 4 Pistoia Siena 1 Prato 3 EMILIA ROMAGNA 22 (24) Bologna 5 Rimini 1 Ferrara 3 Forlì Cesena 3 Modena 3 Parma 3 Ravenna Reggio Emilia 3 Piacenza SICILIA 16 (23) Palermo 6 Agrigento Caltanissetta Catania 2 Enna Messina 4 Ragusa Siracusa 1 Trapani‎ 2 VENETO 15 (20) Venezia 2 Belluno 1 Padova‎ Rovigo Treviso 4 Verona 4 Vicenza 4 TRENTINO ALTO ADIGE 13 (17) Bolzano 6 Trento 6 PIEMONTE 12 (17) Torino 4 Alessandria 1 (+1 cantiere autostradale) Asti 1 Biella Cuneo 2 Novara 2 Verbano-Cusio-Ossola Vercelli 1 LAZIO 14 (19) Roma 5 Viterbo 2 Frosinone 4 Latina 1 Rieti PUGLIA 14 (18) Bari 3, BAT 1 Brindisi 3 Foggia 3 Lecce 3 Taranto 1 SARDEGNA 9 (13) Cagliari 2 Sud Sardegna 1 Nuoro1 Oristano 1 Sassari 4 ABRUZZO 10 (14) L'Aquila 2 Chieti 3 Pescara Teramo 2 Ascoli Piceno 2 MARCHE 7 (9) Ancona 2 Macerata 3 Fermo 1 Pesaro-Urbino 1 FRIULI VENEZIA GIULIA 6 (8) Pordenone 3 Triste 1 Udine 1 Gorizia LIGURIA 5 (6) Genova 1 Imperia 2 La Spezia Savona 1 UMBRIA 5 (7) Perugia 5 Terni CALABRIA 4 Catanzaro 1 Cosenza 2 Crotone Reggio Calabria 1 Vibo Valentia BASILICATA 3 (4) Potenza 2 Matera 1 Molise 1 Campobasso 1 Isernia VALLE D’AOSTA 1 I morti sulle strade. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza. Nelle province non sono segnati i morti in autostrada avvenuti nella Regione Curatore Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e artista sociale da oltre 50 anni Per contatti carlo.soricelli@gmail.com https://www.facebook.com/carlo.soricelli https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ https://www.instagram.com/pittorepranico/channel/?hl=it su Twitter @pittorecarlosor 23 gli schiacciati dal trattore 24 morti gli autotrasportatori, altrettanti morti tra gli automobilisti (molti lavorano sulle strade essendo Agenti di Commercio) e i passeggeri (non inseriti tra i morti sul lavoro) che hanno la sventura di incrociarli o di essere a bordo, spesso gli incidenti sono provocati da stanchezza e malori alla guida 34 gli operai/e, morti di fatica impiegati/e, agricoltori/e, braccianti, autotrasportatori ecc. morti per fatica e malori sui luoghi di lavoro: nel 2023 a luglio e agosto una strage per il caldo e per le condizioni in cui lavoravano soprattutto nei cantieri e sui campi 34 i morti in infortuni domestici tra questi 3 bambini (ovviamente non inseriti tra i morti per infortuni) 13 i taglialegna morti travolti dall’albero che tagliavano Complessivi morti sui luoghi di lavoro dal 2019 3869 morti Attenzione se si contano tutti anche i morti in itinere e in altri ambiti lavorativi in questi ultimi 6 anni completi e sommati come fa INAIL si arriva a contarne 5285

grafico 15 anni

grafico 15 anni
Morti sul lavoro al 10 marzo del 2024 comparati con gli ultimi 5 anni e con l'anno di apertura dell'Osservatorio....e parlano di cali

Le province nel 2023

Le province nel 2023
guarda la situazione della tua provincia Morti sui luoghi di lavoro nelle province nel 2023 dalla più virtuale Livorno, a Rieti la peggiore

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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martedì 31 dicembre 2019

Con la morte dell'operaio decapitato nel bolognese si sta concludendo un altro anno orribile per i lavoratori italiani e stranieri che lavorano nel nostro territorio: il 2 dicembre diffonderò il report relativo alle morti del 2019

Purtroppo si rimane demoralizzati e depressi nel vedere che anche rispetto all'orribile 2018, anche il 2019 si conclude con un numero di morti sul lavoro anche il 2019. Sono stati oltre 1400 i morti sul lavoro nel 2019 e 700 di questi sono morti sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere: anche il 30 dicembre ci sono stati due morti sui luoghi di lavoro: l'orribile morte per decapitazione dell'operaio moldavo di 43 anni a Funo di Argelato, in provincia di Bologna, lascia senza respiro anche chi come me è abituato a registare da 12 anni le morti sul lavoro. Valeriu Golban aveva solo 42 anni era un operaio di una ditta di spedizioni la morte verso verso le 13. Dalla prima ricostruzione, Golbon stava riparando la gomma di un camion nel piazzale dell’azienda, ma il pneumatico è esploso e lo ha ucciso in modo così orrendo, una fine orribile La vittima è un 41enne di origine moldava. Sul posto, oltre al 118 per tentare di soccorrere l’operaio, sono intervenuti i Carabinieri. L’operaio si chiamava Valeriu Golban. Lavorava in Italia dal dicembre 2018 e lascia famiglia con tre figli in Moldavia. Rendiamo omaggio anche ai tantissimi lavoratori stranieri che perdono la vita facendo i lavori più umili e pericolosi nel nostro Paese.

lunedì 30 dicembre 2019

Muiore palombaro triestino di 43 anni

le notizie sono ancora frammentate, sembra che il palombaro triestino di 43 anni sia morto mentre lavorava in profondità in una piattaforma petrolifera nelle acque dell'Angola

sabato 28 dicembre 2019

Sono quattro i morti sui Luoghi di lavoro il 27 dicembre: riesumata salma di un lavoratore passata per morte accidentale: era invece una morte sul lavoro e la tenacia della moglie ha riaperto il caso

Quattro morti sul lavoro di cui due particolari: perdono la vita un forestale, un guidatore di trattori, questa volta inseriamo tra le morti per infortunio anche la casalinga 25enne sassarese che è caduta dal quinto piano mentre stava stendendo i panni: era su una panca mentre li stendeva ed è precipiatata al suolo. Riesumata la salma di un lavoratore siciliano che aveva perso la vita il 29 luglio in un incendio che era stato definito accidentale, ma poi la moglie ha fatto riaprire le indagini e ha fatto riesumare la salma: il marito aveva una gamba rotta che non giustificava la morte per soffocamento da fumo. Con la morte causata dal trattore nel padovano si arriva a contare 141 morti schiacciati da questo mezzo dall'inizio dell'anno e 37 con la nuova ministra Bellanova: per questa strage nella strage non viene fatto niente

martedì 24 dicembre 2019

Due morti sul lavoro alla vigilia di Natale

A GENOVA IL 24 DIC - Tragedia sul lavoro a Casarza Ligure, dove un tecnico della ditta Temar di Chiavari è morto folgorato all'interno di una cabina elettrica con alta tensione dove stava riparando un guasto all'interno della fabbrica. Sul posto i carabinieri, il magistrato di turno e i medici del 118 che ne hanno constatato la morte. Non è ancora chiaro cosa sia accaduto nella cabina e quale guasto fosse in corso di riparazione. PERDE LA VITA ANCHE UN GIOVANE INDIANO DI DI 24 ANNI CHE HA PERSO LA VITA CADENDO IN UNA VASCA DI LIQUAMI NEL VERONESE

Auguri di Buone Feste e un 2020 senza morti sul lavoro con un'opera di Carlo Soricelli

domenica 22 dicembre 2019

Strage di lavoratori anziani: un'operaia muore sul lavoro a 66 anni e di sabato: la vittima si chiama Giuseppina Marccinò ed è stata schiacciata da un macchinario. Basta con gli anziani che muoiono lavorando

L'infortuniomortale sul lavoro a Monticelli DI Piacenza: inutili i soccorsi. E’ successo intorno alle 16 di oggi, sabato 21 dicembre, presso la Cooperativa produttori aglio bianco piacentino. Ancora infortuni mortali sul lavoro. Giuseppina Marcinnò aveva 66 anni e ancora lavorare, tra l'altro il sabato pomeriggio. Da una prima ricostruzione la donna è rimasta schiacciata sotto un macchinario durante la lavorazione delle cipolle. Inutili i soccorsi e l’intervento dell’Eliparma. In corso accertamenti da parte dei carabinieri per rilevare dinamica ed eventuali responsabilità.

sabato 21 dicembre 2019

25% dei morti sul lavoro sono ultrasessantenni e la ricchezza è di una piccola minoranza: vi sembra normale? Da Vicenzapiù.com di Giorgio Langella -20 Dicembre 2019 Da inizio anno a ieri, 19 dicembre, i morti per infortunio nei luoghi di lavoro sono 686. Tra questi, come riporta l’Osservatorio Indipendente di Bologna Morti sul Lavoro, più del 25% sono ultrasessantenni. Ma vi sembra normale che si continui a lavorare e a eseguire lavori pericolosi nei quali è necessaria quell’attenzione e quella forza che, normalmente, si perdono con l’età? Soltanto negli ultimi giorni un lavoratore di 64 anni è morto in provincia di Verona cadendo da un tetto mentre eseguiva lavori di manutenzione, un sessantenne è morto a Trani cadendo da un’impalcatura, un artigiano di 72 anni ha perso la vita, dilaniato dal tornio al quale stava lavorando. Le possono chiamare come vogliono, disattenzioni, tragiche fatalità o … non sono nulla di questo. È morte dovuta alla necessità di lavorare fino a tarda età, all’impossibilità di andare in pensione, al fatto che a pagare sia sempre chi vive del proprio lavoro e non chi accumula grandi ricchezze. Ci spiegano che si deve lavorare fino a tarda età, che è necessario essere più produttivi e lavorare di più per essere competitivi, che bisogna accettare di essere precari e di lavorare in luoghi poco sicuri. Ci dicono che non è “educato” protestare più di tanto perché i soldi non ci sono. Non è vero. I soldi ci sono e si sa anche dove risiedono. Li possiede una piccola minoranza di privilegiati. Si sappia che sommando le ricchezze dei primi 10 personaggi più ricchi del nostro “bel paese” si superano i 100 miliardi di euro. Proviamo a pensare. Non sarebbe, forse, più giusto (e normale) che si prelevassero dalle grandi ricchezze i soldi utili e necessari per evitare questo massacro e le altre ingiustizie che affliggono la società? O, invece, si ritiene che sia normale che la salute e la vita, ma anche il diritto al riposo, siano meno importanti del denaro?

venerdì 20 dicembre 2019

Tremenda morte dell'artigiano Giovanni Fabbri: dilaniato dal tornio sui cui stava lavorando. Ma a 71 anni non si può ancora lavorare, soprattutto se si svolgono lavori pericolosi che chiedono il completo benessere psicofisico

Non risponde alla moglie, poi la macabra scoperta: dilaniato dal tornio con il quale stava lavorando. Drammatico ritrovamento in serata a Rossetta di Bagnacavallo: a perdere la vita il 71enne Giovanni Fabbri, artigiano in pensione e molto conosciuto per la sua passione per la musica. L'allarme è scattato intorno alle 20 di giovedì sera quando la moglie, allarmata, ha allertato le forze dell'ordine in quanto il marito non rispondeva al telefono cellulare. La moglie ha subito avvertito i Carabinieri del fatto che Fabbri (residente in un'altra abitazione rispetto a quella della moglie), era solito lavorare come tornitore in un capannone vicino. E così i militari si sono presentati sul luogo indicato dalla donna facendo la macabra scoperta.

giovedì 19 dicembre 2019

Dopo la morte del 64enne nel veronese, un altro sessantenne che muore cadendo dall'alto di un'impalcatura a Trani. Ma sono tre gli anziani morti lavorando il 18 dicembre

Chi supera i 60 anni non dovrebbe svolgere lavori pericolosi, come lavorare in alto, su un'impalcatura o su un tetto, guidare un trattore, guidare un tir pericoloso per se e per gli altri, lavorare su un macchianrio pericoloso e qualsiasi altra situazione che richiede riflessi pronti, buona salute, mani e schiena che fanno male e gonfie. Starge di lavoratori anziani sono oltre il 25% a morire sui luoghi di lavoro che hanno oltre 60 anni

mercoledì 18 dicembre 2019

Morire a 64 anni cadendo da un tetto nella civile provincia di Verona: ma sono 4 i morti sui luoghi di lavoro martedì 17 dicembre

Morire di lavoro a 64 cadendo da un tetto e precipitando dal tetto durante una manutenzione nella acciaieria Fdf di via Salieri a Vallese di oppeano Sul posto l'elicottero di Verona emergenza e anche una ambulanza. Gli operatori sanitari hanno tentato di rianimare l'operaio, che risulta essere dipendente di una ditta esterna, ma per lui non c'era più nulla da fare tranne dichiararne il decesso. Indagano sulle cause della caduta lo Spisal di Bovolone e i carabinieri di Oppeano. Perde la vita anche un altro edile cadendo da un muro a Monte Sant'Angelo di foggia: operaio cade da impalcatura, operaio di 54 anni della provincia di Caserta, è morto poco fa, all’ospedale di San Giovanni Rotondo. Troppo gravi le ferite e i traumi riportati. Stava lavorando in un cantiere in località Poggio del Sole“ aveva solo 24 anni il giovane che ha perso la vita ribaltandosi col trattore in una strada provinciale di Catanzaro

martedì 17 dicembre 2019

Carlo Baruffi muore a 45 anni schiacciato dalla cabina del trattore

Si era fermato per riparare il trattore quando è deceduto schiacciato dal mezzo si cui stava lavorando. E' morto così, Carlo Baruffi, 45 anni, Baruffi, un artigiano è titolare di una ditta individuale che raccoglie rottami metallici. Lascia la moglie, una figlia e i genitori. A nulla sono valsi i soccorsi dell'ambulanza della Croce Verde di Viadana e dell'automedica dell'ospedale Oglio Po. Le indagini sono in capo al personale della medicina del lavoro all'Ats Valpadana di Viadan

domenica 15 dicembre 2019

Il tributo di sangue dei lavoratori stranieri è elevatissimo: sono il 13% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Muore cadendo da un'impalcatura un marocchino di 52 anni. Razzisti state in silenzio.

Degli stranieri che muoiono lavorando non ne parla nessuno: la parte più becera del paese sempre a crimilaizzarli, ma pagano un tributo di sangue elevatissimo, anche quest'anno il 13% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri, soprattutto in edilizia. Tanti di loro muoiono in nero così come è capitato due giorni fa a Forcella di Napoli. Tragedia ad Asti per un incidente sul lavoro. Un operaio di 52 anni, Hamoudi Abderrahman, di origini marocchine, è morto dopo essere caduto da un’impalcatura, da un’altezza di circa dieci metri, in un cantiere edile di corso Alessandria. L’incidente è avvenuto intorno alle 11 di questa mattina. L’uomo, risultato subito in gravi condizioni, è stato immediatamente trasportato con l’elisoccorso del 118 all’ospedale di Alessandria, dove è stato ricoverato in rianimazione ed è poi deceduto intorno alle 15.

sabato 14 dicembre 2019

Due orribili morti in Campania, dove un operaio è morto schiacciato da una pressa e di un altro è stato spostato il cadavere dal luogo dell'infortunio mortale

Purtroppo la strage continua e queste due morti sono significativi e indicativi del degrado morale di questo Paese che non è capace di proteggere i propri lavoratori, e che anzi, non vengono neppure più considerati come umani ma solo come merce senza nessun valore. Nella provincia di Caserta un lavoratore di 47 anni è morto schiacciato da una pressa in una fabbrica, una morte orrenda che di umano non ha niente. A Napoli Forcella è stato trovato un lavoratore morto in un androne di un palazzo, la povera vittima sulla quarantina aveva sui pantaloni delle piccole macchie di vernice, ma il cadavere è stato trovato lontano dal luogo dove c'era un piccolo cantiere, all'interno del palazzo stesso. Probabilmente stava lavorando in nero, ed è per questo che hanno cercato di occultare le prove. Ma purtroppo abbiamo dovuto registrare altre quattro vittime complessive. ma se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si arriva a 9 morti

venerdì 13 dicembre 2019

Tanti morti sul lavoro anche quest'anno, ma finalmente alcuni giorni come ieri senza MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO

Se le statistiche hanno una logica, assisteremo nel 2019 a un leggero decremento, di circa il 3% delle morti sui luoghi di lavoro. C'è da dire che il 2018 è stato l'anno con più morti sui luoghi di lavoro da quando 12 anni fa ho aperto l'Osservatorio. È un numero enorme: sui luoghi di lavoro saremo poco sotto i 700 morti e intorno ai 1400 se si aggiungono, così come vengono considerati da tutti i lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere. Noi e gli amici di Facebook ci battiamo da oltre un decennio per alleviare questa strage che si potrebbe dimezzare se solo ci fosse un po’ di volontà politica. ma purtroppo a questo non sono interessati, l'ho constatato in questi 12 anni di monitoraggio: alla politica poco interessa il benessere psicofisico dei lavoratori e anche della loro morte. ma la responsabilità è anche dei lavoratori che mai si sono interessati a questo aspetto, che non hanno la consapevolezza che se fossero sensibili su questo aspetto, anche altri aspetti lavorativi ne trarrebbero beneficio. Noi continuiamo, fino a quando ne avremo le forze e a 70 anni la vita è in ogni caso più corta.

martedì 10 dicembre 2019

Orribile morte di un autrasportatore che è bruciato vivo col suo TIR. Sono stati tre i morti per infortunio sul lavoro lunedì 9 dicembre

l'orribile morte di un autrasportare morto carbonizzato tra i caselli Padova est e ovest. L'autocisterna carica di gasolio si è incendiata dopo aver travolto un carrello di segnalazione lavori e poi un camion di alcuni operai. L' autocisterna contro camion di operai, poi prende fuoco che è stato domato: è stato trovato il corpo carbonizzato dell'autista. Dei sette operai autostradali presenti, ferito solo l'autista dell'altro autocarro. Nelle operazioni di soccorso è rimasto ferito ad un braccio anche un vigile del fuoco, scivolato per terra a causa del manto stradale reso scivoloso dal gasolio: anche lui è stato portato in ospedale per altri accertamenti. le altre due morti in Puglia e in Sardegna

domenica 8 dicembre 2019

Un sabato di sangue per i lavoratori: sono tre i lavoratori morti questo sabato un giorno dove tutti, esclusi i servizi dovrebbero riposare

Hanno perso la vita tre lavoratori in questo sabato di sangue. Nelle province di Novara, Bari e Salerno. Un edile di 38 anni è morto a Novara dopo essere caduto da un'impalcatura. La tragedia nel centro della città, dove sono in corso interventi di ristrutturazione. Il 38enne è precipitato al suolo battendo violentemente la testa. Sul posto è intervenuto il personale del 118 che ha constatato il decesso. Sul luogo dell'infortunio mortale è giunto anche lo Spresal, il servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell'Asl cittadina. Ma è mai possibile che nessuno controlla se lavorano in Sicurezza? Nella provincia di Bari è morto un addetto in un'azienda di floricoltura, la vittima un albanese di 56 anni anni. perde la vita anche un sessantaseienne in provincia di Salerno. Un altro sabato di sangue versato dai lavoratori: il nostro è un paese mortale per chi ha la sventura di svolgere un lavoro pericoloso

venerdì 6 dicembre 2019

Muore a 50 anni schiacciato dalla cabina del suo camion che aveva un'avaria

E' morto così Luciano Zacchia a soli 50 anni. Era in una stazione di servizio, alla periferia di Roma, A trovare il corpo ormai senza vita dell’autotrasportatore è stato un collega, insospettito dal vedere che, nella applicazione che geolocalizza i mezzi pesanti dell’azienda, il camion di Zacchia fosse fermo da troppo tempo nello stesso luogo. Zacchia si sarebbe fermato proprio per verificare un possibile guasto al suo camion. sembra che il sostegno ad aria compressa della cabina avrebbe ceduto improvvisamente schiacciandolo mortalmente.

giovedì 5 dicembre 2019

Orribile morte sul lavoro di un operaio di 53 anni, è rimasto schiacciato tra piattaforma aerea e tetto

Zurlengo (Brescia), 4 dicembre 2019 - un operaio di 52 anniè rimasto schiacciato tra piattaforma aerea e tetto. E' successo mercoledì 4 dicembre. La tragedia si è consumata nella frazione di Pompiano. Stando a quanto riferito l'operaio è morto schiacciato tra il braccio meccanico di una gru e il tetto di un'abitazione sul quale stava lavorando per installare le fibre. A lanciare l'allarme alcuni passanti che hanno notato l'operaio incastrato. Ricordiamo che questa notte ricorre l'anniversario della morte dei 7 lavoratori della ThyssenKrupp di Torino che morirono bruciati vivi nella notte del 5/6 dicembre 2007. Da ALLORA NULLA è CAMBIATO, ANZI, LA SUTUAZIONE è ADDIRITTURA PEGGIORATA, CON UN AUMENTO DI OLTRE l'11% RISPETTO AL 2008.

mercoledì 4 dicembre 2019

Giovanni Palestini muore subito dopo il ricovero:era rimasto schiacciato tra matrice e rimorchio che stava agganciando

E’ morto in ospedale, subito dopo il ricovero, Giovanni Palestini, l’operaio di 53 anni di Grottammare, rimasto vittima ieri sera di un incidente sul lavoro a Valle Cupa di Colonnella. Le condizioni di Palestini sono apparse subito disperate, visto che l’autista della ditta di logistica era rimasto schiacciato tra la motrice e il rimorchio che stava agganciando. E' morto nell'ospedale di Teramo

martedì 3 dicembre 2019

Rompiamo il slenzio: troppi interessi economici, politici e lobbiastici sulle morti sul lavoro. I lavoratori non sono carne da macello: occultano il numero reale delle morti sul lavoro perchè se gliitaliani sapessero quanti sono in realtà si alzerebbe un coro d'indignazione dal paese che li spazzerebbe via tutti Morti sul lavoro, anche il 2019 è un anno orribile Di Giorgio Langella -2 Dicembre 2019 Da inizio anno al 1 dicembre i morti per infortunio nei luoghi di lavoro sono 658. Complessivamente, considerando anche i decessi in itinere, il totale sale a 1326 persone decedute. Rispetto al 2018 si registra, per il momento, un calo di circa l’1%. Praticamente niente. Drammaticamente ininfluente, specialmente se si tiene conto che il 2018 è stato l’anno nel quale si è registrato il picco massimo da quando l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro ha iniziato la sua puntuale e precisa rilevazione (1 gennaio 2008). Questa piccola diminuzione è, quindi, un dato tutt’altro che positivo. Basta pensare che nel 2017 i lavoratori morti nei luoghi di lavoro in tutto l’anno furono 634, per rendersi conto dell’impressionante aumento della precarietà estrema (dai ritmi di lavoro, alle retribuzioni insufficiente, al ricatto occupazionale, all’ambiente di lavoro insicuro …) nella quale è, spesso, costretto a operare chi vive del proprio lavoro. Quella della sicurezza sul lavoro è una questione che spesso, se non sempre, viene minimizzata, nascosta o addirittura ignorata. Sembra quasi che si faccia di tutto perché si pensi che sia normale infortunarsi, ammalarsi e morire perché si lavora. Che sia quasi una “tassa” che si deve pagare al “dio mercato”, alla competitività, al profitto. Ma più di 15.000 morti in poco più di 10 anni non può essere qualcosa alla quale ci si può abituare. Non deve esserlo!

Muore a 39 anni schiacciato dalle ruote di un autoarticolato in movimento

Muore sul lavoro a 39 anni. A.D.S., queste le sue iniziali, è deceduto sul colpo a seguito delle lesioni riportate. In base alla prima ipotesi dei carabinieri o potrebbe essere scivolato, finendo tra le ruote dell’autoarticolato, dopo aver completato la pesatura del mezzo con l’autotrasportatore dipendente di un’altra azienda che, in quei drammatici istanti, stava ripartendo e ha schiacciato fatalmente il trentanovenne. Sotto choc il camionista che, come da prassi, sarà sottoposto a tutti gli accertamenti di rito, mentre la salma della vittima resta a disposizione del pubblico ministero che eventualmente dovrà disporre l’autopsia. Enorme il dolore della comunità della zona per la terribile morte del trentanovenne

domenica 1 dicembre 2019

I morti sui luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno sono stati 656, con un calo di 9 morti (665) rispetto al 30 novembre del 2018. Il mese si conclude con la morte, dopo un mese di agonia di Antonino Firetto di 60 anni caduto da un’impalcatura alla fine di ottobre. Teniamo sempre presente che il 2018 è stato l’anno peggiore da quando 12 anni fa è stato aperto questo Osservatorio. Ma rispetto al 30 novembre del 2008 registriamo un aumento sui luoghi di lavoro del 7,2% (erano 608). Ma con i morti sulle strade e in itinere si arriva già a superare i 1300 morti. Da 12 anni le percentuali delle morti nelle varie categorie sono sempre le stesse: agricoltura oltre il 30% con gli schiacciati dal trattore che sono già 139 anche quest’anno. L’edilizia è in leggero decremento, con le cadute dall’alto sempre come causa principale delle morti in questa categoria, seguono gli autotrasportatori e l’industria. Innumerevoli i morti nell’artigianato. Gli stranieri morti sono al 13%. Gli ultrasessantenni sono al 25% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Cambiano i governi, cambiano i colori politici ma i lavoratori continuano a morire come non mai per l’indifferenza che hanno verso chi lavora. Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro L’unico sito in Italia che monitora in tempo reale i morti sul lavoro, attivo dal 1° gennaio 2008 Curatore Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione e pittore sociale da 50 anni Su Facebook https://www.facebook.com/carlo.soricelli https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ https://www.instagram.com/pittorepranico/channel/?hl=it In questi 12 anni di monitoraggio dell’Osservatorio sono morti oltre 17000 lavoratori senza vedere le istituzioni e la politica fare qualcosa contro questa strage 30 novembre 2019 Dall'inizio dell’anno sono morti 1322 lavoratori (compresi i morti sulle strade e in itinere) di questi 656 sui luoghi di lavoro. sono 33 gli schiacciati dal trattore con la Ministra Teresa Bellanava a guida delle Politiche Agricole. 138 sono stati schiacciati da questo mezzo dall’inizio dell’anno. N.B I dieci lavoratori morti nella tragedia aerea in Etiopia non sono conteggiati come morti sui luoghi di lavoro https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ Aperto il 1° gennaio 2008 in memoria dei sette operai della Thyssenkrupp di Torino morti poche settimane prima MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province sono esclusi i morti in itinere e sulle strade, tenete presente che i morti in itinere e sulle strade sono almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui sotto nelle Regioni e Province. Ma noi preferiamo tenerli separati perché richiedono altri interventi, che sono diversi da quelli delle morti sui Luoghi di Lavoro Lombardia 83 Milano (14), Bergamo (12), Brescia (14), Como (8), Cremona (5), Lecco (3), Lodi (2), Mantova (6), Monza Brianza (10), Pavia (6), Sondrio (1), Varese (4) CAMPANIA 64 Napoli (13), Avellino (18), Benevento (6), Caserta (12), Salerno (15). SICILIA 50 Palermo (14), Agrigento (8), Caltanissetta (1), Catania (7), Enna (), Messina (10), Ragusa (2), Siracusa (3), Trapani‎ (5) LAZIO 46 Roma (26), Viterbo (5) Frosinone (9) Latina (3) Rieti (3) PIEMONTE 44 Torino (14), Alessandria (12), Asti (2), Biella (), Cuneo (11), Novara (5), Verbano-Cusio-Ossola () Vercelli EMILIA ROMAGNA 43 Bologna (10), Rimini (4). Ferrara (3) Forlì Cesena (2) Modena (3) Parma (8) Ravenna (3) Reggio Emilia (5) Piacenza (5). VENETO 43 Venezia (4), Belluno (3), Padova‎ (3), Rovigo (3), Treviso (8), Verona (15), Vicenza (7) TOSCANA 33 Firenze (3), Arezzo (3), Grosseto (7), Livorno (6), Lucca (2), Massa Carrara (1), Pisa‎ (6), Pistoia (2), Siena (1) Prato (2) PUGLIA 32 Bari (7), BAT (3), Brindisi (2), Foggia (12), Lecce (6) Taranto (2 (TRENTINO ALTO ADIGE 26Trento (11) Bolzano (15). ) ABRUZZO 20 L'Aquila (4), Chieti (7), Pescara (7) Teramo (1) BASILICATA 17 Potenza (7) Matera (10) MARCHE 15 Ancona (2), Macerata (6), Fermo (3), Pesaro-Urbino (3), Ascoli Piceno (1). FRIULI VENEZIA GIULIA 15 Pordenone (5) Trieste (6) Udine (4) Gorizia (2), CALABRIA 15 Catanzaro (2), Cosenza (4), Crotone (4) Reggio Calabria (2) Vibo Valentia (3) LIGURIA 12 Genova (3), Imperia (5), La Spezia (1), Savona (3) SARDEGNA 13 Cagliari (4), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (1), Ogliastra (), Olbia-Tempio (1), Oristano (1), Sassari (5). Sulcis iglesiente () UMBRIA 11 Perugia (10) Terni (Molise 10 Campobasso (8), Isernia (2). VALLE D’AOSTA (3)

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?