Le dieci professioni con più morti in Italia

Le dieci professioni più pericolose in Italia elaborate dalla raccolta dati di 15 anni dell'osservatorio

  Le professioni più pericolose in Italia in ordine decrescente di pericolosità, sono ricavate dalla raccolta dati dal 2008 ed estrapolati ...

morti sul lavoro

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO L’unico osservatorio che monitora da 16 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi, così come INAIL che mette insieme i morti sui luoghi di lavoro e in itinere 21 settembre 2023 1072 morti complessivi dall’inizio dell’anno, 695 di questi morti sui luoghi di lavoro, mancano 60 morti per arrivare a contare gli stessi morti sui luoghi di lavoro dell’intero e orrendo 2022, l’anno scorso al 31 dicembre sono stati sui luoghi di lavoro 755 Otaicsevor odnom orev li Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro, ci sono tutti anche chi ha un’assicurazione diversa da INAIL o che muore in nero. Nel 2022 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1499, 757 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, nel 2022 le donne morte per infortunio sono stata 15 sui luoghi di lavoro ma ben 123 in itinere e in altri ambiti lavorativi, gli stranieri già oltre il 15%, gli anziani ultra sessantenni sono stati uno su quattro, soprattutto in agricoltura e in edilizia Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 16 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è per noi un morto sul lavoro, indipendentemente dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2022, sono morti complessivamente 19519 lavoratori, di questi 9.489 per infortuni sui luoghi di lavoro. ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 29.000 Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti

Modellino

Modellino
Ecco il modellino in scala 1/10 dell'opera che vorrei realizzare se troverò i fondi necessari e chi la vorrà esporre. una piramide di m 2,5 di lato dove sopra ci sono oltre 100 foto di morti sul lavoro e dentro la mia scultura a dimensione umana "morte bianca". Pochi sanno che dipingo e scolpisco da oltre 50 anni, che sono presente in musei, uno del quale mi ha dato il titolo di maestro. nell'opera ovviamente nessun lavoratore avrà la foto tagliata

grafico 15 anni

grafico 15 anni
Andamento nei 15 anni di monitoraggio. In questi 15 anni sono morti quasi 20000 morti complessivi, 9800 sui luoghi di lavoro, tutti registrati, chi parla di cali mente agli italiani, rispetto al 2021 si registra sui luoghi di lavoro un aumento dell'8% se si contano tutti i morti e non solo gli assicurati INAIL

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Rai 2 soricelli con marzia roncacci

RAI2 TG2 INSIEME - Carlo Soricelli nella trasmissione di Marzia Roncacci

Cristo metalmeccanico

Cristo metalmeccanico
La fabbrica 2007 pochi giorni dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino. Il cuore rimasto in Fabbrica anche adesso che ho raggiunto la pensione Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano- Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica e tutte le fabbriche d'Italia- La classe operaia non è più centrale-il paradiso è diventato inferno di fiamme di fuoco e d'olio bruciato- di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane- Operai sfruttati come non è successo mai Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica e tutte le fabbriche d'Italia -Anche il nostro bravo Presidente urla instancabile le morti sul lavoro ma anche le sue sono urla impotenti- Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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giovedì 21 settembre 2023

alle 11,15 Sono dalle 7 ancora sul computer a monitorare e registrare i morti al posto di quelli che dovrebbero farlo e non lo fanno

 Emblematica la morte di Elias D’Elia; è rimasto schiacciato ieri da un palo telefonico in provincia di Modena. Elias aveva 61 anni, lavorava in trasferta in provincia di Modena, ma aveva la residenza in provincia di Benevento, la mia città natale. In questa morte ci sono tutti gli aspetti che caratterizzano un morto sul lavoro in questi tempi: Era anziano e a quell'età doveva già essere in pensione se si svolge un lavoro pericoloso, era meridionale, come la maggioranza dei morti sul lavoro, anche qui al nord; basta leggere i loro cognomi per rendersene conto; come loeranoquelli della strage della ThyssenKrupp a Torino e quella del 31 agosto alla ferrovia, è uno di quelli che muore qua e là per l'Italia senza essere residente nella provincia in cui è morto, non era molto probabilmente, anzi, con certezza, che non era un dipendente diretto di un'industria telefonica, ma un lavoratori di una ditta appaltatrice e sub appaltatrice. Un orrore per chi lavora questi tempi, con sfruttamento che sembra riportarci ai primordi del 900. 

mercoledì 20 settembre 2023

Lettera al Presidente Napolitano e al Presidente Mattarella

 Caro Presidente Napolitano, ho un grandissimo dispiacere come curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna http://cadutisullavoro.blogspot.it delle sue condizioni di salute. Nel portare avanti questo lavoro volontario ormai da 16 anni, posso affermare che nessuno più di Lei come rappresentante delle istituzioni ho sentito più vicino, rispondeva direttamente e indirettamente alle mie denunce e mi incoraggiava in questo lavoro, e non è più successo dopo. Ha voluto scrivermi anche qualcosa nel mio secondo libro “la classe operaia è andata all’inferno” scritto con la collaborazione della FIOM bolognese, che allora aveva come Segretario Bruno Papignani, una persona scomparsa, e un altro grande uomo. Nel libro parlo della mia esperienza di operaio metalmeccanico e elenco i primi due anni di morti sul lavoro, da fonti certe so che Lei parlò da Presidente  più volte con i responsabili del Lavoro e dell’Agricoltura per farsi spiegare come mai c’era già allora questa differenza nel numero di morti, da allora tutto è diventato più difficile, le Istituzioni lontanissime, la politica tutta lontana dai lavoratori che sono stati continuamente mortificati nei loro diritti primari, come la Sicurezza e un Lavoro sicuro. Il precariato ha fatto aumentare notevolmente i morti sul lavoro, così come l’allungamento dell’età lavorativa anche per chi svolge da vecchio un lavoro pericoloso, nell’indifferenza generale del parlamento e della Politica. Ogni cosa che non viene da un’Istituzione viene umiliata dal silenzio complice. Al suo successore ho scritto innumerevoli volte, denunciando l’aumento dei morti sul lavoro, che nessuno vuol vedere, 6 anche le mail che ho spedite in questi ultimi 15 giorni, per denunciare dati alla mano una vera e propria carneficina, ma mai un cenno, neppure da un collaboratore della Segreteria. Ovviamente al Presidente Mattarella non possono far leggere e far vedere tutte le mail che gli vengono scritte; probabilmente ha uno staff molto meno attento al fenomeno dei morti sul lavoro, soprattutto se viene da un'Osservatorio di volontari che ha l'unico scopo di sensibilizzare su questa mattanza, in parte oscurata



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Mail spedita al Presidente Mattarella questa mattina

 Presidente Mattarella tutti i parlamentari delle forze politiche del Parlamento Italiano, da questo, e dei precedenti 15 anni sono responsabili d'aver nascosto agli italiani migliaia di lavoratori morti sul lavoro. Tutti sanno e sapevano, ma nessuno, per opportunismo, per menefreghismo, per sudditanza a Istituti e Enti con un potere economico e mediatico enorme è venuto a chiedermi se quello che scrivevo già dal 2009 era ed è vero. Dare visibilità a questi morti, tanti si potevano evitare con un'informazione corretta e l'interessamento dei parlamentari e ministri del Lavoro e dell'Agricoltura, tutti avvertiti in questi anni. Anche questa volta sarà un abbaiare alla luna perché di sicuro non le faranno leggere questo scritto e l'impressionante numero di morti dalla strage della Ferrovia, già 64 e sono solo quelli morti/e sui luoghi di lavoro. Ora in tanti responsabili di questo oblio, una volta che hanno visto che gli italiani sanno che i morti sul lavoro sono molti di più, cercano di riposizionarsi. Alcune forze, fuori dal poco democratico parlamento, ora stanno condividendo quello che scrivo da 15 anni per essersi resi conto cominciando a "contarli" anche loro, e vedendo che è vero, che tanti morti sul lavoro vengono ancora occultati. Nessuno dei parlamentari, a parte uno, che poi non è stato rieletto, ha avuto il coraggio di vedere se quello che scrivo da quando ho aperto l'osservatorio è vero. Con questo silenzio si è alterata la percezione del fenomeno e facendo di conseguenza fatti aumentare i morti. Tutti i parlamentari: deputati e senatori, che sono in Parlamento da lungo corso si dovrebbero dimettere e rendere  conto agli italiani delle ragioni dei loro silenzi su questa strage, pur essendo stati avvertiti con migliaia di mail. Lo scopo di quello che resta della mia vita sarà quello di far riemergere dall'oblio tutti i morti occultati in questi 16 anni. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it

 

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02Lmi8TkJbRJQsCkE8ELM1zrNXs3SsZhBubK6oS5KHer3ZYRCk5zMazyCAdMmBnXtZl&id=1122566828&sfnsn=scwspwa

martedì 19 settembre 2023

I morti sul lavoro occultati per 15 anni dal Parlamento Italiano

 Presidente Mattarella tutti i parlamentari  delle forze politiche del Parlamento Italiano, da questo, e dei precedenti  15 anni sono responsabili d'aver nascosto agli italiani migliaia di lavoratori morti sul lavoro. Tutti sanno e sapevano, ma nessuno, per opportunismo, per menefreghismo, per sudditanza a Istituti e Enti con un potere economico e mediatico enorme è venuto a chiedermi se quello che scrivevo già dal 2009 era ed è vero. Dare visibilità a questi morti, tanti si potevano evitare con un'informazione corretta e l'interessamento dei parlamentari e ministri del Lavoro e dell'Agricoltura, tutti avvertiti in questi anni. Anche questa volta sarà un abbaiare alla luna perché di sicuro non le faranno leggere questo scritto e l'impressionante numero di morti dalla strage della Ferrovia, già 64 e sono solo quelli morti/e sui luoghi di lavoro. Ora in tanti responsabili di questo oblio, una volta che hanno visto che gli italiani sanno che i morti sul lavoro sono molti di più cercano di riposizionarsi. Alcune forze, fuori dal poco democratico parlamento, ora stanno condividendo quello che scrivo da 15 anni per esseri resi conto cominciando a "contarli" anche loro, e vedendo che è vero, che tanti morti sul lavoro vengono ancora occultati. Nessuno dei parlamentari, a parte uno, che poi non è stato rieletto, ha avuto il coraggio di vedere se quello che scrivo da quando ho aperto l'osservatorio è vero. Con questo silenzio si è alterato la percezione del fenomeno e facendo di conseguenza fatti aumentare i morti. Tutti i parlamentari: deputati e senatori, che sono in Parlamento da lungo corso si dovrebbero dimettere e rendere  conto agli italiani delle ragioni dei loro silenzi su questa strage, pur essendo stati avvertiti con migliaia di mail. Lo scopo di quello che resta della mia vita sarà quello di fare riemergere dall'oblio tutti i morti occultati in questi 16 anni. Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it

Ricordiamo in questo post anche Alfonso Iannotta un giovane di 19 anni morto mentre all'alba andava a lavorare in moto, tanti giovani muoiono con questo mezzo mentre vanno e tornano dal lavoro

 


OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO

L’unico osservatorio che monitora da 16 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi, così come INAIL che mette insieme i morti sui luoghi di lavoro e in itinere

19 settembre 2023

1056 morti complessivi dall’inizio dell’anno, 688 di questi morti sui luoghi di lavoro, mancano 67 morti per arrivare a contare gli stessi morti dell’intero e orrendo 2022, l’anno scorso sono stati sui luoghi di lavoro 755

Otaicsevor odnom orev li

Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro, ci sono tutti anche chi ha un’assicurazione diversa da INAIL o che muore in nero.

Nel 2022 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1499, 757 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, nel 2022 le donne morte per infortunio sono stata 15 sui luoghi di lavoro ma ben 123 in itinere e in altri ambiti lavorativi, gli stranieri già oltre il 15%, gli anziani ultra sessantenni sono stati uno su quattro, soprattutto in agricoltura e in edilizia

Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 16 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è per noi un morto sul lavoro, indipendentemente dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano.

Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2022, sono morti complessivamente 19519 lavoratori, di questi 9.489 per infortuni sui luoghi di lavoro. ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 29.000 Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti

 

Qui sotto i morti sui luoghi di lavoro nelle Regioni e Province. In questi dati non sono contati i morti per covid, i morti in itinere e sulle strade se non autotrasportatori, i morti sulle autostrade, in mare e all’estero. Bisogna tenere presente che i morti in itinere e sulle strade ogni anno sono quasi altrettanti rispetto a quelli segnalati qui di seguito, ma noi preferiamo tenerli separati perché richiedono altri interventi, che sono differenti da quelli delle morti sui luoghi di lavoro. In itinere ci sono anche i lavoratori e le lavoratrici che muoiono in bicicletta o a piedi, ma anche i morti sulle strade. INAIL conteggia questi dati tutti insieme generando confusione tra chi vuole comprendere le reali dimensioni e le caratteristiche del fenomeno. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza.

I morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province nel 2023 senza i morti sulle strade e in itinere. Non a carico delle Regioni, gli altri morti per incidenti di autotrasportatori in autostrada, morti in mare fuori delle acque territoriali.

E' ricomincia la strage

 Un operaio albanese di 40 anni, padre di 3 figli è trovato morto in un fosso da un passante, aveva un escavatore ribaltato  vicino: probabilmente lavorando da solo dopo aver avuto l'infortunio ha cercato di chiedere aiuto ma non c'è l'ha fatta. Qualcuno scrive che portava l'escavatore con un trattore. Chi era e perché lavorava da solo, ma 4 morti anche tra sabato e domenica

lunedì 18 settembre 2023

Sciopero di 4 ore per la morte di Alfredo Morgese

 questa mattina parteciperò su invito alla manifestazione di CGIL CSIL e UIL all'aeroporto Marconi di Bologna per la morte di Alfredo Morgese (nella foto). Alfredo è morto alle 3 di notte mentre asfaltava una pista dell''aeroporto, tra l'altro Morgese è uno dei tanti lavoratori emigrati giornalieri: da Marano di Modena è venuto a morire all'aeroporto; è stato investito da un camion in retromarcia guidato da un suo collega. Dalla strage di Chieti sono morti sui luoghi di lavoro 24 lavoratori sui luoghi di lavoro, da quella delle ferrovie del 30 agosto le vittime sono state 62, dall'inzio dell'anno l'Osservatorio ha registrati 683 morti sui luoghi di lavoro, con l'itinere siamo già a 1032. In tutto il 2022 i morti sui luoghi di lavoro sono stati 752, ancora 15 giorni così e arriveremo a superarlo l'intero e orribile


2022

domenica 17 settembre 2023

61 morti dalla strage di Torino del 30 agosto

 

https://fb.watch/n6wayCePkr/ in questo video I nomi dei morti sui luoghi di lavoro negli ultimi 4 giorni, dalla strage di Chieti Ecco chi sono i morti sui luoghi di lavoro dalla strage di 4 giorni fa di Chieti, morti che " mi invento" come dicono quei tanti che vogliono mettermi in cattiva luce: i morti non li metto quasi mai tutti perché copiano poi se conviene li spacciano come propri, anche sindacati non degni di chiamarsi tali perché proprio loro sfruttano il lavoro degli altri. Dalla strage del 30 agosto dove morirono gli operai delle ferrovie nel torinese ne abbiamo registrati 61 sui luoghi di lavoro a questi occorre aggiungere i morti in itinere. E invece di fare la guerra a questa strage la fanno a me, oscurandomi e cercando di non farmi parlare e cercando di bloccarmi le mostre sul tema

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

via delle storie

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.