morti sul lavoro al 15 marzo 2024

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 15 marzo Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 211 per infortuni sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 273 se si aggiungono i morti in itinere L’unico osservatorio che monitora da 17 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL e i lavoratori in nero, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi. Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro Nel 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1485, 986 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, soprattutto in agricoltura e in edilizia Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 17 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2023, sono morti complessivamente 21050 lavoratori, di questi 10474 per infortuni sui luoghi di lavoro (tutti registrati in tabelle excel ). ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 30000. Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti che in diversi copiano. MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE ESCLUSO ITINERE. Aggiunti nella Regione i morti sulle autostrade regionali, tra parentesi i morti nelle Regioni compresivi di itinere. N.B i morti sono segnalati nelle province e regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 25 (37) Milano 4, Bergamo 1 Brescia 9 Como 1 Cremona 2 Lecco 1 Lodi Mantova 2 Monza Brianza 2 Pavia 2 Sondrio Varese 2 TOSCANA 19 (26) Firenze 7 Arezzo Grosseto Livorno, Lucca 1, Massa Carrara 1 Pisa‎ 4 Pistoia Siena 1 Prato 3 EMILIA ROMAGNA 18 (24) Bologna 5 Rimini Ferrara 3 Forlì Cesena 3 Modena 3 Parma 2 Ravenna Reggio Emilia 1 Piacenza SICILIA 16 (23) Palermo 6 Agrigento Caltanissetta Catania 2 Enna Messina 4 Ragusa Siracusa 1 Trapani‎ 2 CAMPANIA 19 (26) Napoli 7, Avellino 3 Benevento , Caserta 6 Salerno 3 VENETO 12 (16) Venezia 2 Belluno Padova‎ Rovigo Treviso 4 Verona 4 Vicenza 2 LAZIO 13 (18) Roma 5 Viterbo 2 Frosinone 4 Latina Rieti TRENTINO ALTO ADIGE 12 (15) Bolzano 6 Trento 5 PIEMONTE 9 (14) Torino 3 Alessandria (1 cantiere autostradale) Asti 1 Biella Cuneo 2 Novara 2 Verbano-Cusio-Ossola Vercelli PUGLIA 11 (15) Bari 3, BAT 1 Brindisi 2 Foggia 3 Lecce 2 Taranto SARDEGNA 9 (13) Cagliari 2 Sud Sardegna 1 Nuoro1 Oristano 1 Sassari 4 ABRUZZO 8 (12) L'Aquila 2 Chieti 3 Pescara Teramo 2 Ascoli Piceno 1 MARCHE 7 (9) Ancona 2 Macerata 3 Fermo 1 Pesaro-Urbino 1 FRIULI VENEZIA GIULIA 6 (8) Pordenone 3 Triste 1 Udine 1 Gorizia LIGURIA 5 (6) Genova 1 Imperia 2 La Spezia Savona 1 UMBRIA 4 (5) Perugia 4 Terni CALABRIA 4 Catanzaro 1 Cosenza 2 Crotone Reggio Calabria 1 Vibo Valentia BASILICATA 2 (3) Potenza 2 Matera Molise Campobasso Isernia VALLE D’AOSTA 1 I morti sulle strade. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza. Nelle province non sono segnati i morti in autostrada avvenuti nella Regione Curatore Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e artista sociale da oltre 50 anni Per contatti carlo.soricelli@gmail.com https://www.facebook.com/carlo.soricelli https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ https://www.instagram.com/pittorepranico/channel/?hl=it su Twitter @pittorecarlosor 18 gli schiacciati dal trattore 22 morti gli autotrasportatori, altrettanti morti tra gli automobilisti (molti lavorano sulle strade essendo agenti di Commercio) e i passeggeri (non inseriti tra i morti sul lavoro) che hanno la sventura di incrociarli o di essere a bordo, spesso gli incidenti sono provocati da stanchezza e malori alla guida 26 gli operai/e, morti di fatica impiegati/e, agricoltori/e, braccianti, autotrasportatori ecc. morti per fatica e malori sui luoghi di lavoro: nel 2023 a luglio e agosto una strage per il caldo e per le condizioni in cui lavoravano soprattutto nei cantieri e sui campi 26 i morti in infortuni domestici tra questi 3 bambini 11 i taglialegna morti travolti dall’albero che tagliavano Complessivi morti sui luoghi di lavoro dal 2019 3869 morti Attenzione se si contano tutti anche i morti in itinere e in altri ambiti lavorativi in questi ultimi 6 anni completi e sommati come fa INAIL si arriva a contarne 5285

grafico 15 anni

grafico 15 anni
Morti sul lavoro al 10 marzo del 2024 comparati con gli ultimi 5 anni e con l'anno di apertura dell'Osservatorio....e parlano di cali

Le province nel 2023

Le province nel 2023
guarda la situazione della tua provincia Morti sui luoghi di lavoro nelle province nel 2023 dalla più virtuale Livorno, a Rieti la peggiore

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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domenica 30 aprile 2017

Report morti sul lavoro nei primi 4 mesi del 2017. Domani dimostra la tua solidarietà a queste famiglie: indossa qualcosa di nero



Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro
Report morti sul lavoro nei primi 4 mesi del 2017
Domani è il 1° maggio ma anche quest’anno oltre 400 famiglie piangono i loro morti per infortuni sul lavoro, e sono solo 4 mesi. Domani dimostra la tua solidarietà. Porta il lutto al braccio o indossa qualcosa di nero.

Dall’inizio dell’anno al 30 aprile ci sono stati 197 sui luoghi di lavoro. Erano al 30 aprile 2016 193, l’aumento è del 2,04%. Ma attenzione se ai 197 morti sui luoghi di lavoro ci aggiungiamo i morti sulle strade e in itinere si superano i 430 morti. Ma per questi morti per infortuni si possono solo fare delle statistiche comparando diversi dati. Probabilmente sono molti di più. Ma se andiamo a vedere i morti sui LUOGHI di lavoro registrati al 30 aprile 2008, che è l’anno di apertura dell’Osservatorio viene l’ansia. I morti erano quell’anno al 30 aprile 176, l’aumento rispetto a al 2017 è del +10.7%. Del resto la politica tutta se ne frega dei LAVORATORI DIPENDENTI, se ne fregano le Istituzioni e chi dovrebbe occuparsene. Basta pensare agli oltre 450 agricoltori schiacciati dal trattore negli ultimi tre anni, senza che si sia visto un intervento concreto né sulla Sicurezza, né con la Comunicazione. Se si prendono TUTTI i morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL si rimane basiti. Si parla sempre di cali, ma in realtà i morti sui LUOGHI DI LAVORO aumentano e non di poco. A mio parere è completamente fallita la politica sulla Sicurezza (non) fatta in questi dieci anni. Ha funzionato solo nei luoghi di lavoro dove è presente il Sindacato, dove le morti sono quasi inesistenti rispetto al numero di lavoratori. Esprimo un mio parere che poi si può valutare come si vuole: il calo si ha esclusivamente sulle strade e in itinere e questo per la patente a punti e i tutor che ci sono sulle strade, che sono un bel deterrente per chi guida in modo pericoloso. DIAMO UNA RAPPRESENTANZA SINDACALE E UN RESPONSABILE DELLA SICUREZZA A TUTTI I LAVORATORI, E UN POSTO STABILE SENZA JOBS ACT CHE UCCIDE, CHE PRECARIZZA ANCHE LA VITA DI CHI LAVORA. EVANTUALMENTE NEI POSTI CON POCHI DIPENDENTI, UN RAPPRESENTANTE CHE RAPPRESENTI DIVERSE AZIENDE. SOLO COSI’ AVREMO UN CALO DELLE MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO
Le morti verdi
Strage continua, non passa giorno senza apprendere della morti di un agricoltore schiacciato dal trattore, sono già 36 dall’inizio dell’anno. L’ultima il 21 aprile a Torino val di Sangro. Il Ministro delle Politiche agricole Martina batta finalmente un colpo su queste tragedie. Da quando è ministro sono morti schiacciati da questo mezzo oltre 450 agricoltori. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal ribaltamento del trattore. Occorre che qualcuno che ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere dia forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e all’estero.
ABRUZZO 22 L'Aquila (5), Chieti (3), Pescara (12) Teramo (3) VENETO 21 Venezia (4), Belluno (), Padova (1), Rovigo (4), Treviso (2), Verona (5), Vicenza (5). SICILIA 15 Palermo (2), Agrigento (2), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (1), Messina (), Ragusa (3), Siracusa (1), Trapani (5) LOMBARDIA 14 Milano (4), Bergamo (1), Brescia (2), Como (), Cremona (), Lecco (2), Lodi (1), Mantova (), Monza Brianza (2), Pavia (1), Sondrio (1), Varese (). CAMPANIA 14 Napoli (5), Avellino (), Benevento (2), Caserta (3), Salerno (4).. EMILIA ROMAGNA 13 Bologna (2). Forlì-Cesena (1), Ferrara (2), Modena (), Parma (2), Piacenza (1), Ravenna (3), Reggio Emilia (2), Rimini (). TOSCANA 12 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (2), Livorno (3), Lucca (1), Massa Carrara (1), Pisa (2), Pistoia (1), Siena () Prato ().TOSCANA 12 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (2), Livorno (3), Lucca (1), Massa Carrara (1), Pisa (2), Pistoia (1), Siena () Prato (). PIEMONTE 11 Torino (5), Alessandria (), Asti (), Biella (1), Cuneo (3), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (1) LAZIO 8 Roma (5), Viterbo () Frosinone () Latina (3) Rieti (). CALABRIA 8 Catanzaro (2), Cosenza (4), Crotone (1), Reggio Calabria (1) Vibo Valentia ()  PUGLIA 6 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (), Lecce (1) Taranto () UMBRIA 4 Perugia (2) Terni (2). LIGURIA 4 Genova (1), Imperia (1), La Spezia (), Savona (2). FRIULI VENEZIA GIULIA 4 Trieste (1), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (2). MARCHE 4 Ancona (1), Macerata (), Fermo (), Pesaro-Urbino (3), Ascoli Piceno (). SARDEGNA 2 Cagliari (), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (1), Sassari (1). Sulcis inglesiente () BASILICATA 1   Potenza (1) Matera () Molise 1 Campobasso (1), Isernia /1) TRENTINO ALTO ADIGE 3 Trento (), Bolzano (3). VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province

sabato 29 aprile 2017

Ma è umano il nostro Paese travolto dal liberismo e dai suoi esecutori? Morire a 71 anni cadendo dal tetto di un capannone. Era in regola? Ma sono stati 3 anche ieri i morti sui luoghi di lavoro. Un giovane di 30 anni a Firenze e un autrasportatore nei pressi Orbetello



E' un 71enne di origine tedesca ma da molti anni residente in Calabria, che è morto a Piano del lago in provincia di Cosenza
Secondo una ricostruzione riportata dall’Ansa, l’operaio, che viveva da tempo a Rogliano, è caduto dal tetto del capannone in cui stava lavorando. In un primo momento si era parlato di un malore e che la vittima fosse un semplice “cliente”..
I colleghi hanno chiamato subito i soccorsi, ma per l’operaio non c’è stato nulla da fare. Sul posto i sanitari del 118 e i carabinieri, che stanno indagando su quanto è accaduto e sui motivi per i quali l’operaio, malgrado l’età avanzata, venisse ancora impiegato nell’attività lavorativa. Sembra sia morto per trauma cranico. Gli inquirenti stanno valutando se procedere per falsa testimonianza il proprietario.



Firenze, 28 aprile 2017 - Un giovane di 30 anni è morto stasera in seguito ad un incidente sul lavoro a Firenze. Stava lavorando in un'azienda di magazzinaggio e sarebbe stato travolto da un carico pesante
Secondo le prime informazioni del 118 intervenuto sul posto, il ragazzo, che lavorava in un'azienda di spedizioni  in via della Treccia all'Osmannoro,

un altro autorasportatre è morto nei pressi orbetello in Provincia di Grosseto..

giovedì 27 aprile 2017

Il mondo ovattato della politica e dei sindacati romani. Si accorgono dei morti sul lavoro solo quando muoiono a Roma

Come curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro che volge questo lavoro volontario da dieci anni non posso non essere indignato quando sento uno dei massimi esponenti sindacali che si chiede come mai nella provincia di Roma sono morti due lavoratori in sole 24 ore e non si accorge che questa strage c'è tutti i giorni nel resto del Paese. Mentre questo sindacalista si accorge che sono morti un operaio travolto da una gru mentre eseguiva lavori in un deposito ACEA, e un altro è morto, un lavoratore indiano è morto fulminato mentre pota un albero, non si accorge, o non sa (che è ancora più grave) che nelle stesse ore altri cinque nel resto del Paese, morti in quel di Treviso, sull'A1, i soliti lavori che poi muovono nel  mondo delle ditte appaltartici che sembrano essere in un mondo separato. E i due morti a Bressanone lavoravano per le Ferrovie ed erano dipendenti di una ditta appaltatrice.   Tanto sono così poco importanti questi lavoratori che spesso è anche difficile conoscerne le generalità. Che lezione trarne? Che la Roma della politica e del sindacato è lontana, che è un mondo a se stante. Poi si meravigliano che i cosiddetti partiti populisti riescono ad intercettare larga parte del voto dei lavoratori e popolare. Mi meraviglierei del contrario. Per protesta il 1° maggio porta il lutto al braccio

mercoledì 26 aprile 2017

Morti due operai e tre rimasti feriti nello scontro tra due mezzi tecnici sulla linea ferroviaria del Brennero.

Bolzano, 26 apr.  Due operai sono morti a Bressanone, ed altri tre sono rimasti feriti. la tragedia a pochi minuti da mezzanatte  ieri sera. Una trentina i lavoratori presenti. Sul posto numerosi mezzi d’emergenza per i primi soccorsi ai feriti.
Carabinieri e polizia stanno svolgendo le prime indagini, coordinate dalla Procura di Bolzano. E' stato attivato un servizio sostitutivo con autobus tra Brennero e Bolzano.

sabato 22 aprile 2017

Morire a 18 anni lavorando. Alex Ballarini li aveva appena compiuti. Ma non dimentichiamoci degli altri morti invisibili per la politica

Alex ballarini era un pescatore ed è morto dopo uno scontro tra due barche nella secca di Goro nel ferrarese. Le due imbarcazioni si sono scontrate mentre rientravano nel porto di Gorino dopo la pesca delle vomgole. Mentre Voncenzo Romano di anni ne aveva venti: era un lavoratore napoletano, abitante a Treviso e morto sul lavoro in trasferta nella provincia di Reggio Emilia.  Vincenzo è morto investito da un macchinario. ma in questi ultimi tre giorni le vittime sono state otto. Un agricoltore è morto schiacciato dal trattore in provincia di Chieti (36 dall'inzio dell'anno). In provincia di Trapani un bulgaro è morto investito da un carico di bombole presso un benzinaio. sull'A22 è morto un autorasportatore si chiamava Alessandro Lippolis. A Cesena è morto dopo una settimana di agonia Gianluca Balducci. In provincia di Catania è morto un agricoltore cadendo da una scal mentre raccoglieva arance. Insomma strage continua.
La foto sorridente di Alex morto di lavoro a 18 anni

venerdì 21 aprile 2017

Achtung. Achtung, achtung

 Fate attenzione voi che guidate i trattori, nei prossimi giorni almeno tre di voi moriranno schiacciati da questo mezzo se non userete tutte le precauzioni. Achtung al terreno, anche se in superficie sebra asciutto sotto potrebbe essere ancora bagnato e cedere e se i vostri terreni sono in collina il pericolo è mortale


mercoledì 19 aprile 2017

Rifiutismo Mostra di carlo Soricelli dal 22 aprile a Anzola Emilia

Buongiorno, questa volta vi "rompo" non per aggiornarvi sui lorti sul lavoro, ma della mostra che inaugurerò sabato 22 aprile alle ore 10,30 a Anzola Emilia 
Il Rifiutismo
Il consumismo, l’Apocalisse della Civiltà occidentale, il declino e l’estinzione della razza bianca vista attraverso l’arte. Mostra a Anzola Emilia dal 22 aprile.
Già negli anni ottanta mi ero accorto dell’inarrestabile deriva del consumismo che consideravo “la dittatura più feroce”. In quegli anni avevo cominciato a creare opere di pittura e scultura che successivamente ho chiamato rifiutiste. Da giovane artista trentenne ero attento a quello che succedeva nel sociale: volevo denunciare ciò che consideravo letale e terrificante per gli umani. Il ”consumista”, una scultura del 1986 che raffigura un umanoide rivestito di pubblicità, rappresentava bene quello che volevo dire. Fu acquisita dal Museo Cesare Zavattini nel 1989. Comprendevo che il consumismo sarebbe stato devastante e che anche chi aveva meno cominciava a considerare come valore l’acquisto di oggetti di ogni tipo. Contare per quello che si riusciva ad acquistare. Una compulsione che prende la ragione e sovrasta ogni altro valore. Non a caso in Italia nacquero in quegli anni le televisioni commerciali. La scultura “Gaia” del 1985 rappresentava la Terra piena di rifiuti che stava soffocando. Nel 1990 mi ero già arreso e l’opera “Il consumista ha vinto e si sta mangiando il mondo” (anche questa si trova al Museo Cesare Zavattini). È di quel periodo “Orwell era in anticipo” dove uno schermo televisivo, anch’esso dalle forme umanoidi, con una mano alza il dito in segno di vittoria e con l’altro il dito medio. Sotto solo macerie, guerre, inquinamento, anche alberi con scritte pubblicitarie sulla corteccia. Il riferimento era a “1984” e alla “Fattoria degli animali” di Orwell.
Quando il Museo Zavattini mi chiamò ad esporre alla Festa nazionale de l’Unità di Reggio Emilia con una mostra personale assieme a Cesare Zavattini, in occasione del centenario della sua nascita, lo stand fu visitato da centinaia di migliaia di persone. Quasi tutti sorridevano guardando il consumista e il comunicatore orwelliano. Anche illustri personaggi delle arti. Adesso riderebbero meno.
Mi accorgevo col passare degli anni che il consumismo stava complicando tutto.
I messaggi che ti arrivavano con spot pubblicitari attraverso tutti i mezzi di comunicazione cominciavano ad alterare le percezioni della realtà e i rapporti umani; tutto diventava più veloce, più inconsistente: l’etica, la politica i rapporti umani visti con una velocità che non si riesce a metabolizzare.
Anche la realtà è ormai mediata dagli oggetti di consumo.
Come artista e anche come cittadino mi sento sconfitto da questa ideologia, la più potente che si è mai affacciata nella storia e che corrompe tutto e tutti, anche quelli che si credono immuni. Corrompe anche i valori in cui ho sempre creduto. Addirittura nell’occidente consumista non si fanno più figli perché si pensa di non riuscire a dare loro una vita piena di questi oggetti e cioè di questo valore, mentre popolazioni più giovani che non hanno ancora subito la devastazione del consumismo vivono con pochissimo e di figli ne fanno tanti. Ma quando arrivano qui da noi in poco tempo si adeguano ai nostri costumi. Un fascino terrificante e diabolico quello del consumismo. Solo Papa Francesco, tra i grandi di questo tempo si è accorto di queste devastazioni e non a caso è figlio un argentino, a sua volta figlio di migranti italiani. Ma sembra che anche lui parli nel deserto (di valori).
Da alcuni anni, con queste opere specifiche, figlie di questa realtà deviata, ho scelto di non lanciare più messaggi “etici”, ma di farne vedere appunto la terrificante bellezza, ad esempio, pacchetti di sigarette raccolti per le strade dove anche l’avvertimento della possibile causa di morte per cancro causata del fumo diventa accattivante attraverso la forma e i colori della scatola. Oppure i copri cerchioni di plastica che ho trovato a decine per le strade, hanno forma e colore del più costoso alluminio anodizzato, così tutti hanno la convinzione di avere una macchina più bella e costosa; li ho fatti diventare un totem di questo tempo.
Vedo e prendo oggetti consumati e scartati in ogni luogo, alcuni tra l’altro molto belli, che neppure i mercatini dell’usato trovano vendibili. Il nostro declino arriverà fino ad autodistruggerci per la stanchezza fisica e psichica nel cercare di possederne i nuovi, ma lo faremo contornati da magnifici oggetti di consumo. Come alla fine dell'Impero romano dove le donne (e gli uomini) non facevano più figli per mantenere intatto il loro corpo. Ci estingueremo a favore di popoli nuovi che non hanno ancora raggiunto il nostro livello di falso benessere del consumismo e che probabilmente faranno tesoro dei nostri errori.
Così faccio in modo che anche gli oggetti più banali si “innalzino” ad opere d’arte; li conservo, già scartati dopo l'utilizzo, per lasciare la testimonianza del nostro tempo e dell'impronta dell'uomo che li ha utilizzati. Una lucidatrice come la Nike o il Laocoonte? E perché no? Sono sempre frutto dell’ingegno umano collettivo, del resto anche i Bronzi di Riace lo sono per complessità.
Se si vuole guardare a fondo quello che sta accadendo all’Occidente e all’affacciarsi prepotente dei nazionalismi, Trump, Le Pen, Salvini e la Brexit con il loro razzismo contro popoli diversi, figli di culture non occidentali, si possono considerare risposte sbagliate che non si focalizzano con chiarezza su qual è il vero nemico della civiltà greco-romana: la degenerazione della società dei consumi.
Con la mostra che farò in aprile con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Anzola darò un pugno allo stomaco a tutti i benpensanti con la speranza che faccia riflettere “ma solo per un attimo” su questa deriva umana alla quale sta portando il vero nemico del nostro tempo. Ma sarà solo un attimo, per poi riprendere la nostra folle corsa verso la nostra autodistruzione che ci sta consumando il cervello e quella di Gaia che a breve smetterà di ospitarci
2 allegati

Altri due morti sui LUOGHI DI LAVORO

Ancora due morti sui luoghi di lavoro. In provincia di Reggio Emilia è morto Vincenzo Romano un giovane operaio di 20 anni schiacciato da una lastra di acciaio mentre faceva manutenzione su un macchinario. lavorava per una ditta esterna di Treviso. In provincia di Cuneo è morto cadendo da un'altezza di diversi metri in un'azienda agricola un operaio macedone. Stava pulendo dalle sterpaglie un campo vicino a un burrone.

lunedì 17 aprile 2017

Ancora tre morti sul lavoro anche in questi giorni



17 aprile 2017 E' morto dopo una settimana di sofferenza l'operaio che in provincia di Torino era rimasto intossicato in un'officina di zincatura. Riccardo Pergola aveva solo 54 anni e morire in modo così assurdo nel 2017 è veramente angosciante.
Non poteva mancare il solito agricoltore morto schiacciato dal trattore: l'ultima vittima di questo autentico killer degli agricoltori a Vasto di Chieti, ma poche ore prima era rimasto ucciso nello stesso modo un altro agricoltore in provincia di Reggio Emilia. Un altro morto sul lavoro nella provincia di Monza dove M Pilati è rimasto schiacciato dall'albero che stava tagliando insieme a un collega.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?