Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
Translate (traduci nella tua lingua)
Elenco link
- Rifiutismo corrente pittorica di Soricelli
- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
- https://soricellifioriscolpiti.blogspot.com/
- http://pitturapranica.blogspot.it/
- Alcune poesie
sabato 8 aprile 2017
Simone Canepa è morto nella Galleria del Vento alla Pininfarina. E' quasi sempre colpa dei lavoratori che non utilizzano gli strumenti e gli equipaggiamenti che le aziende "generososamente" mettono a disposizione. Ma la realtà è un'altra ed è inquietante. Di questo caso specifica se ne occuperà chi di dovere ma spesso la Sicurezza è incompatibile con gli attuali ritmi di lavoro. E il jobs act sta peggiorando ulteriormente tutto.
Torino 7 aprile 2017. E' morto Simone Canepa alla Galleria del Vento o Pininfarina a Grugliasco mentre stava effettuando prove di dinamica su un modello di auto.
LA VITTIMA E’ SIMONE CANEPA, 42 ANNI
Canepa avrebbe inavvertitamente calpestato i tapi roulantche in quel momento erano in azione (servono per simulare la strada), venendo trascinato al di sotto della vettura in prova. Per lui non c’è stato nulla da fare. ed è morto sul colpo
Ma se si muore anche in aziende tecnologicamente avanzate che dire? Colpa del lavoratore? Io credo che se "inavvertitamente" ha messo un piede su un rullo rotante e trascinato sotto il mezzo c'è stato qualcosa che non funziona nel macchinario. A me sembra una morte incredibile, anche per come c'è stata raccontata. O i sistemi di sicurezza sono stati disattesi o la progettazione di questa macchina del vento "tecnologicamente avanzata" ha carenze sulla sicurezza. Si tende spesso e spesso lo fanno le aziende che lavorano nel settore sicurezza per altre aziende ad addossare le colpe a chi lavora. Non è stato attento, non indossava quello che l'azienda generosamente gli mette a disposizione ecc....Ma se i lavoratori si vogliono suicidare lo fanno in un altro modo, non certo in modo così stupido. La realtà è un'altra e in questi anni l'ho constatato tantissime volte: i ritmi di lavoro spesso non sono compatibili con la Sicurezza. Purtroppo spesso il lavoratore li elude perché costretto da padroni, capi e capetti a dare risultati che non ti permettono di avere se si utilizzano tutte le protezioni e gli equipaggiamenti messi a disposizione.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
Nessun commento:
Posta un commento