Un grande SI ai quesiti referendari di giugno
Un grande SI dell'Osservatorio ai quesiti referendari di giugno
Quando Renzi introdusse il Jobs act nel 2015 erano già otto anni che monitoravo imorti sul lavoro e vedevo nelle tabelle excel dove c'erano più morti:per giorno, mese e anno, l'identità della vittima, l'età, la professione (anche in nero) e nazionalità. Oltre alnero morivano e muoiono numerosissimi nelle piccole e piccolissime aziende senza sindacati e senza Articolo 18 che Renzi aboliva per i nuovi assunti nel settore privato: la raccolta dati parlava chiaro, era lì che c'era la stragrande maggioranza dei morti per infortuni. abolire l'articolo 18 dello Statuto dei lavori, quello che recitava "no ai licenziamenti senza giusta causa e giustificato motivo", è stata un'autentica vigliaccata a favore delle aziende". Chi poteva più rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi se potevano licenziarti senza motivo e darti se il licenziamento era ingiusto una manciata di euro? Ma l'abolizione dell'articolo 18 aveva anche un altro scopo, demolire larappresentanza sindacale dei sindacati più combattivi e favorire quelli più accomodanti. Da allora come potete vedere dal grafico c'è stata un'impennatadei morti sul lavoro. Occorre ricordare che l'abolizione dell'articolo 18riguarda solo il settore privato, per il Settore Pubblico tutto rimane comeprima, ma se non passano i Referendum, anche loro possono subire la stessa sorte. E allora cosa fanno anche le grandi aziende del Settore Pubblico vistoche non potevano licenziare gli Statali? Cominciarono a utilizzare il avoratori in appalto, invece di assumerli come dipendenti diretti, così scaricavano su quello che io chiamo Caporalato (anche) di Stato tutti i lavori più pericolosi e a più basso reddito: nuovi schiavi senza più diritti. Ricordo che le ultime recenti stragi di Brandizzo (ferrovia delloStato), Suviana (Enel) e Calenzano (Eni) sono grandi aziende a partecipazione statale. Poi c'è la strage all'Esselunga di Firenze dove lavoravano ben 49 aziende appaltata. Ma queste aziende che sono Capo Commesse non hanno nessuna responsabilità se per esempio ci sono morti sul lavoro, o non rispettano anche le più elementari misure di Sicurezza le aziende appaltate, SI. Il precariato è un’autentica piaga che colpisce i più deboli ericattabili. Si alla loro abolizione. Quindi è giusto votare Si anche a questoReferendum dove il Capo Commessa diventa responsabile di tutta la catena delsub appalto. Il precariato è un’autentica piaga che colpisce i più deboli ericattabili anche questo aspetto fa aumentare i morti sul lavoro. Si anche a questo quesito. È anche giusto votare Si e dare la cittadinanza italiana a chi già da 5 anni lavora in regola in Italia, dieci anni sono troppi. Ricordo atutti che l'anno scorso il 35% dei morti sui luoghi di lavoro, sotto i 60 anni sono stranieri, che fanno i lavori più umili e pericolosi, non possiamo considerarli e farli considerare diversi, e fare diventare questi lavoratori corpi estranei, per poi ritrovarci come nelle periferie francesi, anche in Italia ci sono le prime avvisaglie. Altra cosa se mi chiedete se occorre l'espulsione immediata per chi commette reati gravi: di delinquenti ne abbiamo già troppi tra gliitaliani e quindi ci vuole l’espulsione immediata per gli stranieri che commettono reati. Volevo dire a che essendo assunto prima del 2015 e che si sente protetto dall’articolo 18, che oltre alla solidarietà per gli altri lavoratori, difende così anche la sua posizione, tra pochi anni, se i Referendum non passeranno, la maggioranza dei lavoratori non avrà più l’articolo 18, eanche loro saranno meno tutelati e guardati come dei privilegiati, Poi se si hanno figli e nipoti occorre cercare di non farli entrare in una giunglalavorativa. In allegato l’andamento dei morti sui luoghi di lavoro dal 2014, l’anno prima dell’introduzione del Jobs Act e l’impennata dei morti anche dopo l’introduzionedegli appalti del Governo Meloni. Carlo Soricellicuratore dell’osservatorio di Bologna morti sul lavoro attivo dal 1° gennaio2008, e artista sociale da oltre 50 anni http://cadutisullavoro.blogspot.it
Carlo Soricelli attività artistica
Carlo Soricelli
Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia.
Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane.
Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte.
All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”.
Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”.
E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.
Nessun commento:
Posta un commento