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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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lunedì 31 dicembre 2018

Si è concluso un anno drammatico per le morti sul lavoro

Faccio a tutti i visitatori del blog dell'Osservatorio i miei migliori auguri per un 2019 migliore di quello che si sta concludendo. Oggi e domani 1° gennaio lavorerò per farvi avere già il 2 gennaio il Report sulle morti sul lavoro nell'intero 2018. Si è concluso si questo fronte un anno drammatico che non ha avuto  paragoni negli undici anni di monitoraggio delle morti sul lavoro. L'indifferenza della nostra classe dirigente, della politica verso queste tragedia lascia sgomenti. In questi 11 anni si sono succeduti governi di ogni colore, ma nessuno che si sia mai interessato concretamente di queste tragedie che portano il lutto in migliaia di famiglie ogni anno. Continueremo, finché ne avremo la forza a denunciare questa indifferenza e la reale situazione di questo fenomeno che è enorme e molto più grande di quello che vogliono fare apparire. Ci sono centinaia di lavoratori morti per infortuni che non appaiono mai nelle statistiche: è così tutti gli anni. Ma noi continueremo a denunciare questa carneficina. Buon anno a tutti, soprattutto la mia vicinanza ai familiari dei morti  sul lavoro di cui conosco bene la sofferenza. Che il 2019 vi porti almeno un pò di serenità.

domenica 30 dicembre 2018

E siamo a 702 morti sui luoghi di lavoro e oltre 1450 con i morti sulle strade e in itinere. in questo 2018. In questi 11 anni di monitoraggio sono morti quasi 15000 lavoratori, E' come se fossero morti tutti gli abitanti di una cittadina come Sasso Marconi

Una strage che non ha mai smosso le coscienze di nessuno, chiunque ci ha governati non ha mai mai avuto un attimo di attenzione per queste tragedie che si potrebbero dimezzare se solo ci fosse un pò di attenzione per chi lavora. ma lo scrivo ormai da dieci anni. Il mondo del lavoro dipenedente, è solo, isolato, diviso e non ha più espresso una classe dirigente capace di tutelarne gli interessi, non solo economici, ma anche sulla Sicurezza.

venerdì 28 dicembre 2018

Con il boscaiolo morto il 27 dicembre arriviamo all'incredibile numero di 700 lavoratori morti sui luoghi di lavoro nel 2018 e con i morti sulle strade e in itinere (le denunce le mettono tutte insieme, ma noi le teniamo separate) si arriva a contare oltre 1450 morti complessivi.

dalle proiezioni statistiche non avevamo dubbi che saremmo arrivati a contare questo numero spaventoso di morti sui LUOGHI DI LAVORO. Se li confrontiamo con l'intero 2008 anno di apertura dell'Osservatorio registriamo un aumento del 9,25%. Se li confrontiamo con l'intero 2017 , che sui Luoghi di Lavoro sono stati 634 registriamo un aumento del registriamo un aumento del 9,5%. POI PASSA IL MESSAGGIO CHE I MORTI PER INFORTUNI CALANO, MA NON E' VERO, DA 11 ANNI DENUNCIAMO QUESTA FALSITÀ, CHE LE MORTI SONO STATE, ALMENO IN QUESTI ULTIMI ANNI STABILI O ADDIRITTURA IN AUMENTO COME QUEST'ANNO. Così pigliano la palla al balzo per sottrarre risorse anche sulla Sicurezza. Certo l'INAIL sarebbe da rivoltare come un calzino, le risorse che spende per la sicurezza non vanno per la maggior parte dove ce ne sarebbe bisogno: per le aziende artigiaani e piccole, per maggiori controlli. ecc Ma tagliare i contributi a favore delle aziende e a spese della Sicurezzadei  lavoratori è davvero troppo. Così anche per il terzo settore che si occupa di poveri e diseredati e in difficoltà. Un settore che non ha scopi di lucro a cui raddoppiano le tasse c'è davvero da rimanere a bocca aperta. Si vuole anche qui far entrare i privati, così posso specularci sopra anche in questo settore? Del resto abbiamo un ministro delle Politiche Agricole a cui mi piacerebbe chiedere se sa quanti morti sono stati da quando è ministro il leghista centinaio e quanti morti per infortuni da quando abbiamo come Ministro del Lavoro Di Maio. Niente di nuovo, purtroppo, solo e sempre difendono, come gli ultimi governi chi ha di più. Con il Ministro delle Politiche Agricole Centinaio abbiamo avuto da giugno, in soli sette mesi 98 agricoltori morti schiacciati dal trattore, con Di Maio Ministro del lavoro 403 lavoratori morti sui Luoghi di lavoro e oltre 1000 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere. Conte, Di Maio, Salvini li avete mai sentiti parlare di queste tragedie? Io mai. Anche quest'anno oltre 1000 madri piangono i loro figli morti sul lavoro

giovedì 27 dicembre 2018

Muore dopo sei mesi di agonia e sofferenza indescrivibile il secondo operaio delle Acciaierie Venete di Padova dove il 13 maggio un contenitore di acciaio incandescente si rovesciò a terra provocando una bomba di calore che investì 5 operai di cui due morti. Aveva ustioni sul 90% del corpo

PADOVA È morto il giorno di Santo Stefano Marian Bratu, operaio di 43 anni ricoverato in  condizioni disperate in ospedale il 13 maggio scorso in seguito al contenitore di acciaio liquido che cadendo a terra provocò l'infortunio mortale di Bratu, di un suo collega e del ferimento di altri tre operai.  Marian, che quel giorno riportò ustioni sul 90 per cento del corpo, venne immediatamente ricoverato in ospedale e portato in Rianimazione. L'altra vittima, il moldavo di 39 anni  morì anche lui diverso tempo dopo l'infortunio. Una sofferenza disumana e una tragedia che si poteva evitare
 Altri tre operai portano ancora i segni sul loro corpo martoriato, ma che per fortuna non ha provocato loro la morte. E questo governo toglie le tasse alle imprese  del 30% sui contributi all'INAIL di questi una buona parte che andavano alla Sicurezza. Eppure sanno che i morti su lavoro sono in forte aumento. Siamo in questo momento a 699 morti per infortuni sui luoghi di lavoro e oltre 1400 con i morti sulle strade e in itinere.  Di Maio si dovrebbe dimettere da Ministro del Lavoro, il suo servilismo verso la Lega che difende gli industriali padani è davvero sconcertante. TOLGONO RISORSE PER LA SICUREZZA PER FAR RISPARMIARE GLI INDUSTRIALI. Insomma i solidi Robin Hodd alla rovescio che tolgono ai poveri per dare ai ricchi

mercoledì 26 dicembre 2018

Un altro agricoltore è morto la vigilia di Natale in provincia di Ancona. Anche un bambino di soli 7 anni ha perso la vita trasportato a bordo di questo mezzo mortale

Purtroppo anche dopo i continui appelli a prestare attenzione a questo mezzo che uccide con una regolarità che dovrebbe far muovere il culo dalle poltrone a chi dirige questo questo ministero, non c'è niente da fare. la distanza dei governanti, chiunque essi siano è sempre abissale col sentire comune. Da dieci anni chiediamo una campagna informativa sula pericolosità del mezzo. Sono 148 quest'anno i morti schiacciati  da questo "mostro" che uccide senza pietà. E coi nuovi arrivati a giugno sono stati 97, un numero incredibili di morti che dovrebbe far sobbalzare dalle poltrone. Ma niente, anche con il leghista Centinaio alla guida del Ministero delle Politiche Agricole nulla è cambiato. Poi leggere che ha perso la vita un bambino di 7 anni in provincia di Reggio Calabria trasportato a bordo di questo mezzo dal padre, che solo se avesse saputo delle dimensioni di questa strage e di quanti incautamente trasportati a bordo muoiono non fa che aumentare la rabbia e l'angoscia. FATE UNA CAMPAGNA INFORMATIVA SULLA PERCOLOSITA' DEL TRATTORE LO CHIEDIAMO DA DIECI ANNI. Dal 2008 ne sono morti oltre 1400 in modo così atroce

domenica 23 dicembre 2018

Due cinquantenni hanno perso la vita schiacciati dal trattore il 22 dicembre. 146 dall'inizio dell'anno, mai stati così tanti da dieci anni, nell'intero 207 sono stati 139 +4,8%

Continua la strage di agricoltori schiacciati dal trattore. a perdere la vita in modo così atroce due cinquantenni. Nella provincia di Vicenza a Chiampo ha perso la vita in questo modo terribile Franco Rossetto di soli 56 anni.

Stessa sorte è toccata a Antonio Maria Zoreddu che ha perso la vita nella provincia di Sassari

Sono  146 morti in questo modo orrendo nel 2018, contro i 139 dell'intero 2017, +4,8%.
Da quando abbiamo il nuovo governo, in carica da giugno  sono stati 95 i morti provocati dal trattore. Ma anche con  nuovo ministro delle Politiche Agricole Centinaio nulla è cambiato, una continuità col suo predecessore Maurizio Martina che è stato un pessimo ministro su questo fronte. Quello attuale è lo stesso governo che toglie risorse per la Sicurezza dei lavoratori per darle alle industrie che avranno  un calo delle tasse del  30% che andrebbero all'INAIL, che utilizza (male) sulla Sicurezza i soldi dei contribuenti, e questo nonostante un forte aumento  delle morti sul lavoro.

mercoledì 19 dicembre 2018

L’eutanasia dei pentastellati e un Ministro del Lavoro che non si accorge neppure delle devastazioni che produrrà il calo delle risorse sulla Sicurezza



Nel cuneo fiscale c’è un emendamento che propone una riduzione dei contributi INAIL del 30%. La proposta di modifica prevede la revisione delle tariffe dei premi e dei contributi INAIL per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Non ho parole. Ma come i morti sul lavoro aumentano come non mai e questi tolgono risorse che servono anche ad arginare il fenomeno. Si, li ho votati i pentastellati. Pensavo, tanto fare peggio di quelli che li hanno preceduti è impossibile. In questi 11 anni mi sono battuto con tutte le mie forze, attraverso l’Osservatorio che ho fondato il 1° gennaio 2008, dopo la tragedia della ThyssenKrupp contro l’indifferenza verso queste tragedie.  Ma mai nessuno è arrivato a togliere risorse sulla Sicurezza dei lavoratori. L’indifferenza e la complicità dei governi che si sono succeduti, di ogni colore, verso chi detiene il potere e la ricchezza, Nessuno Escluso, mi hanno fatto comprendere molto chiaramente che le lobby trasversali in ogni partito, controllano il Parlamento, e la falsa democrazia che c’è nel nostro Paese e nelle democrazie occidentali. Tutti al servizio dei potenti. I Cinque Stelle che diventano in pochi mesi vassalli di una Lega che mai si dimentica di difendere un nord padano e gli industriali di quell’area. Del resto Giorgetti, il vero capo della Lega, lo fa capire in mille modi. Un controllore attento a tutelare in ogni modo gli interessi di quel mondo. In questi anni hanno tolto stabilità a chi lavora. Leggi come il jobs act e la Fornero sono devastanti per la Sicurezza e la Dignità di chi lavora. In questi anni ho sempre criticato l’Inail che mai è stata chiara sulle reali dimensioni del fenomeno, che se si monitorano tutti i morti sul lavoro e non solo i loro  assicurati si comprende chiaramente che le ingentissime messe a disposizione per la Sicurezza non hanno prodotto nessun risultato, che i morti non sono mai calati, ma addirittura aumentati (li monitoriamo tutti dal 2008 e non temiamo smentite), che le risorse non sono mai arrivate a sufficienza dove ce ne sarebbe più bisogno: nei piccoli e piccolissimi luoghi di lavoro, dove i morti sono numerosissimi. che i “soldi” dei contribuenti sono stati spesi male, che occorreva rivedere tutto il sistema di controlli e di andare a vedere come venivano e vengono spese le risorse. Ma mandare al mondo del lavoro questo messaggio devastante: che si tolgono risorse alla Sicurezza è davvero incredibile. Ai numerosi amici pentastellati che mettevano tantissimi “mi piace” prima delle elezioni, quando criticavo i governi precedenti sulla Sicurezza chiedo di battere un colpo, di non fare come i tanti piddini e gli altri, che sono diventati “amici fantasmi” che mai più hanno commentato un post. La capacità di critica non deve mai venire meno se reputi che quello che si sta facendo è sbagliato, e anche se politicamente mostri una sudditanza imbarazzante ai poteri forti. Chi lavora è solo. Non basta un Fico a far cambiare opinione e dare l’idea di un Movimento allo sbando che non sa neppure chi vuole rappresentare

martedì 18 dicembre 2018

Ancora due morti sui luoghi di lavoro anche oggi



Vito Cristalli un operaio di 51 anni è stato travolto e  ucciso da una pala meccanica durante le operazioni di scarico di un autocompattatore.
la tragedia intorno alle 19 di ieri.  la vittima era un autista di uno dei mezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti.
Cristalli stando a quanto ricostruito, è stato travolto da una pala meccanica, manovrata da un altro dipendente per scaricare rifiuti presenti su un autocompattatore.

A Ospitaletto, in provincia di Brescia ha perso la vita colpito da una benna di un escavatore un operaio marocchino di 52 anni. Il suo nome Larbi El Harrak 

sabato 15 dicembre 2018

la triste e tragica storia del giovane boscaiolo moldavo il cui corpo, lavorando in nero è stato spostato e buttato in un burrone


Povero Vitali Mordari. della morte di questo giovane ne avevamo parlato già un mese fa,era strano che fosse precipitato in un burrone, senza testimoni e in un luogo diverso. Dopo le indagini su questa morte sospetta i carabinieri hanno denunciato un imprenditore di Belluno per violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e frode processuale per aver spostato il cadavere di Modari in provincia di Trento. Mardari lavorava per l’imprenditore indagato senza un regolare contratto e per questo, secondo l’accusa,  ne avrebbe spostato il cadavere. Era stato poi lui stesso ad avvertire le autorità della morte di Mardari,  Mardari stava lavorando in un cantiere boschivo di un piccolo comune trentino vicino al confine con la provincia di Belluno. Insieme ad altri boscaioli stava installando una teleferica necessaria alle operazioni di disboscamento: è morto perché un cavo di acciaio lo ha colpito molto violentemente, fratturandogli il cranio. Sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, il titolare dell’impresa per cui i boscaioli stavano lavorando avrebbe caricato il corpo di Mardari su un’automobile e insieme a un’altra persona lo avrebbe trasportato a circa 600 metri di distanza, lasciandolo nei pressi di una scarpata. Anche il corpo veniva coperto da pezzi di legno così da sembrare che fosse caduto da un albero. la terribile dinamica dell'incidente è stata ricostruita perchè nel cantiere è stato trovato un berretto di lana che i familiari di Mordari hanno riconosciuto. trovate anche tracce del sangue della vittima vicino al cavo che l'ha ucciso. Che dire? Silenzio su vicende così atroci
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venerdì 14 dicembre 2018

"Prima gli italiani" .....Muoiono il 13 dicembre due lavoratori stranieri: un senegalese e un cinese: l'8% di tutti i morti sui luoghi di lavoro sono stranieri, e sono i lavori più umili. Diaw Keba pur lavorando come esterno nella ditta saldava all'interno dei manufatti giganteschi ed era dipendente di una ditta appaltatrice "che dire sulla Sicurezza di questi lavoratori che in appalto perdono la vita numerosissimi? senza parole

Perdono la vita un senegalese di 28 anni. Diaw keba ha avuto l'infortunio sul lavoro che l'ha portato alla morte il 28 novembre. Lavorava presso una ditta con sede a Castelli Calepio nella bergamasca. Mentre stava eseguendo lavori di saldatura di un traliccio di acciaio del peso di circa 35 quintali e lungo circa 4 metri, eseguendo autonomamente anche la movimentazione con carroponte, Keba è rimasto schiacciato tra i manufatti dell’officina. Dipendente di una ditta «esterna»  con sede a Cassano d’Adda, operava con un contratto di appalto. Questi sono lavoratori di serie B, che non hanno nessuna tutela sulla Sicurezza, la maggioranza dei morti nell'industria che perdono la vita per infortuni sono "appaltati".
La seconda morte riguarda un operaio cinese che di notte stava lavorando su un tornio e che è rimasto impigliato con il giubotto (lavorava al freddo?) al tornio ed è morto dilaniato dalla macchina. Insomma Siamo tornati agli albori della civiltà industriale e nessuno che cerca di restituire dignità e diritti a tanti lavoratori che con il precariato, introdotto anche con il jobs act sono fragili vittime di questo sistema che in questi anni attraverso una politica compiacente ha distrutto e tolto ogni diritto e dignità a chi lavora. Ormai sfioriamo i 700 morti sui luoghi di lavoro, cosa mai vista in questi 11 anni di monitoraggio

giovedì 13 dicembre 2018

Sono stati tre anche il 12 dicembre i morti sui luoghi di lavoro. Una strage che quest'anno ha toccato vette mai viste. ma non dimentichiamoci mai che almeno altrettanti perdono la vita sulle strade mentre vanno o tornano dal lavoro che lo Stato considera a tutti gli effetti morti sul lavoro. Del resto gli "altri" li monitorano senza nessuna distinzione, tra chi muore sui luoghi di lavoro e sulle strade, creando così una confusione che è utile solo a a non far comprendere le reali dimensioni del fenomeno e "tirare" la cioperta dove fa più comodo, cioè farli diminuire per l'opinione pubbblica

avevamo già segnalato la morte dovuta al treno merci che ha travolto un operaio che stava lavorando su una piattaforma ferroviaria nei peressi di Firenzuola D'Adda. ma abbiamo appreso della morte di un altro lavoratore che ha perso la vita travolto da un camion "sfrenato" Michele Bertoldi aveva solo 42 anni.

Perde la vita anche un altro quarantenne in provincia di Sondrio. Il romeno Sibir Curri stava trasportanto materiale in una zono impervia in provincia di Sondrio quando ha perso la vita cadendo in un burrone. difficile anche ilrecupero del suo corpo.

mercoledì 12 dicembre 2018

Bilancio fallimentare


Quando raggiungi una certa età e tra l’altro non stai bene, fai anche dei bilanci e cerchi di capire se le scelte che hai fatto siano state giuste e sono servite a qualcosa. Non vedevo l’ora d’andare in pensione dopo 40 anni di lavoro da metalmeccanico, potevo dedicarmi finalmente all’arte, e pensavo a chissà quali miei capolavori sarei riuscito a realizzare con mente libera e ancora tanta forza. Certo, nonostante il grande impegno, una famiglia e due figli da crescere (soprattutto seguiti da mia moglie) ero riuscito a realizzare secondo i miei parametri grandi cose: le mie opere a contenuto sociale non lasciavano e non lasciano mai indifferenti. Migliaia di quadri e sculture, all’attivo oltre settanta mostre, esposizioni in contenitori molto prestigiosi, in Italia e all’estero. Palazzo D’Accursio e Re Enzo a Bologna, presente in prestigiosi musei. Una mostra personale con il Grande Cesare Zavattini. Si davvero molte soddisfazioni, creazione di una mia Casa museo in una grande casa in sasso, tutta ristrutturata con le mie mani, dove molte mie opere potevano trovare quello spazio sufficiente per essere valorizzate. Ma da quando ho cominciato a prendere il pennello, e non avevo neppure vent’anni, sono sempre stato irrequieto, un non sentirsi mai appagato, un cercare di fare sempre qualcosa di utile che servisse agli altri, anche l’impegno sindacale era dovuto a questo. Poi la tragedia della Thyssenkrupp di Torino nel dicembre 2007, vedere che in rete non c’erano notizie recenti che parlavano dei lavoratori morti sul lavoro. Quanti erano in quell’anno? E l’anno prima? Niente di niente, solo poche notizie confuse, come se la vita persa da tanti mentre lavoravano non contasse niente. Aprii così l’Osservatorio poche settimane dopo, volevo rendere visibili le morti sul lavoro: volevo che chi moriva così tragicamente avesse almeno un ultimo omaggio. Volevo scuotere le coscienze e cercare di fare qualcosa di concreto per alleviare il fenomeno. L’arte trascurata e non aver più fatto iniziative per valorizzarla, certo non ho mai smesso, ma l’Osservatorio m’impegnava e m’impegna molto. Ma poi guardo concretamente i risultati: milioni di persone hanno visitato il sito dell’Osservatorio, ma i morti per infortunio quest’anno non sono mai stati così tanti. A cosa sono servite le continue denunce? A cosa sono servite tante interviste a radio e Televisioni e giornali? Si sono succeduti in questi 11 anni partiti di ogni colorazione politica, di destra, di sinistra, verdi, blu, gialli, ma nessuno che abbia mai fatto concretamente niente per queste tragedie. Sono tutti al servizio dei potenti, il mondo del lavoro è solo, isolato, senza interlocutori, gli stessi lavoratori non si rendono neppure conto che non contano proprio niente. Le lobby controllano il Parlamento e l’intera società. Se i risultati sono un aumento dei morti sul lavoro il bilancio dell’Osservatorio è fallimentare. È un urlare in un deserto ormai privo di valori e purtroppo questo ormai tocca ogni strato sociale. Che fare?

martedì 11 dicembre 2018

Operaio servizi lettura contatori muore cadendo in un tombino

Novara 11 dicembre La tragedia intorno alle 13. l' operaio è finito in un tombino ed è morto sul colpo. L’intervento del 118 purtroppo i soccorritori non hanno potuto che constatare la morte del lavoratore. Si tratta di un operatore che era entrato nel tombino per leggere un contatore. Di quello che era successo si è accorta una donna di un palazzo vicino che ha visto sporgere un braccio. Secondo le prime ricostruzioni potrebbe aver picchiato la testa nella caduta, un colpo che è stato fatale

lunedì 10 dicembre 2018

Almeno ci siano degli psicologi messi a disposizione dalle Istituzioni per aiutare i familiari dei morti sul lavoro lasciati soli anche dal punto di vista psicologico dopo aver subito un trauma così devastante

Giusy Caggianese ha perso il fratello Antonio di 29 alcuni mesi fa per infortunio sul lavoro. In un post di ieri ha scritto che non solo le famiglie dei giovani morti alla discoteca di Corinaldo stanno subendo sofferenze immani, ma anche lei e migliaia di familiari di lavoratori che hanno perso la vita improvvisamente, spesso. anzi quasi sempre per mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro. in questi 11 anni di monitoraggio sono venuto a contatto con decine, se non centinaia di madri, padri, figli, nipoti, fratelli che a distanza di anni sono ancora sconvolti dal dolore di una morte così ingiusta. Spesso sono padri che lasciano figli piccoli ancora in tenera età, unici a portare a casa uno stipendio, ci sono madri che urlano la loro silenziosa disperazione, costrette a un calvario che le accompagna per tutta la vita. Nessuno si capacita d'aver perso un proprio caro, nessuno accetta un dolore così forte. certo uno psicologo non restituirà la vita del proprio Caro, ma almeno nei primi momenti drammatici può essere d'aiuto, sopratutto nei riguardi dei più vulnerabili. Sono con te Giusy, quella che fai è una richiesta sacrosanta che meriterebbe la massima attenzione da parte di tutti.

domenica 9 dicembre 2018

Strage di autotrasportatori in questi due giorni: ne sono morti ben 5: BP-OM- VO- AC- ST e altri lavoratori due hanno perso la vita in altre categorie. E' una catena inarrestabile di morti.

Si, un autentica strage quella che ha colpito in questi giorni l'autotrasporto: in cinque che guidano mezzi che trasportano merci hanno perso la vita sulle autostrade e le strade. Tutti giovani sotto i cinquant'anni, di molti non si  conoscono neppure le generalità, ma solo il luogo e le modalità della tragedia.
Ma perdono la vita anche un altro agricoltore schiacciato dal trattore e un Operaio di 57 anni che è caduto da un buco di aerazione Volteggio un cantiere del terzo valico.

Si sta e di molto sottovalutando questo e altri aspetti della vita del Paese, ceto medio e lavoratori per la maggior parte non tutelati neppure nella cosa che dovrebbe essere più sacra: la vita e il loro benessere psicologico e economico che non conta niente per chi ha in mano le leve del paese, di questo e altri.

giovedì 6 dicembre 2018

Leggi la storia dei 7 lavoratori della Thysssenkrupp morti bruciati da olio bollente il 6 dicembre 2007.

Oggi 6 dicembre 2018 ricordiamo i sette operaio della ThyssenKrupp di Torino morti bruciati vivi i ricordare i sette lavoratori della Thyssenkrupp di Torino morti quella notte. L'osservatorio lo aprii il 1° gennaio proprio per non far dimenticare quell'immane tragedia che ha colpito quei lavoratori, ma da allora nulla è cambiato, registriamo addirittura un aumento molto alto di lavoratori sui LUOGHI DI LAVORO sia rispetto al 2008 che rispetto al 2017, già oltre il 5% nel 2018 rispetto all'intero 2017. Se leggete sui giornali di regime e sempre allineati con chi detiene il potere NON CREDETECI, sonomolti di più. Non li monitoro come facciamo noi e spariscono dalle statistiche dopo pochi mesi dell'anno dopo. poi tantissimi in nero e che hanno assicurazioni diverse (anche tutte le (Forze Armate), e tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore già 141 quest'anno.  

                                                                                  La storia
 Poco dopo l’una di notte del 6 dicembre, sulla linea 5 dell’acciaieria di Torino sette operai vengono investiti da una fuoriuscita di olio bollente, che prende fuoco. I colleghi chiamano i vigili del fuoco, all’1.15 arrivano le ambulanze del 118, i feriti vengono trasferiti in ospedale. Alle 4 del mattino muore il primo operaio, si chiamava Antonio Schiavone. Nei giorni che seguiranno, dal 7 al 30 dicembre 2007, moriranno tra atroci sofferenze a causa dall’olio bollente che ne aveva devastati i corpi: si chiamavano Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo e Bruno Santino.
L’Osservatorio ha registrate le morti sui luoghi di lavoro di tutti i lavoratori morti dal 1° gennaio 2008
Grazie agli innumerevoli visitatori del sito che ogni giorno lo visitano a centinaia, a volte a migliaia. Tantissimi anche dall’estero: soprattutto dagli Stati Uniti e dalla Germania. Ma non mancano neppure visitatori dalla Francia e dall’Inghilterra. Tantissimi lavoratori morti per infortuni in Italia sono romeni, per questo motivo lo presentiamo anche nelle loro lingue se cercano le morti sul lavoro dei loro connazionali-
Oltre un milione di persone hanno visitato l’Osservatorio in questi dieci anni. Vi ringraziamo per la vostra sensibilità per queste tragedie dell’indifferenza.

mercoledì 5 dicembre 2018

Altri tre morti sui luoghi di lavoro il 5 dicembre. UN NUMERO DI MORTI MAI VISTO IN 11 ANNI DI MONITORAGGIO E IL 2018 NON E' ANCORA FINITO

Perdono la vita altri tre lavoratori anche il 5 dicembre. A morire schiacciato da un mezzo in manovra l'autotrasportatore Aniello Cirillo di 54 anni in provincia di Alessandria.

Un piccolo imprenditore  Gianluca Ramponi è morto in provincia di Bergamo cadendo da un lucernario mentre lavorava sul tetto.

Perde la vita anche l'ennesimo guidatore di trattori: Primolino Orlengo è morto schiacciato da questo mezzo in provincia di Imperia. Anche gli schiacciati da questo mezzo superano quelli dell'intero 2017. E la politica tutta continua a fregarsene di questa strage.

martedì 4 dicembre 2018

Muore studente lavoratore di 19 anni che portava pizze o cene alle 10,30 di sera


Aveva solo 19 anni Alberto Piscopo Pollini studente lavoratore che consegnava le cene e le pizze  fino a sera tarda. E' la vita i un giovane rider.
La mattina all’Istituto Alberghiero Perotti di Bari, la sera le pizze per avere un pò di soldi da spendere e non pesare sulla famiglia. La vita di un giovane rider, . Era alla guida quando un'auto guidata da un altro giovane lo ha travolto mentre viaggiava sul suo scooter, con cui si stava recando da un cliente per consegnare cena. Migliaia di rider non hanno contratto o a di una forma contrattuale che introduca nuove tutele e regole 
 “Lo sfruttamento che decine di migliaia di giovani vivono quotidianamente è incredibile per un Paese civile.. Qualche attenzione era arrivato, da parte del governo per questi lavoratori, ma poi tutto è finito lì, nel dimenticatoio.

Muore un 65enne schiacciato dal trattore in provincia di Aosta 

domenica 2 dicembre 2018

Report morti sul lavoro nei primi 10 mesi del 2018


Report morti sul lavoro nei primi 11 mesi del 2018
Sono 655 i morti sui luoghi di lavoro, con le morti sulle strade e in itinere oltre 1280. Sui luoghi di lavoro mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, siamo già a più 4,45% sull’intero 2008. Siamo già a più 4,9% sull’intero 2017. Con 140 morti schiacciati dal trattore superato anche il numero di morti dell’intero 2017. In questi ormai 11 anni nulla è cambiato percentualmente sul numero di morti nelle varie categorie. In questi undici anni si sono succeduti diversi governi, ma mai nessuno ha fatto qualcosa di concreto per far diminuire queste tragedie. L’Osservatorio è visitato da diverse centinaia di persone ogni giorno, i normali cittadini sentono moltissimo queste tragedie, che però non scuotono le coscienze dei nostri governati. Chiunque essi siano. Qui sotta la situazione delle morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle varie province, regioni e città. Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.
L’unico sito che monitora in tempo reale TUTTI i morti per infortunio sul lavoro, compresi i non assicurati all’INAIL e i lavoratori in nero
Morti sul lavoro dal 1° gennaio al 30 novembre 2018
Sono 665 i morti sui luoghi di lavoro (tutti registrati in apposite tabelle Excel). Con i morti sulle strade e in itinere sono già morti oltre 1280 lavoratori.
Chiediamo una Commissione Parlamentare d’inchiesta per sapere il reale numero di morti per infortuni sul lavoro in Italia che sono sempre sottostimati
Sono ben 89 i morti schiacciati dal trattore dalla nascita a giugno del nuovo governo, e 140 dall’inizio dell’anno. Aspettiamo un intervento mirato dal Ministro Centinaio,
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Ricordo ancora una volta che ce ne sono almeno altrettanti che muoiono sulle strade e in itinere nelle province. Non sono conteggiati, oltre che i morti in itinere nelle Province e Regioni i morti sulle autostrade: con queste morti arriviamo già a superare i 1100 complessivi
Morti sui luoghi di lavoro nelle province italiane, esclusi dalle province i morti in autostrada e che lavoravano all’estero
VENETO 64 Venezia (11), Belluno (5), Padova‎ (4), Rovigo (3), Treviso (15), Verona (18), Vicenza (8). Lombardia 64 Milano (13), Bergamo (7), Brescia (9), Como (5), Cremona (4), Lecco (2), Lodi (1), Mantova (10), Monza Brianza (7), Pavia (3), Sondrio (5), Varese (1) CAMPANIA 56 Napoli (17), Avellino (5), Benevento (), Caserta (13), Salerno (19). EMILIA ROMAGNA 52Bologna (7), Rimini (1). Ferrara (10) Forlì Cesena (6) Modena (8) Parma (5) Ravenna (5) Reggio Emilia (3) Piacenza (5)TOSCANA 47 Firenze (5), Arezzo (9), Grosseto (3), Livorno (4), Lucca (3), Massa Carrara (6), Pisa‎ (7), Pistoia (4), Siena (6) Prato (). PIEMONTE 48Torino (19), Alessandria (6), Asti (7), Biella (2), Cuneo (8), Novara (1), Verbano-Cusio-Ossola (3) Vercelli (2) SICILIA 41 Palermo (9), Agrigento (6), Caltanissetta (3), Catania (7), Enna (3), Messina (4), Ragusa (3), Siracusa (2), Trapani‎ (3). CALABRIA 30 Catanzaro (6), Cosenza (10), Crotone (9), Reggio Calabria (2) Vibo Valentia (3) PUGLIA 30 Bari (5), BAT (1), Brindisi (1), Foggia (5), Lecce (7) Taranto (5) LAZIO 29 Roma (10), Viterbo (4) Frosinone (6) Latina (6) Rieti (3).  ABRUZZO 26 L'Aquila (7), Chieti (7), Pescara (3) Teramo (8) )LIGURIA 18 Genova (11), Imperia (), La Spezia (4), Savona (3) TRENTINO ALTO ADIGE 19 Trento (12), Bolzano (7) SARDEGNA 13Cagliari (3), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (3), Ogliastra (), Olbia-Tempio (3), Oristano (1), Sassari (3). Sulcis inglesiente (6) MARCHE 12Ancona (2), Macerata (3), Fermo (1), Pesaro-Urbino (), Ascoli Piceno (6). FRIULI VENEZIA GIULIA 12Trieste (), Gorizia (1), Pordenone (3), Udine (7). UMBRIA 11 Perugia (6) Terni (5).BASILICATA 8 Potenza (6) Matera (2) Molise 6 Campobasso (5), Isernia (1) .VALLE D’AOSTA( )
Report morti sul lavoro nell’intero 2017
Nel 2017 dall’inizio dell’anno al 31 dicembre i morti sui luoghi di lavoro sono stati 634, oltre 1350 con le morti per infortunio con i mezzi di trasporto.
Il 1° gennaio 2018 l’Osservatorio Indipendente morti sul lavoro ha compiuto 10 anni, da quell’anno i morti per infortunio sul lavoro sono costanti, in molti anni addirittura aumentati. È nato poche settimane dopo la strage alla Thyssenkrupp di Torino ed è dedicato a quei 7 lavoratori morti in modo disumano.
Oltre 1.500.000 di persone hanno visitato l’Osservatorio in questi dieci anni. Vi ringraziamo per la vostra sensibilità.
Report morti sul lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017
Dall’inizio dell’anno al 31 dicembre sono morti sui luoghi di lavoro 634 lavoratori: con i morti sulle strade e in itinere con il mezzo di trasporto, si superano i 1350 morti complessivi. La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultrasessantenni. Anche il Jobs act per la possibilità di essere licenziati, senza appello, ma solo con un po’ di denaro, rende i lavoratori licenziabili se si oppongono a svolgere un lavoro pericoloso. Gli stranieri morti per infortunio, sono oltre il 10% dall’inizio dell’anno, sono così tutti gli anni. Il 30% dei morti sul lavoro spariscono ogni anno dalle statistiche.
Aperto il 1° gennaio 2008 in memoria dei sette operai della Thyssenkrupp di Torino morti poche settimane prima
Le morti verdi provocate dal trattore
Strage verde sui campi
Nel 2017 sono morti schiacciati dal trattore 139 agricoltori, ma occorre aggiungerne tanti altri che sono morti per essere stati trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Oltre 600 sono morti nell’ultima legislatura e oltre 1400 da quando dieci anni fa è stato aperto l’Osservatorio.
Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico.


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?