Se vuoi dare anche un piccolo contributo per il film documentario sull'Osservatorio ecco il link. clicca sopra l'immagineO

morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 5 novembre Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 880 sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 1275 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade di categorie non Assicurate a INAIL e in nero NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI DUE MESI MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO MORTI TOTALI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE TRA QUESTI ANCHE I MORTI IN ITINERE E IN ALTRE SITUAZIONI LAVORATIVE la seconda voce in azzurro riguarda ESCLUSIVAMENTE i morti sui luoghi di lavoro. N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 173 totali 118 sui luoghi di lavoro Milano 14 (35 con itinere), Bergamo 9 Brescia 28 (43 con itinere) Como 6 Cremona 4 Lecco 4 Lodi 8 Mantova 7 Monza Brianza 14 Pavia 12 Sondrio 5 Varese5 CAMPANIA 130 totali 83 sui luoghi di lavoro Napoli 22 Avellino 11 Benevento 6 , Caserta 19 Salerno 24 VENETO 98 totali 63 luoghi di lavoro Venezia 9 Belluno 4 Padova 6 Rovigo 3 Treviso 11 Verona 13 Vicenza 13 EMILIA ROMAGNA 101 totali 65 sui luoghi di lavoro Bologna 19 Rimini 2 Ferrara 5 Forlì Cesena 5 Modena 9 Parma 7 Ravenna 2 Reggio Emilia 9 Piacenza 3 SICILIA 96 64 sui luoghi di lavoro Palermo 21 Agrigento 5 Caltanissetta 3 Catania 8 Enna Messina 10 Ragusa 5 Siracusa 2 Trapani‎ 8 TOSCANA 79 totali 52 sui luoghi di lavoro Firenze 10 Arezzo 2 Grosseto 5 Livorno 2, Lucca 6, Massa Carrara 1 Pisa 14 Pistoia 1 Siena 3 Prato 5LAZIO 115 totali 58 sui luoghi di lavoro Roma 17 Viterbo 11 Frosinone 11 Latina 13 Rieti 2 PIEMONTE 77 totali 48 sui luoghi di lavoro Torino 1 Alessandria 5 (+1 cantiere autostradale) Asti 3 Biella 1 Cuneo 7 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli 1PUGLIA 80 totali 52 sui luoghi di lavoro Bari 13 BAT 3 Brindisi 8 Foggia 3 Lecce 13 Taranto 5 TRENTINO ALTO ADIGE 49 totali 36 sui luoghi di lavoro Bolzano 16 Trento 19 ABRUZZO 39 totali 27 sui luoghi di lavoro L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 2 Teramo 6 SARDEGNA 47 totali 34 sui luoghi di lavoro Cagliari 8 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 4 Sassari 11MARCHE 45 totali 29 sui luoghi di lavoro Ancona 6 Macerata 10 Fermo 1 Pesaro-Urbino 6 Ascoli Piceno 6 CALABRIA 31 totali 22 sui luoghi di lavoro Catanzaro 4 Cosenza 9 Crotone 1 Reggio Calabria 4 Vibo Valentia 4FRIULI VENEZIA GIULIA 26 totali 17 sui luoghi di lavoro Pordenone 6 Triste 1 Udine 7Gorizia 2 LIGURIA 29 totali 16 sui luoghi di lavoro Genova 4 Imperia 2 La Spezia 3 Savona 1 UMBRIA 20 totali 13 sui luoghi di lavoro Perugia 11 Terni 2 BASILICATA 16 totali 12 sui luoghi di lavoro Potenza 9 Matera 3 Molise 11 totali 6 sui luoghi di lavoro Campobasso 4 Isernia 2 VALLE D’AOSTA 5 totali 4 sui luoghi di lavoro Nel 2024 DOVE SI MUORE DI PIU’ Il 32% sono ultrasessantenni. Gli stranieri sotto i 60 anni sui luoghi di lavoro sono il 35% Regioni Lombardia, Campania Veneto Emilia Romagna e Sicilia quelle con più morti 125 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2023 sono stati 167 125 gli autotrasportatori 99 i morti di fatica o stress da superlavoro tra operai/e, bracciati, autotrasportatori, medici, infermieri ecc. con il caldo aumentano moltissimo come nel 2023 79 i morti per infortuni domestici, soprattutto anziani soli (e abbandonati socialmente) ma anche quelli che svolgono lavori pericolosi senza averne la preparazione Tantissime le donne che muoiono per infortuni, soprattutto in itinere e per fatica: per la fretta, per la fatica del doppio e triplo lavoro, in itinere muoiono percentualmente quasi quanto gli uomini 21 i boscaioli morti

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

Translate (traduci nella tua lingua)

giovedì 31 gennaio 2019

Maurizio Landini, basta col sindacato istituzione


Sono 50 i morti sui Luoghi di lavoro nel gennaio 2019. Nulla è cambiato. Questa mattina sono stato intervistato in un’importante trasmissione di RAI 3. Sono stato invitato all’ultimo momento, ma non è la prima volta in questa trasmissione: c’erano a parlare delle morti sul lavoro un professore universitario di Bologna, una dirigente Inail e Sebastiano Callieri responsabile della Sicurezza della CGIL. Prima di dire quello che pensavo e scrivo da anni su queste tragedie con l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it, ho voluto ricordare agli ascoltatori che Callieri mi aveva cancellato dagli amici di Facebook diversi anni fa, e questo per le critiche che gli avevo fatto vedendo una trasmissione televisiva. C’era lui, rappresentanti della controparte e altri che non ricordo bene. Ebbi la spiacevole sensazione che parlassero da istituzione a istituzione, d’accordo su tutto, anche di un calo delle morti inesistente che tutti sostenevano: ma come mi chiesi, è un amico di Facebook, sa bene quello che scrivo da anni, è il responsabile della CGIL ed è d’accordo sul calo delle morti con la controparte? Sapeva che erano anni che dicevo che le morti sul lavoro erano molte di più e non accennava neppure che c’erano altri che monitoravano le morti sul lavoro. INDIPENDENTE. Ma vedi Caro Landini, anche la CGIL è stata molto latitante verso queste tragedie, al di là della solita litania “basta morti sul lavoro” dopo che ci sono morti particolarmente cruente, che colpiscono l’opinione pubblica, non si è mai fatto nulla di concreto per arginare questo enorme numero di morti sul lavoro, che non sono mai calati nei dodici anni di monitoraggio. Anche se raccontano tutti gli anni di cali INESISTENTI se si tengono conto tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL. Purtroppo, non ho potuto replicare questa mattina a Callieri, che mi ha dato del protagonista. Si, Callieri mi ha fatto un complimento, vorrei che anche lui lo fosse, che anche tutta la CGIL a cui sono iscritto da pensionato, avesse il mio stesso protagonismo che da 12 anni, senza prendere un euro da nessuno, sto ore e ore al giorno a monitore e registrare tutte le morti sul lavoro. Basta con i tavoli istituzionali, il sindacato che ho conosciuto io era quello che stava in mezzo ai lavoratori, era quello che ha impedito quando avevo trent’anni di essere licenziato per il mio impegno e che per un mio momento di difficoltà, che mi difese contro il licenziamento. È questa la CGIL che voglio, che dialoghi meno con la politica, di qualsiasi colore, che faccia meno tavoli con le controparti e torni vicina, anche fisicamente a chi lavora. Il sindacato istituzione è stato fagocitato, e purtroppo si è fatto mangiare molto volentieri. Un’ultima nota: sentire Damiano ex sindacalista, ex ministro del lavoro che ora dall’opposizione sbraita contro questo governo (lo faccio anch’io, ma posso farlo senza avermi nulla da rimproverare) sul tema dei morti sul lavoro, mentre per dieci anni l’ho bombardato di mail e gli raccontavo che i morti sul lavoro erano molti di più, che la legge Fornero, prima che entrasse in vigore, avrebbe contribuito a far aumentare i morti sul lavoro in tarda età. Niente, mai una risposta. Mai un interessamento. Non hanno capito che il PD è crollato perché non è stato credibile. Lo stesso ho fatto col jobs act e questo, purtroppo non riguarda solo Damiano, ma tutti quelli che ora dall’opposizione si accorgono dei morti sul lavoro. Ma prima quando governavate dove eravate? Eravate muti, ciechi e sordi. Purtroppo anche oggi, ultimo giorno del mese sono morti tre lavoratori: nelle province di Alessandria, di Cuneo e di Livorno. Domani il report Carlo Soricelli

martedì 29 gennaio 2019

Grazie a dario falcini dei Rollingstone.it per questa bella intervista

L’emergenza morti sul lavoro è peggiore di quanto crediamo

I dati Inail segnalano un'impennata negli incidenti: nel 2018 sono stati il 10% in più dell'anno precedente. Ma il calcolo è al ribasso, e la sicurezza continua a sembrare un "problema minore" a politici e cittadini

Emergenza, tragedia, allarme sociale. Sono questi i termini con cui oggi si commentano i dati Inailsulle morti sul lavoro avvenuti in Italia nel 2018. Eppure le cose, probabilmente, stanno ancora peggio di così. In questo modo la pensa Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione che nel 2008, scosso da quanto accaduto alla ThyssenKrupp di Torino, decise di aprire l’Osservatorio indipendente morti sul lavoro di Bologna, realtà indipendente che monitora giorno per giorno, attraverso varie fonti di informazione, gli incidenti mortali che riguardano i lavoratori italiani.
Pubblicità
Secondo l’Inail, lo scorso anno i morti sono stati 1133, circa il 10% in più del 2017. Un aumento impressionante, soprattutto se si considera che già dal 2015 le cifre avevano ricominciato a salire dopo un decennio di calo costante, dovuto soprattutto alla crisi economica che aveva diminuito il monte ore complessivo nei cantieri e negli altri luoghi di lavoro. «Bisogna però chiarire bene una cosa: quelle sono le denunce che arrivano all’Inail. Di queste più di un terzo risultano poi inevase, cioè le persone non vengono registrate come vittime del lavoro. Pochi giorni fa, ad esempio, il ministro Di Maio è stato fermato dal fratello di uno dei camerieri morti all’hotel Rigopiano, perché al suo caro non era stato concesso il riconoscimento».
Questo perché l’Inail «monitora solo i suoi assicurati, che appartengono a varie categorie, e valuta caso per caso chi rientra nei parametri e chi no». Che significa sostegno economico per i famigliari e tutta un’altra serie di agevolazioni. Il report dell’organismo assicurativo distingue i decessi in occasioni di lavoro – passati da 746 a 786 (+5,4%) –, da quelli occorsi in itinere, cioè per strada, andando o tornando dal luogo di lavoro oppure durante un trasferimento connaturato alla propria professione: in questo caso l’aumento è pari al 22,6%, da 283 casi a 347.
«Questa cifra sfalsa tutto il calcolo: non si tratta solo di strumenti di rilevazione diversi, la confusione crea danni profondi», prosegue Soricelli. «I morti in strada sono stati almeno 750 secondo le nostre stime, ma si tratta di proiezioni statistiche (quasi certamente al ribasso) perché nemmeno la polizia stradale può fornire un numero esatto. Di certo l’Inail non conteggia i lavoratori in nero, che sono tanti, e molte partite Iva, assieme a tutta una serie di categorie, per esempio gli otto carabinieri (la cui mancata copertura da parte dell’Istituto è sempre stata oggetto di dibattito, ndr) deceduti in servizio nei dodici mesi trascorsi».
Discorso simile per la maggior parte degli agricoltori che perdono la vita nei campi da Nord a Sud: forse non tutti sanno che una delle principali cause di incidenti sul lavoro è il trattore. «Nel 2018 sono stati 149 gli agricoltori schiacciati dal mezzo, davvero tanti, e solo a gennaio di quest’anno sono già 8. E pensare che molti fanno salire figli o nipoti per fare finta di guidare». Incide anche la specificità del tessuto lavorativo italiano, visto che «il 95% delle morti sui luoghi di lavoro avviene in piccole o piccolissime aziende, magari in subappalti (come accaduto di recente a un operaio all’interno dell’Ansaldo di Genova, ndr). Qui la sicurezza è spesso bassa, e le campagne di sensibilizzazione quasi inesistenti».
Quelle, secondo Soricelli, potrebbero fare molto e sono più urgenti che mai. «Perché non è possibile che avvengano ancora episodi come quello di Bari, dove ieri è morto un operaio cadendo da 15 metri di altezza senza protezioni di alcun tipo». Manca una cultura della sicurezza e della tutela della vita, e la politica ha le sue colpe. «Le leggi degli ultimi anni, dalla Fornero al Jobs Act, costringono le persone a rimanere al lavoro, anche in contesti potenzialmente pericolosi, più a lungo. Oggi dal 20 al 25% dei morti annuali ha più di 60 anni, roba da mettersi le mani nei capelli. E, in generale, lo svuotamento dei diritti dei lavoratori fa sì che si debbano accettare condizioni di lavoro peggiori, a volte anche di maggior rischio».

Morire a 24 anni saldando su un tetto di un capannone industriale e cadendo al suolo da 15 metri. E LE PROTEZIONI ANTICADUTA SALVAVITA??????


E' morto così Davide Di Gioia di 24 anni. Stava effettuando delle saldature sul tetto di un capannone industriale. E' caduto nel vuoto di quindici metri. La tragedia  sul lavoro, nella zona industriale fra Adelfia e Valenzano, si è verificato nell’area in ampliamento delle industrie Fracchiolla, specializzate nella costruzione di serbatoi per aziende farmaceutiche ed alimentari. Davide Di Gioia, soccorso dal personale del 118, è morto poco dopo il trasferimento al policlinico di Bari. Carabinieri sul luogo dell’incidente. 
Povero giovane che lavorava su un tetto di un'industria senza protezioni anticaduta. PUTROPPO LE SOLITE LEGGI CHE SONO OBBLIGATORIE MA.......i DISPOSITIVI SALVAVITA SONO OBBLIGATORI SONO SI RIFA' COMPLETAMENTE IL TETTO, 

venerdì 25 gennaio 2019

Altri 4 morti anche il 24 gennaio. Prima Regione con più morti il Veneto, seguono Sicilia e Lombardia

Continua nell'indifferenza generale la strage di lavoratori, sono stati 4 anche il giorno 24 gennaio. Qui sotto lo specchietto delle morti sul lavoro in Italia nelle Regioni. I morti sulle autostrade non sono conteggiati a carico delle Regioni e Province

Lombardia 6
Sicilia 6
Trentino Alto Adige 1
Veneto 7

Lazio 4
Molise 2
Umbria 3
Campania 2
Piemonte 2
Liguria 2
Toscana 2
Puglia 2
Emilia Romagna 1

giovedì 24 gennaio 2019

Ma come mai il Veneto è sempre ai vertici della triste classifica dei morti sul lavoro? Già 7 con la morte del lavoratore fulminato da un martello pneumatico. Ma è un meridionale come Sebastiano Messina, morto sempre sulla superstrada due anni fa


Quasi un morto ogni tre giorni per infortuni in Veneto dall'inizio dell'anno, ma tutti gli anni, se si contano tutti i morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, il Veneto è sempre ai vertici di questa triste classifica. L'ultimo morto, il settimo dall'inizio dell'anno, a Mason  nella provincia di Vicenza. Questa volta la tragedia nel cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta: nell'area di una rotatoria in via di realizzazione Gianfranco Caracciolo un operaio edile di 37 anni è morto fulminato. Secondo i primi riscontri dei carabinieri, sulla morte è avvenuta è avvenuta in seguito a una scarica scaturita da un trapano con il quale il lavoratore stava operando all’interno della benna di una ruspa. Gianfranco Caracciolo era calabrese, due anni fa, un altro lavoratore meridionale di Messina Sebastiano La Ganga era morto nel cantiere di una galleria dove crollò la volta. Da terrone residente al nord, non esprimo giudizi sui tanti meridionali che muoiono in Veneto e nel nord Italia per infortuni sul lavoro; non dico certo "prima i veneti".  I morti sul lavoro sono tutti vittime di un sistema malato che ha dimezzato i controlli e risorse contro questa autentica carneficina.

mercoledì 23 gennaio 2019

L’assassinio dell'operaio Guido Rossa opera del 1979 creata pochi giorni dopo la sua morte




Domani ricorre il quarantesimo anniversario dell’assassinio di Guido Rossa l’operaio che all’ILVA di Genova fu ucciso dalle brigate rosse, sono passati quarant’anni, io avevo 29 anni quando dipinsi quest’opera per onorare quell’operaio come me, ucciso barbaramente per difendere la democrazia. L’uccisione di Rossa decretò la fine delle brigate rosse, per il semplice motivo che anche se tra alcuni lavoratori la lotta armata destava simpatia, l’uccisione di un operaio fece capire a tutti la follia della lotta armata. Ancora oggi chi lavora sta pagando quegli errori, quella follia omicida che ha isolato chi lavora, il mondo del lavoro fu disarmato culturalmente dalla lotta armata: chiunque rivendicava diritti per i lavoratori, veniva considerato simpatizzante delle brigate rosse e della lotta armata. L’isolamento dei lavoratori anche adesso fu provocato da questo. Da allora il silenzio tombale sui diritti dei lavoratori: finiti gli anni Settanta cominciò il riflusso: anche i sindacati come la CGIL cominciarono a prendere le distanze da chi nei luoghi di lavoro era più attivo e battagliero. L’assassinio di Rossa segna la fine delle brigate rosse, ma anche delle rivendicazioni dei lavoratori, che da allora hanno cominciato a perdere diritti e centralità nella Società. A chi è stata utile la lotta armata e l’uccisione di Rossa? Non certo ai lavoratori. Questa grande opera fu donata al Comune di Casalecchio di Reno, ancora non abitavo qui, ma a Bologna, ma Mauro Donini un amico critico e giornalista dipendente del Comune me la chiese e la donai volentieri. Quest’opera fu tenuta per tantissimo tempo nella sala del Consiglio Comunale, poi visto che i lavoratori non contavano più niente per i nuovi arrivati fu tolta e ora non so più neppure dove si trova. Dov’è quest’opera Sindaco di Casalecchio Massimo Bosso? Perché non restituite visibilità a un’opera che onora un eroe del nostro tempo? Anche ieri sono morti due lavoratori, tre il giorno precedente. A chi lavora dico di non farsi affascinare dalla violenza, non serve a niente, anzi è solo utile a chi considerate la vostra controparte

martedì 22 gennaio 2019

Chi è il responsabile della morte di Manuel Cipollaro caduto da un lucernario di un tetto di un supermercato a Ariccia? a Lecce c'è in questi giorni il secondo grado di giudizio nel processo per la morte dell'ingegnere Lisa Picozzi, che è morta come questo giovane nel 2010: cadendo da un lucernario

Ma non c'è l'obbligo del salva vita sui tetti delle abitazioni e immagino anche dei supermercati e fabbriche? 
Cipollaro ha perso la vita dopo una caduta da 30 metri. I fatti al centro commerciale Panorama sulla via Nettunense. Qui il giovane, per conto di una ditta di Piedimonte San Germano in Ciociaria, era stato chiamato a smontare le luminarie natalizie.
Nel pomeriggio l'allarme: il cedimento del lucernario ha provocato la morte del povero giovane  per le lesioni riportate al Policlinico Gemelli dove era stato trasportato d'urgenza.
Purtroppo anche un imprenditore che voleva comprare un capannone  nella provincia di Lecce e stava facendo un sopralluogo è morto cadendo da un lucernario. In questi giorni si sta svolgendo nella provincia di Lecce il processo per la morte dell'ingegnere Lisa Picozzi che ha perso la vita con le stesse modalità. Alla mamma di Lisa, Marianna Viscardi, si stringere il cuore nell'apprendere che altre due persone sono morte nella stessa modalità di Lisa. Speriamo che  almeno dopo 10 anni sia resa giustizia a Lisa Picozzi

lunedì 21 gennaio 2019

E' morto Eros Cinti all'interno dell'Ansaldo Energia. ma come tanti altri lavoratori che muoiono nelle grandi aziende e dipendente di una ditta appaltatrice. No ai sub lavoratori dièpendenti dal sub appalto. bambini italiani orfani a centinaia ogni anno per l'uccisione dei padri

Genova  Aveva solo 42 anni Eros Cinti, l'operaio che è morto questa mattina poco nel piazzale interno alla sede di Ansaldo Energia l 
La dinamica della tragediaSecondo una prima ricostruzione, Cinti, che lavorava per la ditta Geko, stava movimentando un carico insieme con alcuni colleghi  sarebbe stato colpito da un pezzo caduto da una gru, forse a causa del forte vento che da ieri sera soffia sul capoluogo ligure; l’area è stata messa sotto sequestro e i sindacati hanno subito dichiarato 8 ore di sciopero.
Sconvolti i colleghi che stavano lavorando con l’uomo rimasto schiacciato: i rappresentanti sindacali hanno parlato di «una scena tremenda» e «un incidente orribile» C'è da rimanere allibiti se è morto per i pezzi che cadono per il vento.
Cinti era padre di due figli di 6 e 11 anni e questi poveri bambini, come altri diversi centinaia ogni anno muoiono ogni anno per infortuni sul lavoro. 
In tutta Italia, nel 2018 sono stati 703 i morti sui luoghi di lavoro, mentre con le vittime sulle strade e “in itinere”, considerati dallo Stato e dall’Inail come caduti sul lavoro, si arriva a oltre 1450 persone decedute per infortuni: non erano mai stati così tanti da quando, l’1 gennaio 2008, è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, che monitora tutti i morti sui luoghi di lavoro, anche i non assicurati Inail e tutti coloro che non dispongono di un’assicurazione.
Ogni giorno, da quell’anno, i morti sui luoghi di lavoro sono stati registrati per anno, mese e giorno della tragedia, identità, luogo e provincia dell’infortunio mortale, professione, età e nazionalità della vittima.

I sindacati devono considerare i lavoratori del sub appalto come dipendenti dell'azienda stessa e verificare chi sono, come lavorano, il loro inquadramento, quante ore fanno e non considerarli corpi estranei delle aziende stesse. Sono riusciti a spezzettare" i lavoratori in mille rivoli, senza più forza contrattuale, anche sulla Sicurezza. mentre i Sindacati sono stati a guardare (quasi tutti). e il jobs act  che ha abolito l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la Legge Fornero sono  leggi criminali che uccidono i lavoratori, anche se in questo caso non è possibile conoscere l'inquadramento del povero Cinti. Di sicuro non doveva essere sotto la gru se tirava un forte vento che ne comprometteva la Sicurezza. Ministro del lavoro Di Maio cominci a occuparsi di questa carneficina ed elimini il jobs act come promesso in campagna elettorale, e se ne freghi del partito delle aziende del nord che è la Lega. si sta giocando il suo futuro e quello del movimento Cinque Stelle. Si occupi degli infortuni e si ricordi che chi lavora le toglierà la fiducia se continuate a difendere i soliti noti, di quel 5% degli italiani che controllano il 90% della ricchezza, anche a spese della Sicurezza e del benessere dei lavoratori

domenica 20 gennaio 2019

Mai tanti morti schiacciati dal trattore in gennaio: già 7 in questi primi 20 giorni del 2019, 105 schiacciati da questo mezzo da quando abbiamo questo nuovo governo. Degni continuatori delle politiche dell'indifferenza dei governi precedenti

Anche ieri è morto un altro agricoltore schiacciato dal trattore. Sono già 7 dall'inizio dell'anno una strage mai vista in questi 12 anni di monitoraggio con l'Osservatorio. tantissimo si potrebbe fare se solo ci fosse la volontà politica di farlo: di mettersi contro le lobby che dominano il Parlamento e portano voti bagnati dal sangue dei nostri lavoratori. Siamo già complessivamente a 31 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno. Ma anche ieri sono morti tre lavoratori. Insomma i soliti gattoparti: tutto cambia per nulla cambiare

sabato 19 gennaio 2019

Morti sul lavoro. i media danno i numeri (sbagliati) Repubblica e non solo. 800 MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO NEL 2018? La fonte?

Dopo i due morti del 17 gennaio anche ieri c'è stato un altro lavoratore che ha perso la vita a Villafranca di Verona: il povero operaio è morto per asfissia mentre puliva una caldaia. ma lo sconcerto viene nel leggere con quanta banalità e pressapochismo i media affrontano queste tragedie che portano il lutto in oltre 1000 famiglie ogni anno. Repubblica riporta la notizia, poi "spara" anche che l'anno scorso ci sono stati 800 morti sul lavoro. la fonte del giornalista qual'è stata? Da dove ha tratto questo numero sparato nell'articolo? dall'INAIL che non ha ancora completato il 2018 e che ha già superato le mille denunce nel mese di novembre? Dall'Osservatorio Indipendente di Bologna che ne ha contate 704 sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si sommano alle morti sulle strade e in itinere. Altre fonti non le conosco. Insomma si "sparano" numeri a caso con un pressapochismo che lascia a bocca aperta.VOLETE CAPIRE CHE STIAMO PARLANDO DELLA MORTE DI LAVORATORI E CHE NON SI POSSONO SPARARE NUMERI A CASO? E SE I NUMERI LI DANNO GIORNALI TRA I PIÙ LETTI IN ITALIA COME POSSIAMO CHIEDERE ALLA POLITICA DI PARLARE DI QUESTE TRAGEDIE?' GIÀ SE NE FREGANO, FIGURIAMOCI QUANDO LEGGONO UN NUMERO DI MORTI CHE CAMBIA IN CONTINUAZIONE.


venerdì 18 gennaio 2019

Strage continua. sono la Lombardia e il Veneto (guardate lo specchietto) a guidare questa triste classifica anche nei primi 17 giorni del 2019. anche la sicilia registra già 4 morti

Con i due morti di oggi nelle province di Catania e Perugia arriviamo a contare già 27 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno. Sono sempre la Lombardia e il Veneto a guidare questa triste classifica, poi segue la Sicilia. Insomma niente di nuovo e nulla che faccia presagire un'inversione di rotta e l'interessamento dei nostri governanti. Già 6 gli agricoltori schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno e 105 da quando abbiamo come Ministro delle Politiche Agricole Centinaio, che come il suo predecessore Martina, non parla, non vede e non sente quello che sta succedendo nel suo ministero. OCCORRE FERMARE LA STRAGE DI AGRICOLTORI, anche impedendo di salirci a borso se non sono in grado di guidarli e non hanno le protezioni adeguate. Ma comandano le lobby. La politica tutta non se ne occupa, sanno che la responsabilità di queste tragedie è soprattutto dovuta alla loro indifferenza. nessuno che s'interessa a questa strage, sono tutti complici. Con questo nuovo governo ci sono già stati oltre 1000 morti (compreso l'itinere). Di questi 435 sui luoghi di lavoro. Una vergogna, come i governi precedenti. Ma a governare sono sempre le stesse lobby, che cambiano solo i referenti. Ecco come sono distribuiti i morti sul lavoro nelle varie regioni nel 2019
Lombardia 5
Sicilia 4
Trentino Alto Adige 1
Veneto 5

Lazio 3
Molise 1
Umbria 3
Campania 1
Piemonte 1
Liguria 1
Toscana 1
Puglia 1
Totale complessivo 27

giovedì 17 gennaio 2019

E' morto Gioacchino Verde sottoufficiale della Marina militare


Eì morto dopo 4 giorni  a causa del peggioramento delle condizioni cliniche generali, i medici dell'ospedale civile di Taranto hanno purtroppo constatato il decesso del primo maresciallo Gioacchino Verde, 
Verde, esperto nocchiere e nostromo di bordo, era stato coinvolto in un infortunio sulla fregata Bergamini lo scorso 12 gennaio, a seguito della rottura di un cavo che l'ha colpito durante la fase di ormeggio dell'unità navale presso la Stazione Navale Mar Grande di Taranto



mercoledì 16 gennaio 2019

Impressionante sequenza di morti sul lavoro anche il 15 gennaio. Perdono la vita sui luoghi di lavoro 5 lavoratori. Italia unita nella strage che riguarda tutte le regioni italiana

Una giornata spaventosa pe chi lavora il 15 gennaio 2019. Hanno perso la vita ben 5 lavoratori

Tutti i media hanno riportato la tragedia di Andrea Corso a Fiumicino. Corso è morto dopo essere caduto da un'altezza di 40 metri mentre verniciava un palo della luce in via delle Tamerici della società terma. E' l'ennesima vittima di una ditta in appalto. La Terna è una delle aziende più prestigiose d'Italia, ma non controlla a chi vengono  appaltati i lavori? Possibile che abbia ceduto una scala che porta chi la sale a 30 metri d'altezza.

 "In merito al tragico incidente avvenuto questa mattina, Terna esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia dell'operatore della ditta appaltatrice che stava lavorando sulla linea Roma Ovest - Fregene ed è a completa disposizione delle Autorità competenti per tutti gli accertamenti del caso", così la società dell'energia elettrica per conto della quale l'operaio effettuava il lavoro. 
Chi appalta i lavori e non controlla che i lavoratori lavorino in Sicurezza deve essere perseguitato dalla legge.

Muore nel pomeriggio alla Ferrau Profilati di Selvazzano Dentro, in provincia di Padova un operaio bulgaro di 57 anni, investito mentre stava scaricando materiale da un camion. E' rimasto schiacciato da un altro camion presente nel cortile della ditta. 

Perde la vita anche Angelo Spataro, un poliziotto  di 55 anni che si era fermato per prestare soccorso a un tir, l'auto di servizio è stata travolta da un altro tir che non si era accorta dell'incidente o che non è riuscito a fermarsi per l'olio sparso sul selciato sull'autostrada A18 in Sicilia

In provincia di Grosseto ha perso ha perso la vita un altro agricoltore schiacciato dal trattore a Sarteano. Aveva 64 anni 3ed è la sesta vittima in soli 15 giorni provocata da questo mezzo. Già 105 i morti schiacciati da questo mezzo dall'insediamento di giugno del nuovo governo. Una strage che sembra non interessi nessuno, questo governo come i precedenti: sempre la stessa indifferenza.

Muore un altro agricoltore travolto dall'albero che stava tagliano
T

lunedì 14 gennaio 2019

I cani da guardia pentastellati. Altri due morti anche il 14 e siamo a 20. Agli amici pentastellati dico che invece di polemizzare con me e offendermi nelle loro pagine dopo che avevo postato di muoversi su questo fronte, di fare muovere il culo dalle poltrone agli eletti, di scendere dalle stelle e dai massimi sistemi e occuparsi della vita di chi lavora. Una strage mai vistada quando 12 anni fa ho aperto l'osservatorio. Già oltre 1000 i morti per infortuni da quando vi siete insediati, e mai un accenno a queste tragedie che si potrebbero dimezzare se solo ci fosse un po' d'interesse. di maio si ricordi ogni tanto che è il Ministro del Lavoro e che la vita dei lavoratori è la cosa più importante.


Offeso solo perchè contestavo l'indifferenza dei Cinque Stelle in una loro pagina mi sono preso dell'ignorante, dell'esibizionista da uno che non si capisce il ruolo nel Movimento, tra l'altro con tono inquisitore mi chiedeva di dirgli quanti sono i morti, quanti per le strade. ma da questa pagina, che per fortuna è mia gli rispondo, ma vattene affanculo, tu e tutti quelli come te che invece di occuparsi di queste tragedie fanno i "cani da guardia" e che invece di incalzare i loro dirigenti pentastellati che su queste tragedie non dicono e fanno niente. Su venti morti del 2019 cinque sono quelli provocati dal trattore. Vogliamo occuparcene o no? Sono già 104 i morti provocati da questo mezzo da quando c'è questo "nuovo" governo, uno su cinque. I nostri governanti si fanno vedere dappertutto, dovunque c'è da farsi un po' di pubblicità, per dire agli italiani quanto sono bravi. Andare ai funerali di un morto sul lavoro mai? Per esempio in quello dell'edile di 63 anni morto ieri cadendo da un'impalcatura nella civilissima provincia bresciana?A 63 anni ancora su un tetto o su un'impalcatura? Aspettiamo l'abolizione non a parole della legge Fornero.

Altri tre morti sul lavoro. Rendiamo omaggio a Augenio Fumagalli il tassista che è morto mentre cercava di prestare soccorso a due giovani coinvolti in un incidente stradale alle tre di notte.

La sua generosità lo ha ucciso. Il tassista Eugenio Fumagalli di 47 anni si era fermato col suo taxi a Milano Meda per prestare soccorso a una coppia di giovani che erano stati investiti da un pirata della strada. La tragedia alle 3,30 del mattino. Aveva la pettorina gialla, ma non gli è bastata ed è stato travolto da un'auto che non l'aveva visto.
Muore anche un altro agricoltore travolto dal trattore in provincia di Torino, sono già 4 nel 2019 e 103 da quando abbiamo come ministro centinaio, che speriamo cominci ad occuparsi di queste tragedie che sono di sua competenza come Ministro delle politiche agricole.
Muore dopo due anni di agonia l'agente penitenziario Sissy Trovato mazza: era stata colpita da un colpo di pistola mentre era in servizio. Sconosciute le cause del suo omicidio che inizialmente era stato considerato un suicidio

domenica 13 gennaio 2019

Sono diventati già 15 i morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno: 6 negli ultimi 3 giorni. ma almeno altrettanti muoiono sulle strade.

Strage continua e nessuno che se ne occupa e faccia vedere un interessamento. Già 15 i morti sui Luoghi di lavoro: negli ultimi 3 giorni sono morti un operatore ecologico, un operaio, un addetto all'agricoltura e tre autotrasportatori. Insomma niente di nuovo nonostante la strage del 2018 che avrebbe dovuto smuovere le coscienze di chi ci governa e dell'opposizione. Hanno altro a cui pensare che della morte di lavoratori.
Nella foto Stefano Di Rienzo, l'operatore ecologico morto nella provincia di Roma


venerdì 11 gennaio 2019

Politica dove sei? Sempre a metterlo in quel posto a chi lavora? Muore in un incidente sul lavoro alle 4 di mattina dopo un turno di 12 ore: Lavorava per una ditta appaltatrice. Subappalto: un nuovo schiavismo a cui occorre porre rimedio

Brindisi 10 gennaio 2019
Carlo di Sarno ha perso la vita in un incidente avvenuto alle 4 del mattino, aveva 47 anni. Lavorava per una ditta subappaltatrice che si occupa di impiantistica industriale.
Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, 118 e carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana. Non si esclude un malore o un colpo di sonno.

A morire anche all'interno delle grandi e medie aziende sono soprattutto lavoratori del sub, a volte sub, sub, sub appalto. Nessuno che ne verifica l'idoneità, nessuno che va a vedere quante ore lavorano, se dispongono dell'attrezzatura e dell'esperienza per svolgere lavori pericolosi. 

"Esprimo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Carlo Di Santo morto in auto dopo aver concluso un turno di lavoro massacrante, di 12 ore, poiché comprendente diverse ore di straordinario" ha accusato l'assessore regionale allo Sviluppo economico della Puglia, Mino Borraccino.

"I lavoratori costretti a massacranti turni di straordinario, mentre si mantengono in esubero 1.700 loro colleghi, disvela lo schifo a cui stiamo assistendo senza battere un ciglio

giovedì 10 gennaio 2019

Non ti dimentichiamo Tommaso Traetta, gli italiani che conservano ancora un cuore stanno lottando contro queste tragedie e l'indifferenza della politica che non fa niente, che fa leggi contro la sicurezza dei lavoratori


Ricordiamo Tommaso Traetta. Non dimentichiamoci di loro. Era il 10 aprile 2015 quando a soli 25 anni moriva per infortunio sul lavoro, Tommaso Traetta a Ginosa di Taranto. Il giovane rimase colpito, mentre eseguiva lavori in un fabbricato rurale, da una scarica elettrica causata dal tubo di una betoniera entrato in contatto con i fili dell'alta tensione. Tommaso morì poco dopo l'arrivo del personale del 118. Tra poco comincerà il processo che vedrà ulteriori sofferenze dei familiari e della mamma Giovanna che aspettano giustizia. facciamo sentire la nostra solidarietà e vicinanza a mamma Giovanna e ai suoi familiari


venerdì 4 gennaio 2019

Ritmo impressionante di morti per infortuni sul lavoro anche nei primi giorni del 2019. Ci sono già 6 morti sui luoghi di lavoro: di questi due schiacciati dal trattore, il terzo di ieri è morto cadendo da un fienile. Ministro delle Politiche Agricole Centinaio? Non pervenuto

Ritmo impressionante di morti sul lavoro nei primi due giorni lavorativi del 2019. Sono già 6. Due dei morti di ieri sono agricoltori schiacciati dal trattore, un terzo gravemente ferito. E' di un morto e di un ferito grave il bilancio di un tragico incidente sul lavoro avvenuto nel tardo pomeriggio di oggi a Chiampo di Vicenza. sembra che il trattore che era stato posizionato in  un terreno in pendenza, sopra una scarpata, si è mosso improvvisamente e nella discesa ha travolto Mariona Sonti che è rimasto ucciso sul colpo e suo cugino rimasto gravemente ferito.
Anche Luciano Bulgarelli di 60 anni è morto travolto dal mezzo a Pegognaga nella provincia di Mantova.

Nella provincia di Bolzano, nella Val Pusteria un agricoltore di 63 anni è rimasto ucciso nella caduta da un fienile

giovedì 3 gennaio 2019

Ricomincia la strage anche nel 2019. Già tre morti per infortunio sul lavoro nel 2019. Non promette bene neppure il 2019

Non inizia bene il 2019 per le morti sul lavoro. Sono già tre i morti. Nell'agrigentino hanno perso la vita in due ieri due gennaio. Un giovane di 28 anni Massimo Aliseo ha perso la vita a causa dell'esplosione di una bombola di ossigeno. Una tragedia che si doveva evitare. 
Sempre nell'agrigentino ha perso la vita anche un agricoltore Girolomo Gibilaro che è stato travolto dalla motozappa con la quale stava lavorando la terra.
Perde la vita in Germania, dopo un incidente di alcuni giorni fa l'autista di un pullman di passeggeri che andavano in Germania. Roberto Tonoli aveva 61 anni.

mercoledì 2 gennaio 2019

Report morti sul lavoro nell'intero 2018. Aveva 75 anni l'ultimo morto per infortunio sul lavoro nel 2018



Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro
Aperto il 1° gennaio 2008 in memoria dei sette operai della Thyssenkrupp di Torino morti poche settimane prima
Curatore Carlo Soricelli
Report morti sul lavoro (2018)
Sono 703 i morti sui luoghi di lavoro del 2018. Con i morti sulle strade e in itinere, considerati dallo Stato e dall’INAIL come morti sul lavoro, arriviamo a oltre 1450 lavoratori morti per infortuni. Mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio, che monitora tutti i morti sui luoghi di lavoro, anche i non assicurati INAIL e tutti quelli che non dispongono di un’assicurazione.
Dal 2008, ogni giorno, i lavoratori morti sul lavoro sono stati registrati per anno, mese e giorno della tragedia, identità, luogo e provincia dell’infortunio mortale, professione, età e nazionalità della vittima.
Da quell’anno, con oltre 15.000 morti sul lavoro, è come se fossero spariti gli abitanti di una cittadina come Sasso Marconi. 
Rispetto al 2017 registriamo un aumento del 9,7%. Rispetto al 2008, registriamo un aumento del 9,4% (e tutti gli anni parlano di cali inesistenti).
Le categorie che hanno nel 2018 il maggior numero di morti sono:
Agricoltura che registra il 33,3% di tutti i morti sui luoghi di lavoro (è così tutti gli anni); il dato impressionante è quello dei 149 agricoltori che hanno perso la vita guidando un trattore rimanendone schiacciati. A questi occorrerebbe aggiungerne molti altri incautamente trasportati a bordo come bambini e altri, o sulle strade dove questo mezzo provoca altri morti innocenti. Nessuno ha mosso un dito neppure quest’anno per arginare e informare sulla pericolosità del trattore, oltre che mettere a disposizione fondi per renderli più sicuri. Lo chiediamo da un decennio, ma la vita di chi lavora sembra non contare niente per i governi che si sono succeduti alla guida del paese. I vari ministri che si sono avvicendati alle Politiche Agricole hanno solo pensato a farsi belli inaugurando sagre e manifestazioni agricole del made in Italy, mentre i campi sono impregnati del sangue dei nostri agricoltori.
La seconda categoria con più morti è l’Edilizia che conta il 15,2% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Questa categoria, forse a causa della crisi dell’edilizia, registra un calo delle morti di oltre il 5% rispetto al 2017.
Gli autotrasportatori (li monitoriamo tutti assieme, anche se fanno parte di categorie diverse) sono percentualmente il 12,1% di tutti i morti sul lavoro. L’Industria, di tutte le categorie (esclusa l’edilizia) ha complessivamente il 7,8% di tutti i morti sul lavoro. Pur avendo milioni di addetti ha percentualmente pochi morti, questo perché ha ancora un sindacato forte che riesce a dialogare e a far rispettare più di altri comparti la Sicurezza sul lavoro. A morire per infortuni sono quasi tutti lavoratori in appalto: dipendenti di altre aziende, spesso artigianali, muoiono per infortuni nelle aziende stesse. Nemmeno i Sindacati non s’interessano di questi lavoratori figli di un “dio minore” che non hanno articolo 18 e lavorano in insicurezza senza nessun controllo.
Una miriade di altre professioni registra morti sul lavoro, ma l’elenco diventerebbe lunghissimo: sono soprattutto addetti al servizio alle imprese, artigiani che lavorano per conto terzi.
Ma ricordiamoci anche degli 8 carabinieri che hanno perso la vita nell’esercizio delle loro funzioni per proteggere noi cittadini: anche loro nelle statistiche “spariscono”.
Spariscono dalle statistiche, non essendo assicurati all’INAIL, le Forze Armate, i Vigili del Fuoco, innumerevoli Partite Iva, compresi i giornalisti, lavoratori in nero, tantissimi agricoltori schiacciati dal trattore e tanti altri e fanno sembrare questo fenomeno di cui dovremmo vergognarci per le dimensioni, molto più lieve.
Gli stranieri morti sul lavoro nel 2018 sono stati il 7,1% sul totale, a causa della crisi sono diminuiti rispetto agli ultimi anni: lavori pericolosi che gli italiani in passato non volevano fare, ma che ora svolgono pur di poter lavorare, quasi sempre precari costretti a svolgere lavori pericolosi.
E’ sconvolgente l’età delle vittime di infortuni: perdono la vita moltissimi giovani sotto i venti e trent’anni, ma soprattutto in tarda età, il 27% di tutti i morti sui luoghi di lavoro hanno dai 61 anni in su (esclusi morti in itinere e sulle strade) sono il 27% sul totale, una percentuale impressionante.
Il precariato diffuso, leggi come la Fornero e il Jobs act, hanno contribuito a far morire molti lavoratori in più. Il precariato uccide tantissimi giovani e meno giovani e l’articolo 18, abolito dal Governo Renzi con la complicità della parte più retriva degli industriali, ha fatto aumentare le morti sul lavoro, soprattutto tra i giovani assunti: chi si rifiuta di svolgere lavori pericolosi se è possibile essere licenziati con una scusa? I partiti che formano il nuovo governo avevano promesso di eliminare le leggi Fornero e Jobs act: non sono state toccate. Come potete vedere nel report le Regioni con più morti sul lavoro sono la Lombardia, il Veneto, la Campania e l’Emilia-Romagna. Non a caso tre di queste Regioni invece di impegnarsi ad arginare questo fenomeno, vogliono la piena autonomia finanziaria, così da poter distruggere in pochi anni l’Unità del Paese e anche la Sicurezza dei lavoratori. Un egoismo che si vede anche nel menefreghismo con cui trattano queste tragedie: ma questo riguarda tutte le Regioni e Province italiane.
Le province con più morti sui luoghi di lavoro (escluso itinere) sono quelle di Salerno con 20 morti, Torino con 19 morti, una città che ha avuto una delle tragedie più grandi sul lavoro, quella della Thyssenkrupp dove il 6 dicembre 2007 morirono 7 lavoratori arsi vivi. L’Osservatorio fu aperto proprio in seguito a quella tragedia ed è dedicato a quelle vittime. Seguono la provincia di Verona con 18 morti sui luoghi di lavoro, Napoli con 17 morti, poi a scalare come potrete vedere nel report. Benevento (dove sono nato) e poche altre, le province che non hanno avuto morti per infortuni sui luoghi di lavoro, e di questo sono contento.
Si chiamava Ugo Panzanella l’ultimo morto per infortunio del 2018, un meccanico di 75 anni. Era rimasto gravemente ustionato il 4 novembre: stava tagliando con un frullino una vecchia cisterna che è esplosa ed è morto dopo quasi due mesi di sofferenze all’ospedale Grandi Ustionati di Cesena il 30 dicembre.
Per chi volesse avere notizie più specifiche sulla situazione della propria provincia può contattare Carlo Soricelli.
Ci auguriamo che il 2019 sia un anno migliore e che la politica e il Governo cominci finalmente ad occuparsene.

Carlo Soricelli
Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro (L’unico sito che monitora in tempo reale TUTTI i morti per infortunio sul lavoro, compresi i non assicurati all’INAIL e i lavoratori in nero)
Morti sul lavoro dal 1° gennaio al 31 dicembre 2018
Sono ben 98 i morti schiacciati dal trattore dalla nascita a giugno del nuovo governo, e 149 nel 2018. Sette morti in più causati dal trattore rispetto all’intero 2017.
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Ricordo ancora una volta che ce ne sono almeno altrettanti che muoiono sulle strade e in itinere nelle province. Non sono conteggiati, oltre che i morti in itinere nelle Province e Regioni i morti sulle autostrade: con queste morti arriviamo già a superare i 1.450 complessivi
MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO nelle province italiane. Non segnalati nelle Province e Regioni i morti in autostrada, chi lavorava all’estero e i lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono a parte, visto che per la prevenzione richiedono interventi completamente diversi e mirati rispetto ai lavoratori che muoiono sui luoghi di lavoro.
Lombardia 73 Milano (13), Bergamo (9), Brescia (10), Como (5), Cremona (4), Lecco (2), Lodi (1), Mantova (10), Monza Brianza (7), Pavia (4), Sondrio (7), Varese (1). VENETO 69 Venezia (12), Belluno (6), Padova‎ (5), Rovigo (3), Treviso (15), Verona (18), Vicenza (10). CAMPANIA 56 Napoli (18), Avellino (5), Benevento (), Caserta (13), Salerno (20). EMILIA ROMAGNA 54 Bologna (7), Rimini (1). Ferrara (10) Forlì Cesena (6) Modena (8) Parma (5) Ravenna (5) Reggio Emilia (4) Piacenza (6). PIEMONTE 53Torino (19), Alessandria (8), Asti (9), Biella (2), Cuneo (8), Novara (2), Verbano-Cusio-Ossola (3) Vercelli (2). TOSCANA 49 Firenze (5), Arezzo (9), Grosseto (3), Livorno (4), Lucca (3), Massa Carrara (6), Pisa‎ (8), Pistoia (4), Siena (6) Prato (1). SICILIA 43 Palermo (9), Agrigento (7), Caltanissetta (3), Catania (7), Enna (3), Messina (4), Ragusa (3), Siracusa (2), Trapani‎ (5). CALABRIA 30 Catanzaro (6), Cosenza (10), Crotone (9), Reggio Calabria (2) Vibo Valentia (3). LAZIO 29 Roma (10), Viterbo (4) Frosinone (6) Latina (6) Rieti (3). PUGLIA 28 Bari (6), BAT (1), Brindisi (2), Foggia (6), Lecce (8) Taranto (5). ABRUZZO 26 L'Aquila (7), Chieti (7), Pescara (3) Teramo (8). TRENTINO ALTO ADIGE 21Trento (13), Bolzano (8). LIGURIA 19 Genova (11), Imperia (1), La Spezia (4), Savona (3). SARDEGNA 14Cagliari (3), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (3), Ogliastra (), Olbia-Tempio (3), Oristano (1), Sassari (4). Sulcis iglesiente ( ). MARCHE 14 Ancona (4), Macerata (3), Fermo (1), Pesaro-Urbino (), Ascoli Piceno (6). FRIULI VENEZIA GIULIA 12 Trieste (), Gorizia (1), Pordenone (3), Udine (7). UMBRIA 12 Perugia (5) Terni (7). BASILICATA 8 Potenza (6) Matera (2). Molise 6 Campobasso (5), Isernia (1). VALLE D’AOSTA (1)


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?