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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
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- i libri scritti
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- Alcune poesie
venerdì 31 luglio 2009
I MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO CALANO DI PIU' DEL 10% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DELL'ANNO SCORSO.
Dall'inizio dell'anno i morti per infortuni sul lavoro sono stati 321 contro i 358 dello stesso periodo dell’anno scorso. Se si considerano, come fanno, a mio parere erroneamente, la maggior parte dei media e delle agenzie di comunicazione, anche i lavoratori morti per le strade, mentre vanno o tornano dal lavoro o che sono deceduti sul lavoro per morte naturale, le vittime sono più di 600. Ma a mio parere questo è un altro grave problema che va affrontato in altro modo per le problematiche che sono diverse.
Assistiamo quindi ad un importante calo delle vittime, superiore al 10%. Nel mese di luglio 2009 (ore 15) i morti sono stati 51, contro i 66 del 2008.
I morti in agricoltura dall’inizio dell’anno sono stati 100, in edilizia 99, nell’industria 55, 15 nell’autotrasporto (camionisti).
I morti tra gli stranieri sono stati a fine luglio di quest’anno 42, quasi tutti romeni, marocchini e albanesi che muoiono per la maggior parte nei cantieri.
La maggiore attenzione dei cittadini, dei media, dei sindacati e quella costante del Presidente Napolitano, sta facendo ottenere dei grandi risultati.
Anche questo blog molto visitato, con più di 80.000 contatti dal 1 gennaio 2008, sta dando un piccolo contributo per la sensibilizzazione verso questo terribile problema sociale.
Bisogna però porre l’accento al fatto che anche la crisi economica ha dato un contributo importante nel far diminuire i morti per infortuni sul lavoro.
Lancio l’ennesimo appello ai Media, alle Commissioni del Senato e della Camera dei Deputati sulle “Morti bianche” e ai Sindacati per sensibilizzare ancora di più le categorie più a rischio: l’agricoltura e l’edilizia che da sole hanno nelle loro categorie più della metà dei morti per infortuni sul lavoro. Purtroppo, è la mia regione l’Emilia Romagna che ha quest’anno, fino ad oggi, il triste primato dei morti per infortuni sul lavoro, già 37 dall’inizio dell’anno, con la provincia di Bologna, che ha già superato il numero dei morti di tutto l’anno scorso. Segue la Lombardia con 34 morti che ha però il doppio degli abitanti. Sarà impossibile risolvere completamente questo problema e queste tragedie che colpiscono innumerevoli famiglie e le coscienze di tutti i cittadini, ma ridurle drasticamente è possibile, io continuerò a monitorare giorno per giorno i “caduti sul lavoro”sperando che queste morti diventino solo un cattivo ricordo.
Carlo Soricelli
metalmeccanico in pensione
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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