Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
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mercoledì 1 ottobre 2008
E' MORTO ANGELO ANDRIGO. E' MORTO UN AGRICOLTORE. E' MORTO GENE HARAPJ ALLA STAZIONE DI TONCO D'ASTI
E' MORTO GENE HARAPJ DI 39 ANNI. GENE LAVORAVA alla falegnameria Mamo, in frazione Stazione di Tonco d'Asti. GENE Harapj, , albanese, operaio, per cause in corso di accertamento da parte dei carabinieri, ha avuto gli arti inferiori schiacciati da una autogru in movimento.
Soccorso dai compagni di lavoro, con l'elicottero è stato portato al Cto di Torino dove, nonostante le cure, questa mattina è morto. GENE HARAPJ lascia la moglie e due figli.
E' il settimo infortunio mortale sul lavoro dall'inizio dell'anno in provincia di Asti. Gli altri sei casi mortali riguardano il settore agricolo.
E' MORTO ANGELO ANDRIGO DI 25 ANNI Non si ferma la strage continua degli incidenti del lavoro. Un operaio di 25 anni è morto in un incidente avvenuto all'interno di un'azienda di Spilimbergo (Pordenone). L'incidente è avvenuto intorno alle ore 17.00, all'interno dello stabilimento, dove si producono elementi per l'edilizia. La vittima è Angelo Andrigo, di 25 anni, residente a San Quirino (Pordenone), figlio del proprietario della «Block energy Srl», azienda della Zona industriale Nord di Spilimbergo. Andrigo era appena sceso da un «muletto» sul quale era stata caricata una vasca con cemento e ghiaia quando, per cause da accertare, il carico è caduto dal supporto che lo teneva appoggiato al muletto, travolgendo e uccidendo il giovane all'istante.
E' MORTO UN ALTRO AGRICOLTORE DI SETT'ANTANNI VITTIMA DEL TRATTORE KILLER A Egna, nei pressi di Bolzano, l'anziano agricoltore è morto mentre era al lavoro su un ripido pendio: il trattore che stava guidando si è rovesciato, schiacciandolo. La salma è stata trovata da un passante. L'incidente potrebbe essere causato da un guasto ai freni. Sulla dinamica della disgrazia indagano i carabinieri.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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