Cari visitatori, sono a invitarvi a partecipare all'inaugurazione della mia mostra presso la Fondazione Carisbo di Bologna, saranno esposte 100 opere su queste tragedie che tratto come artista dal 1980. Aiuterà a sensibilizzare. Parteciperanno numerosi familiari di morti sul lavoro da diverse regioni italiane. Inaugurazione alle ore 16 del 20 dicembre presso la Fondazione carisbo di via Farini 15. La mostra durerà fino al 19 gennaio 2025. con la speranza che la prorogano anche a febbraio
morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 30 novembre
Speciale TG1 sui morti sul lavoro 1 dicembre 2024
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
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- Alcune poesie
lunedì 19 gennaio 2009
DIFENDIAMO I NOSTRI CARI CHE GUIDANO UN TRATTORE
Infortuni mortali con il trattore
ALCUNI CONSIGLI PRATICI DA DARE A CHI GUIDA UN TRATTORE
Dobbiamo distinguere i diversi casi in cui il trattore:1. sta trainando un rimorchio;2. sta per agganciare un rimorchio;3. sta caricando o scaricando un rimorchio;4. sta trascinando un tiller o un aratro per lavorare il terreno;Il rischio, quando al trattore è attaccato un rimorchio, è che il carico sia così pesante da invadere, in caso di frenata, l’abitacolo con conseguente schiacciamento del conducente .In tal caso il carico deve essere sempre fissato in modo sicuro. Se il carico ha un certo peso e non sembra potersi muovere per cui lo si fissa in modo approssimativo, in una strada in discesa e in caso di brusca frenatura diventa eccessivamente rischioso per schiacciamento del conducente.Il rischio, nella fase in cui il rimorchio non è agganciato al trattore, è che il rimorchio già caricato non sia ben frenato e che il rimorchio si metta in movimento investendo una o più persone.In tal caso l’uso di calzatoie per le ruote rende il rischio trascurabile, anche se il rimorchio è parcheggiato in terreno in pendenza.Quando si sta caricando il rimorchio, per esempio con balle di paglia rotonde del peso di qualche quintale, occorre porre la massima attenzione sia all’imbracatura del carico sia al luogo dove viene depositato il carico. Se il terreno è in pendenza si può avere il movimento accidentale del carico, che rotolando e investendo una persona può causare guai seri.Nel caso in cui il trattore sta trascinando un aratro o un rimorchio in un terreno in pendenza occorre fare molta attenzione.Il mezzo è stabile quando il suo baricentro cade all’interno dell’area di base formata dal rettangolo che ha per lati il passo e lo scartamento delle ruote del trattore.Se il terreno è in pendenza questo rettangolo si restringe.Se il terreno è in pendenza, è argilloso, o è umido, o si è in prossimità di un muro di contenimento che può franare, c’ è il rischio di ribaltamento del trattore. Normalmente i trattori sono dotati di una cabina che dovrebbe resistere alla sollecitazione dovuta al ribaltamento. Non sempre è così. Spesso la cabina viene eliminata per consentire il passaggio sotto gli alberi o per altre cause. Eliminare la cabina di protezione è sempre un gesto della massima imprudenza che può costare sovente un infortunio mortale per il conducente del trattore. Chi guida un trattore deve essere molto bene istruito sulla guida anche in condizioni difficili, per esempio se l’aratro s’impunta su una roccia all’interno del terreno, o l’aratro intercetta una radice di una certa consistenza. Se il terreno è in pendenza e il conducente non è particolarmente esperto può verificarsi un infortunio.Condurre un trattore non è facile, ci vuole molta esperienza e soprattutto prontezza di riflessi. Mettersi alla guida di un trattore senza essere all’altezza di affrontare qualsiasi imprevisto può costare spesso la vita.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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