Spaventoso aumento del 22% a ottobre 2025 rispetto a ottobre 2024 124 morti sui luoghi di lavoro nell’ottobre 2025 (senza itinere 97 morti sui luoghi di lavoro nell’ottobre 2024 (senza itinere) Nei primi 10 mesi del 2025 sono stati 888 i morti sui luoghi di lavoro, l’ultimo ieri è stato un poliziotto morto in un incidente, un morto che sparirà dalle statistiche avendo un’assicurazione delle Forze Armate, erano il 31 ottobre del 2024 877, un piccolo aumento dell’1,2%, ma ricordo che il 2024 è stato l’anno piuù nefasto quando ho aperto l’Osservatorio il 1° gennaio 2008 La guerra del lavoro dal 1° gennaio al 31 ottobre 2025 Dall’inizio del 2025, ogni 24 ore muoiono più di quattro lavoratori, compresi sabati e domeniche. Alla sera del 31 ottobre 2025, sono stati 1.260 i lavoratori morti (dato parziale), compresi i decessi in itinere e quelli per Karoshi — parola giapponese che significa “morte per superlavoro”. Tra loro figurano anche dirigenti, impiegati, medici, infermieri, camionisti, spesso stroncati da infarti o malori improvvisi. Impressionante il numero di camionisti trovati morti nei parcheggi autostradali o con il camion accostato ai bordi della strada, talvolta dopo aver causato incidenti che coinvolgono altri automobilisti. Dei 1.259 morti, 888 sono deceduti sui luoghi di lavoro (esclusi i morti in itinere). CHI VI PARLA DI CALI O DI STABILITÀ NEL NUMERO DELLE MORTI VI MENTE SAPENDO DI MENTIRE, perché una parte consistente di queste vittime viene esclusa dalle statistiche ufficiali, con la scusa che “non sono di competenza INAIL”. Un dato agghiacciante: • 143 lavoratori morti avevano tra 61 e 69 anni. • 189 avevano più di 70 anni. Insieme rappresentano il 37% delle morti sui luoghi di lavoro. Una statistica che fa paura a chi conserva ancora un minimo di umanità. Non temo smentite e sono disponibile a un confronto con chi contesta il mio monitoraggio. Ma vigliaccamente nessuno lo fa, perché sanno che non racconto frottole: chi lo fa nasconde solo la mano assassina. Leggi come il Jobs Act e gli appalti a cascata sono tra i principali responsabili di questo incremento di morti. Nell’edilizia, i decessi sono aumentati del 15% dopo l’introduzione della legge Salvini del 2023 chimata appalti a cascata, una norma disumana. Molti perdono il lavoro in tarda età, e con il continuo allungamento dell’età pensionabile — che questo ministro promette di abolire a ogni elezione, per poi dimenticarsene una volta presa la poltrona — si trovano costretti a lavorare fino allo stremo. Non fare distinzioni tra chi svolge lavori pericolosi e chi no in tarda età è stato criminale: non si può pretendere che un anziano, con riflessi rallentati, vista e udito calati, acciacchi e stanchezza, lavori su macchinari e mezzi pericolosi per se e gli altri come nell’autotrasporto, dove quest’anno sono morti già 110 autotrasportatori. Le donne muoiono numerosissime in itinere, spesso per la fretta e la stanchezza. Le ultime due in questi giorni: sono Mariarosa Cavò (nella foto allegata e Marina Caldarus, la prima all’alba è morta solo due giorni fa fa mentre si recava all’alba al lavoro in un bar, la seconda si è scontrata con una corriera. Sono più di 100 le donne che muoiono sul lavoro ogni anno, soprattutto in itinere. Allucinante registrare anche quest’anno 129 agricoltori schiacciati dal trattore e non sentire neppure una parola dal Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida in allegato l’opera “sotta a chi tocca” Come non restare colpiti dalla storia di Mounir Dhayba, immigrato morto dopo oltre due anni di coma irreversibile. Il giorno della tragedia, Dhayba era stato colpito alla testa durante l’estrazione di minerale con esplosivo: un masso aveva spaccato il casco, facendolo entrare in coma. Tra i lavoratori sotto i 60 anni, il 30% delle vittime sui luoghi di lavoro sono stranieri. In allegato, trovate le tabelle aggiornate con la situazione reale nelle regioni e province italiane, senza trucchi né colori. Le cause politiche e normative dell'aumento dei morti sul lavoro • Jobs Act: dall’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (2015), l’aumento dei morti sul lavoro è stato del 43%. • Appalti a cascata: la legge voluta dal ministro Salvini, entrata in vigore nel giugno 2023, ha causato un ulteriore aumento del 15% dei decessi, soprattutto in edilizia e anche negli appalti pubblici. Le grandi tragedie recenti • Brandizzo (Ferrovie dello Stato) • Suviana (Enel) • Calenzano (ENI) • Esselunga di Firenze (16 febbraio 2024): 5 operai morti in un cantiere con 49 aziende subappaltatrici. Alcuni dati allarmanti • Il 32% delle vittime è costituito da lavoratori stranieri regolari. A loro andrebbe riconosciuta la cittadinanza italiana dopo 5 anni, non ai clandestini come hanno sostenuto certi “disertori delle urne” e i partiti degli stranieri “brutti e cattivi” che muoiono al posto nostro facendo i lavori più umili e pericolosi. • Molti lavoratori del Sud Italia muoiono in trasferta in altre regioni. • Le donne muoiono meno sui luoghi di lavoro, ma quasi quanto gli uomini in itinere in rapporto al numero degli addetti , spesso a causa di fretta e stanchezza nel conciliare lavoro e famiglia. Proposte per la sicurezza e l’equità sociale • Introdurre per legge la flessibilità in entrata e uscita dal lavoro, per tutelare la salute psico-fisica, in particolare delle madri lavoratrici. • Contrastare il crollo della natalità, che è in buona parte causato dal “martirio” quotidiano delle donne con figli che lavorano. • Lo Stato e gli enti locali dovrebbero riservare parte dei posti di lavoro alle donne con figli, come misura concreta di sostegno alla genitorialità. Carlo Soricelli Curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna Morti sul Lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it Osservatorio di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.it Aperto il 1° gennaio 2008 a seguito della strage della Thyssenkrupp di Torino Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione (morti in nero) o che ne hanno una diversa da INAIL Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI TANTO MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO La guerra del lavoro Report morti sul lavoro dal 1° gennaio al 30ottobre MORTI I SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE (itinere parziale). N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia e non in quella di residenza della vittima: sono centinaia i morti in province e regioni diverse da quelle di residenza, a carico della Regione (provincia no) ci sono anche gli autotrasportatori morti in autostrada LOMBARDIA 100 sui luoghi di lavoro 138 con itinere Milano 20 Bergamo 15 Brescia 21 Como 8 Cremona 6 Lecco 1 Lodi 4 Mantova 7 Monza Brianza 7 Pavia 4 Sondrio 4 Varese 4 VENETO 87 sui luoghi di lavoro con itinere 112 Venezia 13 Belluno 7 Padova 12 Rovigo 7 Treviso 12 Verona 9 Vicenza 16 CAMPANIA 83 sui luoghi di lavoro 108 con itinere Napoli 27 Avellino 3 Benevento 9 Caserta 23 Salerno 18 EMILIA ROMAGNA 73 sui luoghi di lavoro diventano 95 con itinere Bologna 10 Piacenza 9 Parma 6 Reggio Emilia 12 Modena 7 Ferrara 4 Forlì Cesena 6 Ravenna 7 Rimini 5 TOSCANA 58 sui luoghi di lavoro 73 con itinere Firenze 9 Arezzo 7 Grosseto 3 Livorno 4 Lucca 6 Massa Carrara 5 Pisa 6 Pistoia 7 Siena 3 Prato 1 SICILIA 61 sui luoghi di lavoro con l’itinere 79 Palermo 18 Agrigento 8 Caltanissetta 4 Catania 10 Enna 1 Ragusa 5 Siracusa 6 Trapani 3‎ Messina 4 PUGLIA  63 sui luoghi di lavoro con itinere 82 Bari 18 BAT 6 Brindisi 12 Foggia 9 Lecce 9T aranto 6 ABRUZZO 36 sui luoghi di lavoro 47 con itinere L'Aquila 6 Chieti 10 Pescara 5 Teramo 12 PIEMONTE 45 sui luoghi di lavoro che diventano 59 con l’itinere Torino 17 Alessandria 5 Asti 1 Biella 4 Cuneo 9 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli LAZIO 61 sui luoghi di lavoro con itinere 87 Roma 33 Viterbo Frosinone 12 Latina 6 Rieti 4 LIGURIA 34 sui luoghi di lavoro 46 con itinere Genova 10 Imperia 8 La Spezia 4 Savona 10 TRENTINO ALTO ADIGE 22 sui luoghi di lavoro 28 con itinere Bolzano 9 Trento 11 UMBRIA sui luoghi di lavoro 13 con itinere 17 Perugia 9 Terni 1 SARDEGNA 20 sui luoghi di lavoro con itinere 29 Cagliari 4 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 2 Sassari 7 CALABRIA 26 sui luoghi di lavoro 40 con itinere Catanzaro 7 Cosenza 11 Crotone Reggio Calabria 5 Vibo Valentia 3 MARCHE 27 sui luoghi di lavoro con itinere 40 Ancona 6 Macerata 6 Fermo 2 Pesaro-Urbino 2 Ascoli Piceno 8 FRIULI VENEZIA GIULIA 18 si sui luoghi di lavoro con itinere 26 Pordenone 8 Triste 2 Udine 7 Gorizia BASILICATA 11 sui luoghi di lavoro con itinere 15 Potenza 6 Matera 5   Molise totali sui luoghi di lavoro 4 con itinere 5 Campobasso 3 Isernia 1  VALLE D’AOSTA  totali sui luoghi di lavoro 3 129 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2024 sono stati 143 110 gli autotrasportatori e autotrasportatrici 104 morti di Karoschi (di fatica per stress e eccessivo lavoro) 70 i morti in infortuni domestici soprattutto per scoppi e incendi in casa coni persone sole 17 potatura alberi il 37,5% sono ultra sessantenni Gli stranieri sotto i 65 anni sui luoghi di lavoro, tra pochi anni saranno la maggioranza LA STIMA DEI LAVORATORI NON ASSICURATI INAIL ammonta complessivamente a circa 4,0 milioni, di cui (dati espressi in migliaia di addetti): Forze armate 179 Forze di polizia 307 Corpo nazionale dei vigili del fuoco 42 Dirigenti e impiegati dell’agricoltura 38 Giornalisti 42 Amministratori locali eletti 129 Personale di volo (iscritto alla Gente dell’Aria)1 12 Volontari della Croce Rossa Italiana 170 Liberi professionisti (compresi medici e infermieri) 1.300 Commercianti titolari di impresa 1.700 Medici di medicina generale o di famiglia e medici Guardie mediche

Speciale TG1 sui morti sul lavoro 1 dicembre 2024

https://youtu.be/qMAiVFQXRJE?si=-9PsVpF3dsg7dMpT

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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venerdì 1 gennaio 2010

MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO NEL 2009. I MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO IN EDILIZIA AUMENTANO DEL 9%. IN AGRICOLTURA DEL 3,4%

I MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO NEL 2009 AUMENTANO VERGOGNOSAMENTE DEL 9% IN EDILIZIA, LE VITTIME SONO QUASI TUTTE MERIDIONALI E STANIERI. QUEST'ULTIMI CON IL 15,3 DELLE VITTIME SUL TOTALE IN EDILIZIA. GLI AGRICOLTORI REGISTRANO UN AUMENTO DEL 3,4% RISPETTO AL 2008 E MUOIONO QUASI TUTTI IN TARDA ETA'(DAI 60 AI 90 ANNI)SCHIACCIATI DAL TRATTORE CHE GUIDANO. MENTRE NELL'INDUSTRIA, A CAUSA DELLA CRISI I MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO DIMINUISCONO DEL 49% (70 VITTIME IN ASSOLUTO CONTRO LE 136 DELL'ANNO SCORSO)

Buon Anno a tutti i visitatori del blog. Con l’arrivo dell’anno nuovo, non dimentichiamoci dei lavoratori morti per infortuni sul lavoro. Sono già in grado di darvi la situazione di tutto il 2009. Sono il tecnico metalmeccanico in pensione Carlo Soricelli. Quando ci fu la tragedia della Thyssen mi accorsi che non c'era nessuno in Internet che monitorasse in diretta i morti sul lavoro, decisi di farlo io e aprii dal 1 gennaio 2008, per primo in Italia con questo blog che mi tiene impegnato con un lavoro volontario diverse ore al giorno. Spulciando giornali, agenzie di comunicazione, Internet ecc... aggiornando ogni giorno la situazione dei morti per infortuni sul lavoro riesco ad avere una situazione in tempo reale di queste tragedie. In questo terribile elenco credo non manchi nessuna vittima. Da due anni con questi dati, con la collaborazione di mio figlio, esperto informatico, abbiamo elaborato delle tabelle excel dividendo i morti per infortuni per generalità, provincia della tragedia, regione, professione, età e nazionalità delle vittime. I morti per infortuni sul lavoro nell’anno 2009 sono stati 576, contro i 639 del 2008. Assistiamo quindi ad un calo del 10%. Credo che questi dati destino perplessità, e probabilmente, chi li legge pensa che siano parziali o incompleti. Ma vorrei fare chiarezza su questo triste fenomeno. Gli infortuni mortali sul lavoro nel 2009 sono stati più di un migliaio, si parla di 1080. In realtà sui morti per infortuni sul lavoro si fa una gran confusione, spesso volutamente per ragioni d'immagine e di sfruttamento di questo triste fenomeno( purtroppo c'è anche questo). Sommano nei morti sul lavoro anche i lavoratori che muoiono per le strade mentre vanno o tornano dal lavoro, così si fa una confusione tale che nessuno capisce bene la dimensione e la qualità del fenomeno. L'INAIL non li distingue per ragioni contributive, un incidente nel percorso casa-lavoro, lavoro-casa è considerato, giustamente, un infortunio sul lavoro. La tragedia vera è che sommandoli ai lavoratori morti effettivamente sui luoghi di lavoro, non si riescono a fare interventi concreti e mirati per i tanti lavoratori che muoiono in itinere. Se si analizzano quelli effettivamente morti sul luogo di lavoro, e non per strada, ci si accorge che a morire anche quest’anno sono soprattutto agricoltori in tarda età, (dai 60 ai 90 anni) che muoiono a causa del ribaltamento dei vecchi trattore che guidano. Che con il 29,1% (166 in assoluto) sul totale registrano un aumento delle vittime in assoluto del 3,4% (161 nel 2008). Muoiono nell’indifferenza generale anche gli edili, soprattutto meridionali e stranieri, anche qui al nord, che con il 28,6 (170 in assoluto) sul totale registrano uno spaventoso aumento del 9% rispetto al 156 del 2008. Gli stranieri morti sul totale sono stati quest’anno il 15,3 sul totale in edilizia, il 5% in agricoltura e l'11% sul totale di tutti i morti sul lavoro. E questo dato da solo dovrebbe far vergognare i movimenti razzisti che considerano gli stranieri solo un problema. Le vittime nell'industria, di tutta l'industria, con la crisi sono effettivamente calate, quest’anno non superano il 10% sul totale, contro il 18,7% dell’anno scorso. La crisi ha inciso, solo in questo caso positivamente, anche su questo fenomeno, ma solo per i lavoratori dell’industria manifatturiera, quest’anno parliamo di meno di 70 morti sul totale, contro i 136 dello scorso anno, registriamo quindi un calo del 49%. Anche nel 2009 come l'anno precedente, con 31 morti, una delle regione con più morti rispetto al numero d’abitanti, è la civilissima regione del Trentino Alto Adige, a causa delle tantissime vittime in agricoltura. E il sud, almeno in questo, non ha niente da invidiare dalle regioni del nord, tra l'altro il sud ha regioni con moltissimi addetti in agricoltura. La Puglia ha un clamoroso calo del 47%, la Calabria del 50% . Mentre la mia Emilia Romagna ha superato i morti dell'anno scorso( 57 contro 55), il Lazio regista un preoccupante aumento del 14% a causa di Roma, la nostra capitale, che ha uno spaventoso aumento del 22%. La Lombardia, ha un confortante calo del 6%. La Basilicata ha un formidabile calo del 37%. L’autentica tragedia è che non facendo chiarezza sui morti per infortuni sul lavoro, non si riescono a fare interventi mirati per prevenire e capire come mai tanti lavoratori (circa la metà), muoiono per le strade. Probabilmente a causa di lunghi percorsi, turni massacranti in orari dove sarebbe opportuno dormire. A vostra disposizione se servano tabelle dettagliate 2008/2009 con: giorno dell'evento, modalità della tragedia, identità, provincia, professione, età e nazionalità della vittima. Con stima Carlo Soricelli

Analizzando i miei dati ci si accorge che Roma ha aumentato i morti per infortuni sul lavoro del 22%.Le morti nel comune di Roma, contrariamente alla media nazionale,che è quasi tutta incentrata in agricoltura e edilizia, toccano le più disparate attività.L'Emilia Romagna ha un aumento dell'1,8% delle vittime, ma Bologna registra un aumento del 35% (da 7 a 11)l'aumento delle vittime nel bolognese sono quasi tutte a carico dell'agricoltura. Milano è in controtendenza, le vittime sono calate del 25%.

3 commenti:

  1. pubblico sul blog
    http://ilpdchevogliamo.blogspot.com/
    così leggono queste notizie più gente possibile grazie per il lavoro che fai

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  2. Roma la capitale ha uno spaventoso aumento del 22% dei morti sul lavoro

    RispondiElimina
  3. io mi auguro che non moia nesuno sul lavoro e anche a una certa eta come e stato il mio marito a murire a 35 anni anno scorso sull lavoro, a perdere una persona cara a quiesta eta si soffre tantto non loso se si imagina qualcuno senza perdere una persona cara quanto se soffre neanche non auguro a nessuno.

    RispondiElimina


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?