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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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martedì 26 gennaio 2010
MUORE GIOVANNI DE CUIO ADDETTO ALLA VIGILANZA ALL'ARSENALE DI TARANTO
La Marina Militare ha espresso «profondo cordoglio» ai familiari dell'addetto alla vigilanza ed ha «immediatamente disposto ed avviato tutte le azioni necessarie per accertare la dinamica dell’incidente e le eventuali responsabilità». De Cuia, dipendente civile del ministero della Difesa in servizio presso la Divisione sistema nave dell’Arsenale, informa la Marina, «per cause da accertare, mentre transitava su un marciapiede adiacente ad un’area recintata, all’interno della quale erano stati accantonati ed impilati materiali prefabbricati per l’edilizia, è stato travolto da alcuni blocchi prefabbricati provenienti da una delle pile del contiguo deposito».
«A tutto questo diciamo basta: queste non sono disgrazie ma veri e propri omicidi». Lo affermano in una nota congiunta i sindacati confederali, le rappresentanze sindacali unitarie, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e la Confederazione Cobas in relazione alla morte dell’addetto alla vigilanza Giovanni De Cuia nell’Arsenale militare di Taranto. «Evidentemente – aggiungono – l'intervento della magistratura nel 2005 che chiudeva tutta la zona delle aziende dell’indotto, proprio per motivi di sicurezza, e le successive indagini della Procura sulle strutture dell’Arsenale, non è servito a fare passi avanti». I sindacati hanno organizzato per domani mattina una mobilitazione con assemblea generale presso la 'Sala a tracciarè dell’Arsenale militare per definire le azioni da intraprendere.
Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, e il vicesindaco, Alfredo Cervellera, in una nota esprimono cordoglio per la morte di Giovanni De Cuia. «Ancora una volta – affermano – la morte bianca colpisce Taranto e la sua gente. In Arsenale non si verificava un episodio così grave da almeno 40 anni e forse questa è la conseguenza di una allentata attenzione verso le misure di sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori». «Nella certezza che la magistratura saprà fare piena luce sulle cause che hanno portato al luttuoso incidente – concludono Stefano e Cervellera – esprimiamo le più sentite condoglianze alla famiglia di De Cuia, che conoscevamo personalmente, per la disgrazia che oggi l’ha colpita unitamente alla solidarietà più sincera a tutti i lavoratori dell’Arsenale». «Credo si dovranno accertare subito le responsabilità di questo terribile incidente che nella sua dinamica mostra la crudeltà di un evento che poteva essere evitato», ha affermato il deputato Pd Ludovico Vico, subito dopo aver appreso della morte nell’Arsenale militare dell’addetto alla vigilanza Giovanni De Cuia. Per il parlamentare ionico, le modalità dell’incidente sul lavoro «segnalano i contorni di una tragedia figlia di possibili superficialità o imperizie». «Attendo fiducioso l’esito degli accertamenti – conclude Vico – e rivolgo sin da ora il mio cordoglio alla famiglia e agli amici di questo lavoratore».
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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