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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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mercoledì 9 febbraio 2011
La signora Marcegalia sulle morti per infortuni sul lavoro, intervista al IL SOLE 24 ORE. Di Alessandro Gatta
Emma Marcegaglia sulle morti per infortuni sul lavoro
L'Osservatorio di Bologna chiede maggiore chiarezza
Milano - Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia è intervenuta sulla questione sempre attuale delle morti e degli infortuni sul lavoro in una lunga intervista concessa a Il Sole 24 Ore, nella quale ha meritato il plauso di alcune associazioni di categoria quando ha dichiarato che “il grave problema degli incidenti sul lavoro si sconfigge con la prevenzione e l’informazione”. Anche per l’Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti sul lavoro si tratta di “una verità incontestabile” che viene però contraddetta poco dopo quando la Marcegaglia sottolinea il fatto che nel 2010 c’è stata una sostanziale riduzione delle morti bianche e che “le vittime sono meno di mille”.
L’Osservatorio conferma invece il numero minimo di 1080 vittime, contestando i dati spesso parziali forniti dall’Inail e dalla stessa Confindustria. “Il dato che dovrebbe far riflettere la signora Marcegaglia – spiega Carlo Soricelli – è che sui luoghi di lavoro, comunque si voglia ‘tirare’ il numero di vittime dalla parte che più conviene, i morti sono aumentati del 6% rispetto al 2009”.
“Per correttezza e per fare maggiore chiarezza occorre anche dire che nelle aziende che fanno capo all’associazione presieduta dalla sig.ra Marcegaglia le vittime sono poche” continua Soricelli, riconoscendo che “nelle grandi, medie e anche piccole fabbriche c’è quasi sempre un sindacato organizzato che vigila sulla sicurezza”.
Si parla pochissimo dei morti sulle strade, delle morti in itinere (quasi la metà sul totale delle vittime) e spesso si dimentica che la maggioranza dei decessi avviene “nelle piccole e piccolissime fabbriche, nei cantieri in subappalto dove il sindacato non è presente o è ininfluente, nei servizi artigianali, nell’impiantistica, in ristrutturazioni e sui vecchi trattori”. Troppo comodo ridurre i dati in un unico calderone senza analisi concrete su come avvengono e su quanto poco si faccia in termini di interventi reali e mirati.
Le conclusioni sono amare ma si basano su un’evidenza più che fondata: “Sui luoghi di lavoro non c’è nessun miglioramento per quanto riguarda la drammatica situazione. E gennaio 2011 ha già oltre il 60% in più dei morti per infortuni sui luoghi di lavoro rispetto a gennaio 2010”.
Alessandro Gatta
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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