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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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Elenco link
- Rifiutismo corrente pittorica di Soricelli
- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
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- http://pitturapranica.blogspot.it/
- Alcune poesie
venerdì 11 febbraio 2011
Ariticolo scritto da Ilaria Batoli su Quotidiano Sicurezza
L’allarme di Soricelli.
Scritto il 11 febbraio 2011 da Ilaria Bartoli
http://www.quotidianosicurezza.it/sicurezza
BOLOGNA – Il settore dell’agricoltura ha fatto registrare un altro lavoratore morto: si tratta di Alfredo Costi, agricoltore di Tonao, in provincia di Reggio Emilia, che dopo essere caduto ieri dal suo trattore ed aver battuto la testa nella pala del mezzo, ed era rimasto a lungo a terra, in un vicino torrente, prima di essere soccorso. L’uomo è morto oggi in ospedale anche a causa delle basse temperature alle quali è rimasto esposto. Non si tratta purtroppo di una tragedia isolata né, secondo l’allarme appena lanciato dall’Osservatorio Indipendente di Bologna sugli incidenti sul lavoro, sarà l’ultima.
“Lo scorso anno – dice Carlo Soricelli dell’Osservatorio – ci sono stati, solo in agricoltura, 167 morti sul lavoro in agricoltura. Intendo proprio quelli che sono morti in tutta Italia nei campi svolgendo lavoro agricolo, nel conto non ci sono quelli che hanno avuto incidenti in itinere, altrimenti avremmo una cifra che è quasi il doppio. Quello che però ci allarma è la distribuzione nell’arco dell’anno per questi infortuni. Si vede chiaramente, per tutti e tre gli ultimi anni, che l’aumento di incidenti e morti parte intorno al 10 di marzo, giorno più giorno meno, e si intensifica soprattutto al sud e al centro”.
Questo andamento è stato notato non solo in agricoltura, ma anche nel settore dell’edilizia, i due settori che si spartiscono il record nazionale di morti ed infortuni sul lavoro. Le cause sono facili da intuire, si tratta, infatti, sia nell’uno che nell’altro caso, di lavori che risentono del clima e anche della stagionalità, particolarmente evidente in agricoltura. “Ci sono tanti fattori che abbiamo notato e che sono significativi – dice Soricelli – Uno è che gli infortuni, sia in edilizia che in agricoltura, si intensificano dopo un periodo piuttosto intenso di piogge. Quando piove molto, infatti, sia gli agricoltori che gli edili sono costretti a sospendere il lavoro esterno, ma non appena torna il sereno c’è una vera e propria corsa a recuperare il tempo perduto. Nei campi per motivi naturali, in edilizia perché spesso ci sono dei tempi di consegna che vanno rispettati. E dunque si lavora a maggior ritmo e si fanno straordinari, il tutto però su un terreno – che sia il campo, i tetti o le impalcature – che è stato reso scivoloso e dunque più pericoloso. Fretta e bagnato diventano così un mix potenzialmente mortale per i lavoratori del settore. Ci si potrebbe addirittura costruire sopra un sistema che segnali il livello di rischio in base all’andamento meteorologico per determinati tipi di lavori, ed è una cosa che stiamo valutando di fare in un prossimo futuro”.
Ma non è solo il meteo che incide sui rischi corsi in agricoltura: un problema che torna sempre è quello dei mezzi agricoli e in particolare dei trattori. “Molto sono obsoleti e non a norma – dice Soricelli – ma anche l’età dei conducenti certamente influisce. Se si pensa che la quasi totalità dei morti sul lavoro di età compresa tra i 65 e i 91 anni avviene in agricoltura, per lo più in seguito a cadute o ribaltamenti di trattori, è evidente che c’è un problema strettamente legato alla guida dei mezzi agricoli, non tanto di quelli che vanno su strada ma di quelli che si usano nei campi. Bisognerebbe domandarsi se queste persone sono ancora capaci di guidare un trattore in massima sicurezza, per di più in terreni difficili e quasi sempre in pendenza, come sono quelli italiani, e chi debba concretamente vigilare su questo”.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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