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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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domenica 10 ottobre 2010
INTERVENTO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO SULLE MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO E UNA MIA MAIL ALLA SUA SEGRETERIA
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Presidente dell'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul Lavoro, Franco Bettoni, il seguente messaggio:
"In occasione della cerimonia per la "60^ Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro", è doveroso rendere omaggio alla memoria dei caduti sul lavoro ed esprimere viva solidarietà a quanti hanno sacrificato la propria salute e la propria integrità fisica, manifestando al contempo sentimenti di vicinanza alle loro famiglie e comunità.
L'incolumità e la salute dei lavoratori costituiscono valori primari per la società e la loro tutela è interesse non solo del singolo lavoratore, ma di tutta la collettività.
Nonostante i progressi che hanno contribuito a contenere il grave fenomeno, continuano purtroppo a registrarsi ogni giorno infortuni sul lavoro, troppo spesso mortali, anche a causa di inammissibili superficialità e gravi negligenze nel garantire la sicurezza dei lavoratori.
Dobbiamo perseguire con impegno una politica sistematica e continua di prevenzione e promozione della salute nei luoghi di lavoro, ispirata a una cultura della legalità e della sicurezza e basata su una costante e forte vigilanza sul rispetto delle norme e delle condizioni di lavoro.
All'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul Lavoro, che organizza su tutto il territorio nazionale l'iniziativa odierna, rinnovo il mio apprezzamento per la sua assidua opera di sensibilizzazione sociale per la prevenzione e per la sicurezza nei luoghi di lavoro e di sostegno alle vittime di infortuni sul lavoro ed ai loro familiari".
Caro Presidente Napolitano, sono Carlo Soricelli metalmeccanico in pensione pittore-scultore d'origine beneventana, autore del libro "la classe operaia è andata all'inferno". volevo ringraziarla per le belle parole per la mia intervista sulle morti per infortuni sul lavoro pubblicata su Liberazione che mi ha fatto pervenire tramite il suo consigliere. Ho letto il suo toccante intervento di oggi sulle morti per infortuni sul lavoro organizzato dall'ANMIL e purtroppo, secondo le mie tabelle excel ricavate dal blog http://cadutisullavoro.blogspot.com/ i dati reali sono completamente diversi da quelli ufficiali. Non calano ma aumentano. I dati ufficiali che circolano sono inesatti e dati con molto ritardo per una cattiva e superficiale informazione da parte dei media che scrivano scandalizzati solo quando ci sono tragedie collettive, per poi dimenticarsi del problema. Da tre anni sto monitorando i morti per infortuni sul lavoro dopo la tragedia della Thyssen con un lavoro volontario, capillare e giornaliero e posso scrivere senza temere smentite che a morire sono soprattutto agricoltori e edili. Sono oltre il 60% delle vittime sul totale. OLTRE IL 50% DELLE VITTIME DI TUTTI I MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO CHE VANNO DAI 60 ANNI, FINO A 90, SONO AGRICOLTORI, QUASI TUTTI SCHIACCIATI DAI TRATTORI CHE GUIDANO
AD OGGI I MORTI PER INFORTUNI SUL LAVORO DEL 2010 SONO AUMENTATI DEL 4,4% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2009. SONO STATI 465 CONTRO I 445 NELLO STESSO PERIODO DEL 2009, QUASI IL DOPPIO SE SI AGGIUNGONO I LAVORATORI MORTI PER LE STRADE MENTRE VANNO E TORNANO DAL LAVORO. Quindi, con questi dati aggiornati viene smentito il luogo comune che calano i morti per infortuni sul lavoro. In realtà calano solo i lavoratori che muoiono per le strade mentre vanno o tornano dal lavoro, e questo calo è dovuto soprattutto alle automobili che sono tecnologicamente più sicure e che, per fortuna, anche i lavoratori riescono a comprare quando rottamano le vecchie. Con questi miei dati viene fuori che in realtà le aziende non fanno nessun tipo di prevenzione. Una prevenzione efficace viene fatta solo nelle aziende grandi e sindacalizzate.
Qui sotto sono a segnalarle le tabelle excel relative alle fasce dell'età delle vittime che muoiono sui luoghi di lavoro. Fino a 30 anni sono il 9%. dai 31 ai 40 sono il 27,5%.Dai 41 a 50 sono il 19,3.da 51 a 60 sono il 20,4%. dai 61 a 70 sono il 12,7%.Dai 71 agli 80 sono il 5.5%. Dagli 81 in su sono il 3,2%. Per l'8% delle vittime non è possibile stabilire la fascia d'età per mancanza di notizie relative all'età. Oltre il 50% delle vittime comprese dai 60 anni in su sono agricoltori, quasi tutti schiacciati dal trattore che guidano. Con le mie tabelle aggiornate è possibile anche riuscire a sapere con anticipo
anche quando ci potranno essere più morti in agricoltura e in edilizia. In queste due categorie muoiono soprattutto dopo un periodo persistente di mal tempo e dopo per recuperare il lavoro rimasto indietro si espongono a drammatici pericoli. I grafici eleborati in tal senso da mio figli, esperto informatico e appassionato di meteorologia non lasciano dubbi. Con stima carlo Soricelli
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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