Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
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venerdì 1 ottobre 2010
SETTEMBRE TRAGICO PER GLI AGRICOLTORI ANCHE L'ULTIMO GIORNO HA TRE VITTIME. E' MORTO RENATO BONETTO. E' MORTO ADRIANO ZOVI. E' MORTO MARIO GEREMIA
VICENZA – E’ morto Mario Geremia un operaio di 55 anni. è stato trovato morto, in una cisterna di fermentazione del mosto. E’ accaduto ad Alonte, nell’azienda agricola Vinigris. Sembra che a causare l’arresto cardiocircolatorio e il consecutivo decesso dell’uomo, residente a Lonigo, sia stata l’alta concentrazione di ossido di carbonio prodotta nel processo di fermentazione del mosto che lo ha investito quando ha scoperchiato la vasca. Inutile il tentativo dei vigili del fuoco di rianimare l’uomo con il defibrillatore in attesa dell’arrivo dell’elisoccorso, sopraggiunto solo un minuto dopo. Non è ancora stata esclusa l’ipotesi che l’operaio sia caduto nella cisterna a causa di un malore. Spisal e carabinieri di Lonigo stanno eseguendo gli accertamenti necessari a ricostruire la dinamica dei fatti e chiarire eventuali responsabilità.
30 settembre Cuneo E’ morto Renato Bonetto un agricoltore di 60 anni. Renato ha perso la vita a causa di quel mostro che fa strage di agricoltori chiamato trattore. Renato ha perso il controllo del mezzo durante una manovra in retromarcia. Il mezzo è precipitato per circa dieci metri nella scarpata che costeggia il Maira e l'uomo è stato sbalzato dall'abitacolo. E' morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, l'elisoccorso, i carabinieri ed i vigili del fuoco. Non c'è stato più nulla da fare. Renato Bonetto lascia la moglie Elisabetta Cismondo, 55 anni, e due figli: Fabrizio (33 anni) ed Andrea (30 anni). Profondo sconcerto per la morte dell'uomo, conosciuto e molto attivo nella vita sociale di Busca. Era molto amico dell'onorevole Teresio Delfino. L'autopsia determinerà l'esatta causa della morte.
Vicenza E’ morto adriano Zovi agricoltore di 74 anni. Ennesima morte bianca in campagna. A Canove di Roana sull'altopiano di Asiago, un agricoltore è deceduto dopo essere stato travolto dal trattore. Adriano Zovi, 74 anni, aveva parcheggiato il mezzo in un tratto di discesa, attivando il freno a mano: tuttavia le ruote hanno iniziato a muoversi. L'uomo ha cercato di salire sul veicolo in corsa, ma ha perso l'equilibrio ed è stato travolto dalle ruote posteriori, che l'hanno schiacciato sul ventre.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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