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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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- Opere nello studio bunker di Casalecchio di Reno
- Opere di pittura e scultura
- Opere del museo di Casa Trogoni di Granaglione
- le mie opere nel patrimonio della Regione Emilia Romagna
- i libri scritti
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- http://pitturapranica.blogspot.it/
- Alcune poesie
martedì 23 novembre 2010
Aderisci alla campagna nazionale di mobilitazione della rete per la sicurezza sul lavoro
GIOVEDÌ 18 NOVEMBRE 2010
Aderisci alla campagna nazionale di mobilitazione della Rete per la sicurezza sul lavoro
Dal 4 al 10 dicembre iniziative sul territorio nazionale
Le morti sul lavoro stanno crescendo, nonostante padroni, governo e i loro mass media dicano il contrario Dopo una settimana di agonia è morto uno dei 7 operai del rogo di PadernoDugnano, bruciato come gli operai della Thyssenkrupp.
Questa morte si aggiunge alla strage infinita di lavoratori che, ad oggi, ha fatto più di 500 morti dall'inizio dell'anno, da Capua e Napoli divenuta nuova capitali delle morti sul lavoro, al nord est, dalla Lombardia alla Sicilia, dal Trentino alla Puglia, soffocati nelle cisterne, caduti e schiacciati nelle fabbriche e nei cantieri, folgorati, travolti sulle rotaie....
Il 27% delle vittime sono operai edili, meridionali e immigrati soprattutto,impiegati nei subappalti nei cantieri del nord, e poi ci sono le morti che non rientrano nelle statistiche che avvengono sulle strade mentre i lavoratori vanno o tornano dai turni massacranti di lavoro.
L'intensificazione dello sfruttamento della "moderna" catena di montaggio,con in testa la Fiat, fa aumentare il rischio per la vita e la salute degli operai e aumentano le malattie professionali in tutte le fabbriche anche quelle non toccate dalla morte Gli operai immigrati, i precari, non sono liberi di scegliere se accettare o meno il ricatto del padrone: le sue regole sono le catene per i moderni schiavi del profitto per cui anche la sicurezza sul lavoro non dev'essere un diritto. .
Ma troppe sono anche le morti anche per il non lavoro, il lavoro negato per i licenziamenti, com'è successo a Taranto e a Bologna, oppure per il futuro negato a tanti giovani con contratti precari, come a Palermo.
Il governo Berlusconi, con il ruolo di punta dei ministri Sacconi e Tremonti, mette in campo tutta la sua politica e il suo odio di classe contro i lavoratori con il collegato lavoro, apripista per la cancellazione dello Statuto dei lavoratori, con il taglio ulteriore ai controlli ispettivi di apparati di vigilanza, controllo e prevenzione che devono "collaborare" con le aziende, come ha scritto nella circolare il min. Sacconi (e in molti casi questo lo fanno già, come le stragi della Thyssen e di Capua hanno imostrato), con lo smantellamento pezzo-pezzo del Testo Unico sulla sicurezza, con la depenalizzazione e la riduzione delle sanzioni agli imprenditori colpevoli di infortuni o morti per e sul lavoro, con la cancellazione del registro degli infortuni. Con la Finanziaria ha soppresso un istituto come l' ISPESL, unico ente di ricerca nel settore della prevenzione della sicurezza del lavoro e ci ha voluto umiliare col vergognoso spot sulla sicurezza che scarica la responsabilità unicamente sui lavoratori.
La Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro è stata finora l'unica realtà in grado di condurre questa guerra di classe come battaglia unitaria e nazionale con le lotte manifestazioni nazionali a torino, taranto, è in ogni luogo in cui è stato possibile arrivare unendo operai,delegati rls,familiari tecnici,medici,associazionie ogni energia disponibile La Rete è stata l'unica alternativa praticata al sindacalismo confederale in generale complice e inefficace contro le politiche di padroni e governo su questo terreno, tranne qualche rara eccezione, la Rete è stata ed è alternativa unitaria al vuoto lasciato dall'attività ristretta e puramente episodica dei sindacati di base su questi temi e una linea pratica e metodo contro il settarismo autorefernziale con partiti, gruppi e organizzazioni che agitano questa battaglia solo come autopropaganda non come battaglia generale per farla avanzare nell'interesse dei lavoratori.
Ma le forze sono ancora insufficienti, per questo c'è bisogno che le altre energie che si vogliono veramente impegnare nella lotta contro le morti sul lavoro si uniscano nella Rete per sviluppare quel movimento operaio,popolare,sociale,politico e culturale necessario per incidere in questa battaglia, nel quadro della lotta per una rivoluzione politica e sociale che affermi la vita degli operai sul profitto dei padroni e del sistema del capitale
Ripartiamo per costruire lo sciopero generale nazionale e una manifestazione una nuova manifestazione nazionale di lotta e di combattimento nel senso letterale della parola, a partire da una settimana di mobilitazione nazionale che abbiamo lanciato dal 4 al 10 dicembre da realizzarsi a livello territoriale e nei luoghi di lavoro
manifestiamo il 4 dicembre a Paderno Dugnano e il 10 dicembre al Tribunale
di Torino
manifestazioni e iniziative sono già programmate a Taranto, Palermo, Bergamo, Ravenna,..
aderiamo a questo appello - organizziamo e comunichiamo iniziative grandi e piccole che siano a
Rete nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro bastamortesullavoro@gmail.com
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
condividendo il medesimo scopo del tuo blog, non solo faccio mio l'appello ma cercherò di parlarne diffusamente da me.
RispondiEliminaUn saluto Vladimir