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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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giovedì 20 gennaio 2011
LAVORATORI CHE MUOIONO IN ITINERE
Più della metà delle vittime e degli infortuni gravi sul lavoro avvengono sulle strade, in itinere nel percorso casa-lavoro e viceversa oppure riguardano autotrasportatori, agenti di commercio, autisti, postini ecc..
A questo riguardo occorre approfondire una serie di problematiche legate al tragitto.
Le morti/infortuni in itinere si concentrano soprattutto dalle ore 7 alle ore 9 del mattino e dalle ore 17 alle ore 19, gli orari di punta per chi si avvia o torna dal lavoro.
Occorre stare molto attenti anche alla linearità del percorso per non avere contestazioni da parte dell'INAIL che garantisce l'indennizzo solo se vengono rispettate alcune regole. Non può essere risarcito l'infortunio in itinere se il lavoratore modifica arbitrariamente per ragioni personali il tragitto e questo accade spesso; ad esempio se prima di recarsi al lavoro si passa in un bar che non sia sulla strada, a fare colazione, o a prendere colleghi o amici che lavorano in aziende o cantieri vicini o addirittura nella stessa azienda, spesso con l’intento di dividersi le spese, ma che però non si trovano sul percorso lineare che il lavoratore dovrebbe fare.
Se il lavoratore poi è sotto l'effetto di stupefacenti o in stato di ebbrezza l'infortunio non viene riconosciuto.
E' inoltre escluso il risarcimento dell'infortunio in caso di dolo, cioè nel caso in cui l'assicurato abbia provocato volontariamente il sinistro.
Non è rilevante al fine del risarcimento così come ha stabilito la Corte di Cassazione nella sentenza n. 17655/2009, che l'incidente sia accaduto per colpa, imprudenza e in generale, a causa della disattenzione del guidatore. In questo caso, quindi, il lavoratore ha diritto al risarcimento da parte dell'Inail anche se l'infortunio si è verificato a causa di un comportamento imprudente del lavoratore avvenuto nell'espletamento dell'attività lavorativa.
I lavoratori devono stare molto attenti negli orari di punta e nei lunghi percorsi, soprattutto quando si è giovani e si dorme poco può essere molto pericoloso per sé e per gli altri mettersi alla guida di un'automobile o di una moto o andare a velocità elevate perché ci si è svegliati all'ultimo momento e non si vuole arrivare in ritardo.
Se poi si è turnisti o pendolari il rischio aumenta ancora di più per l’eccessiva stancehzza accumulata o per i lunghi percorsi.
Ci sono poi lavoratori, soprattutto in edilizia, che si spostano per percorsi lunghissimi in autostrada dal sud al nord e viceversa, all'inizio o alla fine della settimana lavorativa; proprio in queste circostanze l'Osservatorio ha registrato moltissime vittime, autentiche stragi di lavoratori che in automobili e furgoni affrontano insieme lunghi percorsi sullo stesso mezzo.
Poi ci sono i lavoratori che lavorano sulle strade, circa il 25% di tutte le vittime.
Gli autotrasportatori spesso affrontano molte ore di guida senza riposarsi e muoiono nonostante abbiano un mezzo mastrodontico e questo capita spesso quando si scontra con mezzi simili o si va fuori strada.
Gli agenti di commercio affrontano alla guida lunghissimi percorsi per poi tornare a casa alla sera stanchissimi e al volante di automobili spesso molto veloci.
Cosa si può fare per questi infortuni spesso mortali?
Lo Stato dovrebbe avviare una campagna di sensibilizzazione e di prevenzione con più mezzi e uomini da mettere a disposizione della Polizia Stradale e dei Carabinieri per i controlli sulle strade, e dei Comuni per rinforzare le polizie municipali.
Ci sarebbe inoltre un risparmio di miliardi di euro che lo Stato paga in pensioni per invalidità permanenti ai familiari delle vittime, spesso casalinghe e bambini in tenera età.
Carlo Soricelli
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
Purtroppo la sensibilizzazione da parte degli organi governativi non hanno, a parer mio, nessuna o poca efficacia.
RispondiEliminaInoltre vorrei aggiungere che in primis le istituzioni voltano le spalle nel momento del bisogno (vedi INAIL).
Secondo la mia personale e terribile esperienza questo istituto, nato per "AIUTARE" il lavoratore in caso di infortunio e/o i famigliari in caso di decesso, svolge un lavoro di solo BUSINNESS lasciando nei guai coloro che hanno pagato e pagano contributi, tasse, ecc... ecc...
La mia fiducia nelle istituzioni ed organi ITALIANI è certamente azzerata.