Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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venerdì 18 marzo 2011
E' morto un autista di un furgone sull'A1 nei pressi di Frosinone a causa di una frana
Ragusa 18 marzo E’ morto Giovanni Incardona dopo 4 giorni di agonia. Giovanni, operaio, padre di 6 figli. Ha fatto un volo di un metro e mezzo dopo aver sbattuto contro una statua di marmo mnetre3 stava lavorando attorno ad un muretto. I familiari del 62 enne adesso chiedono giustizia e vogliono capire se dietro al decesso ci sia malasanità dei medici del Guzzardi di Vittoria. La polizia ha sequestrato la cartella clinica ed anche la salma in attesa dell’esame autoptico. Il 62 enne era stato condotto da uno dei figli al pronto soccorso del nosocomio vittoriese dove è stato ricoverato in Chirurgia. All’Incardona sono state riscontrate la frattura di 6 costole, contusione epatica.
Intanto le condizioni della vittima si erano ulteriormente aggravate e mercoledì mattina è stato sottoposto ad altro esame Tac, ma qua la fatalità del guasto del macchinario, e dunque l’immediato trasferimento al Civile di Ragusa. L’esame ha riscontrato uno pneumomediastino. I familiari avevano chiesto un ulteriore trasferimento a Catania ma giovedì notte è arrivata la morte per arresto cardiocircolatorio.
Como 18 marzo E’ morto Raffaele Russo un edile di 67 anni e due suoi compagni sono rimasti feriti.E accaduto a Tavernario. Tragedia sul lavoro nel primo pomeriggio di oggi in piazza Borella dove tre muratori, mentre lavoravano in un casa in fase di demolizione, sono precipitati per il cedimento della soletta di un balcone su cui stavano operando: L’anziano edile è morto sul colpo mentre altri due suoi comagni di lavoro sono rimasti feriti e trasportati agli ospedali Sant'Anna e di Erba. Sul posto, per i soccorsi, sono intervenuti i vigili del fuoco di Como e il personale del 118 ma per uno dei tre muratori non c'è stato nulla da fare. Al lavoro, per ricostruire la dinamica di quanto accaduto, gli agenti della Questura di Como e il personale dell'Asl per la prevenzione degli infortuni sul lavoro: il caseggiato è stato posto sotto sequestro.
Belluno 17 marzo. È morto Ennio Vescovi boscaiolo di 37 anni. Ennio è rimasto schiacciato da un abete che stava tagliando. La tragedia è avvenuta ieri pomeriggio sui boschi del monte Roccon, in territorio comunale di Arsiè, nel Bellunese. Ennio Vescovi è stato colpito dal pesantissimo tronco, che gli è caduto sul petto uccidendolo quasi all’istante: è rimasto cosciente ed ha parlato coi suoi colleghi, chiedendo dell'acqua. Ma, prima dell'arrivo dei soccorritori, ha perso i sensi e per lui nulla sono valsi i disperati tentativi di rianimarlo da parte dei medici del Suem. È morto per le lesioni interne riportate.Le cause della morte sono da ricercarsi nella la pioggia e il terreno umido.
Si è alzato in volo anche un elicottero del 118 per soccorrerlo ma all'arrivo dei soccorritori per Ennio, non c’è stato niente da fare..
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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