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morti sul lavoro in Italia dall'inizio dell'anno al 5 novembre
Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"
Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier
Soricelli
Carlo Soricelli attività artistica
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- Opere di pittura e scultura
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- Alcune poesie
venerdì 11 marzo 2011
Pubblichiamo il bell'intervento di Santo Della Volpe sulle morti per infortuni sul lavoro scritto su "Articolo 21"
Meno morti sul lavoro nel 2010, ma diminuiscono solo le vittime sulle strade
Il numero di morti sul lavoro del 2010 è ufficialmente diminuito, rompendo la soglia delle 1000 vittime; secondo l’Inail,sono 980 i morti sul lavoro del 2010, con una flessione ufficiale del 6,9% rispetto all’anno precedente: più contenuto invece il calo degli incidenti in generale, che si attestano a quota 775mila,15mila in meno rispetto al 2009 (-1,9%). Queste le prime cifre che potrebbero finalmente indurre all’ottimismo. Ma purtroppo, scomponendo i dati anticipati dall’Inail, la realtà appare meno rosea: perché a diminuire sono stati soprattutto le vittime sulle strade andando o tornando dal lavoro. Lo stesso Presidente dell'INAIL, in una recente intervista, ha dichiarato che nel 2010 il 53,5% delle vittime è in itinere e sulle strade: detraendo il 53,5% da 980, sono in tutto 456 i lavoratori che secondo l'INAIL sono morti sui luoghi di lavoro, con un aumento del 6,8% rispetto al 2009. Inoltre l’Inail non conteggia nei suoi dati le vittime sul lavoro che non pagano i contributi Inail, cioè i pensionati, ad esempio, in agricoltura ed i militari e forze dell’ordine , non assicurati Inail. Le vittime monitorate dall’”Osservatorio sui morti sul lavoro “ di Bologna che non sono deceduti in “itinere”ma sul lavoro,lo scorso anno sono state 595; comprendendo 51 autotrasportatori e 75 vittime che hanno più di 65 anni e che si presume siano già pensionati , più i 15 i militari morti nel 2010.
Tornando alle vittime censite secondo il metodo dell’INAIL, la diminuzione del 2010 è dovuto a più fattori: anche al miglioramento del parco auto di chi va a lavorare ( per effetto di anni di rottamazione delle auto vecchie). A soprattutto all’aumento della cassa integrazione e della disoccupazione che nel 2010 è salita alla cifra di 2 milioni e 621.000 di persone, pari al 10,2% della forza lavoro effettiva (secondo la CGIA di Mestre). Anche l’INAIL riporta il fatto che (dati Istat) il calo occupazionale nel 2010 è stato dello 0,6%,rispetto al 2009 nel quale c’era già stato un calo dell’occupazione pari all’1,6%.
A questi dati va sommato il monte di ore lavorate in tutti i settori dell’industria, dell’agricoltura,del terziario e del lavoro in Italia, ancora diminuito nel 2010 rispetto all’anno precedente, nonostante la ripresa del lavoro a fine anno.
E non è un buon risultato, perché ci si poteva aspettare una più decisa diminuzione di morti ed invalidi nei luoghi di lavoro, che invece sono più o meno gli stessi del 2009. Le variazioni sono interessanti anche considerando i vari settori di lavoro: nell’industria , dove cassa integrazione e disoccupazione hanno colpito a fondo, il calo degli infortuni mortali è stato del 6,1%. Ma il problema che emerge dalla lettura dei dati nell’agricoltura (dove il calo di infortuni è stato del 4,9%) e nell’edilizia (-7,3%) , riguarda il lavoro nero: poiché nei due settori il lavoro regolare ,secondo l’Istat, è rimasto invariato, è probabile che sia aumentato il lavoro nero e di conseguenza sia diminuito il numero di denuncie di infortuni all’INAIL e quindi il sommerso “dannoso”, il sommerso degli incidenti tragicamente più sofferenti con l’abbandono della vittima al Pronto Soccorso o sul ciglio di una strada, senza assistenza e senza aiuto.
Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2
via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro
Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli
1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati
2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza
3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica
4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere
5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro
6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)
7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi
8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni
9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.
10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.
11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.
12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori
13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.
14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.
15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.
16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.
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