OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO.
L’unico osservatorio che monitora i morti sul lavoro in Italia.
Aperto 15 anni fa il 1° gennaio 2008 chiuderà il 31 dicembre 2022
19 OTTOBRE
Incontro Con il Cardinale di Bologna e Presidente CEI Matteo Zuppi “Per non
morire lavorando”
L’evento Il 29 ottobre nella Cappella Farnese di Bologna, qui sotto
l’Informativa da mandare agli ospiti
Se si vuole che l’importante incontro del 29 ottobre a Bologna “Per non
morire lavorando” non diventi il solito rituale che alla fine servirà a poco se
non si analizzerà il triste fenomeno nella sua complessità e con proposte per
farlo diventare solo un cattivo ricordo. Per comprenderlo nella sua interezza è
opportuno conoscerlo bene, ma nessuno lo conosce meglio di me nelle sue reali
dimensioni e nelle sue articolazioni. Monitoro i morti sul lavoro da 15 anni e
credo di essere diventato un esperto in quanto i morti sul lavoro sono tutti
registrati dal 1° gennaio 2008 in tabelle Excel per giorno, mese e anno della
tragedia, con Provincia e Regione dove è capitato l’infortunio mortale,
identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sulla disgrazia. Occorre anche sapere che
INAIL non fa un monitoraggio delle morti sul lavoro, ma raccoglie SOLO le
denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati. ANMIL e un altro
osservatorio riprendono i morti di questo Istituto, ma sono parziali. Se si leggono attentamente i loro Report mensili parlano solo di denunce
che gli arrivano dal territorio, com’è giusto che sia: il problema vero è che
ci sono oltre 4 milioni di lavoratori che non hanno INAIL come assicurazione,
molte categorie non lo sono, poi tanti che muoiono in nero non sono registrati
da nessuno, se non da noi, occorre anche sapere che tantissimi agricoltori
schiacciati dal trattore sono anziani che per arrotondare le pensioni
continuano (per fortuna dell’Italia) a coltivare i propri terreni, ne sono già
morti 144 anche quest’anno, anche loro sfuggono a ogni statistica, da quando ho
aperto l’Osservatorio ne sono morti oltre duemila in questo modo atroce. È per questo che il
numero di morti sul lavoro monitorati dall’Osservatorio è molto più alto di quello
che diffonde INAIL, non sono numeri campati in aria, ma sono ricavati della
registrazione dei morti ogni giorno. Occorre anche sapere che negli ultimi anni
i morti in tarda età, se si escludono i morti sulle strade e in itinere, che
INAIL mette insieme nei numeri che diffonde, che risulta scioccante che un
morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO ha più di 60 anni: non si può far svolgere
lavori pericolosi a anziani che hanno riflessi poco pronti, calo di vista,
sordità e altri acciacchi dovuti all’età e l’allungamento generalizzato
dell’età per andare in pensione ha fatto aumentare i morti in tarda età; negli
ultimi giorni sono morti tre edili che avevano 73, 77 e 79 anni, ovviamente in
nero. Ora muoiono anche tanti giovani, alcuni addirittura in scuola/lavoro. Ma
la libertà di licenziamento introdotta col Jobs Act e i lavori a tempo
determinato, costringe tanti a svolgere lavori pericolosi, senza potersi
opporre pena il licenziamento. Il 30% dei morti sui Luoghi di Lavoro sono in
agricoltura, intorno al 20% i morti in edilizia, con le cadute dall’alto che
uccidono per l’80% questi lavoratori. L’autotrasporto ha quest’anno il 14% dei
morti: sono aumentati notevolmente in questi ultimi anni gli autotrasportatori
morti per il fenomeno degli acquisti on line che sottopone questi lavoratori
“falsi autonomi” a ritmi forsennati. Anche i rider muoiono numerosi, giovani donne
e uomini. Nelle industrie di tutte le categorie, sui luoghi di lavoro sono
morti quest’anno l’8% di lavoratori: dove ci sono rappresentanti dei lavoratori
e imprenditori che dialogano sulla Sicurezza, i morti si contano sulle dita di
una mano, nonostante milioni di addetti, quelli che muoiono in queste realtà sono
esclusivamente lavoratori in appalto nell’azienda stessa, e questi non hanno
nessuna tutela sindacale, lavoratori che non hanno gli stessi contratti dei
dipendenti e che sono sottoposti a ogni tipo di ricatto. Cambia tutto nelle
piccole e piccolissime aziende e tra gli artigiani che muoiono numerosissimi:
in fabbrica su una macchina, anche donne alle quali sono stati modificate in
modo criminale le macchine per aumentare la produzione, come Luana D’ Orazio a
Prato o Laila El Harim a Reggio Emilia. Muoiono magazzinieri guidando i
muletti, tornitori, elettricisti, installatori, manutentori, idraulici, ecc.
tantissimi gli artigiani. Occorre aver chiaro che sulle strade ci sono
altrettanti morti come per esempio il povero giovane di 19 anni al suo primo
giorno di lavoro come Faier Benadini morto pochi giorni fa insieme a un suo
collega: si sono scontrati con il loro camion con una betoniera. Ma tantissimi
muoiono sui luoghi di lavoro o sulle strade in trasferta a centinaia di km da
casa. Descrivere tutte le casistiche delle morti in poche righe è impossibile.
Ma ricordiamoci anche del terribile contributo di sangue che pagano i
lavoratori stranieri che rappresentano il 12% di tutti i morti sui luoghi di
lavoro (due su quattro a Bologna dall’inizio dell’anno). Ma i morti sul lavoro
non sono una tragica fatalità causata da un destino avverso, nella Provincia di
l’Aquila quest’anno non c’è stato nessun morto sui Luoghi di Lavoro, eppure
l’Aquila ha un numero enorme di cantieri aperti nel post terremoto, qui lo
Stato è efficiente, come tutte le Istituzioni, locali e nazionali; controllo
sulle infiltrazioni mafiose sulle aziende che operano nel territorio, con i
lavoratori che devono avere tutti i dipendenti in regola, con controlli diffusi
e attrezzature adeguate; qui controllano anche il subappalto. Occorre esportare
questo modello nel resto del Paese. Un’ultima annotazione: L’ultimo rapporto
INAIL sugli infortuni in Italia è del 31 agosto, nei primi otto mesi del 2022
sono arrivate a questo Istituto 677 denunce di morti per infortuni, comprensivi
dei morti sulle strade e in itinere, il 29 ottobre i morti di questo Istituto
si aggireranno sui 900 complessivi, i nostri supereranno i 1300, perché
l’Osservatorio, con la collaborazione di tantissimi amici di Facebook, che
segnalano i morti nella loro regione riesce ad avere una visione completa di
queste tragedie. Se si confronta questo periodo con lo stesso del 2021,
l’aumento dei morti è stato del 9%. Nessun calo quindi se si contano tutti i
morti sul lavoro. Se poi andiamo a vedere lo stesso periodo, dal 1° gennaio al
15 ottobre del 2008 anno di apertura dell’Osservatorio i morti sono aumentati
di oltre il 20%.
I morti sui luoghi di lavoro a Bologna
(esluso itinere) sono stati 4 morti, due di questi sono stranieri Vasyl
Syrotiuk, un edile ucraino di 51 anni è precipitato da un solaio a
Castelmaggiore, Choma Cuna è una filippina annegata per cercare di salvare un
bambino in piscina sui colli bolognesi. Ma c’è anche Tiziana Gentilini una
donna schiacciata dal trattore che si è ribaltato, lei era sul cassone che
trasportava legna. La quarta vittima a Imola: è un operaio napoletano di cui
conosciamo solo le iniziali C.P è morto schiacciato da un camion in retromarcia
in una ditta di logistica. Ma ricordiamo anche il giovane di 22 anni Yafa Yaya
morto all’interporto di Bologna nell’ottobre del 2021 che il Cardinale Zuppi ha
voluto ricordare nella sua visita all’Interporto del 27 settembre di
quest’anno. Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro in Italia sono 76 e
rappresentano il 12% di tutti morti sui luoghi di lavoro
Carlo Soricelli curatore
dell’osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro
Morti sul lavoro dall’inizio
dell’anno al 19 ottobre
Dall’inizio dell’anno sono morti 1242 lavoratori complessivi, 635 di questi
sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade, In questi “numeri”
ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni di
lavoratori) in più i morti in nero e i milioni di agricoltori, spesso
pensionati che continuano a lavorare per le magre pensioni e i tantissimi morti
sulle strade e in itinere che non hanno nessuna
visibilità mediatica e sociale da parte di nessuno.
Aperto il 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette
operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. I morti sui
luoghi di lavoro sono da 15 anni tutti registrati in apposite tabelle Excel con
data della morte, provincia e regione della tragedia, identità della vittima,
età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. Dal 1° gennaio 2008 anno di apertura
dell’Osservatorio sono morti oltre 20000 lavoratori per infortuni sui luoghi di
lavoro, sulle strade e in itinere.
144 agricoltori schiacciati dal
trattore nel 2022.
Gli autotrasportatori morti dall’inizio dell’anno sono 91
I lavoratori stranieri morti
quest’anno sui luoghi di lavoro sono 76 e rappresentano il 12% sul totale,
molti lavoravano in nero. Alcune di queste morti sono allucinanti, lavoravano
in nero in grandi cantieri nei quali esercitavano diverse ditte, ma nessuno di
queste ha detto che erano loro dipendenti, è già capitato più di una volta.
Questa percentuale aumenterà progressivamente nei prossimi anni per la
denatalità italiana, la loro conoscenza dei diritti/doveri e la conoscenza
sulle Normative sulla Sicurezza diventeranno determinanti per porre argine a
queste tragedie.
Curatore Carlo
Soricelli metalmeccanico in
pensione e artista sociale da 50 anni. per contatti carlo.soricelli@gmail.com
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@pittorecarlosor
Qui sotto i MORTI SUI
LUOGHI DI LAVORO nelle Regioni e Province (non ci sono i morti per covid). Non
sono contati neppure i morti in itinere e sulle strade se non
autotrasportatori: tenete presente che i morti in itinere e sulle strade sono
almeno altrettanti rispetto a quelli segnalati qui sotto nelle Regioni e
Province. Ma noi preferiamo tenerli separati, perché richiedono altri
interventi, che sono diversi da quelli delle morti sui Luoghi di Lavoro. Ma
altri li conteggiano tutti insieme generando confusione tra chi vuole
comprendere le reali dimensioni e qualità del fenomeno. NB nelle province e
Regioni non ci sono i morti per infortuni provocati dal coronavirus. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è
avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza, non ci sono i morti
in autostrada che non è giusto addebitarli alle province.
I
morti sui LUOGHI DI LAVORO nelle
Regioni e Province nel 2022. Chiunque svolge un lavoro e muore per infortunio è
per noi un morto sul lavoro.
LOMBARDIA 88 Milano (19), Bergamo
(9), Brescia (22), Como (6), Cremona (5), Lecco (7), Lodi (1), Mantova (4),
Monza Brianza (4), Pavia (5) Sondrio (3), Varese (3) VENETO 51 Venezia (9), Belluno (2), Padova (7), Rovigo (3),
Treviso (5), Verona (11), Vicenza
(14) CAMPANIA 51 Napoli (11), Avellino (4), Benevento (3),
Caserta (17), Salerno (16) PIEMONTE 44 Torino (20), Alessandria (7), Asti (2), Biella (1),
Cuneo (8), Novara (1),Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (3) LAZIO 39 Roma (15), Viterbo (6) Frosinone (10) Latina (3) Rieti (5) SICILIA 34 Palermo
(6), Agrigento (3), Caltanissetta (5), Catania (7), Enna (1), Messina (6),
Ragusa (2), Siracusa (), Trapani (4) EMILIA ROMAGNA 32 Bologna (4), Rimini (4)
Ferrara (3) Forlì Cesena (5) Modena (5) Parma () Ravenna (3) Reggio Emilia (5) Piacenza
(3) CALABRIA
30 Catanzaro (10), Cosenza (8), Crotone (4) Reggio
Calabria (5) Vibo Valentia (3) MARCHE 28
Ancona (11), Macerata (4), Fermo (3), Pesaro-Urbino (9), Ascoli Piceno (3) TRENTINO ALTO
ADIGE 27 Trento (19) Bolzano (8) PUGLIA 27 Bari
(3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (7), Lecce (8) Taranto (7) TOSCANA 22 Firenze (4), Arezzo (5),
Grosseto (2), Livorno (1), Lucca (2), Massa Carrara (1), Pisa (2), Pistoia (3),
Siena () Prato (2) SARDEGNA 18 Cagliari
(3) Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (2), Ogliastra (),
Olbia-Tempio (2), Oristano (5), Sassari (7).Sulcis iglesiente () ABRUZZO 15
L'Aquila (), Chieti (7), Pescara (5) Teramo (3) UMBRIA 9 Perugia
(8) Terni (1) FRIULI VENEZIA GIULIA 7 Pordenone
(1) Trieste () Udine (5) Gorizia (1)
LIGURIA 8 Genova (2), Imperia (2) La Spezia (1), Savona (3) BASILICATA 6 Potenza (3) Matera (3)
VALLE
D’AOSTA 3 (3) Molise 2 Campobasso (2) Isernia ().
Carlo Soricelli
curatore dell’Osservatorio.
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